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Autore: Kiara_Wolf    17/04/2014    6 recensioni
Durante una notte di tempesta una ragazza decide di mettere fine alla sua misera vita, togliendosela una volta per tutte.
Ma non sempre quello che ci prefissiamo si avvera, ed ella infatti si ritrova tra le braccia della Morte che le da una seconda occasione per riscattarsi, si ritroverà con poteri che legheranno a vita lei ed i suoi discendenti e per domarli dovrà chiedere una mano a persone che non si sarebbe mai aspettata di poter conoscere veramente...
Non sarà certo facile, il risveglio di una vendetta mai sopita metterà a rischio la sua nuova casa e tutte le persone che ama, l'avventura che dovrà affrontare le farà fare i conti col suo passato e con i suoi sentimenti.
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In questa fanfiction voglio mettere in evidenza tante cose e spero di esserne all'altezza ma più di tutto vorrei far valere un sentimento che mi sta a cuore perché è prezioso più di qualsiasi pietruzza, vorrei farvi vedere i miei pensieri sull'AMICIZIA!
Spero che vi piaccia, ciao!!!! =)
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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In una notte silente la Morte piange per la sua bimba sofferente…
 
Il rumore furioso del tuono riecheggia per la città, sveglia i neonati che iniziano il loro lamento, mette terrore nelle persone che lo temono e porta un breve fascio di luce che fa da faro ad una figura che corre per le vie, sotto la pioggia scrosciante corre, cade, fa confondere le sue lacrime con la pioggia e si rialza riprendendo la disperata corsa.
Non sapeva bene da cosa scappava, gli venivano in mente tanti motivi, ma anche tanti ripensamenti, si fermò un istante a riprendere fiato e a cercar di calmare i forti sobbalzi che i singhiozzi del pianto gli causavano, strinse il ciondolo che aveva al collo come se quello le infondesse coraggio, si tirò un buffetto con decisione e riprese a correre.
Il cappuccio della felpa nera gli cade dal capo rivelando i capelli nero carbone che esso nascondeva, la borsa che le cadeva sul fianco sbatteva da una parte all’altra senza controllo e rallentando un poco quella folle corsa. Tutta inzuppata la figura arrivò ad un ponte che si stagliava ad un lato della strada, era un ponte vecchio, il legno era scricchiolante, ammuffito e per certi tratti era addirittura sconnesso e, al di sotto del ponte, vi era un fiume che nelle belle giornate scorreva pigramente sotto di esso facendo notare hai passanti  i bei sassi  che aveva al suo interno, questo, per quanto riguarda le belle giornate ma come vi ho descritto prima era notte e pioveva con furia , il bel fiume cristallino era diventato un ammasso di fango e alberi che scendevano a velocità mostruosa sotto il ponte dove rimaneva ancora immobile quella figura misteriosa che non accennava ad un movimento ma fissava silenziosa quella forza della natura che sarebbe stata utile allo scopo che le era venuto in mente fissando il fiume…
Morire, lentamente e soffrendo, facendo provare alla sua pelle quello che la sua mente ormai provava già da anni e che era morta proprio quel giorno dopo l’ultima sofferenza che era stata costretta a subire, voleva morire e in quella notte ci sarebbe finalmente riuscita.
La pioggia iniziò a diminuire di intensità ma la potenza devastante del fiume in piena era ancora ben visibile e soprattutto tangibile, la figura si avviò verso il bordo di ferro del ponte ignorando il briciolo di buon senso che le era rimasto che le urlava di porre fine a quella follia e di tornare a casa sua, dalla sua famiglia e riprendere la sua vita come se non fosse accaduto nulla di tutto ciò ma la figura testardamente la mise a tacere, lei non voleva rimanere in quello schifo un secondo di più e men che meno voleva tornare a sopravvivere in quella che il suo buon senso aveva osato chiamare “vita”, ma su una cosa aveva ragione, porrà fine a quella follia ma a modo suo!

Si issa con le braccia e si sporge sempre di più sperando che il peso della testa ed il ferro scivoloso per via dell’acqua la faccia cadere, perché non ti butti direttamente e la finisci con tutto?
Sei venuta fin qui per morire e allora perché continui ad esitare?
Hai paura?

No, non è la paura che ti fa tentennare è l’immagine continua di lei che non riesci a mandare via, del suo dolce e caldo sorriso dove trovavi sempre riparo per tutto e ti nascondevi da tutti, non ce la fai a buttarti e a smettere il tuo inferno perché infrangeresti la promessa che le hai fatto tanto tempo fa, di vivere e di essere felice anche se lei non c’era più, ma tu non vivi tu muori ogni giorno e solo di notte torni a rivivere grazie al quel manto scuro con tutte quelle stelle e quella Luna.
Oh, la Luna!

Adesso non si vede a causa dei nuvoloni di pioggia ma tu sai bene che lei c’è sempre e ci sarà sempre, vorresti andartene lì e restare da sola perché è così che tu vuoi restare vero?
Insieme alla pioggia si mischiano altre gocce salate, ma non vengono dal celo nuvoloso ma dal tuo volto, dai tuoi occhi ormai rossi per tutte le lacrime che hai versato ma poi, all’improvviso, smettono di scendere perché sei riuscita a finire anche quelle e ora non riesci più a farle uscire…
Ti abbassi, non ci riesci più a farlo vero?
Sei masochista se in questa notte scura non poni fine alle tue sofferenze buttandoti in quel fiume, forza cosa aspetti?
Ti ricordi una frase che inizia a rimbombare nella tua testa come una cantilena:” La morte è solo l’ultimo rifugio per i deboli che non riescono ad affrontare la vita di tutti i giorni”.
La disse lei quella frase e tu l’hai sempre sostenuta fino alla fine ma questa sera la stai infrangendo volendo la tua morte, sei debole allora?
Non sei debole, sei solo un essere umano che sbaglia come tutti gli altri, non sei più affacciata e adesso, con le mani ancora sulla ringhiera di ferro, ti accingi a tornare a casa e a dimenticare tutto come diceva il tuo buonsenso all’inizio.

Ti volti rimanendo con solo la mano destra ancora su quella dannata ringhiera di ferro fredda, bagnata, arrugginita e non scivolosa come volevi tu.
Stai per toglierla quando senti un rumore feroce, un ruggito di un tuono si mischia al frastuono di un clacson di una macchina solitaria in quella strada deserta, fai appena in tempo a vedere i fari che ti vengono in contro accecandoti.
Non lo senti neanche il dolore che provi quando l’auto ti urta violentemente facendoti volare via verso il fiume, senti l’acqua che ti avvolge e che ti entra nei polmoni, non lotti neanche per salvarti ti arrendi e basta perché adesso speri che la potrai finalmente rivedere ma ti sbagli.
Apri lentamente gli occhi e mi vedi, finalmente, ti ho osservata per tanto e ora so che sei tu la persona giusta per adempire a questo ruolo, mi fissi e mi sorridi…

Sei la prima a farlo sai?
Ti raggiungo e ti prendo in braccio, non preoccuparti mia cara, presto starai meglio avvererò il tuo sogno più grande dopo la morte, come se mi avessi letto nel pensiero mi guardi confusa, adesso ti posso parlare:”Mia cara, non è ancora venuto il momento per te di venire con me, devi fare ancora tante cose importanti ma non in questa vita, ti farò rivivere in un posto migliore, un posto che tu ami tanto insieme a persone che fanno parte di te...
Ti farò rivivere su quella che voi mortali chiamate Mobius!”

Spalanchi gli occhi e non sai cosa dire, semplicemente mi sorridi di nuovo e con le tue iridi azzurre mi ringrazzi, ma aspetta a ringraziare c’è un patto che con me devi fare.
Non ho parlato eppure mi capisci lo stesso e, tacitamente, mi chiedi cosa devi fare nella tua nuova vita.
“D’ora in avanti non potrai più toglierti il tuo ciondolo perché senza di esso non potrai vivere, vedrai le anime dei morti che si aggirano intorno hai vivi e i peccati che hanno commesso, avrai come potere il fuoco blu, il fuoco dei morti!
E con esso dovrai castigare chi va nella via del male, impara a domarlo e impara a parlare con queste anime che non riesco a portare con me nella tranquillità che è la morte, a te affido questo compito, portalo a termine e insegna ai tuoi figli quello che hai imparato, non è una maledizione quella che ti sto dando ma in impegno che va solo a chi in vita ha sofferto tanto come te…”

Appena finisco di parlare annuisci accettando queste condizioni senza ripensamenti, soddisfatto chiamo a me il mio uccello prediletto, il corvo, ti affido a lui a finche i porti nel tuo nuovo mondo.
Mi saluti sempre sorridendo e ora è da me che esce una lacrima di nostalgia perché già mi manchi figlia mia…

Sparisco con la mia falce in mano, il lavoro non aspetta nessuno e io che sono la morte ritardar anche se è notte non mi è permesso da nessuno, corvo nero ti affido un ultimo incarico, veglia sulla mia bambina e proteggila dal male che le si avvicina.

 

 
Ciao a tutti, è da un bel po’ che non ci si sente vero?? ^^’’’
Scusatemi se sono mancata tutto questo tempo…

As: Non sei mancata a nessuno -.-
Ma tu che cacchio c’entri ogni sacrosanta volta???
Io ci sarò sempre, purtroppo, e visto che è divertente darti fastidio lo faccio ù.ù
Ma che… Va bene lasciamo stare guarda -.-
Comunque sia riguardo questa fic io…

Eri di una depressione unica!!!
Ma dico scrivi certe cose da tagliarsi le vene veramente!!!

… Volevo dire che è soltanto di prova, vorrei un vostro parere per sapere se continuarla o meno, ho le idee chiare per continuarla e mi piace molto come la sto scrivendo, a differenza purtroppo di “IL LATO OPPOSTO DELLA CATTEDRA”, questa fan fiction ho deciso di revisionarla, non mi piace come è venuta e non mi appassiona come speravo, chiedo perdono a tutti quelli che hanno voluto fare gli alunni ma non ce la faccio più a stare con il tormento di continuarla anche se non mi piace, non ci riesco, perdonatemi se potete…

Vabbè, ormai la frittata è fatta, se non ti piace che cavolo la continui a fare pure te??
Certo che anche se sono uscita dalla tua mente matta non credo che riuscirò mai a capirti -.-

Stavi… cercando di consolarmi??? O.O
Chi? Io? Ma tu stai male veramente!!! Non potrei mai consolarti!! Lo sai che non ti sopporto e a stento ti posso vedere tutti i santi giorni e credi che ti possa consolare??? Vatti a curare umhp! *si gira dall’altra parte cercando di nascondere il rossore che aveva imporporato le sue guancie*
O-ok O.ò
Beh, amici, dopo questa sclerata da parte della mia gattina è giunto il momento di salutarci, vi auguro tante cose belle, un forte abbraccio dalla vostra Chiara e…

Non mi coinvolgere, io non abbraccio nessuno! è.é
Che antipatica che sei -3-‘’’
Vi abbraccio solo io, ciao a tutti!!!

Almeno saluta eh!!! *arrabbiata*

Che seccatura…
Ciao anche da parte mia e se recensite, se a qualcuno verrà in mente di leggere questa fic da depressi, dite che fa schifo perché è vero!!!
Grrr…
Vieni qui che ti pesto!!! *la insegue*

Ciao, ciao!!! *scappa via*
 
  
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