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Autore: Naim1104    16/04/2014    3 recensioni
"Bakura non ne era certo, ma quell'essere era sempre vicino a lui e gli ricordava qualcuno di importante quanto i suoi genitori"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Touzoku-ou Bakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spesso si svegliava agitato. Nella notte i suoi fantasmi non lo facevano dormire. Quel massacro aveva segnato la sua intera esistenza e la sua vita si basava su una sola missione: la vendetta.
Anche gli altri spiriti gli chiedevano vendetta per essere stati sacrificati. Tutti tranne uno.
Bakura non ne era certo, ma quell'essere era sempre vicino a lui e gli ricordava qualcuno di importante quanto i suoi genitori.

Erano passati 15 anni. Molte notti sognava la sua vita prima di quell'orribile notte. E sognava anche lei.
Quella bambina che poteva avere un anno meno di lui, quella che lo riteneva suo fratello. Heseret.
L'aveva incontrata la prima volta al villaggio qualche anno prima del massacro.
Piangeva in un vicoletto ranicchiata a terra, quella volta. Da sola. E lui, nemmeno sapendo il perché, le aveva parlato e si erano ritrovati a giocare insieme.
In pochi giorni erano diventati amici. Lei lo chiamava "fratello". In fondo era bello quel soprannome. Bakura non aveva mai avuto fratelli.
Certo, Heseret era una bambina strana per essere di Kul Elna. Odiava rubare, anche se era necessario. Voleva imparare a leggere e scrivere.
"Sai,-aveva detto una volta-mi piacerebbe proprio vedere qualcosa fuori dal villaggio. La mamma non mi ha mai portato fuori."
Così fu proprio Bakura che una mattina la portò a Tebe.
Era poco più grande di lei, eppure sembrava così adulto a volte!
Si erano divertiti quel giorno. Heseret aveva anche rubato un copricapo. Per lui.
"Così la gente la smette di guardarti in strano modo solo perché hai i capelli diversi."
A lei piacevano tanto i suoi capelli bianchi, per questo si arrabbiava se osavano guardarlo con superstizione.
"Sono strani. Per questo sono bellissimi!" Poi sorrideva. Le prime volte i sorrisi di quella piccola bambina dai grandi occhi neri erano amari, tristi, il segno della sua convivenza difficile con una madre inesistente.
Poi qualcosa era cambiato. Bakura era diventato la sua salvezza, la sua possibilità di vivere da bambina come meritava.
E passavano gli anni.
Poi arrivò quel giorno.
Era una notte serena, quando arrivarono i soldati. Dalla sua casa, solo Bakura era riuscito a scappare e correva tra le stradine di Kul Elna, quando arrivato per caso sotto casa di Heseret, la vide sul tetto, terrorizzata e in lacrime.
"Heseret, salta!" le urlava a bassa voce, muovendo le mani per incitarla.
"Ho paura." Non smetteva di piangere.
"Forza, dai! O ci ammazzano!"
Solo quando vide i soldati che avevano appena ucciso sua madre si decise a saltare. Lui la prese per mano e corsero, attenti a non farsi vedere, mentre attorno a loro si consumava una tragedia.
Correvano nei vicoli bui, silenziosi come ombre, ma non avrebbero potuto scappare in eterno. Dovevano nascondersi.
E apparve sotto i loro occhi quella scalinata, che conduceva chissà dove.
"Di qua Heseret, stammi vicina."
Bakura iniziò a scendere per quelle scale buie, le mani appoggiate a una parete, Heseret lo seguiva pochi passi più indietro.
Vedevano le torce accese, c'era qualcuno, il bambino corse dietro una colonna vicina e si voltò per fare un cenno alla sua compagna.
"Bak-"
Qualcosa di caldo e liquido sporcò le vesti di Heseret all'altezza del petto, poi un dolore bruciante. Con il terrore negli occhi guardò dietro di sè e vide un soldato, poi si voltò e vide una lama tinta di rosso uscire dal suo corpo.
Bakura aveva visto, paralizzato, la sua amica piangere silenziosa e poi cadere senza vita sugli ultimi gradini che l'avrebbero, forse, condotta alla salvezza.

Ciò che accadde in quel luogo fu la peggiore delle magie.
Con le vittime del villaggio furono creati sette strani gioielli e terminato il tutto i soldati e gli uomini venuti con loro se ne andarono.
Nessuno era rimasto. Tranne lui.
Si avvicinò alla pietra dove erano stati forgiati gli oggetti e un'aura oscura si sprigionò da essa. La stessa che aveva visto prima attaccare gli uomini che avevano portato via quei gioielli. Chiedeva che venissero rimessi a posto per liberarla. Lo chiedeva a lui. E Bakura accettò.
Avrebbe vendicato tutti. Sua madre, suo padre, Heseret, tutti.

Tutte quelle anime poteva vederle, poteva sentirle. Non riusciva a capire chi fossero, ma sentiva i loro lamenti, il loro desiderio di essere vendicati.
Una sola non parlava, si limitava a stargli vicino, come se non avesse voluto farlo sentire solo.
In fondo, Bakura aveva tenuto a lei più di quanto avesse fatto sua madre. E voleva lo capisse.
Nel bene e nel male lo avrebbe sempre protetto.


*sbuca da un angolo* Salve ^^
Sono nuova nella sezione autori, di conseguenza questa è la mia prima storia.
Il passato di Bakura non viene approfondito nel manga o nell'anime, quindi ho potuto inserire questa storia. Pensando al suo personaggio, ho sempre pensato che lui è un carnefice, vuole vendetta, però prima di tutto ciò era un bambino innocente. Avrà avuto una famiglia, degli amici, no? Da questo pensiero nasce Heseret.
Spero che possa piacere a chi la leggerà.
Grazie dell'attenzione.
Naim
Ps. Consigli, opinioni o critiche sono sempre ben accetti. Grazie mille. ^^
  
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