Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: rivas_25    15/04/2014    0 recensioni
Avevo dimenticato. Ormai la mia mente si era rifiutata di pensarci, si era rifiutata di ricordare. Avevo cancellato ogni singola parte di quel dannato giorno, finché dopo qualche anno....
E' importante pensare prima di agire. E' importante non lasciarsi tutto alle spalle. Il passato ritorna, il passato vuole vendicarsi, il passato non vuole vederci felici, il passato rimarrà sempre ad offuscare la vista di una parte della tua mente, del tuo cuore. Il passato, ritorna, sempre.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi svegliai. Sentivo il fruscio del vento sulla mia pelle,l’odore di terra fresca e di erba bagnata intorno a me;era una sensazione alquanto piacevole, ma appena ripresi i sensi mi alzai di scatto urlando: “Jason?”,nessuna risposta,decisi di urlare ancora più forte,”Jason?! Dove sei?!”,niente ancora niente.
Un rumore mi fece girare di scatto, era lo scricchiolio delle foglie, chi c’era? Nessuno.. Mi voltai ancora una volta infastidito da quel rumore, ma chi c’era? Nessuno, ancora una volta nessuno. La paura si impossessò improvvisamente di me, chi c’era lì con me? Di sicuro la persona, o l'animale nascosto lì, non sarebbe stato Jason, si sarebbe già fatto vedere e conoscendolo, sarebbe corso da me. Un’altra volta quello scricchiolio, mi girai e lentamente mi avvicinai all’albero da cui esso proveniva,e presi dalla mia giacca un mini spray al peperoncino in caso di pericolo. Il cuore quasi usciva dalla gabbia toracica,non conoscevo quel posto molto bene, era la prima volta che entravo in quel bosco, o meglio, io non avrei mai voluto entrarci, ma Jason era così curioso che mi ci aveva trascinato dentro ed avrei mai potuto lasciarlo solo.
Sperando che fosse lui, anche se non mi avrebbe mai fatto uno scherzo simile, camminai silenziosamente verso il rumore, fin quando non riuscii a vedere un corpicino rannicchiato alle spalle dell’albero; con cautela mi avvicinai stringendo fra le mani il mio spray, dopo poco compresi che cosa fosse, era una ragazza,. Era terrorizzata. Lo si poteva dedurre dal modo in cui tremava e giocasse nervosamente con le sue dita.
“Ehi”,dissi io mettendomi davanti a lei. Alzò lo sguardo,mi fissò impaurita e strinse le gambe al suo petto. “Non devi avere paura di me,non sono cattivo. Come ti chiami?”.
Alzò nuovamente gli occhi sussurrando “Jessica”,tremava ed i suoi occhi erano cupi e pieni di terrore. Mi abbassai arrivando alla sua altezza e rimisi lo spray nella giacca, ma questo gesto le provocò solamente più paura e strinse nuovamente le gambe a sé abbassando la testa.
"Okey,Jessica,che ti è successo?” Dissi il più dolcemente possibile.
“Morti” Sussurrò la ragazza indifesa,dopo poco alzò il viso e i suoi occhi iniziarono a lacrimare.
“Ehi, ehi, non piangere, ora sei al sicuro,ci sono io con te!” Cercai di rassicurarla. “Ti riporterò dalla tua famiglia.”
La ragazza scoppiò in lacrime e con voce soffocante cercò di parlare “Sono morti.”
“Come?” appoggiai un mano su una delle sue gambe.
“Li hanno uccisi..I-io mi sono s-salvata” disse quasi soffocando nelle sue stesse parole.
“Chi voleva uccidervi?” accarezzai la sua guancia.
Mi guardò dritto negli occhi, i suoi sembravano così vuoti, come se si fosse arresa a tutto, dopo aprì lievemente le labbra emettendo un sospiro "I Delson.” Dopo aver sentito quella parola mi si ghiacciò il cuore,la rabbia si impossessò di me, serrai i pugni guardando il vuoto per qualche minuto, fin quando non diedi un calcio ad un albero. Jessica si alzò impaurita, decisi allora di calmarmi.
“Come ti chiami?” Chiese la sopravvissuta.
“Drew, ora andiamo via di qui.” Le tesi la mano, deglutì e mi guardò ancora un po’, dopo prese la mia mano e iniziammo a correre verso l’uscita del bosco. Ad un tratto sentimmo un colpo di pistola, ci guardammo terrorizzati e ci nascondemmo dietro la grande quercia; gli spari si facevano sempre più vicini, ed una voce altrettanto vicina urlò “Kevin qui la ragazza non c’è, andiamocene!” Jessica stava per urlare ma mi affrettai nel tapparle la bocca. I colpi cessarono e si sentirono soltanto dei passi veloci che pian piano si allontanavano verso la profondità del bosco. Appena non si udì più nessun rumore presi in braccio la ragazza e corsi verso l’uscita. Raggiungemmo in poco tempo la mia auto e la feci entrare; iniziai a guidare verso casa, per tutto il tempo la ragazza pianse silenziosamente e non fiatò, avrei voluto dirle qualcosa, o consolarla, ma non ci riuscivo. Ero ancora troppo concentrato sul nome pronunciato da Jessica "Delson", sussurrai involontariamente. Per un minuto i nostri sguardi si incrociarono, un brivido mi percosse la schiena, notai subito il modo in cui la ragazza si irrigidì, scossi la testa, era tutto un miscuglio fra dolore, voglia di dimenticare ogni singolo istante di quella fredda notte e rabbia, troppa rabbia. Arrivati a casa parcheggiai la macchina e la presi in braccio portandola dentro; alla luce si potevano vedere le notevoli ferite sul suo corpo, il viso sporco di terra e i suoi vestiti strappati.
“Ehi, amico sei sal… chi è?” comparì Jason dalla porta del bagno.
“Sì, sono salvo e grazie per esserti preoccupato eh.. Si chiama Jessica ed i Delson hanno ucciso tutti i membri della sua famiglia.” Abbassai il volto, mentre una lacrima percorreva il mio viso stanco.
  
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