Non solo non me lo disse, me lo nascose addirittura. Il mio cuore era come cinto di una corona spinata, e sanguinava provocando un atroce dolore al mio animo. Non c'era momento nei giorni seguenti in cui altro non facevo che pensare a cio che era accaduto, cercando una spiegazione plausibile a quel gesto così inconsulto. Perché proprio lei doveva ferirmi in quel modo? Avevo fatto qualcosa per meritarmi una cosa simile? Cominciarono a balenarmi mille storie nella testa, iniziai ad immaginare una realtà parallela dove le mie tesi assurde avevano un senso. Pensavo che forse era arrivato il momento di lasciarla andare per il suo bene, che non mi amava più come prima, che ero cambiato grazie a lei e forse non gradiva il nuovo me, quindi cercava consolazione in altri. Erano finite le nostre notti d'amore, dove solo il tempo ci preoccupava, così effimero che parevare scivolar via in un attimo. Attorniato da tutti questi pensieri che mi trafiggevano come frecce, c'erano anche le sue scuse, così amare, così futili. Una conversazione sporadica non poteva di certo considerarsi un tradimento, questo lo sapevo, ma perché allora tenermelo nascosto? Le avevo chiesto spiegazioni, ma non appena il suo viso aveva toccato l'accenno di tristezza e calde lacrime sgorgarono da quegli occhi così pieni di ricordi, non c'è l'ho fatta: la perdonai. Me ne pentii subito, perché se era un supplizio vederla in lacrime, era un'agonia maggiore continuare a nuotare in quei dubbi, col rischio di annegarci in ogni momento.