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Autore: Cara_Sconosciuta    14/07/2008    2 recensioni
Prima di iniziare a scrivere questo tema ho parlato con tutti i miei amici e molti di loro hanno scelto come loro mentore il proprio padre. Io no. Insomma, io voglio bene al mio papà, però la persona che ammiro di più non è lui. Il mio mentore si chiama Chad Danforth ed è il migliore amico di mio nonno, ma anche il mio allenatore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chad Danforth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E rieccola con una shottina nuova nuova…e…miracolo

E rieccola con una shottina nuova nuova…e…miracolo! Non è Ryelsi! Per quanto non senta il personaggio di Chad particolarmente affine a me, sentendo questa canzone me lo sono immaginato nelle vesti dell’allenatore…e quindi è nata questa storia! Ringrazio tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo di “Dimmi chi sei”, anche se lo farò nel dettaglio nel secondo. Voglio però rassicurare Vivy: la tua recensione non mi ha dato affatto fastidio perché hai assolutamente ragione, non è facile non estraniare i personaggi in un remake ma, come dicevo nell’intestazione, la mia sfida è rendere Kelsi se stessa anche in una vita diversa da quella nella quale siamo abituati ad immaginarla.

Ok ok, ho parlato pure troppo… la canzone è “L’allenatore” di Gianni Morandi.  

                                                                                                                                          Temperance

 

L’allenatore

Alla mia “allenatrice”, Ros

Mio modello per vita e recitazione

 

Il mio mentore

Un tema di

Alexander T. Evans

Classe prima

East High School

 

Prima di iniziare a scrivere questo tema ho parlato con tutti i miei amici e molti di loro hanno scelto come loro mentore il proprio padre. Io no. Insomma, io voglio bene al mio papà, però la persona che ammiro di più non è lui.

Il mio mentore si chiama Chad Danforth ed è il migliore amico di mio nonno, ma anche il mio allenatore. Io gioco a calcio da quando avevo sette anni e credo di essere abbastanza bravo, forse uno dei migliori della mia squadra, ma Chad è e rimarrà sempre il mio eroe. Lui è bravo in tutti gli sport che prova: gioca a baseball, fa atletica leggera, balla e così via. L’unica cosa che non sopporta è il golf perché dice di aver avuto delle brutte esperienze quando era giovane.

Chad è bravo perché non ti incoraggia soltanto, ti fa vedere anche i rischi che ogni partita comporta: non si può sempre vincere, dice lui, ma bisogna dare il massimo in ogni occasione, sia per noi, sia per chi ci viene a vedere e fa il tifo perché pensa che noi siamo i più forti. Però poi ci spiega che anche essere i più forti a volte non basta, perché prima di tutto noi siamo esseri umani, così come lo sono gli arbitri, e gli esseri umani ogni tanto sbagliano, perché è nella loro natura. E poi ci sono gli imprevisti, quelli che non si possono proprio evitare ma che, alla fine, sono ciò che rende unico ogni incontro.

 

E adesso vi accompagno dalle scale ai riflettori

C’è gente sugli spalti che ci vuole campioni

Ma a vincere non è che sono sempre i migliori

Noi prima siamo uomini e dopo giocatori

A questo aggiungi pure che la palla è rotonda

A volte soffia il vento in poppa

Ed altre volte ti affonda

Ci sono leggi e schemi, verticalizzazioni

E poi traverse e pali

E poi sviste arbitrali

 

Non è un lavoro facile, quello di Chad, eppure lui lo fa da una vita ed è sempre soddisfatto. Non l’ho mai visto triste o annoiato, né in quelle estati dove stare in panchina è un suicidio né in quegli inverni che sono ancora peggio perché il metallo è ghiacciato e scotta la pelle come e più del fuoco.

Lui è sempre lì sul bordo del campo, pronto a scattare in piedi ogni volta che ci serve un consiglio, ogni volta che uno di noi si fa male, per festeggiare con noi una vittoria o per tirarci su il morale dopo una sconfitta. Lui crede in noi, anche quando l’altra squadra è forte il doppio e non abbiamo speranze. Lui ci crede e allora ci crediamo anche noie questo lo rende felice…anche se, da quando sua moglie è morta, sembra sempre solo, persino alle feste dove c’è un mucchio di gente.

Noi siamo la sua vita e lo sappiamo bene; per questo non vorremmo mai deluderlo.

 

E guardalo l’allenatore

Da cinquant’anni appresso ad un pallone

Sulla panchina calda come il sole

E un freddo gelido quasi polare

E guardalo l’allenatore

A bordo campo pronto a cominciare

Determinato nel voler cercare

Una vittoria che non può salvare

Con la sua grinta irrompe come un tuono

Chiudi gli spazi e segui sempre l’uomo

Ma non ti sembra di vederlo solo?

 

Io lo so che lui si sente solo, perché l’ho sentito chiacchierare con il nonno. Gli diceva che lui è tanto fortunato ad avere ancora la nonna perché, anche se un giorno fosse costretto a scendere dal palcoscenico per sempre, lei sarà lì a tenergli compagnia, mentre per lui la sua squadra è tutto e quando non potrà più allenare non sa cosa farà.

E io allora penso che giocare a calcio non è poi così diverso da vivere. Insomma, sul campo non si sa mai cosa succederà e a volte accadono cose del tutto inaspettate, a volte belle, a volte un po’ meno. Credo che per Chad perdere sua moglie sia stato un po’ come un grande cartellino rosso, assegnatogli senza che lui avesse fatto nulla per meritarlo, e di colpo si è ritrovato solo contro il mondo.

Ha vinto tante partite, il mio allenatore, ma quella più importante la sta ancora giocando, ci sta mettendo tutto se stesso, ma non sa se ce la farà, perché a volte non basta essere più forti dell’avversario. A volte il destino è contro di te e allora non ci puoi fare niente. E poi ci sono quei momenti dove bisogna fare la cosa giusta subito, perché non si ha una seconda possibilità…è un po’ come quando si tira un rigore e Chad me l’ha detto in segreto, i rigori sono sempre stati il suo punto debole.

 

Che differenza c’è tra una partita e la vita

Se ci si trova soli ad affrontare una sfida

Per vincere non è che basta solo lottare

Bisogna dare tutto e potrebbe non bastare

A questo aggiungi pure che la sorte ti inganna

Che all’ultimo minuto può tradirti una palla

Ci sono scontri duri e calci di rigore

Dove non puoi sbagliare

E poi trasferte amare…

 

Ma lui è sempre lì, sempre seduto su quella panchina a guardarci giocare con negli occhi l’orgoglio di un padre. Lui per noi ha dato tutto ciò che aveva, perché noi siamo quanto di più importante esista per lui e mi piacerebbe che avesse avuto in cambio almeno la metà di tutti i suoi doni.

Invece no, non sempre va così e ci sono ovunque gli ingrati che non sanno apprezzare una brava persona e che trovano ogni scusa per metterla nei guai.

Lui si stringe nelle spalle e dice che va bene così, che non è importante quello che il mondo pensa di lui, ma solo l’opinione delle persone per le quali lui conta davvero. Dice che noi siamo la sua felicità e tutto il resto non conta; noi esistiamo e già questo è, di per sé, una vittoria.

Non so se qualcuno si ricorderà di Chad Danforth quando lui sarà morto, perché il nostro mondo troppo spesso è così superficiale da non accorgersi di chi attraversa la strada in silenzio, senza dar fastidio, senza farsi notare. La maggior parte della gente ricorda solo chi fa rumore, chi è sotto gli occhi di tutto e non si rende conto di quanto possa essere profondo il segno lasciato da un semplice allenatore nel cuore dei suoi ragazzi.

Forse non tutti sapranno chi è stato Chad Danforth ma, chi ha imparato a conoscerlo davvero, lo porterà per sempre con sé perché, prima di tutto, Chad è una persona vera come ce ne sono poche. Ha vinto delle partite, ne ha perse altre, ma non si è mai lasciato andare e l’importante, secondo me, è questo.

 

E guardalo l’allenatore

Ha dato tanto e avuto molto meno

Ma quanti ostacoli quanto veleno

Prima di alzare le sue braccia al cielo

In questo mondo privo di valori

Dove chi conta sono i vincitori

E dei perdenti cancelliamo i nomi

 

Ecco, per tutte queste ragioni io ho scelto Chad Danforth come mentore e il mio sogno più grande è poter diventare almeno la metà di quello che è lui. Perché lui è stato amico, fidanzato, marito, padre, nonno, sportivo, allenatore e tanto altro, ma, soprattutto, lui è un uomo e non pensate che sia banale: essere un uomo è molto più complesso di quanto si possa immaginare.

Me lo ha insegnato lui.

 

 

 

 

   
 
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