“Il
giorno in cui ci incontrammo per la prima volta, tu mi guardasti con
occhi scettici…come poteva una ragazzina così per
bene farti provare quelle emozioni solo con la sua voce? E avevi
ragione tu, in tutto quello che dicevi e in tutto ciò che
facevi…Vegeta.”
Bulma.
Avevo solo
un sogno nella mia vita: cantare. Cantare su uno di quei palcoscenici
grandi, per vedere la gente sotto di me ridere, piangere,
saltare…e sarebbero stati tutti lì per me, per
sentire la mia voce. Ma se fossi stata sola ciò non sarebbe
servito a niente.
Com’è che c’era scritto? Ah,
sì.
“Cerchiamo
vocalist per una band a Città dell’Ovest.
Presentarsi nella sala “Night-Blooming” se siete
interessati. No perditempo.
Vegeta.”
La tua firma
era scritta a mano, con quella calligrafia rabbiosa e furente. Ma
quella notte mi facesti felice, avevo finalmente trovato la persona
alla quale far sentire le mie canzoni ed il modo in cui cantavo, senza
immaginare che entrare nelle tue grazie sarebbe stato così
difficile.
Strinsi quel
foglio tra le unghia, che avevo ricoperto con uno smalto rosso, per
impedir loro di rompersi. Corsi immediatamente a casa, il rumore dei
miei passi s’infrangeva sulla strada e svegliava la gente.
Però riuscii a non farmi scoprire nemmeno quella notte,
nonostante l’entusiasmo mi avesse conquistata, i vestiti
erano buttati lì per terra nella mia stanza, quasi avessero
perso la vita che avevano quando li portavo addosso; mi addormentai con
quel foglio tra le mani, con i residui di trucco che si stendevano
sugli occhi e sulle labbra che accennavano un sorriso.
***
“ Quando
quell’idiota di Kakaroth mi disse che aveva trovato la
vocalist, io mi arrabbiai. Cazzo, glielo avevo detto che non volevo
discutere sul fatto che avrei preferito un uomo. Poi…la tua
voce…le tue movenze. Tutto ciò che facevi. Alla
fine mi hai fregato. Già, Bulma Brief.
T’insultavo. Cercavo di buttarti giù ma, alla
fine, mi hai fregato…”
Vegeta.
Un bassista. Sapete cosa succede
quando ti chiedono che lavoro vorresti fare e tu rispondi che vorresti
fare il musicista? Una risata, due. I miei genitori neanche volevano
saperne di questa storia. Mio padre diceva che avrei dovuto seguire le
tradizioni di famiglia, mia madre lo appoggiava.
‘Fanculo loro e le loro tradizioni.
Per fortuna c’era Goku, anzi Kakaroth.
Batterista. Fortunato. Un dannatissimo fortunato. Radish, suo fratello,
lo assecondava. Assecondava i suoi sogni, le sue idee.
Io. Figlio unico. Figlio unico che
sogna di fare il musicista.
Figlio unico che scappa di casa. Figlio unico orfano di due genitori.
Orfano di un padre ed una madre che lo hanno ripudiato.
No, non commiseratemi. Odio quando la gente lo fa.
Dannazione se lo odio. Come odio tutto ciò in cui la gente
crede.
L’amore,
l’ottimismo, la solidarietà.
Stronzate. Essere ottimisti non serve a nulla. Essere solidali ti
ferisce soltanto.
Amare. Amare è un coltello a due lame. Ami, soffri. Soffri,
ami.
Il Grande Circolo. L’Eterno Cerchio.
Nella mia vita ho amato. Ho odiato.
Lei l’ho amata ed odiata. Odiata perché
l’amavo.