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Autore: _Wild_Heart    15/04/2014    1 recensioni
*Emily non si fidava di quel ragazzo e aveva temuto un'aggressione alla quale aveva risposto con l'unica tattica di difesa che era in grado di attuare.*
*Amanda provava una specie di odio generale per il genere maschile. Non poteva definirsi esattamente odio, solamente non era affatto a suo agio con i ragazzi e il fatto che quella sera si sarebbe dovuta ritrovare nella stessa casa di lui le faceva saltare i nervi.*
*La scia di studenti continuava a camminare oltre le sue spalle. Nella sua visuale apparve Heather, l’unica ragazza che lì dentro non passava mai inosservata.*
*Si fissarono negli occhi un po' più del dovuto. Appena furono di nuovo in sala James diede una pacca sulla schiena dell'amico. “Cosa ti prende?” sbraitò Con.*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo venticinque.

* bip * Hey, Amy! Sono Brad... ehm... Venerdì sera ci sarebbe il ballo di Natale della mia scuola; mi chiedevo... Non è che ti andrebbe di venirci con me? Richiamami. * bip *
Amanda si infilò l'unico paio di scarpe con il tacco che possedeva, chiedendosi ancora per quale motivo lo stesse facendo. Qualche giorno prima aveva ricevuto quel messaggio da Brad che l'aveva spinta a fare quella pazzia. Il motivo per cui si era vestita di tutto punto e adesso si stava recando al ballo con quel ragazzo era piuttosto semplice: suo fratello l'aveva praticamente obbligata a farlo. Egli stesso riteneva di aver ascoltato per caso uno dei numerosi messaggi sulla segreteria che Brad aveva lasciato a sua sorella e aveva da subito capito che tra quei due c'era qualcosa; dopo tutto quello che era successo a sua sorella, avrebbe fatto qualunque cosa pur di vederla di nuovo felice con un ragazzo; e Brad gli sembrava quello giusto. Era per quel motivo che le aveva regalato un nuovo vestito e un nuovo paio di scarpe e aveva iniziato a farle un discorso profondo sul perché dovesse andare a quella festa e perdonare quel ragazzo. Amanda non era mai stata sicura di quello che faceva; anzi, sapeva con certezza che stesse facendo la cosa sbagliata. Eppure suo fratello le aveva esposto una tesi sul vero amore che era stata tanto convincente da farle cambiare idea. Ora Amanda se ne stava seduta sul bordo del letto, dondolando le gambe avanti e indietro e osservando l'unico paio di scarpe con il tacco che avesse avuto in vita sua. Per un attimo la situazione in cui si trovata le sembrò assolutamente irreale e assurda. Sapeva di non voler rivedere Brad così presto, ma sapeva anche di voler andare a quella festa per poter chiarire. Come si era ritrovata a pensare numerose volte anche in quel momento non poté fare a meno di ragionare sul fatto che Brad fosse l'unico ragazzo che era riuscito ad avvicinarsi a lei negli ultimi mesi e soprattutto dopo così tanto tempo e Amanda non poteva permettere che tutto finisse così presto. Lo doveva a se stessa. Si alzò dal letto, sistemandosi il vestitino verde a maniche corte che suo fratello aveva scelto per lei. Poi si guardò nuovamente allo specchio; per quanto potesse sembrarle ridicolo e stupido, in quel momento si ritrovò a pensare che fosse semplicemente bellissima conciata in quel modo. Eppure non aveva neanche messo su troppo trucco, giusto quel poco necessario per coprire la minuscola cicatrice che si era procurata da bambina all'altezza del sopracciglio. Sorrise ripassando il solco della ferita ormai chiusa con la punta dell'indice. Quando suo fratello gridò dalle scale, Amanda scese velocemente in salotto con tutta la rapidità che i suoi tacchi – pur essendo alti solo nove centimetri – le permettevano e indossò la giacca e un foulard leggero che riuscissero a coprirla un po'. Suo fratello Aaron la guardò con ammirazione, come l'avrebbe guardata sua madre accorgendosi che fosse cresciuta così tanto e così in fretta; aveva scelto proprio bene quel vestito. Quella particolare tonalità di verde si intonava perfettamente con i suoi occhi, facendone risaltare il colore che quella sera tendeva tante volte al grigio e tante volte allo smeraldo. Amanda abbassò il capo imbarazzata e arrossì lievemente, non essendo mai stata abituata ad essere osservata a quel modo, seppur da suo fratello. Lo seguì in macchina, sedendosi comoda sul sedile e cercando di non far stropicciare la parte posteriore della gonna, cosa che le era praticamente impossibile a causa dello strano tremolio che le sue gambe avevano assunto per l'agitazione. Quando l'auto partì, Aaron sfrecciò a tutta velocità in direzione della sala comunale, dove si sarebbe tenuta la festa.

Il ticchettio insistente del grande orologio di legno stava iniziando a far innervosire James. Inoltre gli ricordava che il tempo stesse continuando a passare nonostante per lui si fosse fermato qualche giorno prima. Michael lo aveva avvisato che Anne voleva sistemare le cose con i suoi prima di rivederlo. Diceva che finché non avesse trovato un equilibrio stare con lui sarebbe stato un problema. Non poteva rimanere a vivere da lui e se ogni volta che tornava a casa dopo una giornata felice con lui doveva affrontare di nuovo troppa tristezza non avrebbe sopportato la differenza. Anne non aveva avuto neanche il coraggio di parlare con James. Era stato Michael a parlare con lui per giustificare il silenzio di sua sorella. Michael, dopo aver visto come James si interessasse a sua sorella, aveva ritenuto che quella fosse la cosa giusta da fare. Anne aveva promesso a James che non sarebbe più sparita , ma evidentemente era una promessa che non poteva mantenere. Tra tutte le ragazze con cui era uscito, Anne era l'unica ad avere una situazione difficile. Era sempre stato il tipo di ragazzo spensierato, ma da quando aveva iniziato a prendere decisioni importanti era cresciuto veramente molto. Anche per questo adesso era certo che Anne stesse facendo un errore tenendolo a distanza. Connor e i ragazzi avevano cercato di distrarlo il più possibile, ma si erano resi conto che non c'era modo per sollevare il morale di James. Connor credendo di aiutarlo lo aveva fatto ingaggiare come cantante di spalla per il ballo di Natale alla sua scuola. Infatti adesso si trovava nella grande sala municipale addobbata e trasformata per l'occasione. James passeggiava avanti e indietro nella stanzetta che gli era stata riservata come camerino strimpellando qualche accordo. Non era arrabbiato con Connor per averlo trascinato a quella serata, ma in quel momento non si sentiva veramente in forma per suonare. Indossava uno smoking grigio con i risvolti neri e una camicia bianca fresca di lavanderia. Il papillon era sciolto perché a causa dell'agitazione si sentiva soffocare. I suoi pensieri torbidi furono interrotti da una voce squillante. Una ragazza era entrata nella stanza senza che lui se ne accorgesse e adesso cercava di attirare la sua attenzione. Evidentemente era una delle studentesse organizzatrici del ballo perché una cartellina sotto il suo braccio era in netto contrasto con l'abbigliamento da fata. Aveva i capelli biondissimi acconciati sulla nuca e tenuti fermi da un fermaglio di fattura antiquata. Era stretta in un vestito azzurro mare che incrociato sul dietro le lasciava la schiena scoperta nonostante fossero in pieno inverno. Lei si schiarì la gola più volte e James tornò a concentrarsi sul suo viso.
“Ciao, James! Io sono Emily Scott. Piacere di conoscerti. Spero tu abbia tutto ciò di cui hai bisogno.”
“Ehm... si grazie.”
Il nome di quella ragazza gli era stranamente famigliare e come faceva a conoscere il suo nome? Si rispose immediatamente. Sicuramente essendo un'organizzatrice aveva letto il suo nome su qualche programma della serata. Ma non riusciva proprio a ricordare in che occasione avesse sentito parlare di una certa Emily Scott.
“Dunque dovresti iniziare tra dieci minuti. Dopodiché te e gli altri ragazzi vi alternerete sul palco.”
“Perfetto. Spero soltanto che apprezziate la mia musica. Solitamente il mio pubblico è di un'età media di 40 anni.”
Emily lo tranquillizzò sorridente e James si lasciò ammaliare da quella ragazza. Sembrava una piccola mamma pronta a caricarsi il peso del mondo sulle spalle e a fare in modo che tutti stessero bene. Pochi istanti dopo furono raggiunti da un ragazzo che ovviamente James non aveva mai visto.
“Josh che ci fai qui?”-chiese Emily sorpresa rivolgendosi al nuovo arrivato.
“Eri sparita! Credevo volessi abbandonarmi al ballo!”
James cercava di trattenere le sue risate. Si trovava davanti al tipico caso di ragazzo iperprotettivo. Poi pensò che lui non era stato da meno con Anne e un'espressione seria tornò sul suo volto. Fortunatamente Emily parlò di nuovo.
“James, questo esemplare di studente medio è il mio ragazzo. Non è in grado neanche di stare da solo mentre io mi occupo della riuscita del ballo.”
James strinse la mano a Josh che rendendosi conto che lui fosse il cantante della serata non esitò a richiedergli una delle canzoni preferite di Emily. Emily sentendo la richiesta si sciolse letteralmente ai piedi dei due ragazzi che la guardavano scuotendo il capo. I ragazzi furono interrotti ancora da un altro ospite dell'ormai piena stanza: Connor. Il ragazzo saltò praticamente in braccio al suo amico che ricambiò l'abbraccio. Anche Connor era vestito come James non l'aveva mai visto. Lì con il suo completo nero e le scarpe lucide sembrava molto più grande. L'unica cosa che non era stata intaccata da quello spirito di eleganza che riempiva l'aria erano i capelli spettinati del ragazzo e i numerosi bracciali di corda che fuoriuscivano dalle maniche della giacca.
“Hey ma allora vi conoscete!?”-fu la reazione di Emily.
Connor si sciolse dall'abbraccio e dando una pacca sulla spalla dell'amico diede le dovute spiegazioni.
“Em, Josh lui è uno dei miei migliori amici di sempre, nonché fantastico cantante.”
“Adesso tutto è più chiaro”.
“Ragazzi non è che potreste lasciarmi un attimo solo con James?”
Emily e Josh non faticarono a comprendere che Connor dovesse parlare di cose serie. Ma Josh prima di uscire guardò Emily con fare complice e si rivolse a Connor.
“Hey, stasera Daisy ha passato ore intere a prepararsi. Evidentemente sperava di incontrare una persona speciale.”
Detto ciò uscì facendo l'occhiolino a Connor che era rimasto impalato. James capendo che le cose si stavano complicando e cogliendo le parole di Josh come un ottimo appiglio cercò di sdrammatizzare.
“Non sarà mica quella Daisy con cui ti ho visto in macchina qualche giorno fa?”
Adesso James riuscì a ricordare in quale occasione aveva sentito parlare di Emily. Era stato Connor a farlo. Connor allora si riprese dal suo stato di trance.
“James, qui dobbiamo parlare di te e non di me.”
James si grattò la nuca. Odiava parlare dei suoi sentimenti. Ma magari Connor era la persona più indicata visto che aveva seguito la storia più da vicino.
“Come va con Anne?”
James ricominciò a camminare strimpellando. Cercava una risposta adeguata. Non sapeva come esprimersi perciò si limitò a scuotere il capo.
“Con, non va. Non l'ho più sentita dopo l'ultima sera al locale e come avrai notato non è più venuta a lavorare. Will mi ha detto che si è occupata di Jacob, ma che faceva di tutto per non incontrarmi neanche per caso per le scale. Credo di aver sbagliato tutto. Sono stato troppo pressante. Ho corso troppo. Avrei dovuto darle più tempo senza infilarmi a forza nella sua vita.”
Connor ammutolì davanti al discorso del suo amico. Quindi James sentiva di essere lui ad aver esagerato. Non aveva capito un bel niente.
“James, non è affatto colpa tua fidati e posso dimostrartelo. Però tu promettimi che stasera ti esibirai e proverai a divertirti.”
“Con sto male, vorrei soltanto capire come tornare da lei. Vorrei parlare con lei e spiegarmi, ma non me ne ha mai dato la possibilità. Deve essere molto arrabbiata e pentita. Soprattutto del bacio.”
Connor non poteva resistere ancora guardando James che si autocommiserava.
“James dai smettila! Ho una sorpresa per te. Ma devi andare a suonare. Adesso. Io sarò in sala a sostenerti così come Tris e Brad. Sappi che siamo fieri di avere te come amico. Almeno per quanto riguarda me non ti cambierei per nulla al mondo.”
“Grazie Con. Per me è lo stesso. Ma basta con i sentimentalismi. La mia sfera emotiva è già al limite del collasso. Non vorrei avere una crisi di pianto proprio ora. Rovinerei la mia immagine di cantante bello e indipendente.”
Connor abbracciò ancora il suo amico facendo il loro rito portafortuna: ogni volta che dovevano affrontare qualcosa di importante i ragazzi si abbracciavano e si sfregavano i menti inclinando la testa all'indietro. Quella cosa li metteva sempre di buon umore. Così Connor e la sua promessa di una sorpresa diedero a James la forza necessaria per uscire e dirigersi verso la sala. L'ambiente era spettacolare. Doveva ammetterlo. Emily aveva fatto uno splendido lavoro. I muri erano coperti da migliaia di foto – moltissime in bianco e nero - prese dagli annuari del passato e del presente. Quello era il loro ballo. Ognuno di loro ne era parte. Una parte del locale era stata riservata ad un piccolo palco e ad uno spazio abbastanza ampio per ballare, mentre un quarto era occupato da tavoli rotondi coperti di vettovaglie. Ma in quel momento nessuno pensava al cibo. Erano tutti in piedi davanti al palco in attesa della musica. Erano tutti lì per scatenarsi e godersi quella festa con le persone più importanti della loro vita. James poté arrivare sul palco senza attraversare la folla, facendo il giro da dietro. Quando salì sul palco fu accolto da un fortissimo applauso e dalle urla di qualche ragazza, anche se ora l'unica ragazza di cui aveva bisogno era lontana.
“Buonasera Saint Lennox! Siete pronti? Fatevi sentire!”
James per non deludere le aspettative dei ragazzi che volevano scatenarsi iniziò con un pezzo che riusciva sempre a farlo ballare: Mr Brightside. Soltanto a metà del pezzo si rese conto che il gruppo cui doveva fare da spalla era diventato il suo supporto. Tre ragazzi si erano appropriati di batteria, basso e chitarra elettrica. Circondato da altri musicisti l'effetto era a dir poco fantastico. I ragazzi decisero di mantenere quei ruoli e si esibirono in altri pezzi. La serata procedeva a meraviglia. Tutti ballavano e si divertivano. James ad un certo punto notò Josh tra la folla che gli fece un cenno verso Emily. James allora si ricordò della sua richiesta e dopo essersi messo d'accordo con i ragazzi iniziò a cantare.
Written in these walls are the stories...
James non poté proseguire. Il suo sguardo fu catturato da una ragazza vestita di bianco che era appena entrata nella sala accompagnata da Connor. Quella era Anne. Sbatté le palpebre un paio di volte e accorgendosi che l'immagine di lei non svaniva come in un sogno si precipitò giù dal palco, lasciando la folla ammutolita.

Tristan si agitava da circa mezz'ora come un forsennato; da quando lui e i ragazzi avevano messo piede alla festa, lui non era riuscito a stare fermo un attimo, misurando a grandi passi la stanza e facendo innervosire Brad. Difficile da credere, ma quella sera Tristan aveva indossato un paio di jeans nuovi di zecca, una giacca blu, una camicia, una cravatta e delle scarpe lucide. Si passò una mano fra i capelli particolarmente ordinati, sporgendosi verso Brad che sorseggiava un bicchiere di punch all'arancia in tutta tranquillità, guardando a destra e a manca per tutta la sala.
“Ricordami di non lasciarmi convincere, la prossima volta... Questa giacca è scomodissima!” esclamò facendo degli strani gesti con le braccia, rendendosi buffo di fronte agli altri studenti.
Brad sospirò a metà fra l'esasperato e il divertito e roteò gli occhi. Era riuscito, per la prima volta in vita sua, a far vestire bene Tristan. Insomma, erano pur sempre ad un ballo studentesco. Tristan si guardò intorno, cercando James con lo sguardo. L'amico si trovava poco più in là, sul palco improvvisato, con un'agitazione addosso visibile da metri e metri di distanza. Sebbene avesse già esordito con alcune canzoni, non gli riusciva proprio di essere tranquillo di fronte a tutta quella gente. Tristan lo guardò negli occhi e, con sguardo severo alzò il pugno per intimargli di essere forte e deciso. James annuì impercettibilmente e si posizionò nuovamente di fronte al microfono. Non appena la sua voce risuonò nella sala, i ragazzi si liberarono in un applauso chiassoso che contagiò presto tutti i presenti nella sala. Senza mezzi termini, James ricominciò a suonare un'altra delle canzoni che aveva scelto per quella sera, senza badare allo scarso numero di persone che al momento popolavano la sala. Ciò che gli importava era solo concentrarsi su di se' e sull'esibizione. Tristan e Brad intercettarono la testolina bionda di Connor poco lontano dal palco, che si avvicinava a loro stretto nel completo nero elegante.
“Che figurino...” ammiccò Brad nei suoi confronti, sollevando il bicchiere ormai vuoto in sua direzione.
“Divertente!” rispose sarcastico l'amico, aggiustandosi i lembi della giacca. Ora gli studenti entravano dalla grande porta decorata ad arco con palloncini dorati a dozzine. Purtroppo, però, Tristan non aveva ancora visto Marjory varcare quella soglia e temeva che quella sera la ragazza non sarebbe affatto andata alla festa; specialmente dopo quello che si erano detti qualche giorno prima a scuola. Scosse la testa negando qualcosa che solo lui stava pensando, abbassando lo sguardo sulle sue scarpe lucide di vernice. A Brad e Connor non sfuggì quel gesto, infatti fu per quella ragione che il suo migliore amico si affrettò a chiarire cosa ci fosse che non andava. In un modo o nell'altro, Brad era sempre stato il più premuroso tra i suoi amici; specialmente quando si trattava di Tristan.
“Tutto ok?” chiese lasciando un bicchiere di cartone in mano a Tristan e Connor. A quanto pareva il ragazzo era ossessivamente fissato con quella bevanda, quella sera. Brad sapeva che offrire al Mondo intero un bicchiere di punch era uno dei modi più bizzarri per nascondere il suo nervosismo. Tristan annuì, svuotando metà del bicchiere con un solo sorso. Tornò a prestare attenzione all'entrata, dove decine di persone entravano in coppia nella sala. Poi lo vide. Owen. Tristan ebbe un sussulto, sebbene non si trattasse di Marjory in carne ed ossa. Il ragazzo scomparve in un attimo, inghiottito dallo sciame di persone. Poi sotto gli occhi di Tristan guizzarono di nuovo i colori della giacca a quadri del ragazzo. Tristan lo guardò attentamente. Quando Owen si fu allontanato dagli altri ragazzi, raggiunse il centro della pista da ballo dove, fino a quel momento, un gruppo di coppie si erano recate. Tristan ammise di esserci rimasto un po' male per la buca che Marjory gli aveva dato. Insomma, non che si fossero dati un vero e proprio appuntamento, ma era ovvio che quella sera avrebbero potuto parlare ancora, se lei si fosse presentata. Owen si guardò intorno, sistemandosi il ciuffo perfettamente laccato. Poi una ragazza lo affiancò. Indossava un bellissimo vestito rosso con le spalline e la gonnellina di tulle, e i capelli castani le svolazzavano oltre le spalle. Tristan ripercorse con lo sguardo il suo corpo e ci mise meno di un secondo a riconoscerla. Quella era proprio Marjory.

Amanda entrò nella sala solo quando ormai la festa era iniziata da ore. Aveva aspettato fuori nel cortile, al freddo, per circa un'ora interdetta sul da farsi. La realtà era che aveva tremendamente paura di rivedere Brad; ogni volta che si trovava davanti a quel ragazzo tutti i suoi buoni propositi svanivano nel nulla. Nella sala gli studenti si scatenavano sulle note delle canzoni che James si cimentava a suonare ogni volta. Amanda sorrise guardando i ragazzi che si scatenavano sulla pista; la vista di James che si divertiva a quel modo nel cantare una canzone diversa ogni cinque minuti la fece riempire di spensieratezza. Poi ricordò il motivo per cui era andata lì e trasalì. Il nervosismo era palpabile in lei e si poteva notare dallo strano tic nervoso che aveva preso la sua gamba e dal modo con il quale si torturava le mani. Si avvicinò ad un tavolo imbandito, esaminando le foto appese ai muri fin quando non ne trovò una di Brad e dei suoi amici appesa sulla parte più alta del muro. Sorrise guardandola ed appoggiò la sua borsetta sul tavolo insieme al foulard. Sussultò quando una mano calda sfiorò la sua gelida. Le venne la pelle d'oca e si irrigidì d'un tratto quando si rese conto che solo una persona poteva averla sfiorata in quel modo. Quando si voltò il suo sguardo incontrò quello di Brad, il quale sorrise e prese anche l'altra mano di Amanda fra la sua.
“Ti va di ballare?” chiese timidamente Brad sussurrandole all'orecchio.
Quando il respiro del ragazzo soffiò sul collo nudo di Amanda, questa chiuse gli occhi e si abbandonò a quella sensazione. Annuì impercettibilmente e Brad la trascinò sulla pista, mentre James – per l'occasione – iniziava a suonare un lento. Brad cinse i fianchi di Amanda con le braccia e guidò le mani di lei dietro la sua nuca. I due iniziarono a muoversi a ritmo di musica dondolandosi sui piedi visto che Amanda non poteva permettersi grandi movimenti con i suoi tacchi. La ragazza poggiò la fronte sul petto di Brad e nascose il volto sulla sua giacca respirando il suo profumo per imprimersi bene in testa ogni sensazione di quel momento. Tutto doveva sembrarle esattamente com'era stato, quando ci avrebbe ripensato due anni dopo. Amanda sospirò affranta spostando, poi, lo sguardo verso Brad il quale le sorrise dolcemente. Doveva sistemare le cose; ora, in quel momento. Brad le sembrava così importante che non poteva permettersi di perderlo. Fu allora che Amanda prese coraggio; fece un bel respiro e cercò di buttarsi.
“Mi dispiace.” sussurrò.

Note delle autrici:
allora, oggi ci sono un po' di cosette da dire:
- questo è, tecnicamente, l'ultimo capitolo. Tecnicamente, perché a breve posteremo l'epilogo che chiarirà un po' le idee a tutti;
- lo sappiamo, adesso siete mezze arrabbiate perché abbiamo lasciato questo ultimo capitolo mezzo a metà (non si capisce cosa ne sarà delle loro storie); tranquille, l'abbiamo fatto di proposito per lasciarvi la sorpresa dell'epilogo;
- presto - molto presto, forse anche domani - metteremo questo BENEDETTISSIMO epilogo che (speriamo) vi piacerà a bestia perché è super sdolcinato e ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà da fangirls per scriverlo (terminandolo tipo alle 3 del mattino);
-  ci teniamo a precisare che nel pubblicare l'epilogo lacrimeremo fino alla morte perché ci siamo affezionate a questa storia più di quanto pensassimo; nell'occasione, volevamo ringraziare infinitamente tutti quelli che hanno letto, recensito, messo tra le preferite, messo tra le seguite etc etc. Siamo strastrafelici che siate arrivate a leggere fin qui e vi siate sorbiti tutti questi venticinque capitoli.
Abbiamo finit, davvero... Quindi, ci vediamo all'epilogo!
A presto xx

  
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