Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: Fee17    14/07/2008    4 recensioni
Un' amicizia che dura dall'infanzia, due ragazze diverse, ma legate in maniera impressionante. Ne hanno superate tante, riusciranno a superare anche l'uragano Kaulitz?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Nuovo capitolo tutto per voi! Come al solito è un bel pò lunghino,ma non mi andava di spezzarlo...

Le canzoni citate sono: "An deiner Seite", Tokio Hotel e "Always" Bon Jovi. Ringraziamenti, come sempre, alla fine.

(I tokio Hotel non mi appartengono,è tutto frutto della mia fantasia, no scopo di lucro)

 

Anna fu svegliata dallo squillare del suo cellulare. Con i capelli arruffati e gli occhi ancora socchiusi si apprestò a rispondere.

“..hm.. Pronto..”

“ANNA SVEGLIAAAAAAAA!”

“Mio Dio Tom sono le 9 e 30 che ci fai sveglio a quest’ora?” Nonostante la voce fastidiosamente squillante del rasta, ad Anna apparve un sorriso nel sentirlo.

“Tra 40 minuti sono li! Metti un costume”

“Tom sei impazzito?”

“Non ancora.. Ma oggi è l’ultimo giorno che passiamo qui e voglio godermelo.”

“L’ultimo giorno?” Un velo di tristezza incupì l’espressione della brunetta.

“Si, Bill vuole partire  prima ce ne andiamo domattina alle sei... poi ti spiego! Dai preparati.”

Così dicendo attaccò il telefono.

La ragazza era felice di trascorrere una giornata con il chitarrista. Ultimamente era stato per lei un punto di riferimento. Riusciva a tirarla su di morale e a trovare le parole giuste al momento giusto e lei aveva bisogno di questo.

 

“...Ich bin da, wenn du willst..“

 

Peccato che adesso tutto sarebbe finito.

Indossò il costume e un vestitino. Fece una coda di cavallo e lasciò un bigliettino a Maggie. Non le sembrava il caso di andarla a svegliare. Doveva essersi addormentata all’ alba. Dopodichè si avviò fuori ad aspettare Tom.

 

“Bill sei sicuro che non vuoi che resti con te?”

“No vai. Non sarei di compagnia. Poi avrò più tempo per sistemare le valigie”.

Con gli occhi ancora gonfi dal pianto e lo sguardo spento, il moro iniziò a mangiare la sua colazione.

Era ancora distrutto, ma era forte e si promise di pensare alla sera prima il meno possibile.

“Ok ma se hai bisogno chiamami piattola!”

“Va bene, divertiti almeno tu!”

Il biondo salutò il gemello con una pacca sulle spalle e uscì dalla stanza.

 

La vide fuori dalla porta di casa. Bella nella sua semplicità.

Anna gli andò incontro con un sorriso smagliante ondeggiando involontariamente. Tom impazziva per i suoi movimenti ingenuamente sensuali.

“Allora Kaulitz, dove mi porti?”Disse la ragazza entrata in macchina.

“Sorpresa cara mia!”

“Wow addirittura?”

“Certo è il mio ultimo giorno e come ti ho detto voglio godermelo al massimo…”

Al pensiero della partenza, Anna abbassò lo sguardo. Era incredibilmente ingenua e trasparente come una bambina. Non lasciava all’ immaginazione alcun pensiero.

Tom, infatti, si accorse del suo cambio di espressione anche solo dopo averla notata con la coda dell’occhio e da sotto le sue lenti scure.

Con una leggera sberla catturò l’ attenzione della bruna.

 “Cos’è quel broncio? Non sei contenta di liberarti di me?”

“Oddio, ora che mi ci fai pensare… sinceramente si!” Scherzò e arrossì per essersi fatta beccare un’altra volta. Tom notò quanto fosse simile a Bill ogni volta che arrossiva. Gli faceva tenerezza. Non era come Maggie, forte e sfacciata. Quest’ultima era più simile a lui. Forse era per questo che erano diventati amici da subito, ma sempre per questo motivo, non avrebbero mai potuto stare insieme. Sono gli opposti che si attraggono. Tom, il Casanova dei giorni d’oggi, eterno casinista era attratto dalla dolce Anna, Maggie, la mangiatrice di uomini sincera e confusionaria, invece, era attratta da Bill, il finto sentimentale perfezionista.

“Dai, ci rivedremo appena posso! La Germania non è dall’altra parte del mondo”

Anna annuì assente. Tom forse dimenticava di essere un membro dei Tokio Hotel, quel gruppo perennemente in tournè.

“Allora, siamo arrivati, scenda dalla mia bambina” Disse accarezzando soddisfatto il volante della sua Cadillac. L’ acquisto più voluto e azzeccato secondo lui e la più inutile perdita di denaro secondo Bill.

Anna ubbidì e si ritrovò di fronte ad un rimessaggio di barche sul fiume.

“Ma… dove mi hai portata? Se hai intenzione di farmi pescare sappi che mi annoierò a morte…” Disse la ragazza a braccia conserte.

“Dico io, guardami bene, ti do l’idea di un pescatore?”

Anna lo osservò. Rasta, piercing scintillante, tenuta Hip Hop e chitarra in mano.

“No, decisamente no.. Ma quella a cosa ti serve?” Chiese indicando lo srumento.

“Quanto sei curiosa, peggio di mio fratello! Vedrai…”

Il rasta prese la ragazza per mano e con fare moleggiante la condusse all’interno del rimessaggio.

Con un inglese elementare riuscì a far capire all’ uomo che gli accolse ciò di cui aveva bisogno.

Anna fu sorpresa nel vedere che quello che intendeva Tom era un gommone noleggiato per loro due. Il chitarrista, dopo aver caricato con cura la chitarra, con un balzo saltò all’interno del gommone e tese una mano verso la ragazza ancora incredula e la aiutò a salire.

“Cavolo Tom, ma come ti è venuto in mente?”

“Non è tutto merito mio, ho chiesto in albergo cosa avrei potuto fare di carino, romantico e insolito e soprattutto in un luogo poco frequentato per non farmi riconoscere”

“Romantico? E’ per caso un appuntamento ufficiale Kaulitz?” Ammiccò Anna alzando un sopracciglio.

“Sono o non sono la reincarnazione di Casanova?” Sorrise il biondo.

Navigarono per un quarto d’ora fino a quando non arrivarono ad una spiaggetta deserta, incontaminata e con sabbia bianca. Era bellissimo. Anna aveva sentito parlare di quel posto, ma non c’era mai stata.

Il rasta tolse maglietta e pantaloni per rimanere in costume.

Anna arrossì nel vedere il corpo nudo e scolpito del ragazzo, ingiustamente sempre nascosto da indumenti decisamente troppo larghi.

Tom sorrise nel notare di nuovo le guance rosse della ragazza.

“Lo so, lascio sempre senza fiato, che posso farci se madre natura mi ha fatto così bello? Mi chiedo perché mi ostino a fare il chitarrista, quando so che come spogliarellista avrei il triplo di successo”.

“Modesto come sempre!” Sorrise la bruna.

 Pensò a come sarebbe stato vederlo volteggiare su un cubo con solo un paio di slip. Decisamente non male.

 

“Anna ma che dici????? Che pensieri vai a fare? Ricomponiti!”

 

Tornò alla realtà dopo il richiamo di Tom.

“OI! Ci sei?”

“Si si scusa!”

Scesero dal gommone e si sdraiarono sulla sabbia l’uno accanto all’altra.

“Così ve ne andate domani?”

“Si, Bill non ne può più di stare qui…”

“E’ per ieri sera vero?”

“Si, come fai a saperlo?”

“Ho visto tutto…”

“Mi dispiace, deve essere stata dura per te.”

“Lo è stata, ma ormai l’ho accettato. Sono stata stupida a non accorgermene prima”.

Il ragazzo mise accuratamente una ciocca di capelli corvini dietro l’orecchio di Anna.

“Ti copriva il viso… e a me piace guardarlo!”

Anna si limitò a sorridere. Mai avrebbe pensato che dietro quello sciupa femmine si nascondesse quel ragazzo così dolce.

“So a cosa stai pensando! Mamma mia quanto è smielato! Per fare colpo ora si mette anche a dire parole sdolcinate”.

“Non pensavo assolutamente a questo. Anzi, mi chiedevo perché ti ostini a far trapelare la parte dura, superficiale e insopportabile di te, quando invece il vero Tom Kaulitz vale molto di più.”

Tom rimase stupito da quelle parole, così come la stessa Anna che non capiva come fossero potute uscire dalla sua bocca.

“Scusa, non dovevo..” Disse lei.

“No figurati, sei stata sincera!” rispose il ragazzo.

“Il fatto è che fino a poco tempo fa ero davvero così… ma sono cambiato, grazie a…” Lasciò morire la frase così, forse sarebbe stato troppo dirle quello che provava.

“Grazie a?” Lo esortò la bruna.

“A… al comportamento di mio fratello. Mi sono rispecchiato in lui e vivendolo al di fuori, ho capito quanto sia crudele far soffrire le persone per puro divertimento!”

“Esatto, spero che lo capirà anche lui!”

“Credimi, lo sta vivendo sulla sua pelle. Per la prima volta è lui a trovarsi dall’altra parte della medaglia”

Anna si fece pensierosa e Tom capì che era il momento di smetterla di parlare di Bill.

“Che ne dici di un bagnetto?”

“No, non adesso, è presto, l’acqua è ghiacciata!”

“E dai!!!!!!!!!!!!!!!”

“Nein Tom! Non fare il bambino…”

“Uff… va beh, allora vado da solo.”

Anna si sdraiò bocconi per prendere il sole sulla schiena e chiuse gli occhi. Ma la sua quiete no durò molto. Il ragazzo la afferrò con tutta la forza che aveva e correndo la scaraventò in acqua insieme a lui. L’impatto fu duro, anche perché il biondo inciampò sulla cima del gommone ancorato finendo sul corpo della ragazza immersa in acqua. Si alzò di colpo e aspettò che Anna riemergesse. Ma lei non lo fece.

“Anna, dai, sbrigati!”

Il corpo della ragazza continuava a giacere sul fondo. Il ragazzo sentì tremare le gambe e più in fretta che potè tirò su la ragazza priva di sensi. In un batter d’occhio la portò sulla battigia.

“Anna, Anna! Svegliati! Dai Anna su!!!!!!” La teneva tra le braccia e con leggeri schiaffi sulle guance tentava di farla riprendere. Ma i suoi occhi erano ancora chiusi.

Stava per perdere la speranza…

Tom si alzò di scatto per prendere il cellulare, si voltò ed iniziò a correre verso la sua roba, quando sentì un colpo alla schiena.

“AHAHAHAHA te la sei fatta sotto! Che idiota! Chi la fa l’aspetti!” Anna era in piedi, sana e salva e aveva tirato al rasta un mucchietto di sabbia.

“Tu sei una stupida! Io tra poco muoio di infarto e tu giochi a tirare la sabbia! Io ti uccido!!!!!!!” Iniziò a correre verso di lei e una volta raggiunta la prese in braccio. Si rincorsero, nuotarono, cantarono canzoni stonate ad alta voce, si prendevano in giro. Due bambini cresciuti, questo erano.

Due persone che fino ad allora avevano preso la vita troppo sul serio e che insieme volevano evadere da quella realtà.

Si fece sera, Anna durante la giornata si stupì anche del fatto che Tom aveva pensato a farsi fare dei panini. Dopo mangiato si misero di nuovo sugli asciugamani.

Il ragazzo afferrò la chitarra e scivolando le sue dita su di essa la accordò. La luce del tramonto accarezzò il volto delicato del biondo. Aveva gli occhi socchiusi, la mente proiettata in un universo parallelo, in una dimensione dove esistevano solo lui e la musica. Ma in quell’ istante Anna sentì che anche lei avrebbe voluto far parte di quel mondo.

 

“You see I've always been a fighter
But without you I give up
Now I can't sing a love song
Like the way it's meant to be
Well, I guess I'm not that good anymore
But baby, that's just me
And I will love you, baby – Always”

 

Tom cantò per lei quelle parole… La prima volta che sentì always di Bon Jovi era piccolo e giurò a se stesso che se mai un giorno avesse incontrato la persona giusta le avrebbe dedicato quella canzone, quelle stesse parole nelle quali lui si rispecchiava. Non seppe se lei lo avrebbe capito. Ma a lui non importava. Sapeva quello che gli sussurrava il cuore e se lei fosse stata la sua metà lo avrebbe sentito anche lei. Senza bisogno di parole, di gesti, di mosse. Solo con la musica,la musica dell’ amore. Quella che ora usciva dalla bocca di Tom.

Anna lo osservò a lungo. E capì, comprese davvero che quelle parole dovevano descrivere ciò che lui provava. Segno che lei era colei che lui cercava da tempo.

Si guardarono e non ci fu esitazione. Si avvicinarono. Presto la mano di lui si posizionò sul collo della ragazza. Sentirono i propri respiri confondersi. Una leggera brezza scompigliò i capelli di Anna. Tom come poco prima glieli tolse dal viso. Si sorrisero perché tutti e due ricordarono il momento trascorso, quando lui le aveva detto:

“Ti copriva il viso… e a me piace guardarlo.”

Voleva dire solo una cosa: Complicità.

Tom posò le sue labbra dolcemente sulle sue. La sentì sussultare. Si staccò per cogliere l’ espressione della ragazza, per avere un consenso e poter continuare a baciarla. Lei lo guardò ancora e più affondo. Quegli occhi nocciola, quel naso pitturato, quell’ espressione da cucciolo, quella sensazione di brivido nel contatto con un piercing. Lei la aveva già provata.

“..Bill..”   Fu un attimo e tutto si spense. Le certezze di tutti e due si persero. Quella bellezza creatasi cadde nell’oblio del ricordo.

Anna portò una mano alla bocca, come per riportare indietro la parola ormai brutalmente pronunciata.

Sul volto di Tom apparve una smorfia. “ Certo, Bill…”.

“Scusami, no, io non volevo…” Perché era stata così stupida! Tu eri sicura, non volevi Bill, avevi trovato Tom, cercavi lui! Perché è spuntato fuori quel nome? Abitudine? Sbadataggine? Ricordo? Lapsus? Non importava, aveva rovinato tutto quello di bello che si era andato a creare. Ora lui si era alzato e si stava pulendo il costume dalla sabbia. Le stava voltando le spalle.

 

“No Tom! Guardami di nuovo, ho bisogno di credere in noi, perdonami!”

 

“E’ meglio andare…” Le disse lui porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

“Si, forse si.”

 

“Ma che diavolo vai dicendo? Digli che invece rimarresti li con lui per sempre e che sei stata solo un’idiota!”

 

Tornarono alla macchina e non si dissero una parola. Lui aveva un’espressione contrariata, lei persa nel vuoto. Voleva trovare delle parole adatte ma non riusciva.

Adesso erano di fronte al portone di casa e il tempo volava.

Scesero.

Erano li, di nuovo l’una di fronte all’ altra.

“Beh, ciao Anna… Grazie di tutto” Disse lui freddo e sistemando il cappellino con un gesto nervoso.

“Grazie a te!” Che schifo di parole le uscivano dalla bocca.

Sguardo, silenzio, vuoto, ansia, paura, nostalgia, addio.

“Io allora vado…”

“Ok, fai buon viaggio Tom” Niente, ciò che voleva dire rimaneva nascosto nel suo cuore.

Un abbraccio privo di significato, poi dei passi e lui voltato di spalle.

“Tom!” Urlò Anna.

Lui si bloccò, desideroso di sentirsi dire che lei lo voleva accanto a se.

“Io..” Disse

“Si?” La esortò lui.

“Io…”

Di nuovo uno sguardo, di nuovo i loro occhi.

“Mi dispiace”

Delusione! Delusione di Tom che sperava in parole diverse, delusione di Anna che non riusciva a dire quello che voleva.

“Non fa niente, si vede che era troppo presto… o forse…”

“O forse?”

“O forse non era destino. Ciao piccola, stammi bene!” Con un gesto della mano la salutò e sgommò via. VIA DA LEI, via dall’ Italia, via da loro due.

 

Ringrazio di cuore:

Kina 89: "Tutto sarebbe tornato come prima" era riferito a Maggie ed Anna...Vedremo cosa succederà! Grazie tante per i tuoi commenti...

Lally_the best: Tesoro! Finalmente la mia fedelissima è tornata... Grazie per esserti ricordata di me!

Tom_simo: Grazie a te per commentare sempre.. Anna ancora non gliel'ha detto, ma solo perchè non ha trovato il momento adatto! Speriamo lo trovi!

pandina_kaulitz: Visto che ho postato presto? Si Anna si sta accorgendo dei sacrifici di Maggie... Grazie dei commenti un bacio!

Shari 92: Grazie piccola! grazie come sempre!

SISSINA: tesoro! Grazie mille! mi fanno un sacco di piacere i tuoi commenti! A presto!

Un saluto anche a Susser_ CInderella che finalmente è tornata al pc!!!!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: Fee17