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Autore: Ossidiana_    16/04/2014    4 recensioni
Odio non avere una vita normale, odio essere in questa situazione, odio il fatto di avere una malattia che potrebbe portarmi alla morte. Detesto che mia madre si sia fidanzata con uno stronzo che non sapeva essere uno dei più potenti boss del Bronx, detesto vivere qui e dover salvare mia madre dalle sue botte, non ricordo nemmeno quante ne ho prese in tutti questi anni. Odio non poter andare in giro vestita normalmente e dovermi cambiare a scuola, odio farmi del male soltanto per sentirmi meglio, odio questa realtà che mi sta soffocando.
Ma soprattutto, odio mentire a lui, che è l'unica cosa buona che mi sia capitata in tutta la vita, ma non posso fare altro, io devo proteggerlo, devo proteggerlo dalla mia vita.
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Luke spegne con un colpo fulmineo la sveglia e si volta verso di me.
-Lukey ci dobbiamo alzare, abbiamo scuola- mugola qualcosa e mette la testa sotto il cuscino. –Va bene, vorrà dire che mi farò portare a scuola dall’altro Luke, almeno lui ha già la macchina- il biondino scatta in piedi come se gli avessero tirato una botta in testa.
-Cinque minuti e sono sotto- mai ragazzo fu più di parola, ora so come far arrivare Luke puntuale. –Senti che ne dici se oggi andiamo a trovare tua madre?- mi irrigidisco, Bruce non lo deve vedere, non lo deve conoscere, non deve sapere che in realtà gli ho mentito, devo proteggere Luke.
-Tranquillo posso andare pure da sola-
-Jazzy sta volta non accetto un ‘no’ come risposta chiaro? Ti ho detto che ti ci accompagno io e basta- tu pensi di farmi del bene, ma non sai che è come se mi stessi buttando tra le braccia del diavolo.
-Va bene-                                          
-E sta sera andiamo in discoteca-
-Luke non mi dare ordini, lo sai che lo detesto- mi tira per un braccio facendomi sbattere contro il suo petto e spostandomi una ciocca di capelli.
-Lo sai che lo faccio solo perché ti voglio bene vero? E tra l’altro credo che dovremmo parlare del bacio dell’altro giorno- ci giriamo sentendo qualcuno schiarirsi la voce.
-Interrompo qualcosa?- che tu sia benedetto Calum, che tu sia benedetto.
-No Cal, anzi io stavo andando in classe, a dopo-
-Tienimi il posto-
-Si biondo- filo dritta dentro l’aula di biologia ed occupo i soliti posti ma qualcuno ha deciso che deve cambiare le carte in tavola. –Ehm veramente c’è Luke seduto lì- il ragazzo sorride furbamente passandosi una mano tra i capelli scuri.
-Io mi chiamo Luke-
-I-io veramente intendevo Luke Robert Hemmings, nato il 16 luglio 1996, alto, biondo, occhi azzurri, hai presente?- odio dovermi sempre bloccare davanti alle persone che non conosco bene, anche se può sembrare strano sono timida, se non conosco qualcuno non ci parlo.
-Ma lui ora non c’è principessa-
-Veramente sono qui, e ora levati dalle palle coglione- Luke lo prende per il colletto della maglietta e lo spinge via prendendo posto accanto a me.
-Ti fai tanto il bulletto Hemmings? Tu non sai dove sono cresciuto-
-So da dove vieni, sei del Bronx, quale persona sana di mente frequenterebbe un individuo di quelle parti?- tu Luke, da ben 4 anni e hai pure una bella cotta per lei.
Il moro ride, è come se mi avesse letto nel pensiero e per un attimo ho paura che possa dire la verità a Luke.
-Fossi in te Hemmings non parlerei tanto di quelli del Bronx, ne hai uno più vicino di quanto pensi- se ne va mentre io poggio le mani sul volto, le cose si stanno facendo sempre più complicate e non so quanto potrò resistere ancora, ma se mi azzardassi a denunciarli non so cosa potrebbe accadere a mia madre.
-Stai bene? Ti ha infastidita?-
-Tutto okay grazie-
-Gli individui come lui, quelli provenienti dal Bronx, dovrebbero essere controllati prima di essere immessi nelle scuole a piede libero-
-Luke ora non è che tutti quelli che vengono da lì sono mafiosi o nigga pronti a spararti in faccia, non conosci le storie di tutti, molti si trovano lì contro la loro volontà- e tra questi ci sono io, che vorrei solo fuggire via da New York, o Fred, che è costretto a vivere nel Bronx solo perché è nero e fa fatica a pagarsi gli studi di legge.
-Volevo solo difenderti- sospiro avvolgendo il suo braccio con le mie e poggiandovi la testa.
-No scusami tu, è un periodo di merda-
-Me ne sono accorto-
-Fortuna che ho te- l’ho detto davvero? Okay dovrei separare alcuni pensieri dalla via per la bocca.
-Non me lo avevi mai detto-
-Ecco, quindi non ti ci abituare- ride mentre per tutta l’ora l’altro Luke non fa che osservarmi facendomi accapponare la pelle.
Finita anche quella lunga giornata di scuola, Luke insiste per andare subito da mia madre ed inutili sono i miei sforzi di fargli cambiare idea.
-Hai paura?-
-Un po’, l’ultima cosa che le ho detto è che la deve finire di rovinarmi la vita-
-Non chiederò in che modo lo sta facendo perché tanto non mi risponderesti, ma sappi che sono qui con te-
-Grazie- intreccia le dita della sua mano con le mie ed è come se mi infondesse coraggio. –Vuoi aspettare fuori?-
-No, voglio entrare con te- prendo un respiro ed apro la porta trovando anche Bruce lì. Cazzo.
-Ciao mamma-
-Jazzy tesoro, speravo che venissi- mi chiede di avvicinarmi ed io lo faccio senza mollare la mano di Luke, ho paura che se lo facessi potrebbero portarmelo via e fargli del male. –Luke, come ti sei fatto grande e bello-
-Grazie signora-
-Potete lasciarci sole un attimo?- il cuore comincia a battere forte vedendo l’espressione sul volto di Bruce.
-Mark, Mark-
-Jazzy che succede?-
-Puoi portare Luke a fare una passeggiata mentre io sto con la mamma?- Mark sembra inizialmente non capire ma poi inizia ad annuire con la testa.
-Certo, certo, andiamo Luke- tiro un sospiro di sollievo, ora so che è in buone mani.
-Tieni davvero tanto a lui-
-E’l ‘unica cosa buona che mi sia capitata in questi anni-
-Oh andiamo Jazzy, non credo proprio- sospiro imponendomi di mantenere la calma.
-Il tuo caro Bruce vuole farmi diventare l’amichetta del figlio di un suo compare e tu ancora parli?!- i suoi occhi si riempiono di lacrime, ecco ora passo io per la cattiva.
-So che ti ho rovinato la vita tesoro ma sto cercando di rimediare-
-E come? Senti lascia stare, me ne vado- esco e in quel momento mi scontro contro Bruce.
-Ora mocciosetta farai tutto quello che voglio-
-Mai-
-Vuoi che faccia due chiacchiere col tuo amichetto?- serro i pugni, non so da dove trovo la forza o il coraggio ma so che lo devo fare.
-Dovrai passare sul mio corpo prima di fare del male a Luke-
-Sai che per me non sarebbe per niente un problema-
-Jazzy hai già finito?- mi giro vedendo Luke sorridente insieme a Mark ed io sospiro cercando di ricompormi.
-Si, torniamo a casa Luke- mi aggrappo al suo braccio poggiandovi la testa, non deve accadergli nulla di male.
-Tutto okay Jazzy?-
-Si tranquillo, sono solo un po’scossa, ecco tutto-
-Non pensarci…sta sera ci divertiamo- guardo quel sorriso come se lo vedessi per l’ultima volta.
-Luke devi promettermi una cosa però: se mai accadesse che per qualche motivo io mi dovessi allontanare da te oppure fare cose che non ti piacciono o anche ferirti, giurami che non mi odierai- ho gli occhi appannati per le lacrime mentre il biondo mi guarda senza capire.
-Jazzy così mi fai preoccupare però- mi getto d’impulso tra le sue braccia singhiozzando, era davvero troppo tempo che non mi facevo un bel pianto liberatorio. -Scusami Luke, scusami se in tutti questi anni non ho fatto altro che incasinarti sempre di più la vita e farti soffrire, ma io cerco solo di proteggerti, sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita- mi prende il volto tra le mani e incastra i suoi occhi azzurri nei miei viola.
-Anche tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata ma che ti prende piccola? Difendermi da cosa?- mi avvicino di più al suo viso ma non riesco a baciarlo, così lui annulla le distanze poggiando le sue labbra sulle mie. –Quando non vuoi spiegarmi una cosa o mi baci o mi abbracci, credo che inizierò a farti più domande-
-Scemo- gli do una leggera spinta pur rimanendo tra le sue braccia. –Non dovremmo farlo, siamo migliori amici noi due- il biondo comincia a disegnare cerchi sul suo pantalone, scusami Luke, scusami se ti sto ferendo.
-Si, forse hai ragione-
 
-Jazzy sei lentissim…wow- guardo Luke dalle scale mordendomi il labbro, è così bello. Indossa una camicia a quadri blu e celeste, un paio di jeans e di Vans azzurre, io invece un vestitino bianco con le Converse dello stesso colore.
-Stai benissimo- arrossisce abbassando lo sguardo.
-Grazie, ma ora andiamo che i ragazzi ci stanno aspettando- appena arrivati in discoteca un rumore assordante mi perfora i timpani e non riesco nemmeno a capire cosa mi dice Ashton. In un attimo ho perso Luke ed inizio a imprecare, non vedo più nessuno.
-Mike dov’è Luke?- lanterna verde mi indica un punto ed io metto a fuoco il mio migliore amico con le labbra incollate su quelle di Aisha, fanculo.
Esco spingendo tutti per poi sedermi fuori con le braccia conserte.
-Problemi in paradiso principessa?- alzo lo sguardo incrociando quello di Luke mentre realizzo che questa non deve essere proprio la mia serata.
-Lasciami stare, non è serata- mi solleva il mento con le dita ed io mi scanso velocemente.
-Fai la difficile eh?- gli tiro un calcio ma lui mi blocca da dietro ed io inizio a dimenarmi.
-Ehi lasciala stare!- Ashton esce di corsa tirando un pugno a Luke stendendolo. –Jazzy tutto bene?- sospiro appoggiando la testa contro il suo petto.
-Portami a casa ti prego- fa un lieve cenno con la testa e mi conduce dentro tenendo sempre un braccio intorno alle mie spalle.
-Che è successo?- Luke mi guarda preoccupato ed io giro lo sguardo dall’altra parte, ora si preoccupa, dopo che ha finito di darsi da fare con la sua amichetta. O mio dio ma che sto dicendo? Sono gelosa? Io? Di Luke?
-Niente guarda, solo l’altro Luke che mi stava mettendo le mani addosso, continua a stare tranquillo- gli batto la mano sulla guancia sinistra mentre tutti rimangono a bocca aperta ed Ashton aumenta la presa sulle mie spalle.
-Cosa? Ma io gli spacco la faccia-
-Per favore Luke evita queste scene del cazzo- le mie parole lasciano tutti a bocca aperta, non gli avevo mai parlato così. –Ashton mi puoi riaccompagnare a casa?- il riccio fa un lieve cenno di sì con la testa.
-Jazzy vengo anch’io- lo blocco con la mano.
-Non ti scomodare, dirò a tua madre che non mi sono sentita bene- salgo in macchina sbattendo la portiera così fortemente che la potrei rompere. –Scusami Ash, non volevo-
-Tranquilla, è stata una brutta serata e lo capisco, quello che però mi sfugge è perche tu te la sia presa così tanto con Luke- sospiro iniziando ad attorcigliare le ciocche dei miei capelli ramati.
-Non lo so nemmeno io, non so perché ho reagito in quel modo-
-Forse volevi solo che ti venisse a salvare- faccio una risatina per poi portare lo sguardo sul paesaggio sul finestrino.
-No Ashton, non è per questo, ho smesso di sperare di essere salvata tanto tempo fa, semmai è il contrario, sono io che cerco di difenderlo ogni giorno- Ash mi guarda corrucciato mentre scendo dalla macchina.
-Cosa volevi dire con ‘cerco di difenderlo ogni giorno’?- sorrido tristemente prima di aprire la porta di casa.
-Un giorno vi spiegherò tutto, promesso- salgo fino in camera indossando il pigiama e sdraiandomi nel letto.
Non posso credere di aver avuto una crisi di gelosia, non può succedere, no. Dannati baci, dannati abbracci, dannate notti passate a dormire insieme l’uno accanto all’altro. Io non posso, non devo, lui è il mo migliore amico e basta, mi sarò arrabbiata solo perché avevo bisogno di lui ma non c’era, ecco tutto.
Passando pochi minuti quando sento la porta aprirsi e i passi di Luke salire su per le scale così fingo di dormire, non ho voglia di discutere ora.
-Guarda che lo so che sei sveglia, hai le palpebre che svolazzano come farfalle- sbuffo alzandomi a mezzo busto e passandomi le mani sul volto. –Si può sapere cosa ti è preso?-
-Non mi è preso niente…e tu perché sei tornato così presto?-
-Ma non lo so, forse perché avevo paura per te dopo quello che è successo?-
-Ma se non te ne sei nemmeno accorto! Eri troppo impegnato con la tua amichetta- gesticolo facendo cadere la lampada che si rompe in mille pezzi e lui si china per raccoglierla.
-Allora è questo il punto, tu sei gelosa!- grugnisco alzandomi dal letto ed uscendo dalla camera. –Dove vai?-
-Dormo sul divano- Luke sbuffa seguendomi.
-Non fare la bambina dai…poi non ho capito cosa ti abbia dato fastidio-
-Lascia stare Luke, comunque la prossima volta evita di baciare me se poi ti devi slinguazzare con quella- mi getto sul divano lasciandolo lì in piedi senza parole mentre io mi danno per quel che gli ho detto e per quel che fatto. Forse non avrei dovuto dirgli tutte queste cose, lo sto solo facendo soffrire di più.
Quando riapro gli occhi la mattina seguente mi ritrovo nella camera di Luke ma di lui nessuna traccia. Scendo le scale e trovo Liz intenta a preparare il pranzo.
-Buongiorno tesoro, dormito bene?-
-Si…ma Luke? Dov’è?-
-All’allenamento- non le do il tempo di finire la frase che corro su in camera a cambiarmi per poi scendere di nuovo sotto.
Prendo il mio amato skateboard e imbocco la strada per la scuola iniziando a pensare a cosa dirò a Luke, dopotutto abbiamo litigato ieri sera e non sono volate parole molto carine.
Quando arrivo al campo di football lo trovo con Aisha, dio ma questa deve stare sempre in mezzo ai coglioni?
-Cosa ci fai tu qui?-
-Non lo so nemmeno io a dire la verità…solo che quando mi sono svegliata tu non c’eri e ho provato una strana sensazione- un sorriso dolce si stampa sul suo volto e in un attimo mi attira contro il suo petto stringendomi forte.
-Mi dispiace per ieri, non so cosa ho fatto per farti arrabbiare ma ti chiedo scusa comunque-
-Ehm Luke apprezzo il momento, ma puzzi leggermente e credo di stare per soffocare- si stacca quasi imbarazzato e grattandosi la testa mentre io scoppio a ridere, è così buffo. –Non mi devi chiedere scusa comunque, nemmeno io capisco perché ho fatto quel che ho fatto, forse è stato lo spavento-
-E se ne parlassimo a colazione? Riesco a sentire il tuo stomaco che brontola- gli tiro una leggera spinta mentre lui si toglie la maglietta, che dio benedica quel ragazzo. –Allora dolcezza, dove andiamo a mangiare?-
-Uno chiamami di nuovo dolcezza e ti tiro un pugno, due allo Starbucks- mi strizza l’occhio e mi fa cenno di salire sulla sua schiena mentre con la mano sinistra tiene lo skateboard.
-Sai credo di aver capito cosa ti sia capitato ieri sera-
-Spara-
-Hai avuto un attacco di gelosia- per poco non mi strozzo con un pezzo di ciambella. Io? Gelosa? Di Luke?!
-Io? Pff- il biondo si passa la lingua sulle labbra continuando a tenere i suoi occhi azzurri incastrati nei miei viola. –Perché dovrei essere gelosa di te? Sentiamo-
-Perché magari sei innamorata di me ma non lo hai ancora capito- deglutisco rumorosamente cercando di scacciare quel pensiero, ci mancherebbe solo quello.
-Io…io vorrei ribattere in qualche modo ma non so come, lasciami il tempo di pensare- scoppia a ridere per poi scompigliarmi i capelli, vorrei dire qualcosa ma ho paura di ferirlo.
-Secondo te sarebbe sbagliato se noi due ci mettessimo insieme?- secondo pezzo di ciambella che mi si blocca in gola, perché deve complicare tutto così? No, non può stare per chiedermelo, no, no, no.
-Non lo so, ho sempre pensato a te come un amico, sei tutta la mia famiglia- vedo il suo sguardo spegnersi ed inizio mentalmente a maledirmi, lo sto facendo soffrire inevitabilmente, qualsiasi cosa faccia.
-E tutti i baci allora? Io non capisco-
-Se solo potessi spiegarti Luke…ora so che sei arrabbiato e so che vorresti non parlarmi mai più ma…-
-Tranquilla, non ho nessuna intenzione di arrabbiarmi con te, non posso permettermelo, devo prima scoprire cosa c’è dietro di te principessa- sorrido alzandomi e mettendomi davanti a lui.
-Bene…allora che cosa hai in mente di fare oggi?- mi passa il braccio intorno alle spalle.
-Decidi tu-
-Parco! Voglio stare un po’ al parco!-
-E parco sia!- una volta arrivati io mi getto sull’erba con lo sguardo rivolto verso il cielo fissando le nuvole come se stessi cercando chissà che cosa. –Jazzy tu ci pensi mai al futuro?-
-No, vivo giorno per giorno, non so cosa potrebbe succedere, cosa potrebbe succedermi, potrei morire da un momento all’altro- si alza a mezzo busto con l’aria allarmata e gli occhi strabuzzati.
-C’è qualche problema con la malattia? Il cuore? Oddio andiamo all’ospedale- si alza tutto impanicato ed io lo tirò accanto a me ridendo.
-No Luke va tutto bene, dicevo così per dire-
-Dicevi così per dire ma a me stava venendo un infarto- fa grandi respiri mentre io gli avvolgo un braccio intorno alle spalle e lo tiro su di me.
-Oh scusami Lukey non volevo…e tu che piani hai per il futuro?-
-Vorrei andare avanti con la band, magari riusciremo a sfondare- a volte dimentico il suo sogno più grande: lui, Michael, Calum e Ashton hanno formato una band, i 5 Seconds of Summer, e sperano di aver successo un giorno, sono molto bravi.
-Ne sono sicura, un giorno vi esibirete al Madison Square Garden- mi alzo in piedi trionfante sotto il suo sguardo divertito, sarebbe veramente bello se il suo sogno si realizzasse.
-E magari in prima fila ci saresti tu a guardarmi con occhi sognanti- mi siedo fissandolo col sopracciglio alzato.
-Luke in tutti questi anni che ci conosciamo quando mai ti ho guardato con occhi sognanti?-
-Tutti i giorni, solo che non lo vuoi ammettere- gli tiro uno spintone ma lui mi tira su di sé iniziando a ridere.
-Ti voglio bene Lukey, non so cosa farei senza di te-
-Semplice, saresti molto triste senza questo bel ragazzo che ti allieta le giornate- sorrido, in fondo ha ragione, senza di lui forse l’avrei fatta finita molto tempo fa. Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dal mio iPhone che squilla.
-Pronto?-
-Tesoro? Sono la mamma, domani mi dimettono, puoi tornare a casa- quelle parole mi arrivano dritte come un pugno nello stomaco, il solo pensiero di dover tornare in quel posto mi fa salire l’ansia.
-Ah che bello…ci sentiamo domani allora, ciao- chiudo la telefonata e sospiro rumorosamente, questa proprio non ci voleva, non ora almeno.
-Jazzy che è successo?-
-Dimettono mio madre domani-
-Ma è una notizia bellissima! Non sei contenta?- Luke mi abbraccia ed io affondo la testa nella sua spalla inspirando profondamente.
-Si, hai ragione-
-Domani verrò con te, voglio vedere tua madre- mi stacco da lui prendendo il suo viso tra le mani.
-Sei proprio una grandissima testa dura lo sai vero Luke?-
-Si, proprio come te- mi stampa un bacio sulla guancia per poi alzarsi e tendermi le mani. –Ora andiamo, ho le prove della band- gli salto in spalla rischiando quasi di farlo cadere mentre lui se la ride come un pazzo.
Passo tutto il resto del pomeriggio ascoltando lui e gli altri tre provare le nuove canzoni, hanno deciso di registrare un EP nonostante ancora non abbiano nessun produttore.
-Ragazzi sono sicura che tra qualche anno avrete uno stuolo di ragazzine che urleranno a squarciagola il vostro nome-
-Un po’come fai tu con gli One Direction?- i ragazzi scoppiano a ridere mentre io fulmino con lo sguardo Ashton, quel batterista ha i giorni contati.
-Sbaglio o sei tu quello che ha il loro poster in camera?- dalle retroguardia si leva un ‘oh’ mentre io ed Ashton continuiamo la battaglia di sguardi.
-Aspetta ma tu come fai a saperlo?- Luke rimane con la chitarra a penzoloni immaginandosi chissà quale storia d’amore tra me ed Ashton.
-Lukey che hai la memoria a breve termine questo lo sappiamo, ma non credevo fino a questo punto. Non ti ricordi della festa a sorpresa per il 16esimo compleanno di Cal?-
-Oh vero! L’abbiamo fatta a casa di Ash-
-Conoscendoti chissà cosa avevi pensato- incrocio le braccia sotto quello che dovrebbe essere un seno mentre Luke si gratta nervosamente la testa.
-Io? Niente…- tutti ridono mentre il biondo diventa tutto rosso in volto, quanto è tenero.
-Che ne dite se ordiniamo una pizza?- Mike posa la chitarra passandosi una mano tra i capelli neri, quel ragazzo rimarrà calvo sicuro tempo un paio di anni.
-Io sono d’accordo con Mister Arcobaleno- tutti ridono tranne lui che mi tira una scoppola sulla testa, devo dire che quei quattro hanno un senso dell’umorismo da vendere.
-Quindi domani torna tua madre?- Calum addenta un pezzo di pizza mentre io sospiro, vorrei pensarci il meno possibile, e vorrei trovare una soluzione per rimanere dagli Hemmings, con loro mi sento parte di una famiglia per la prima volta in quasi 15 anni.
-Già-
-E se le organizzassimo una festa? Sono sicuro che le piacerebbe- per poco non mi affogo con la Coca-Cola che sto bevendo, ma com’è che tutte le idee del mondo ce le hanno loro?
-No Ash, meglio di no, sai potrebbe aver bisogno di riposare-
-In caso possiamo passare noi, quando puoi ci chiamo e noi veniamo- oh Luke, perché proprio non riesci a capire?
-Va bene- un largo sorriso si apre sul suo volto, non oso immaginare quanto ci rimarrà male quando domani non riceverà la mia chiamata, sarebbe anche solo una fortuna se riuscissi a sopravvivere ed andare a scuola.
-Noi non abbiamo mai visto tua mamma, com’è?-
-Le assomiglia molto sai Mike? Tranne gli occhi, quelli sono di sicuro del padre- sorrido fissandomi le scarpe, già, ho gli occhi proprio come i suoi.
-E ora che ci penso nemmeno lui-
-Cal suo padre è morto- Luke dà una gomitata nelle coste del moro sibilando quelle parole, non sa che non mi fanno niente in confronto a quello che devo subire ogni giorno.
-Tranquillo Luke…comunque mio padre è morto quando sono nata, non l’ho mai conosciuto-
-Però sua madre convive da nove anni con un uomo- con un mostro Luke.
-Ma ora basta parlare di me, cambiamo discorso-
-Lukey lo sai che la nostra cara Aisha ti vuole ancora? Sembra impazzita da quando l’hai lasciata- Ashton scompiglia i capelli del biondo che gli sposta la mano ridendo. Forse sarebbe stato meglio continuare a parlare di Luke…
-Non penso che tornerò con lei, cioè io non provo niente, sarebbe ingiusto illuderla-
-A me sta antipatica-
-GELOSA!- tutti i ragazzi mi gettano i cuscini di sopra ridendo per poi farmi il solletico.
-Dai ragazzi lasciatemi stare, sto morendo ahahaahah-
-Ammettilo che sei gelosa di Aisha- faccio la lingua a Michael sistemandomi i capelli ramati che ora come ora assomigliano di più al nido di un uccello.
-Certo che siete tutti fissati con questo fatto, io non solo gelosa di Aisha, solo che se stesse annegando probabilmente manderei Zayn Malik a salvarla- i ragazzi sospirano tirandomi altre cuscinate non prestando voce alle mie proteste.
-Ehi! Ma voi non avete niente da fare? Dovete piantarvi qui tutta la serata?- i quattro si guardano con un sorrisetto sghembo sul volto che non promette nulla di buono.
-PIGIAMA PARTY!-
-Oh gesù- sarà una lunga, lunghissima serata.
 
Holaaaaa c:
okay so di essere in ritardo anche con questa storia, ma sapete che ho avuto una settimana movimentata ahahhhah.
Beh per quanto riguarda il capitolo....non ci sono parole per descrivere quanto sia brutto, e non lo dico solo per ricevere complimenti o cose del genere, lo dico perché lo penso veramente, non so cosa mi sia preso da quando sono ritornata dalla Grecia ma non riesco più a scrivere 'bene', mi devo sforzare. Anyway, ma quanto è dolce Luke? asghdhdh un cuoricino di panna❤ ahahahha. 
Detto questo mi dileguo, alla prossima (speriamo). Ossidiana xx.
   
 
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