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Autore: LostinStereo3    15/04/2014    2 recensioni
Poi vedo qualcuno trafficare sul piccolo palco, montano la batteria, i microfoni e il resto. Sallie fa cenno al tipo vicino all’impianto stereo di togliere il cd e due minuti dopo i riflettori si accendono su quattro ragazzi.
Quello al centro, che individuo come frontman urla “Ciaoo ragazzii, noi siamo gli All Time Low, da Baltimore. Ci piace suonare e ci piace anche toglierci i vestiti. Forza, fatevi sentire”
Rido di gusto insieme a Sallie, mentre parte la prima canzone, quella della demo. Live sono mille volte meglio e anche la folla sembra apprezzare.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alex Gaskarth, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Litte girl, come on.

Rimango ipnotizzata ancora un po’ sotto il palco, le luci ormai spente, mentre la musica dello stereo si rianima lentamente e gli schiamazzi della gente intorno a me si fanno sempre più prepotenti. Ingenuamente sorrido nel buio. Poi mi sento trascinare via per un braccio e allora mi risveglio. È Sallie. Ci ritroviamo al piano bar e lei ci ordina due birre.
“Amyy, risvegliati dal tuo sogno, ti prego” urla e ride. “Pensi che mi abbia notata davvero? Perché io l’ho fatto” guardo Sallie ancora con quello sguardo perso e sognante negli occhi, un po’ preoccupata. “Oh, mia cara e dolce Amy..secondo me ti rimane da essere solo un po’ paziente e vedrai che il tuo bel chitarrista si farà vivo. Credimi se ti dico che non ti ha tolto gli occhi di dosso neanche un attimo.” Io rimango a fissarla un po’ perplessa, poi decido di godermi la seconda birra della serata. Se mia madre sapesse che bevo birra mi spedirebbe dritta dritta in riformatorio, su questo è molto severa.
“Ehi Amy, ti va una sigaretta?” mi chiede Sallie ad un certo punto. Io annuisco e allora ci alziamo per raggiungere l’uscita. Fumiamo appoggiate al muretto poco distante, in silenzio. Dopo un concerto è sempre così, che sia della tua band preferita o del piccolo gruppetto della tua città, si crea sempre quell’atmosfera densa, piena di sentimenti ardenti e quell’aria nostalgica di chi ha vissuto una grande serata e che vorrebbe riviverla già da capo, perché l’emozione di un concerto non è mai abbastanza. Quindi ce ne stiamo qui, su questo misero muretto, a respirarci il momento. Poi ad un tratto mi si piazza davanti una figura alta più o meno quattro volte me, che mi copre dalla luce del lampione. Alzo gli occhi e lo riconosco.
“Sì ciao. Ok. Sto facendo una figura di merda colossale, lo so. Ma perché devo fare sempre così? Che razza di imbranato.”
“Ei guitarist, calma” lo blocco io, imbarazzata almeno quanto lui. “Sì, hai ragione. Allora facciamo finta che questo simpatico siparietto non sia mai avvenuto e mi ripresento, ok?” Annuisco ridendo, che tipo ambiguo. “Ciao, io sono Jack” mi porge la mano, che io stringo, rossa dalla vergogna. “Ciao Jack, io sono Amy.” “Bel nome” lo dice senza accorgersene e io, se questo possa essere mai possibile, arrossisco ancora di più, farfugliando un misero grazie. Poi lui sembra ricordarsi all’improvviso di una cosa importantissima e si da’ una botta in testa così forte che temo si sia fatto del male da solo. “Cazzo, mi sono dimenticato di presentarti Alex” dice, e si gira verso il suo amico, che noto solo in quel momento, in realtà. Lui è seduto sul muretto a chiacchierare allegramente con Sallie e, sentendosi chiamato in causa, si gira verso di noi. “Amy..lui è Alex. Alex, lei è Amy” ci presenta Jack. “Uuuh, la ragazza che ha fatto impazzire l’ormone a Jack, tanto piacere” Rido e arrossisco. Vedo Jack diventare viola e fulminare Alex con uno sguardo e penso che, se potesse, lo ucciderebbe all’istante.
“Non fare caso alle parole di Alex, tende ad esagerare” si giustifica Jack.
“Amico, non dire cazzate” ribatte Alex divertito. Ok, adesso Jack è decisamente a disagio. Menomale che ci pensa Sallie a toglierci da quella situazione di estremo disagio e crimine altissimo. Santa Sallie. “Ehi, Alex? Ho davvero voglia di una birra, andiamo dentro o rischio di morire infuocata.” Alex la guarda perplesso, ma si fa trascinare tranquillamente dentro da Sallie, non prima di aver lanciato un’ occhiata ammiccante a me e Jack. Rido di gusto per il comportamento di Alex. “Fa sempre così?” chiedo a Jack. “è un bambino” sentenzia “ma in fondo gli voglio bene.” “L’ho notato, sul palco siete veramente molto in sintonia. A proposito, complimenti, siete stati molto bravi.” Mentre parlo gesticolo un po’, sono in imbarazzo, ma Jack mi sembra veramente un ragazzo ok, non è lui a mettermi a disagio, ma il pensiero che mi abbia notata. Insomma, sono un’eterna insicura e non è facile credere che un ragazzo possa veramente interessarsi a me. “Grazie, per tutto.” Jack continua a tormentarsi le mani, è nervoso. “Scusami” dice “di solito non sono così scemo con le ragazze. È che ti ho vista, lì in mezzo e penso anche che mi sia comportato come un pazzo. Non so se te ne sei accorta, ma ti ho fissato praticamente tutto il tempo, eri così libera mentre ti lasciavi andare e non pensavi a niente.” Oddio, e dopo un discorso del genere che gli dico? Nel senso, wow. Cioè ha colto nel segno, mi sento libera quando c’è la musica di mezzo e poi lui ha un’aria così cucciola e impacciata. “Nessuno mi aveva mai detto niente del genere. Me ne sono accorta e come, e ti dico una cosa..pensavo di essermi fatta dei film assurdi, poi invece anche Sallie me l’ha fatto notare” rido. Anzi sorridiamo insieme e i nostri sguardi si incrociano ancora una volta. Continuiamo a parlare ancora un po’. Gli chiedo della band. Mi dice che hanno grandi progetti, che non vuole andare al college perché pensa che il suo futuro sia con quei tre ragazzi a suonare in qualsiasi buco d’America, ma mai e poi mai seduto tutto il giorno dietro una scrivania. Mi dice che ha già iniziato a litigare con i genitori per questo, non vogliono assolutamente che lui non frequenti il college. Io gli racconto di come ho conosciuto Sallie e del fatto che sia una delle poche e vere amiche che abbia mai avuto. Gli racconto di quanto mi piaccia il Tric e quanto vorrei, in futuro, lavorare nel campo della musica anche io. Poi qualcuno ci interrompe. È Sallie. “Ehi voi due, mi dispiace interrompere il vostro flirt, ma si è fatto tardino ed è ora di riportare la piccoletta a casa, scusa Jack.” Jack ride “già, non ci siamo accorti del tempo che passava.” “Sallie sei una rompipalle, non chiamarmi piccoletta” ribatto. “Piccoletta? Perché, quanti anni hai?” chiede Jack divertito. Incenerisco entrambi con lo sguardo “ne ho 16, non sono molto più piccola di Sallie. Due anni in più non fanno di te una donna vissuta, mia cara.” Lei ride. “Oh oh, piccoletta, andiamo. Sallie ha ragione, bisogna riportarti a casa o mammina si arrabbierà.” “Jack, non metterci anche tu. Che poi, visto che fai tanto il gradasso, tu quanti anni hai, eh?” “Ne ho 18, piccoletta” si fa grande, il ragazzo. Presuntuoso. “Bando alle ciance, piccoletti. Il più grande qui sono ancora io e in qualità di diciannovenne, mi assumo la responsabilità di voi scemi e vi riporto a casa di corsa.” Alex -il poco sobrio- si pronuncia. Così saliamo tutti sulla sua macchina. Jack fortunatamente prende in mano la situazione buttando Alex nei sedili posteriori, seguito a ruota da Sallie –neanche io sono molto lucida- e partiamo. Gli do’ qualche indicazione per arrivare a casa mia e poi per raggiungere quella di Sallie, mentre quei due lì dietro continuano a ridere come invasati. “Beh eccomi” dico “grazie per l’interessante serata.” “Grazie a te.” Sto per scendere quando mi ricordo di una cosa importante e recupero dalla borsa una penna. Gli prendo una mano tra la mia e gli scrivo il mio numero. “Così, se ne hai voglia, sai dove abito e hai anche il mio numero. Buonanotte.” Mi sorride e mi guarda scendere per poi arrivare alla porta. Rimane lì finche non sto dentro, poi lo sento ripartire e girare l’angolo. Sorrido nel buio (di nuovo) dell’ingresso e penso che il Tric è sempre pieno di sorprese.
  
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