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Autore: Lucas_W    18/04/2014    4 recensioni
Segui Lucas e il suo fedele Heat nel loro viaggio nelle regioni del mondo Pokémon. Battaglie, intrighi, piani criminali, amicizie, questo e molto altro in Pokémon Ultimate Tour.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blue, Green, Red, Yellow
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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“Gengar usa Ipnosi e con il suo potere riesce ad addormentare il povero Nidorino, che ora è indifeso nei confronti dello spettr…”
All’improvviso il televisore che stava trasmettendo il programma si spense.
“Basta così. Ormai conosco a memoria questo scontro. Non posso più continuare a guardare le repliche sulle fasi finali della Lega Pokémon, Heat! Devo finire di fare lo zaino per domani.”
“Char-char” –disse il piccolo Charmander mettendo la testa sotto la mano del ragazzo, come a cercare qualche carezza.
“Lucas! Mentre finisco di asciugare i capelli di tua sorella vai a cucinare la cena per stasera!” – disse una voce femminile che arrivava dal bagno di casa Wiring.
“Si mamma, vado subito” – disse Lucas sbuffando e chiudendo la sua borsa, “Andiamo Heat, vieni ad aiutarmi con la tua fiamma.”
 
“Immagino che vi stiate chiedendo chi sono Lucas e Heat, non è vero? Bene, io sono qui proprio per raccontarvi la loro storia.
Salve, sono il Professor Oak e sono nell’insolita veste di voce narrante. Ho conosciuto personalmente questo ragazzo, fin dagli inizi della sua avventura, quindi sono la persona giusta per narrarvi le sue gesta.
Lucas è un ragazzo di 175 centimetri, castano chiaro con i capelli medio-lunghi. Veste sempre con maglietta bianca e una felpa azzurra, un paio di jeans e delle scarpe in tela bianche.
Abita a Fucsiapoli, nella regione di Kanto, famosa perché in essa è presente la città di Biancavilla, che da sempre sforna talenti e allenatori leggendari.
In quanto a me, sono la massima autorità in fatto di Pokémon: colui che sa tutto di queste magiche creature e, non per vantarmi, sono stato in passato anche un gran allenatore, risultando anche Campione della Lega.  Ma questa è un’altra storia, ormai sono passati troppi anni, più di quanti possiate immaginare…
Cerchiamo di non divagare e torniamo a Lucas.
Domani, assieme al suo fido Heat, dovrà sostenere l’esame pratico per diventare un allenatore di Pokémon, dopo essere riuscito a superato l’esame teorico.”

 
“Bravo il mio Lucas, una cenetta coi fiocchi!”
“Oh, grazie mamma! Sarà che sono emozionato per l’esame di domani.  Come sapete potrebbe essere il mio ultimo giorno di permanenza a casa, se dovessi passarlo…”
“E lo passerai, mio caro. Parola di papà. Ora vai pure fuori con i tuoi amici e rilassati un po’, te lo meriti.”
“Dlin-Dlon” –suonò il campanello.
“Oh,deve essere Shon. Significa che posso andare a dormire a casa sua. Ciao Mà. Ciao Pà. Ciao Sarah. Domani vi dirò se l’esame è andato bene o no.” –sorrise il ragazzo sollevando il piccolo zainetto pieno di Pozioni e Poké Ball, “Andiamo Heat!”
Lucas uscì di casa e vide Shon, suo amico d’infanzia con il quale l’indomani avrebbe sostenuto l’esame, al fianco del suo fedele Psyduck.
Shon era un ragazzo di media statura con un accenno di pancetta. Un finto magro, per intenderci. Aveva i capelli rasati, una peccia vistosa sotto l’occhio destro, una risata contagiosa  e il vizio, quando pensava, di mettere un dito della mano destra nell’attaccatura dei capelli, mentre si mangiava l’unghia della mano sinistra. Vestiva con una felpa a cappuccio e un paio di pantaloni della tuta.
“Buona sera” –disse Lucas rivolgendosi al ragazzo e al suo Pokémon, “Siete pronti tu e Rullo per l’esame di domani?”
“Certo che si, Lucas. Siamo stati tutto il pomeriggio a pensare a che tipo di prova ci farà sostenere domani Nina, la capo palestra della nostra città.”
“Non ci credo, avrai dormito per tutto il pomeriggio” –lo corresse Lucas con un sorriso a 32 denti.
Shon arrossì.
“E va bene, mi hai scoperto. Non ho dormito, ma io e Rullo siamo stati in giro per tutt’oggi, a giocare a Poké Boccette. Sai che ne siamo quasi malati!”
“Lo so bene, lo so bene.. E scommetto che hai anche fumato un bel po’ di sigarette, vero?”
Shon scoppiò a ridere.
“Non ti si può nascondere nulla, vero? Dai, andiamo da me! Saremo più comodi”
I due ragazzi trascorsero la notte a parlare e a giocare con i propri Pokémon senza riuscire a chiudere occhio.
Al giorno d’oggi, tutti possono possedere almeno un Pokémon, fin dalla nascita, ma per poterlo allenare, conquistare le medaglie ufficiali della Lega Pokémon e sfidare altri allenatori, è necessario un patentino, senza il quale non è possibile svolgere tutte queste azioni.

La mattina seguente, di buon’ora,  i due ragazzi si recarono al Centro Medico per Pokémon della cittadina, dove tanti altri allenatori stavano per sostenere il test.
“Buongiorno a tutti, sono l’infermiera Joy.” –disse la ragazza dietro il bancone dell’ospedale,  “Oggi sono qui per illustrarvi la prova d’esame che dovrete sostenere. Per poter ricevere il patentino dovrete riuscire nel difficile compito di catturare un Pokémon all’interno della Zona Safari. Le uniche regole della gara saranno le seguenti: è vietato usare qualsiasi tipo di Pokémon e le uniche sfere per poter catturare all’interno del parco sono queste Safari Ball, che verranno distribuite ad ognuno di voi. Le regole sono solamente due ed estremamente semplici, vedete di rispettarle o vi farete squalificare! All’interno del Safari troverete comunque questi giudici: il loro compito è controllare il corretto svolgimento delle regole. Non ho nulla da aggiungere. Entrate nella Zona Safari e catturate  un buon Pokémon.”
“Fantastico! Non potevo sperare in esame migliore!” – esclamò Lucas mentre richiamava Heat nella sua comoda ed accogliente sfera.
“Pensavo andasse peggio, sinceramente.” –commentò Shon “Rullo, sei pronto? Entriamo e facciamoci valere!”
“Fermo, Shon!” –disse Lucas con fretta, “Hai già dimenticato le regole? Non puoi usare Psyduck durante l’esame!”
Shon rimase perplesso per qualche momento, assumendo la sua tipica posa con la mano sull’attaccatura dei capelli, poi a stento riuscì a trattenere una risatina.
“Hai ragione, sai come sono fatto.”
Anche Lucas scoppiò a ridere, osservando la contagiosa espressione dell’amico
“Si, so benissimo che hai la testa tra le nuvole.”
Rullo venne richiamato nella sua Pokéball dal giovane, che poi aggiunse: “In bocca al lupo amico mio, fai del tuo meglio e cattura il Pokémon più raro e potente di tutta la zona Safari”
“Buona fortuna anche a te, Shon.” – rispose Lucas sorridendo e aggiustandosi i capelli.
La Zona Safari era un’immensa distesa di erba, in cui vivevano alcune tra le specie Pokémon più rare di tutta Kanto. Conoscendo Lucas, avrà voluto sicuramente incontrare un Pokémon raro e forte allo stesso tempo, con cui però stringere un rapporto di amicizia veramente saldo.
“La Zona Safari è davvero enorme!” –sbuffò Lucas, “Vediamo un po’ che Pokémon ci vivono! Consulterò l’applicazione Pokédex del mio telefonino… Doduo, Nidoran, Exeggcute, Rhyhorn... Sono tutti troppo comuni. Io voglio un Pokémon come Tauros  o Pinsir! L’ideale sarebbe un Dratini! Vuoi mettere l’emozione di poter lanciare una Poké Ball contenente un Dragonite? Sarebbe il massimo”
Il ragazzo estrasse dal suo zaino un Super Amo, donatogli dal padre.
Lucas non aveva mai amato la pesca, ma suo papà aveva sempre avuto il pallino e aveva deciso di regalare al figlio uno strumento in grado di aiutarlo a catturare qualche Pokémon raro.
Il giovane si avvicinò ad uno specchio d’acqua, in cui un ragazzo con gli occhiali sonnecchiava sdraiato sull’erba con in mano proprio una canna da pesca.
“Anche tu alla ricerca del Dratini, eh? Dicono sia molto raro” – esclamò il ragazzo con un accenno di “erre-moscia”, sentendo arrivare Lucas.
“Già, voglio catturarlo per passare a pieni voti il mio esame. Devo assolutamente allenarlo e possedere Dragonite”
Il ragazzo, leggermente sovrappeso, si alzò dall’erba e riavvolse la lenza della sua canna.
“Non vorrei darti una delusione, ma solamente un Dratini viveva nella zona Safari, e indovina un po’?” –disse il giovane lanciando una Safari Ball all’interno del laghetto.
Dalla sfera uscì un meraviglioso esemplare del Pokémon drago che tanto desiderava Lucas.
“Ho avuto parecchia fortuna, ha abboccato subito alla speciale pastura che mi sono portato. Mio nonno diceva che ne andavano pazzi e infatti..”
Lucas era abbastanza deluso.
Sapeva benissimo che potevano esserci altri esemplari di Dratini, ma trovarne un altro prima della fine del test era praticamente impossibile.
 Il ragazzo non fece in tempo a controbattere che dall’erba alta della Zona Safari uscì uno Schyter, con una cicatrice sull’occhio, parecchio arrabbiato.
La mantide sembrava impazzita e con le sue lame tagliava tutto ciò che trovava.
A Lucas si illuminarono gli occhi alla vista di un Pokémon così forte.
“Non preoccuparti, io ho deciso di puntare tutto su questo, dato che mi sembra molto forte!” –disse il giovane mettendo la mano destra sulla Pokéball di Charmander, “Sarà un gioco da ragazzi per Heat indebolirl…”
L’altro aspirante allenatore bloccò il braccio di Lucas, impedendogli di lanciare Heat nella mischia.
“Ma come? Non ricordi? Non puoi utilizzare i tuoi Pokem…AHHHHHHH!”
Il ragazzo non riuscì a finire la frase, perché la pazienza di Schyter era ormai terminata e non si fece scrupoli ad attaccare i due ragazzi, che si diedero alla corsa per tentare di salvarsi dall’ira del Pokémon verde.
I due iniziarono a correre ad una velocità impressionante, come mai prima d’ora.
In fondo era in pericolo la loro stessa vita, non potevano permettersi di rallentare.
“Corri! Non vorrai farti ridurre a fettine da quella furia, vero?!” –disse Lucas notando che il compagno stava rallentando.
“Non ce la faccio più, sono fuori allenamento! Pensa a salvarti, io non ho speranze..”
“Smettila immediatamente di fare discorsi simili!” –lo interruppe Lucas “Ci salveremo, te lo prometto. Non posso abbandonare un amico”
Nonostante i due si fossero appena incontrati, Lucas considerava il ragazzo già un amico.
Era una delle sue caratteristiche principali: dava fiducia alle persone, anche quelle che conosceva da poco, e si legava a loro in brevissimo tempo.
Per aiutare il compagno, Lucas iniziò a lanciare alcune esche contro l’inseguitore, che per poco più di una manciata di secondi riuscirono a placarlo.
“Fantastico! Sono riuscito a distrarlo per un po’. Presto, scappiamo!”
“Entriamo in questa grotta dovremmo essere al sicuro” –disse il ragazzo.
Il posto non era dei più accoglienti. Si udivano distintamente i Supersuoni che alcuni esemplari di Zubat e Golbat emettevano per orientarsi. Inoltre, vi era un gran freddo, a causa dell’umidità.
Lucas fece uscire Heat dalla Poké Ball per riscaldare l’ambiente grazie alla fiamma della sua coda.
“Sono Benji, piacere di conoscerti” –disse ad un tratto il ragazzo, porgendo la mano destra in segno di saluto.
“Io sono Lucas, il piacere è tutto mio” –rispose stringendo con forza la mano del nuovo amico, “Aspettiamo che si calmino le acque, poi cerchiamo di uscire da qui.”
I due ragazzi attesero nella grotta diverso tempo, nel quale si raccontarono qualche particolare episodio della loro vita.
Lucas gli raccontò tutte le gaffe che Shon aveva combinato. Il suo amico era il tipico bonaccione un po’ troppo spensierato e ogni cosa che faceva finiva con il diventare qualcosa di comico e leggendario.
Dopo 15 minuti, Benji si alzò e si avviò verso l’uscita della grotta.
“Vado a controllare cosa succede”
Lucas annuì e ritirò Heat all’interno della sua sfera e l’appoggiò su una roccia.
Passarono un paio di secondi  prima che Benji si mettesse ad urlare.
Lucas, non curante del pericolo, si catapultò all’esterno e trovò l’amico con le spalle al muro della grotta tenuto in ostaggio dallo Schyter di prima che gli puntava la lama alla gola.
“Ci penso io, Benji” –disse Lucas, “Sarò squalificato, ma devo salvarlo. Vai, Heat!”
Il giovane mise mano alla sua cintura, dove solitamente si trovava la sfera del suo Charmander, ma questa volta non trovò alcuna Poké Ball.
“Diavolo! Ho dimenticato Heat all’interno della caverna!”
La situazione iniziava a farsi davvero pericolosa.
Lucas era sprovvisto anche del suo unico Pokémon e Benji non poteva muovere un muscolo per lanciare il suo Dratini se non voleva rischiare di essere scuoiato dalla mantide.
Sembrava davvero che non ci fosse via di fuga.
Schyter si era ormai stancato e stava per colpire Benji con la sua lama destra, quando improvvisamente rimase bloccato da una forza invisibile.
“Ma quello è un attacco Confusione!” –esultò Benji osservando l’aura azzurra che ricopriva Schyter e gli impediva di muoversi.
Lucas si voltò, come se sapesse già cosa stava succedendo e vide Shon e Rullo intenti nella lotta contro il Pokémon verde.
“Shon, che cosa ti è venuto in mente? Smettila subito, o verrai squalificato!” –urlò Lucas disperato.
“Troppo tardi… Avrei forse dovuto aspettare un tuo spezzatino? Avanti, cattura Schyter e almeno tu supera l’esame”.
Lucas era paradossalmente triste per come la vicenda si era conclusa. Certo, non poteva non ringraziare il cielo per essersi salvato da Schyter, ma sapeva che il suo amico a causa sua non avrebbe quasi sicuramente superato l’esame.
“E per fortuna che il pasticcione dovresti essere tu… Grazie Shon, grazie Rullo…” –disse a testa bassa, mentre lanciava, sconsolato, la Safari Ball, imprigionando il Pokémon Coleottero.
Anche Shon, forse addirittura più di Lucas, aveva questo senso d’amicizia innato, che anteponeva a qualsiasi cosa, anche a cosa di dover subire sulla propria pelle qualcosa di negativo.
L’esempio lampante fu proprio il salvataggio nei confronti dei due ragazzi, nonostante sapesse benissimo che sarebbe stato squalificato per aver infranto le regole.
Suonò un campanello, che annunciava la fine del gioco Safari e dell’esame.
Tutti i giovani si avviarono verso l’uscita, molti dei quali con il sorriso sulla faccia, evidentemente soddisfatti del proprio bottino. Shon era stranamente allegro. Aveva un piccolo sorrisetto stampato in faccia, mentre Lucas provava a non far vedere lo sconforto che provava dentro di se.
“Siete stati tutti bravissimi, ragazzi” –decretò l’infermiera Joy “Avete superato tutti l’esame e verrete ricompensati con il patentino da Allenatore. Nina sta passando tra di voi a consegnarlo”
Lucas scattò verso l’infermiera.
“Tutti promossi? Proprio tutti?”
Joy mise le mani sulle spalle del ragazzo.
“Mi spiace, Lucas. Volevo parlare con voi in privato della situazione… Sappiamo di quanto successo e purtroppo Shon verrà squalificato e non riceverà il patentino…”
Lucas abbassò la testa, desolato. Si voltò con calma verso l’amico e notò che in fondo in fondo anche sul suo viso si era stampato un sorriso sforzatissimo.
“Non disperate, ragazzi” –interruppe tutti Nina, la Capopalestra di Fucsiapoli, “Non vogliamo essere troppo cattivi, quindi permetteremo a Shon di affrontare il viaggio con Lucas e Benji, ma non potrà ovviamente collezionare le medaglie della Lega”
“Grazie, apprezzo molto il gesto” –disse Shon sorridendo.
Nina consegnò ai due ragazzi il patentino che tanto aspettavano.
“Buona fortuna per il viaggio, neo Allenatori” –disse rivolgendosi ai giovani “E se permettete vorrei chiedervi di accompagnare mia cuguna Nora nell’avventura. Non conosce nessuno ma vorrebbe partire con qualcuno”
Un giovane non troppo alta si nascondeva dietro Nina. Aveva i capelli lunghi e quasi biondi e indossava una maglietta ed un paio di jeans. “Piacere di conoscervi, ragazzi” –disse timidamente.
“Ciao Nora” –risposero in coro i tre ragazzi, dando il benvenuto alla giovane.
“Se tutto è pronto vi auguro buona fortuna. Potete tranquillamente iniziare il vostro viaggio da Allenatori. Spero davvero che possiate raggiungere i traguardi che vi siete prefissati e che possiate riempirci di gloria” –augurò la Capopalestra “Ricordatevi che quando sarete più esperti vi aspetterò qui per una battaglia mozzafiato”

Il gruppo era ormai formato. Dopo aver salutato i propri famigliari, i quattro ragazzi si fecero coraggio e si avviarono verso la Pista Ciclabile, che li avrebbe condotti ad Azzurropoli.
“Ci siete tutti? Siete pronti per il primo grande passo?” –chiese Nora rivolgendosi agli altri.
I tre ragazzi annuirono ed attraversarono il passo che conduceva fuori città.
La loro nuova avventura nella regione di Kanto stava ormai per iniziare.

  
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