Hurricane
"She's
got the power
She's
barely five foot two
She's
a hurricane
(Hurricane)
I
see the waves crashing in the harbor
Just
beyond the break
I
should run and hide with the others
But
I can't look away
She's
a hurricane"
Credo
che una delle sensazioni
più belle del mondo sia rientrare a casa dopo una giornata
fin troppo intensa
di lavoro e togliersi le scarpe, prepararsi un bicchiere di vino e
rilassarsi
sul divano con un po’ di musica.
Sono costretta a farlo da sempre perché non riesco mai a
prendere sonno con
facilità, neanche dopo una giornata stressante come questa.
Ma d’altronde le
mie giornate sono quasi sempre stressanti.
Provate a lavorare voi per una delle più grandi agenzie di
organizzazione
eventi a livello mondiale ed essere una delle sue più
giovani
collaboratrici. Insomma,
non è un lavoro
facile, ma è quello dei miei sogni.
La pressione, lo stress e il caos mi caricano tanto. Amo sbrogliare
situazioni,
risolvere problemi e poi vedere le facce tranquille delle persone
accanto a me.
So che magari posso sembrare molto una maniaca del controllo ma ho un
buon
team, il migliore, e sono fiera del nostro lavoro.
La riproduzione casuale del mio stereo ha scelto i The Fray, Hurricane
e sulle
loro note stappo una bottiglia di vino che mi ha regalato Russell Crowe
la
scorsa settimana. Sì, lo so che suona strano ma molte di
queste persone hanno
un gran cuore e quando facciamo bene il nostro lavoro ci meritiamo
anche una di
questa tenerezze, oltre al resto.
Così lascio che il rosso di questo Chianti sporchi il mio
bicchiere e mi vado a
stendere sul divano, prendendo il telefono per vedere cosa mi sono
persa in
questa giornata.
La mia famiglia mi dà per dispersa come al solito, il mio
ragazzo chiede se
sono ancora viva o se deve chiamare qualcuno. Sarà il caso
che faccia alcune
telefonate, ma non ora.
Mando un paio di messaggi in cui spiego il caos della giornata tra due
matrimoni e un’anteprima e lascio il bicchiere a terra,
accanto a me, prima di
chiudere gli occhi e lasciarmi cullare dalla musica.
Neanche il tempo di rilassarmi un attimo che sento il telefono
squillare di
nuovo. Se sono mamma o Chord credo di poter commettere un omicidio
seduta
stante. Anzi, no, non ne avrei comunque la forza. Mi tiro su e
stropiccio gli
occhi prima di leggere il nome sullo schermo. Sorrido.
< Lea, cucciola!>
Quella
che era partita come
un’oretta rilassante prima di andare a dormire si trasforma
in un mix di risate
e racconti.
Per via dei nostri impegni non sentivo Lea da almeno dieci giorni e
più sento
la sua voce, più mi rendo conto di quanto davvero mi sia
mancata.
Chiudo la chiamata e decido di mettermi a letto, pensando a tutto
quello che mi
ha raccontato.
In questi giorni ha fatto di tutto, non si è fermata un
attimo, è peggio di me,
a volte.
Non ci vediamo spesso, ma appena possibile ci concediamo un pomeriggio,
una
serata solo per noi. Ad oggi credo sia un delle mie più
grandi amiche ma il
rapporto tra di noi è difficile da spiegare. Non siamo solo
sulla stessa
lunghezza d’onda, è molto di più.
Lea è una delle anime più affine alla mia, la
sento sempre vicina, sento sempre
di avere il suo appoggio e per me è tanto…
è tutto.
Possiamo non vederci per un mese e ritrovarci nel solito bar con la
sensazione
che in realtà non sia passato neanche un giorno.
Credo che se mi ritrovassi alle elementari, davanti ai soliti temi che
ci
davano le maestre, come “Parla del tuo
eroe”… Io parlerei di lei.
Parlerei dei suoi occhi nocciola, di come si sono spenti in quella
giornata di
luglio che vorrei cancellare per sempre. Fu Chord a chiamarmi quella
sera, in
lacrime. Mi disse di correre a casa di Lea, che lui era a NYC e non
poteva
muoversi, mi spezzò qualche parola al telefono che speravo
d’aver capito male.
Annullai tutti i miei appuntamenti, mi precipitai a casa sua e capii
che invece
era tutto troppo vero.
La abbracciai, senza parlare. Mi sussurrò di portarla via e
così feci. Non
sarebbe mai riuscita a restare in quella casa, a sopportare lo
squillare
martellante ed incessante del telefono che come una lama avrebbe
scavato sempre
più a fondo, le parole grigie, gli sguardi spenti, il sapore
delle ore che le
stavano portando via pezzi della sua vita.
Restammo sette giorni chiuse dentro casa. Qualche parola, un
po’ di cibo e una
telefonata al giorno, le conferme dell’autopsia. Non la persi
di vista un
attimo, la guardavo annullarsi e non sapevo cosa fare se non tenderle
la mano e
sperare la stringesse, come a volte faceva prima di addormentarsi.
Questi incubi non dovrebbero realizzarsi mai, il nero di quei giorni
non lo
potrò dimenticare.
Fino a che una mattina fu lei a svegliare me, fu lei a portarmi il
caffè a
letto.
< Sono pronta> mi disse, accennando un sorriso. Mi tirai
su e prendemmo
direttamente un aereo per Vancouver. Organizzò lei i
funerali, si occupò lei di
tutto, mi chiese
solo qualcosa di tanto
in tanto ma non ce n’era bisogno: vidi la forza di un uragano
in quegli occhi
nocciola.
Potrei parlare del suo sorriso e di come non ha fatto altro che essere
d’esempio per la mia vita. Di quante volte quel sorriso mi
abbia commosso nel
vederla incidere i pezzi del suo disco, soprattutto quelli in cui
parlava di
lui.
Non mi disse esplicitamente che avrebbe voluto fossi lì ma
lo capii da sola,
come sempre, con uno sguardo o una parola in meno detta per telefono.
Ricordo
il primo giorno in cui andai, avevo paura che non ce la facesse a
cantare
davvero quel pezzo*. L’avevo vista mentre lo scriveva in
lacrime, buttata sul
letto della mia camera.
Avevo provato a fermarla, mi sembrava peggiorasse solo la situazione ma
lei
insisteva, mi disse che le avrebbe fatto bene, che Cory avrebbe voluto
così. E
allora mi arresi a lei, la lasciai fare e fu la cosa giusta
perché rinacque
davvero dopo aver buttato giù quello che sentiva. Io sono
una persona molto più
di fegato rispetto a lei, rispetto al suo cuore tanto grande che tanto
ha dato
alla mia vita e alla mia persona.
E quella mattina mi disse che
stava per incidere proprio quella canzone e così andai, le
offrii la mia
spalla, la mie mani, tutta me stessa affinché servisse per
poterla far
risplendere ancora di più.
Il pezzo fu pronto in poco tempo, la traccia migliore registrata, la
migliore
Lea. Nessuna sbavatura, nessun secondo di voce spezzata, tutto per lui.
Mi abbracciò appena uscita da lì, < Grazie
Ruth, ti sento sempre accanto a
me ed è anche grazie a questo che sento di poter tornare
più forte di
prima.>
Non sapeva e non le
dissi che in realtà
era più lei che dava forza a me in quel momento, era lei che
stava diventando
sempre di più il mio esempio.
Vidi la forza di un uragano in quel sorriso.
Lei ha portato Chord nella mia e io non potrò mai smettere
di ringraziarla,
mai.
Mi ha portato l’uomo che sposerò presto, mi ha
portato la felicità che
aspettavo da tanto tempo.
Mi ha aiutata a capire che fidarmi delle persone non era sempre un
gioco a
perdere, ma che con le persone giuste mi avrebbe riempito
l’esistenza di
serenità.
Le ho voluto dare ragione e, da persona di fegato quale ero lei mi ha
trasformata giorno dopo giorno senza neanche rendersene conto. Grazie a
quello
che abbiamo io ho smussato spigoli acuti del mio caratteraccio, mi sono
lasciata andare, sono diventata esattamente la persona che avrei voluto
essere.
L’amica, la figlia, la fidanzata, la collega che volevo.
E’ la mia soul sister,
come ci diciamo sempre.
Non esiterei mai a fare il suo
nome se mai mi chiedessero chi è il mio esempio, il mio vero
eroe.
Vedo ogni giorno la forza di un uragano in lei.
In me.
In noi.
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Grazie a Cocchi torno di nuovo a scrivere.
Quindi, per qualsiasi cosa,
prendetevela con lei. Però io la amo, quindi non potete
prendervela con lei perchè poi vi faccio male.
Il prompt era "Mettete il vostro lettore musicale in riproduzione
casuale e scrivete una ff ispirata alla prima canzone che ascoltate".
Insomma, eccomi qui, shottina su Lea... una delle donne che
più amo al mondo. Non so spiegare il legame che mi lega a
lei non conoscendola affatto.
Ma vorrei accadesse un giorno, perchè mi sembra davvero una
persona speciale.
e quindi niente, ho cercato di esprimere tutto questo, di come si
potesse star vicino ad una persona che ha affrontato quello che lei sta
affrontando da quasi un anno a questa parte, dalla scomparsa di Cory.
Insomma, let me know.
Rach_