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Autore: barbara91    18/04/2014    3 recensioni
Zuko e Katara sono due ragazzi di diciassette e sedici anni, inizialmente si odiano, la causa? Il padre di lui ha ucciso la madre di lei.
Con il tempo perņ impareranno a conoscersi e diventeranno amici.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katara, Zuko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia ha partecipato al contest "Frasette ganze" di Princes L

Siamo entrambi sulla stessa barca

Pov Katara

Quella mattina mi svegliai particolarmente di buon umore, mi alzai dal letto molto lentamente e mi avvicinai alla finestra: era il primo giorno di scuola del secondo anno di liceo.

Il sole splendeva alto nel cielo e mentre lo guardavo mi scappò un sorriso, sentivo che quell’anno sarebbe stato perfetto.

All’improvviso sentii qualcuno bussare alla porta –Katara, sbrigati o faremo tardi!-  Era mio fratello, ma come mai era già sveglio?

Lo sguardo mi cadde sull’orologio appeso alla parete della mia camera, erano le otto meno cinque e io avrei dovuto essere a scuola alle otto e un quarto!

Finalmente consapevole del mega ritardo in cui ero, uscii dalla mia stanza e mi fiondai nel bagno.

Riuscii a prepararmi in tempo record, in meno di un quarto d’ora ero già lavata e vestita, e raggiunsi mio fratello al piano di sotto.

Dopo aver salutato la nonna, ci incamminammo verso la scuola.

Vivevamo con mia nonna perché mio padre viaggiava spesso per lavoro, mentre mia madre era morta qualche anno fa.

Fortunatamente la scuola non era poi così lontana e non facemmo tardi, arrivammo giusto in tempo per sentire la campanella suonare.

Dopo essere passati in segreteria per prendere l’orario settimanale delle lezioni, salutai mio fratello e incominciai a correre dalla parte opposta alla sua per raggiungere la mia classe.

Sfortunatamente nella foga della corsa mi andai accidentalmente a scontrare con l’unica persona che non avrei voluto assolutamente vedere, in quella giornata così perfetta.

-Ehi sta più attenta!- Sputò lui riservendomi per qualche secondo uno sguardo tagliente, prima di rialzarsi e raccogliere le sue cose.

Senza neanche degnarlo di una risposta mi allontanai riprendendo il mio cammino.

Vi state chiedendo chi fosse quel losco individuo? Si chiamava Zuko, ed era il ragazzo che odiavo di più al mondo.

Chiariamoci, di per sé lui non mi aveva mai fatto niente, era semplicemente un ragazzo molto burbero e scontroso che amava stare da solo,  ma suo padre…. Beh lui mi aveva portato via la cosa più importante che avessi.

Suo padre era il responsabile della morte di mia madre.

Avevo nove anni.

Quel giorno ero in giro con mia madre per fare delle commissioni, eravamo entrate in banca per un prelievo veloce quando all’improvviso un uomo armato fece irruzione nell’edificio:  Ozai, il padre di Zuko.

Ci fece sedere tutti a terra, mentre lui costringeva una della funzionarie ad infilare i soldi all’interno di una vecchia sacca.

La situazione iniziò a degenerare quando io scoppiai a piangere a dirotto. Senza il minimo scrupolo Ozai mi puntò la pistola contro.

Mia madre per difendermi si gettò su di lui, ma nella colluttazione partì un colpo. La vidi accasciarsi lentamente al suolo, mentre il rapinatore corse via.

Morì poco dopo, ebbe solo il tempo di dirmi che mi voleva bene e di continuare a seguire i miei sogni.

 

Mentre ero immersa nei miei pensieri sentii  qualcuno sfiorarmi delicatamente la spalla, mi girai e mi trovai davanti Zuko che mi porgeva un libro.

-L’hai lasciato prima per terra- Glielo tolsi bruscamente dalle mani guardandolo male -Bene adesso togliti dai piedi!- Gli dissi usando il suo stesso tono di voce.

-Tranquilla lo prendo come un grazie-

Arrivai in classe leggermente in ritardo, ma fortunatamente il professore non era ancora entrato, salutai i miei compagni di classe e corsi a sedermi accanto ad Aang, il mio migliore amico.

-Ciao Kat, come hai passato l’estate?- Chiese allegramente sfoderando il suo bel sorriso.

Io arrossii leggermente, non vedevo Aang come gli altri ragazzi, era alto quanto me, aveva dei capelli neri e gli occhi grigi, lui era come un fratello per me ma era pur sempre un bel ragazzo e quel sorriso mi faceva sempre arrossire…

-Bene e a te com’è andata?- Dissi dopo un po’ ricambiando il sorriso.

–Piuttosto bene, mio zio mi ha portato in vacanza sull’isola di Ember, è stato mitico!- La conversazione si interruppe con l’arrivo del professore.

Il resto delle mattinata trascorse normalmente, ritrovai anche altri miei amici: tra di loro spiccava Toph, una ragazzina sfortunatamente cieca dalla nascita, ma che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, e all’ora si pranzo rividi anche Suki, la storica ragazza di mio fratello.

Ci dirigemmo in sala mensa e ci sedemmo tutti e cinque allo stesso tavolo, mentre stavamo tranquillamente chiacchierando però, Aang si incantò a guardare qualcosa alle mie spalle.

Mi girai lentamente e vidi Zuko, seduto da solo a pochi tavoli da noi, aveva un vassoio pieno di cibo davanti a se, eppure non toccava niente, stava lì seduto con lo sguardo perso nel vuoto.

Non mi meravigliai di tutto questo, a causa della natura di suo padre e del suo carattere scontroso e scorbutico, nessuno voleva neanche provare a fare amicizia con lui.

-Mi dispiace per lui- Sospirò Aang alle mie spalle –Perché?- Risposi io con un tono forse un po’ troppo acido.

-Perché è sempre da solo, anche quest’estate l’ho incrociato all’isola di Ember, era sempre per i fatti suoi, non stava mai neanche con suo zio- Rispose lui abbassando lo sguardo –Aang non è colpa nostra! E’ lui che ha voluto tutto questo!- Aang mi fulminò leggermente con lo sguardo.

-Andiamo Katara cosa ti ha fatto lui di tanto male? Lui non può pagare per gli sbagli che ha fatto suo padre, non è giusto!- Questo era troppo.

 –Perché? A te sembra giusto quello che è successo a me? Io ho visto mia madre morire davanti ai miei occhi per colpa di suo padre e io non lo perdonerò mai!-

-Ehm…Katara…- Mio fratello cercò di richiamare la mia attenzione –Che c’è?- Domandai seccata, lui mi indicò il resto della sala.

Mi accorsi che tutta la mensa si era girata a guardarmi, ero talmente arrabbiata che non mi ero accorta di aver urlato quella frase.

Vidi Zuko alzarsi e uscire dalla mensa, il suo vassoio era rimasto li intatto, sicuramente anche lui aveva sentito tutto.

Non me ne curai più di tanto e mi allontanai anch’io da quel luogo, decisi di saltare l’ora successiva, non era molto intelligente mettersi a saltare ore di lezione proprio il primo giorno, ma ormai non mi importava più di tanto.

 

 

Pov Zuko

Il primo giorno di scuola era davvero iniziato male, per quanto tempo ancora avrei dovuto sopportare il comportamento dei miei compagni? E soprattutto quando, Katara avrebbe smesso di prendersela con me per le azioni di mio padre?

Per lui e per mia sorella era stato tutto più semplice, lui era finito in carcere, mentre lei aveva preferito la fuga.

Io invece ero rimasto qui con lo zio Iroh, dopo la morte di suo figlio, causata da un incidente d’auto, io ero l’unica persona che gli fosse rimasta, e lui  l’unica che fosse rimasta a me.

Involontariamente la mia mano finì sulla cicatrice che portavo in volto, un segno indelebile della SUA di colpa.

Un segno che mi avrebbe in eterno ricordato come mia madre fosse morta, per proteggermi.

La sera della rapina in cui morì la madre di Katara, mio padre tornò a casa furibondo.

Incominciò a urlare a mia madre di preparare i bagagli perché aveva avuto un imprevisto, una donna era morta mentre aveva cercato di rapinare una banca.

Lei iniziò a gridare, dicendogli che era un assassino e che doveva costituirsi o l’avrebbe denunciato lei.

La lite degenerò e mio padre incominciò a picchiarla, io cercai di fermarlo, avevo appena dieci anni e non avrei avuto nessuna speranza contro di lui, ma nessuno poteva toccare mia madre.

Mio padre allora incominciò a scatenare la sua ira su di me, all’improvviso afferrò una vecchia lampada ad olio per scagliarmela contro, ma mia madre si mise subito in mezzo facendomi scudo con il suo corpo.

La lampada era scoppiata provocando un’enorme fiammata. Io me la cavai con un ustione sull’occhio sinistro, ma mia madre…

Lei morì dopo tre giorni di agonia in ospedale, a causa delle gravi ustioni.

 

Dopo il processo io e Azula fummo affidati allo  zio, ma lei dopo qualche giorno scappò via di casa e non avemmo più sue notizie.  Non che mi dispiacesse più di tanto, in fondo era sì, mia sorella, ma si era sempre divertita a torturarmi, anche il giorno in cui nostra madre morì.

 

Pov Katara

Il primo giorno di scuola era stato sfiancante, Aang non aveva più voluto parlarmi a causa di Zuko, mentre mio fratello continuava a dire che esageravo.

La mattina seguente non iniziò nel migliore dei modi, fui svegliata di soprassalto dalle grida di Sokka che cantava a squarcia gola.

Afferrai un cuscino e mi alzai velocemente, entrai come una furia nella sua stanza e glielo tirai addosso con tutta la forza che avevo.

-Ehi! Come sei simpatica sta mattina!- Disse lui sarcastico mentre me lo rilanciava ed io lo afferravo al volo.

-A te sembra normale svegliare le persone con la tua assordante voce? Sokka sei peggio che sentire un unghia che graffia una lavagna quindi sta zitto!-

Quel giorno riuscii a prepararmi con molta calma e arrivai a scuola in perfetto orario.

La giornata trascorse decisamente meglio della precedente, sarebbe stata addirittura perfetta, se all’ora di pranzo, in mensa non avessi trovato una brutta sorpresa: i miei amici erano tutti seduti al tavolo di Zuko.

Per un momento Aang incrociò il mio sguardo ed io ne approfittai per far trasparire tutto il mio disappunto per quella situazione, ma lui girò la testa come se non gli importasse.

Zuko vedendo Aang distratto, si girò a guardare nella mia direzione, ma prima di incrociare i suoi occhi uscii dalla mensa lasciando il mio pranzo lì.

Poco dopo litigai con Aang, secondo lui stavo davvero esagerando, ma io ero decisa a non cambiare idea.

 

Con il passare delle settimane, la situazione non era delle migliori, io ed Aang non eravamo ancora tornati a parlarci e in più litigai  anche con mio fratello perché l’avevo accusato di preferire il figlio dell’assassino di nostra madre a me.

Un giorno però le cose cambiarono completamente, appena entrai nell’edificio scolastico, un uomo anziano mi fermò chiedendomi se poteva parlarmi.

-Allora Katara, posso darti del tu?- Domandò con fare gentile, quel vecchietto mi stava proprio simpatico, così acconsentii.

-Grazie, allora io sono Iroh lo zio di Zuko- Appena sentii quel nome, mi irrigidii, ma lui fece finta di niente e continuò a parlare.

-Vedi Katara, mio nipote ultimamente è tornato da scuola decisamente turbato, non che lui me l’abbia detto, è così orgoglioso che non esternerebbe le proprie emozioni neanche se lo implorassi in ginocchio.

Comunque, io sento quello che prova anche solo guardandolo e…-

-Senta dove vuole arrivare?- Lo interruppi, sperando di concludere al più presto quell’imbarazzante conversazione.

-Mi hanno raccontato quello che è successo tra te e mio nipote… Per favore Katara, smettila di prendertela con lui, ha già perso sua madre e…-

-Cosa?- Esclamai stupita interrompendolo di nuovo.

 Zuko aveva perso sua madre?

-Si Katara, la madre di Zuko è morta e lui sta ancora male per questo,  credo che tu possa capirlo meglio di chiunque altro.

Per questo motivo vorrei chiederti di smetterla di etichettarlo come il figlio di un assassino, suo padre sta pagando per le sue colpe, ma non è giusto che a rimetterci sia proprio Zuko- Concluse regalandomi uno sguardo triste, quell’uomo era proprio diverso da suo fratello.

-Adesso devo andare, il tè non si prepara da solo- Disse tornando a sorridere –Arrivederci Katara-

-Arrivederci- Lo seguii con gli occhi mentre si allontanava canticchiando una canzone, certo che quell’uomo era proprio buffo.

Decisi di non pensarci e mi incamminai verso la mia classe.

Come al solito mi sedetti accanto ad Aang, anche se non si degnò nemmeno di salutarmi, ma infondo aveva ragione.

Tutti i miei amici avevano provato a fare amicizia con Zuko, persino mio fratello, ma io appena lo avevo visto con loro ero scappata via, e in quel momento, dopo aver scoperto l’amara verità, mi sentivo davvero in colpa.

-Tu sapevi che la madre di Zuko è morta?- Chiesi di getto ad Aang non riuscendo ad aspettare la fine della lezione per domandarglielo.

Lui si voltò a guardarmi – Perché ti interessa?-

-Ecco… io…- Balbettai –Sarebbe cambiato qualcosa per te sapere che la stessa notte in cui è morta tua madre, lui ha perso la sua a causa di suo padre?- Mi chiese serio, io abbassai la testa, avevo davvero esagerato con il mio comportamento.

Me l’ero sempre presa con Zuko per la storia di mia madre, senza sapere che lui condivideva la mia stessa sorte e io non facevo altro che ricordarglielo.

Al suono della campanella  uscii di corsa dalla mia classe, senza nemmeno salutare Aang, con lui avrei parlato dopo, in quel momento era un'altra la persona con cui avrei dovuto chiarire.

Incominciai a guardarmi intorno alla ricerca di Zuko, lo trovai seduto su una panchina, intento a leggere degli appunti.

Mi avvicinai molto lentamente e mi sedetti accanto a lui, che appena sentì la mia presenza si girò a guardarmi.

Quando si accorse che ero proprio io, ad essermi seduta accanto a lui, lo vidi alzare un sopracciglio –Cosa vuoi ora?- Chiese con un tono scontroso e leggermente irritato.

Io abbassai lo sguardo per non incrociare i suoi occhi –Volevo chiederti scusa per come mi sono comportata… ho sbagliato e mi dispiace, io non sapevo di tua madre… non potevo immaginare che tu…- Delle lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi e a rigarmi il viso.

All’improvviso la sua mano fu sulla mia e la strinse forte, ma non per farmi male, stava cercando di consolarmi.

Alzai lo sguardo per guardarlo e i miei occhi incontrarono i suoi, erano di un caldo dorato, erano gli occhi più belli che avessi mai  visto.

Avevo passato anni a fargli la guerra, senza sapere che combattevamo dalla stessa parte.

All’improvviso distolse lo sguardo e uscì dal suo quaderno un vecchio foglio di  giornale.

-Ecco, questo è quello che è successo a mia madre, credo che sia questo quello che vuoi sapere- Sospirò abbassando lo sguardo, mentre io incominciavo a leggere.

Lessi tutto l’articolo velocemente, alzai gli occhi per guardare Zuko, il suo viso era rigato dalle lacrime, così feci una cosa che non mi sarei mai immaginata, mi avvicinai  a lui e lo abbracciai.

All’improvviso sentii qualcuno tossire alle nostre spalle, ci girammo e vedemmo tutti i nostri amici che ci guardavano sorridenti.

-Questo abbraccio vuol dire che avete seppellito l’ascia di guerra?- Ci chiese Sokka con fare ironico, io e Zuko ci guardammo negli occhi e annuimmo, ero sicura che in lui avrei trovato un buon amico.

Tutti esultarono –Benvenuto nel gruppo allora- Esclamò raggiante Sokka mentre metteva un braccio intorno al collo di Zuko –Va bene Sokka, adesso lascialo respirare- Dissi io prima che lo strozzasse.

Da quel giorno io e Zuko diventammo ottimi amici, avevo scoperto, che dietro quell’aria scontrosa e irascibile,  si nascondeva una persona meravigliosa.

Arrivai addirittura a parlargli della mia passione per la danza, che avevo però abbandonato dopo la morte di mia madre.

Il colmo? Zuko mi consigliò di riprendere a ballare.

Una sera nella cassetta delle lettere trovai un piccolo biglietto con su scritto :

“Ti passo a prendere sta sera alle otto, vestiti bene, Zuko”

Entrai in casa e trovai mio fratello sorridente –Serata speciale sta sera, eh sorellina?-

-Tu come fai a saperlo?- Domandai sospettosa, lui come se niente fosse se ne andò via fischiettando allegramente.

Non sapevo perché, ma sentivo puzza di guai, se non fosse stato per quel biglietto avrei detto che era colpa di Sokka…ma c’era quel biglietto.

Ma sicuramente Zuko non si sarebbe prestato ad uno degli stupidi scherzi di mio fratello.

Quindi, a meno che mio fratello non fosse diventato così intelligente da riuscire a copiare perfettamente l’elegante calligrafia di Zuko ( ed era impossibile), non mi sarei dovuta preoccupare di niente, così decisi di andare in camera mia per prepararmi.





Salve a tutti, eccomi qui con una nuova storia su Avatar: la


leggenda di Aang.


In questo capitolo abbiamo visto i nostridue protagonisti passare


dall'odio all'amicizia, ora vi lascio con questo dubbio, quale


sorpresa ha preparato Zuko per Katara?


Lo scoprirete nel prossimo capitolo, che sarà anche l'ultimo =)


Baci Baby <3



 

  
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