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Autore: _Nekochan_94    17/04/2014    3 recensioni
[Malec] [Angst] [Half OOC]
Urlo e tutto si chiude attorno a me, lasciandomi sprofondare nel mio ennesimo incubo, nell’ennesimo ricordo di una vita a cui, per egoismo, ho scelto di rinunciare. E nei dolci dolori di una promessa candida come la tua pelle.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non sono di mia proprietà. Tutti i diritti appartengono a quella sadica della Clare *si dispera*




I learned to live half alive

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!

(Cantico dei Cantici- I Libri Poetici e Sapienziali )

 
Ho perso il conto di quanti anni siano trascorsi da quell’ultima battaglia, quando le bianche guglie di Idris si sono tinte del sangue dei suoi figli, dei prediletti di Dio. E’ una notte che difficilmente potrò cancellare dalla memoria, nonostante abbia la possibilità di farlo. Dopotutto ero e sono ancora il Sommo stregone di Brooklyn. Rido, di una risata che sa d’amaro e di sconfitto. Che poi è così che ne sono uscito. In ginocchio, con le dita sporche di quel liquido che, sino a pochi istanti prima, scorreva sotto una pelle candida, liscia come l’avorio, costellata di indelebili marchi neri ma che tutto erano riusciti a fare tranne che proteggerlo.
Forse sono impazzito nel momento stesso in cui ho ripreso coscienza di me, oppure sono diventato folle qui, rinchiuso tra le mura scure della cella per quelli come me, per i traditori, gli assassini. Assassino. Assassino è quello che Jace mi ha urlato, Michael tra le mani che riluceva di luce sinistra, mentre mi si lanciava contro, cercando di affondare la lama proprio lì, dove un tempo batteva un cuore capace d’amare, di provare lo stesso straziante dolore che spesso torna a farmi visita nel pieno dei miei incubi.
Sollevo una mano, per quello che posso date le pesanti catene che mi inchiodano al pavimento, poggiandola sullo sterno, affondando le unghie nella pelle lacera e sporca. Ah, se solo il vecchio me potesse vedermi, se l’eccentrico e fuori dagli schemi Magnus Bane avesse la forza di posare lo sguardo su quello che sono diventato, probabilmente mi volterebbe le spalle. Ma alla fine ho voltato le spalle a me stesso io per primo.

Tossisco, scuotendo il capo mentre un lieve spiraglio di luce taglia questo buio denso come la pece, ritrovandomi a serrare le palpebre con un gemito roco. E’ l’ora del pranzo o della cena, quale dei due ormai sono anni che non lo so più. Il tintinnio di un piatto poggiato in un angolo sin troppo lontano a conferma dei miei pensieri.
-Ale..Alexander..-

Soffio, prima di mordermi con violenza le labbra, con quella stessa rabbia che i Nephilim mi stanno riversando nelle vene goccia dopo goccia, giorno dopo giorno. Condannato a vivere in eterno tra queste quattro mura buie, senza poter morire. Perché uno come me la morte non la merita nemmeno, soprattutto se potrebbe concedermi di tornare da lui. Di rivedere un’ultima volta quegli occhi azzurri come il cielo d’estate illuminarsi alla mia presenza, seguiti subito dopo dal sangue che veloce affluiva alle sue guance.
Ma io, io che ho strappato via la vita dal quel petto, uno sguardo simile non lo merito. Il sommo stregone di Brooklyn non merita altro se non tutto questo. E la consapevolezza che, in questo buio più assoluto, l’unica cosa che mi è concesso di vedere è la runa matrimoniale che svetta sul mio petto, candida sotto le mie dita.

-Se puoi..perdonami.-

Perdonami perché non ero in me. Perdonami perché avrei voluto svegliarmi prima, fermare la mia mano e magari piantare quella lama dritta nel mio cuore e non nel tuo. Perdonami se puoi di averti amato e, ancor di più, di averti ucciso.
Urlo e tutto si chiude attorno a me, lasciandomi sprofondare nel mio ennesimo incubo, nell’ennesimo ricordo di una vita a cui, per egoismo, ho scelto di rinunciare. E nei dolci dolori di una promessa candida come la tua pelle.

Angolino autrice:

*palla di fieno che rotola* Se qualcuno ha avuto il coraggio di arrivare sin qui, complimenti! Hai vinto 100.000 baci e abbracci!
No, okay, lasciamo perdere gli scherzi. E' la prima ff che scrivi in questo fandom, la primissima Malec e, come al solito, sono riuscita a tirar fuori del puro angst. Spero tanto che non avvenga nemmeno la minima virgola di quello che la mia mente malata ha partorito, perché davvero non riuscirei a resistere se succedesse qualcosa a questi due *scappa via in preda alle lacrime* 

 
  
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