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Autore: cyberbitch    16/04/2014    2 recensioni
Lei, si chiama Clodia, come la donzella che amava Catullo e la prima bambola porcellana di sua madre.
Oltre alla sua fissazione per le sciarpe voile di flanella, i Rolling Stones, Clodia beve solo latte di soia, è un'animalista convinta finchè non ha voglia di Cheeseburger e beve solo Estatè al limone.
Lui, si chiama Axel, come il miglior amico di suo padre e la tartaruga di sua sorella.
Frequenta l'università ma lavora da Abercombie & Fitch, ama i Guns' n' roses e dire la parola "otorinolaringoiatra". Cerca di mangiare sano, finchè non passa davanti a un Mc Donald's.
Dai capitoli:
-Dov'è finita tutta la tua ribellione, Cloddy? Non eri tu quella che diceva che non avrebbe mai e dico mai, fatto una foto con sottoscritto?-
-Sono ammirata. Abercrombie è così grande da contenere il tuo ego? Si dia il caso che sto accompagnando due mie amiche che volevano fare questa dannatissima foto con un tizio seminudo che deduco sia tu.
-Non fare la puritana.
-Mi hai appena dato una gomitata!
-Ti ho sfiorata, stupida!
-Razza di deficente.
-Ce la fila qui. Ragazzina fai la foto o no?
-Già, ragazzina.
-Axel?
-Sì?
-Muori.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Prologo

(1.)







Secondo Wikipedia per effetto placebo si intende una serie di reazioni dell'organismo ad una terapia non derivanti dai principi attivi, insiti dalla terapia stessa, ma dalle attese dell'individuo. In altre parole, l'effetto placebo è una conseguenza del fatto che il paziente, specie se favorevolmente condizionato dai benefici di un trattamento precedente, si aspetta o crede che la terapia funzioni, indipendentemente dalla sua efficacia "specifica". 


La luce solare filtrava timidamente dalle veneziane, illuminando la nuca di Silvia Violacei e Chiara Raimondi, quest'ultima quasi da copione si lamentava di "quell'idiota del bidello, altro che sottopagato, io gli detrarrei i soldi dalla paga per farle aggiustare 'ste veneziane" che per l'ennesima volta si era scordato di sistemare le veneziane, bloccate nello stesso punto da ventitrè giorni. Silvia le sorrise rassicurante, anzi, sorrise allo specchietto Hello Kitty fastidiosamente rosa, che teneva davanti alla bocca, cercando di appiccicare dei brillantini sulle sue labbra, improvvisandosi in un videoclip di Lady Gaga.
"Vacci a parlare."
"A chi? Al bidello? Come se mi ascoltasse!" Brontolò Chiara appoggiando la testa sul banco. 
La professoressa stava blaterando qualcosa sull'importanza di sapere le data di nascita e morte di Ungaretti, sgridando Il Tide che aveva tirato fuori una banana e si era messo a mangiarla e fissando malignamente la lavagna su cui c'erano scritte delle equazioni di secondo grado, residui della lezione precedente, il tutto contemporaneamente. 
"No, a Franchini."
"A Frank? E perchè?"
"Vezzeggiare Franchini in Frank ti fa ancora più idiota..."
"Silvia, apprezzo l'amore platonico che provi per me, ma Frank fa più figo."
"E perché mai?"
"Perchè è made in USA, tonta."
"Prima che mi metta a cantare Tu vuò Fa' l'Americano, cambia argomento che non è a tuo favore."
"Calma Sophia Loren, dicevamo... Perchè, di grazia, dovrei parlare con Franchini?"
Massimiliano Fortunato - insomma! - Franchini aveva gli occhi nocciola, l'asma selettiva e una collezione di album di figurine dei Calciatori Panini dal valore "inestimabile, ragazze! Valore inestimabile!". Collezionava quei dannatissimi album dalla veneranda età di sette anni, a tredici iniziò pure a collezionare i calendari di Monica Bellucci. Fan di Monica Bellucci e Guerre Stellari, era un nerd, ritardato a scatti, vendicativo. 
"Perchè ha una cotta per te, Chiara."
Chiara, si chiamava Alba Chiara, in onore di Vasco Rossi, ma dato che lei Vasco Rossi non l'ha proprio mai mandato giù, aveva combatutto duro per farsi chiamare Chiara. L'unica cerebrolesa che si ostina a chiamarla è sua madre. 
"Cotta fa rima con botta." 
Oltre a una fissazione per le rime, The vampire Diaries, Gossip Girl e Grey's Anatomy, Chiara si ostinava a dire di saper giocare a scacchi, mentre in realtà si riferviva alla dama. Aveva una passione per la politica moldava, i paesaggi della Groenlandia e i modelli di Hollister-Irlanda.
"Certo, Chiara. Giuro con te non ci parlo più."
Silvia era suscettibile. Aveva sempre in borsa un dizionario d'italiano nel caso che a qualcuno interessasse l'etimologia o la morfologia di qualche parola, il Castellione di Mariotti sotto il letto nella speranza che Giulio Cesare ritorni dall'oltre tomba e venga a saccheggiare tutte le case dai dizionari di latino, tentando di eliminare la lingua "morta! E' morta! Mi servirà per parlare con i Nibelunghi o con i Visigoti che tentano di invadere l'Italia?" dalla faccia della terra. Era un po' nervosetta, ma pacata e razionale, facilemente irritabile e aggressiva solo con Il Tide. Non alzava mai le mani, neanche se si trovava nel bel mezzo del campo della pallavolo, forse era per questo che l'insegnante di educazione fisica continuava a minacciarla di rimandarla nella sua materia.
"Clodia! Psst, Clodia." 
Silvia si era girata con una torsione di centottanta gradi. Clodia stava sottolineando qualcosa sul libro di letteratura italiana con un'evidenziatore rosa acceso, mentre Il Tide, il suo compagno di banco canticchiava una canzonetta. 
"O mia Lesbia*, qui ti reclamano." Il Tide Tide Luca Pagliarini scosse per la spalla esile Clodia.
"Senti Catullo, sto cercando di leggere questa roba, senza che il sole qui m'illumini d'immenso." Replicò ridacchiando e alzando gli occhi, incrociandoli con quelli divertiti di Silvia.
"Oh. Silvia, dimmi"
"Sta sera mia mamma fa le lasagne-"
"Davvero? Le lasagne di sera? Sono pesantissime! Poi non ti lamentare con me Catullo e con lei Lesbia" intervenne Luca Pagliarini autoindicandosi e indicando Clodia "del tuo culone grossissimo, aiuto Clodia, sono troppo grassa!" La beffeggiò.
"Il tuo è proprio è un talento Tide, ogni volta che apri bocca ti fai odiare di più." Silvia si massaggiò le tempie "comunque, mia mamma fa le lasagne. Tu e la fan di Vasco Rossi numero uno, siete cordialmente invitate."
Chiara sentendosi presa in causa si girò anche lei "che hai fatto Silvia?"
"Nulla, Chiara. Solo che mia madre inizia a parlare dell'uomo con cui si frequenta e sai quanto è inapproppiata. Vi prego..."
"Io ci sto, tanto anche con noi tua madre non si risparmia i dettagli, è divertente." Accettò Chiara, guardando Andrea alzarsi e andare a pulire la lavagna. La professoressa si era finalmente arresa alla trilionesima occhiataccia alla lavagna ricoperta da calcoli e aveva preso l'ignoranza di Luca Pagliarini come pretesto.
"Pagliarini, che ti resti in testa che X Agosto, non si legge X Agosto, ma dieci Agosto. Leggi bene alla lavagna?"
"Certo certo, profè. Però mi chiami Tide."
La professoressa aveva alzato gli occhi al cielo alla richiesta e aveva continuato a leggerlo facendo ciò che aveva sempre fatto nei suoi cinque anni di insegnamento con Luca: ignorarlo.
"Quindi, che fai Clodia, vieni?" Riprese il discorso Silvia, tentando la faccia più diabetica del pianeta.
"Quanto è divertente tua madre, Sissi? Sono curioso e affascinato."
"Taci, Tide. Il tuo autoinvitarti in tutte le occasioni è quasi triste."
"Non mi sto autoinvitando!"
"Parola mia, Tide. Parla di Kamasutra e vattelapesca, in una scala da uno a dieci, tocca come minimo un mille." S'intromise Chiara ricordando un paio di conversazioni interessanti, ridacchiando.
"Taci pure tu, Chiara. Allora, Clodia?"
"Vengo solo se può venire Tide." Clodia aveva un talento per gli accordi, Silvia ce la vedeva come una laurenda in giurisprudenza al suo primo incarico da avvocato, mentre Chiara ce la vedeva per fondare una repubblica tutta sua. Una leader politica, peccato che Clodia, la leader manco sotto preghiera la voleva fare.
"Guardalo, è innocuo. Tua madre l'amerà." Continuò.
"E come lo presento a mamma? Come amico-piattola o come compagno di classe deficiente?" Chiese tanto per informazione Silvia.
Chiara s'illuminò "Uh-Uh. Come ragazzo!"
"Anche se non ho mai controllato nelle sue mutande, che fosse un ragazzo me ne ero accorta sin da subito. Pure mia mamma se ne accorgerà, non so... O guardando l'alone poco rassicurante sotto le sue ascelle o al primo rutto."
Tutti e tre ridacchiarono e Clodia consigliò di pensarci in un'altro momento.
Tide poggiò la testa sul banco tornando a guardare la sua meravigliosa compagna di banco. Clodia aveva raccattatto tutti i suoi capelli rossicci, tentando di legarli in una coda, che però, alla fine si era rivelato uno chignon disordinato. Tide lo sapeva che Clodia era bella, con i suoi capelli rossicci naturali e con e sue lamentela verso le mille e mille chiome rosse finte. Con i suoi occhi scuri ma blu, cerulei al sole, con il rosso spento naturale delle sue labbra piene e pronunciate o con le sue minime lentiggini che spuntavano quando compariva la bella stagione. Ma a lui, piacevano un po' più come dire? Psicolabili? Incoerenti? Fanatiche del controllo? Lunatiche? Meglio dire un po' più Silvia. Ma mentre Silvia, restava ancora nella sua beata ignoranza, non mi riferisco al fatto che confondeva "sbarco in Normandia" in "sbarco in Norvegia", ma alla sua cecità davanti alle palesi vibrazioni provenienti dal Grande Luca Pagliarini e che atterravano su di lei.
"Che hai Tide? Mi guardi come se fossi l'ultima banana alla Coop."
"Mi sono innamorato."
"E di chi?"
"Di te, mia Lesbia!"
"Sei proprio un citrullo."



AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH.
Salve donzelle.
Parto dicendo di recensiere per farmi avere un parerino...
La protagonista è Clodia. Ho presentato prima Chiara e Silvia - compagne di classe e migliori amiche - perchè sentendo per la tremilionesima ripetere a mia cugina i Promessi Sposi, mi è piaciuta l'idea della presentazione di uno dei personaggi. Tutti le persone nominate, tranne la prof, sono moooolto rilevanti per il corso della storia.
La storia si svolge in una Milano dei nostri tempi e dato che è una storia romantica, il protagonista maschile, comparirà nel capitolo successivo, che se riesco, posso pure postare domani.
Recensite, eja.


Donna Frelia,
  
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