Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |      
Autore: gxaia_    16/04/2014    2 recensioni
"Emily, diciassette anni.
Occhi azzurri e capelli neri, alta un metro e un dito. Proprio bella.
Piacere.
Sono la solita ragazzina stupida, la ragazzina innamorata del "cattivo ragazzo";
vivo nella splendida Londra da quando mamma e papà hanno divorziato.
Sono innamorata di Lui dalla terza media, la solita sfigata, penserete. E forse un po' è così.
Il mio Lui è Justin Bieber. Ha diciotto anni ed ha la reputazione da"ragazzaccio", ma, caspita, è così bello.
Lui non è figo, no. Lui è bello, bellissimo, bello da togliere il fiato. E(d è) sarà mio."
Ciao a tutte, sono Gaia,
premetto che questa è la prima fanfiction che scrivo.
Penso che farò passare un po' di tempo prima di pubblicarla. Spero vi piacerà, fatemi sapere.
Un bacio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
È una giornata piovosa, e io sono sul treno per Milano. Vado a trovare Amelia, la mia amica delle elementari, per una vacanza insieme.
Ho la musica alle orecchie, le gocce di pioggia scorrono sul finestrino e io fantastico su come sarebbe bello vedere il sorriso di Justin, qui, di fianco a me.
Mi giro di scatto, lo cerco, ma l'unica cosa che vedo è il vecchio signore giapponese che mi guarda con aria confusa e poi mi sorride.
Ricambio e torno a fissare il vuoto.
Tutto d'un tratto il mio telefono squilla, facendomi prendere uno spavento che provocherà poi la risata di gruppo dell'intera cabina.
Justin.
Rispondo? Non rispondo? Rispondo.
'Mh hey.' sussurro
'Stavi dormendo?'
'No, sono sul treno. Dimmi tutto.'
'In effetti non ho niente da dirti. Avevo voglia di sentirti.' mi risponde.
'Sei serio? E lei?' chiedo stupita,
'Abbiamo rotto.'
'Ah ecco perché mi hai chiamata. Senti non mi va di parlare.' e riattacco.
Sono stata troppo brusca? Il signore giapponese porta gli occhi su di me, per poi spostarli sulla ragazza dai capelli verdi davanti a lui. Com'è carina. Sembra simpatica. Pearcing e tatuaggi ricoprono il suo bel viso angelico. Le sorrido.
Poi riporto lo sguardo al finestrino e penso. Penso a quello che Justin mi aveva appena accennato.
Si sono lasciati. Non posso essere triste per questo, infondo io lo amo. Però mi sento confusa.
Perché chiamarmi? Perché farmi sentire così? Perché?
Mi scende una lacrima, ma chiudo gli occhi. Non puoi, Em.
La voce del treno avvisa la fermata. La mia fermata.
In realtà non ho la minima voglia di scendere.
Ma mi alzo, rivolgo un sorriso alla coppia di giapponesi e me ne vado.
Urto qualcosa, qualcuno. La ragazza dai capelli verdi. Un soffocato 'scusami' esce dalla mia bocca;
'Stai bene?' mi chiede lei.
'Mh si, cioè no. Bhe si. Grazie' rispondo
'Sicura?' Annuisco e le rivolgo un sorriso,
'Dove stai andando tutta sola?' mi chiede lei, vuole fare conversazione, penso.
'Bhe sto andando a trovare un'amica, ma sai, non ne ho la minima voglia.' sorrido e rivolgo lo sguardo al pavimento.
'Sembri insicura e simpatica, il mio tipo ideale di amica!' quanto è dolce, penso tra di me rivolgendo un sorriso;
'Bhe lo sono' ... 'Cioè insicura. Simpatica non so, ma insicura sicuramente' sorridiamo insieme e scoppiamo in una risata.
Scendiamo dal treno e
'Hey non so ancora come ti chiami!' dice d'impatto, facendomi sobbalzare
'Sono Emily e tu?'
'Insicura, spaventata e simpatica. Piacere Emily, io sono Vanessa, ma chiamami Van.'
'Amo il tuo nome, Van!'
esclamo.
La nostra conversazione continua per lungo ancora, 'Bhe sembra che le nostre strade si debbano dividere.' mi dice
'Eh già, è stato un piacere conoscerti Van!'
'Anche per me Emily, a presto.'

e le nostre strade effettivamente si dividono.
Sembra davvero simpatica e poi amo i suoi capelli.
Ma ancora non mi sono presentata, sono Emily, ho diciassette anni.
Sono una ragazza introversa, chiusa in se stessa, impaurita, insicura. Ma sicuramente amo ridere e scherzare.
Sono innamorata praticamente da sempre di Justin, un diciottenne estroverso e pieno di amicizie, belle o brutte che siano. Il contrario di me.
Ho gli occhi azzurri, i capelli neri, sono abbastanza magra e bassa.
Talmente tanto bassa che Justin, alto un metro e settanta, è più alto di me.
Sono la candidata ideale per essere una di quelle ragazzine depresse ma non lo sono. Non faccio la vittima, anche se spesso mi sento sola e non capita.
Vivo con mia madre a Londra. Da quando mamma e papà si sono separati, ci siamo trasferite da Milano a Londra.
Amo Londra. È una di quelle classiche città in cui puoi camminare con la musica alle orecchie e la pioggia senza essere disturbata. Amo la pioggia. Cavolo se la amo. 
Amo leggere e la musica. Amo tutto questo.
Mi è mancata Milano, l'Italia.
Non vedo l'ora di godermi la mia meritata vacanza con Amelia. La scuola è stata molto pesante quest'anno e sto cercando di impegnarmi il più possibile, ma una vacanza sicuramente non mi farà del male.
Esco dalla stazione e mi dirigo alla metro, ovviamente con la mia amata musica alle orecchie.
Piove forte e io non ho l'ombrello. Farò senza.
Attraverso la strada e scendo per la metro. Compro un biglietto e, di corsa, salgo.
La gente mi fissa, odio quando lo fanno.
Odio in generale le persone, non le sopporto.
Il tempo intanto passa velocemente ed è il momento della mia fermata.
Scendo e di corsa mi dirigo verso Amelia.
'Ame!' esclamo e le sorrido.
'Emy, quanto mi sei mancata!'
'Tesoro, come stai?'
Saliamo in macchina e velocemente arriviamo a casa sua.
Salgo, entro e abbraccio forte la madre di Amelia, mi sono mancate così tanto.
Suo padre morì quando lei era in terza elementare e da quel momento io e Ame ci avvicinammo molto. Piangemmo tantissimo quando mi dovetti trasferire.
Raccontai ad Amelia e sua madre la mia storia con Justin, il mio incontro con Vanessa, il vecchio signore giapponese, durante la cena. È sempre un piacere parlare con loro, lo amo. Quando siamo insieme il tempo passa velocemente.
Ci mettiamo sul divano a guardare uno di quei film strappa lacrime quando il mio telefono vibra:
Justin:
Ehi, mi manchi.

Cosa? No. Non rispondo.
Justin:
Può sembrare strano. Ma mi manchi veramente.

Sicuro.
Justin:
Devo parlarti.
You:
Senti ora non posso, ti chiamo dopo.


 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: gxaia_