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Autore: Altair13Sirio    15/04/2014    0 recensioni
Seguito di "Assassin's Creed: Rebirth".
"Cara sorella, ho delle notizie per te, e forse non ti piaceranno… Ho tradito i Templari. Sono diventata un’Assassina. La notizia potrebbe arrivare a Costantinopoli da un giorno all’altro, ed è per questo che ti scrivo: devi scappare, altrimenti potrebbero usarti come ostaggio, e addirittura ucciderti! Conosci bene i Templari, e sai che lo farebbero. Non pensare che avranno compassione per te; non pensare che chi chiamavi amici o Fratelli non ti faranno nulla! Scappa! Non farti notare da nessuno, e nasconditi. Presto verremo a portarti via, e torneremo a casa.
Spero di rivederti presto.
Tua sorella Fiora"
Un Templare che è diventato un Assassino, un Assassino che è diventato un Templare, due sorelle da salvare, un'amica venuta in aiuto, un Maestro Assassino e il suo apprendista, uno strano e loquace medico e un monaco che vuole vendicarsi.
Un viaggio fatto per finire ciò che avevano cominciato. Ma saranno all'altezza delle prove che li attendono?
E un'ombra del passato tornerà indietro, ma quali saranno i suoi piani?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Il Lupo, Leonardo da Vinci, Yusuf Tazim
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
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Il Lupo era sfinito. Si sedette sulla sedia di fronte a quella di Ezio e si appoggiò al lungo tavolo. Ezio aspettava che si mettesse a suo agio. Sapeva come si sentiva in quel momento. Quando lo vide espirare profondamente pensò che avesse riacquistato il sangue freddo. Stava per parlare, ma Il Lupo lo precedette.
<< In questo viaggio mi sono successe tante cose, Ezio. >> Disse. << Non so quale possa essere la più sorprendente, ma se so quello che vedo, tu hai un segreto, e mi piacerebbe tanto conoscerlo. >>
Ezio fu sorpreso. Non pensava che Il Lupo avesse notato il suo dono: l’Occhio dell’Aquila. Sorrise. << Hai ragione. Io ho una sorta di dono ereditato dalla mia famiglia… >>
<< Di che si tratta? >>
<< I miei sensi sono molto più sviluppati delle persone normali. >> Disse Ezio. << Posso sentire suoni molto lontani o che le altre persone non possono udire; posso vedere non solo l’aspetto di una cosa, ma posso intuirne l’interno e il materiale, posso anche riconoscere le intenzioni di una persona… Per esempio adesso tu brilli di una leggera luce azzurra, ma c’è una punta di dubbio nella tua voce, il che fa intuire che le mie parole non ti convincono pienamente. >> Il Lupo fu sorpreso. Era proprio così!
<< Sorprendente… >> Commentò. << Ma allora perché non mi hai detto delle vere intenzioni di Lia de Russo? >> Chiese piegandosi in avanti sulla sedia.
<< Perché? Lia aveva cattive intenzioni? >> Chiese Ezio fingendo di non sapere.
Il Lupo si alterò. << Lia è stata mandata da Ristoro qui in mezzo a noi per poterci eliminare! >> Urlò alzandosi in piedi e puntando un dito contro un muro. << Quando è stata colpita dalla Mela Ristoro le ha impartito gli ordini per raggirarci e pugnalarci alle spalle! >>
<< E lo ha fatto? >> Chiese Ezio con un sorriso furbo. Il Lupo si zittì di colpo. Sbuffò. Si risedette a braccia incrociate e guardò da un’altra parte.
<< E va bene, ti do ragione. >> Rimasero un po’ in silenzio. << E come lo chiami questo tuo dono? >>
Ezio sorrise. << Occhio dell’Aquila. >>
Il Lupo increspò le labbra. << Sai, credo che in un modo o nell’altro noi due siamo simili… Anche io in un certo senso ho questa tua abilità, ricevuta una volta fuggito di casa, quando cominciai a vivere con i lupi… >>
<< Ah, sì? >> Fece Ezio. << E come chiami il tuo dono? >>
Il Lupo rimase in silenzio. Ci pensò un po’ su.
<< Fiuto del Lupo. >> Sentenziò con un sorrisetto. Ezio fece una risatina.
I due Assassini sospirarono.
<< Che mi dici di Faustina Collari? >> Chiese Ezio esaminando un modellino di macchina volante, inventata da Leonardo da Vinci. << Tu ti fidi di lei? >> Il Lupo lo guardò serio.
<< Come della mia ombra. >> Rispose il ragazzo. Quella frase bastò ad Ezio.
<< E quell’uomo che è venuto con voi? Vali…? >> Chiese dopo.
<< Vali è stato un Assassino, tempo fa, prima di diventare un Templare. Ha aiutato Fabiola di sua spontanea volontà. Mi fido di lui. >> Rispose in fretta Il Lupo. Ezio annuì. Aveva immaginato che Il Lupo gli avrebbe detto queste cose.
Passarono gli istanti. Il Lupo non se ne andava; sapeva che Ezio doveva dirgli ancora qualcosa. Decise di prendere la parola per primo. << E ora che facciamo con la Mela? >> Ezio lo guardò da sotto il cappuccio con sguardo turbato.
<< Il Frutto dell’Eden sarebbe dovuto rimanere qui con noi, al sicuro da Cesare e dai Templari. Avremmo potuto usarlo a nostro favore, forse, ma avremmo dovuto nasconderlo, prima o poi. E’ troppo pericoloso! >>
<< Concordo! >> Fece il Lupo annuendo energicamente.
<< Ma quel tipo che ce lo ha rubato sapeva che era con noi. Non so chi sia, ma se è vero che è un Templare, allora è stato mandato da Cesare. >> Disse Ezio cupo. Il Lupo se l’era sentito sin dall’inizio, ma aveva preferito evitare di pensarci: sperava di sbagliarsi. << Il ché vuol dire che la nostra guerra non è ancora finita. >> Concluse Ezio. Guardò Il Lupo. << Lupo, tu ci aiuterai? >> Chiese. Il Lupo teneva lo sguardo basso. Aveva sperato che una volta tornato a Roma si sarebbe finalmente riposato, che uccidendo fra’ Ristoro i Templari si sarebbero arresi, che una volta messa al sicuro la Mela, Cesare si sarebbe rassegnato. Invece no. Lui però era un Assassino, e nonostante la stanchezza, la paura e l’incertezza, non poteva abbandonare i suoi Fratelli e Sorelle.
<< Sì. >> Disse. << Sempre. >>
 
*
 
Vali aveva appena ritirato la cosa che aveva ordinato da un fabbro. Erano già passati alcuni giorni da quando era arrivato a Roma. Non si sentiva male, lì. Aveva la tranquillità, aveva Dragomir, aveva la compagnia di Fabiola… Mentre camminava si chiedeva se Fabiola avrebbe accettato il suo dono.
Incontrò Il Lupo per le scale della torre degli Assassini. Quando quello vide il panno che teneva sottobraccio lo indicò e chiese:<< E’ per Fabiola, vero? >> Sorprendendolo alquanto. Quando ebbe annuito Il Lupo sospirò e prese qualcosa avvolto in un panno. << Allora penso che questo glielo debba consegnare tu… >> Vali lo guardò come per chiedere cosa fosse.
<< Me lo ha chiesto lei, di costruirgliene una. >> Disse Il Lupo sorridendo. Dopodiché si voltò e se ne andò per la sua strada. Vali pensò di aver capito cosa il panno contenesse, tuttavia aspettò di arrivare nella stanza di Fabiola prima di controllare.
La ragazza lo salutò vivacemente e lo fece entrare.
<< Fabiola, c’è una cosa che dovrei darti… >> Disse impacciato alzando prima il braccio con il panno del Lupo. Quando Fabiola lo vide tirò l’aria piena di eccitazione e quasi glielo strappò dalle mani. Andò verso un tavolino e si mise ad armeggiare con qualcosa. Vali si sentì sempre più insicuro.
<< Sì, quella è del Lupo, ha detto che glielo avevi chiesto e… >> Non fece in tempo a finire la frase che Fabiola si voltò mostrando al polso sinistro una lama celata. Ecco cos’era… Pensò Vali. In pratica era simile al suo regalo per lei.
Fabiola scattò col polso e sorrise quando vide la lama schizzare fuori veloce. Poi tornò a ciò che stava facendo.
Vali si prese di coraggio e si avvicinò a lei, che stava seduta di fronte al tavolino. Stava ricamando sul suo ventaglio. Vali notò che stava cercando di cancellare la croce Templare.
<< Come credi che stia venendo? >> Chiese mostrandogli il ventaglio. Vali lo scrutò attentamente. La parte superiore della croce era cancellata quasi del tutto, mentre il resto presentava qualche macchia più chiara. Vali annuì sorridendo. Fabiola riprese il suo lavoro.
Ancora una volta il coraggio di Vali se n’era andato. Vali tirò un lungo sospiro e ci riprovò.
<< Fabiola. >> La chiamò. Lei si girò. << Ti ho… Portato questo… >> Mormorò mostrando il panno sotto braccio. Fabiola era perplessa. Guardò prima il panno sotto la spalla di Vali, poi Vali. Si affrettò a fare spazio sul tavolo. Vali poggiò il panno e rivelò il suo contenuto.
Dentro c’era una spada. Era simile a quella che Fabiola aveva usato a Costantinopoli, appartenente a sua sorella Fiora, ma alcune caratteristiche erano diverse; aveva una rosa di smeraldo sull’elsa, il cui stelo si intrecciava attorno all’ultima; la lama era lunga e leggermente ricurva. Rifletteva la luce e Fabiola si vide nella lama. Era rimasta allibita.
<< Vali… >> Mormorò. << E’ bellissima… >>
Vali si concesse un sorriso. Le prese una mano. << Fabiola… >> Cominciò. << Ti ho aiutata quando ti ho vista in difficoltà; ti ho seguita, e continuerò a farlo, anche fino all’inferno se sarà necessario. >> La guardò dolcemente. << Vorresti restare con me? >> Chiese. Quello sembrava più un negozia mento che una dichiarazione, alle orecchie di Vali, e si chiese se non avesse sbagliato espressione. Fabiola rimase senza parole.
Vali aveva paura, si poteva vedere. Aveva paura che quello che era accaduto potesse accadere di nuovo. Aveva paura che Fabiola lo avrebbe rifiutato. Aveva paura di non essere pronto per quello che stava facendo. Ma si sbagliava. Fabiola sorrise.
<< Sì. >> Disse annuendo. << Sì. >> Ripeté, come se volesse precisarlo meglio.
Vali si sentì più leggero. Non sentì più bene i suoi che venivano da fuori la finestra, e si concentrò solo su Fabiola. Sorrise anche lui.
Fabiola gli mise le mani attorno al collo e avvicinò il viso al suo.
<< Quindi abbiamo un accordo? >> Chiese Fabiola sorridendo.
Vali mise le sue mani sui suoi fianchi e avvicinò il viso a sua volta, fino a sfiorarla. << Certamente. >> Fu la risposta sussurrata dalla Sentinella.
   
 
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