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Autore: C l o u d    18/04/2014    4 recensioni
{ long-fiction molto, ma molto drammatica | Urara/Shiro (come sempre) | accenni Nozomi/Kokoda | un omaggio a voi e alla mia OTP♥ }
« Non sono stata l’unica a pensarlo. » Sussurrò, prendendo alla sprovvista la donna al suo fianco. Si morse il labbro inferiore, rigirandosi una ciocca dei suoi lunghissimi capelli biondi tra le dita. Riportò lo sguardo sulla bambina, che beatamente giocava con il ciondolo a forma di mezza luna di Karen. Sorrise.
« Ha i suoi stessi occhi. »

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Il 15 maggio del 2011 Urara da' alla luce una dolce bambina. Nel guardarla attentamente, nota che il colore dei suoi occhi è identico a quello degli occhi di lui, di colui che l'aveva abbandonata dopo aver scoperto che era rimasta incinta di una bambina, la sua bambina.
[ Il titolo e la descrizione potrebbero cambiare da un momento all'altro ]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Urara Kasugano/Cure Lemonade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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{ Prologo.
 
Giovedì, 15 Maggio 2011;
ore 17:48.
 
Gli occhi erano del medesimo colore dei suoi, occhi dal colore del caramello e dalle piccole sfumature di oro che si intrecciavano in quelle iridi limpide, così piccoli che potevano essere paragonati a dei dolcetti appena sfornati. Le manine paffute cercavano il viso della madre, muovendosi quasi goffamente con quelle dita affusolate, così minute.
Il viso tondo e allegro della neonata trasmetteva gioia a chiunque l’osservasse, con le guance rosee simili a dei fiori di ciliegio in piena fioritura.
Urara sorrise nel vedere la sua piccola tranquilla e beata fra le sue braccia, rasserenata dall’idea che stesse bene e che tutto fosse andato per il meglio. Durante il travaglio, con i dolori che man mano andavano facendosi sempre più insistenti, anche grazie all’aiuto e al sostegno delle sue care amiche d’infanzia, cercò di concentrarsi soltanto all’imminente parto e lasciare i suoi problemi da parte.
Sussultò, non appena sentì due piccoli colpi provenire dalla porta in legno della stanza, che subito dopo venne aperta.
« Possiamo entrare? »
Ridacchiò, sentendo una voce famigliare. Non appena la  porta fu aperta quasi del tutto, una ragazza dai lunghi capelli neri – che alla luce divenivano di un meraviglioso blu notte – entrò nella stanza con accanto una bambina dai lunghi capelli mossi, nascostasi dietro la madre.
« Karen! Kurumi! »
Karen era un bravo medico, amica di infanzia della giovane, laureatasi nella più prestigiosa università di New York. Con la sua bambina di cinque anni, Kurumi, tornò a vivere nella stessa città di Urara dopo circa sette anni, avendo  divorziato col marito – che volle rimanere in America per vivere la sua vita. Kurumi era una bimba graziosa, vivace, sempre in movimento, dalla madre aveva ereditato il modo di intendere e di ragionare.
« Kurumi, cara, va’ dalla zia Nozomi. – le sussurrò, indicandole una donna dai capelli rosso fragola, quasi fucsia – Io e la zia Urara dobbiamo parlare. »
La bambina annuì e svelta si precipitò dalla donna in sala d’attesa.
Flebili raggi di sole filtravano dalla finestra un po’ rovinata, illuminando  la parete di fronte e i quadri che l’addobbavano.
« Posso tenerla? » Aveva poi chiesto, con quel tono dolce e gentile che solo una madre può avere. Si avvicinò, con cautela, quasi non volesse rovinare quel momento di pace e di quiete. La piccola la guardava con aria serena, le mani paffute si congiungevano e poi si separavano.
« Quanto sei dolce, tesoro! », Karen la prese in braccio, cercando di non infastidirla e di non farle male. La strinse delicatamente fra le sue braccia e le posò un tenero bacio sulla piccola fronte. La sentiva come qualcosa di fragile, di delicato, la stessa sensazione che ebbe quando nacque la sua Kurumi.
Poi notò il colore dei suoi occhi. S’irrigidì soltanto al pensiero che quella persona orribile abbia messo incinta la sua donna solo per i suoi piaceri, per poi darsela a gambe da vero vigliacco. Dovrebbe vergognarsi, pensò, verme!
Urara notò l’espressione dell’amica e abbassò lo sguardo, che ricadde sul suo anello di brillanti nell’anulare sinistro. Intuì ciò che stava pensando.
« Non sono stata l’unica a pensarlo. » Sussurrò, prendendo alla sprovvista la donna al suo fianco. Si morse il labbro inferiore, rigirandosi una ciocca dei suoi lunghissimi capelli biondi tra le dita. Riportò lo sguardo sulla bambina, che beatamente giocava con il ciondolo a forma di mezza luna di Karen. Sorrise.
« Ha i suoi stessi occhi. »







 

Ma buon salve, carissimi! Ed ecco che entro in scena con il prologo di una nuova long fic - che così long non sarà. Comincio col dirvi che Shiro sarà presente ben poco, poiché la trama si concentra sulla situazione di Urara e della sua piccola (di cui scopriremo il nome nel prossimo capitolo!).
Questa è solo una piccola introduzione, ma gli altri capitoli saranno lunghi, mooolto lunghi. Faranno anche apparizione altre Pretty Cure, ma non voglio anticipare nulla. This is a surprise!
Come avrete notato, Kurumi è la piccola figlia di Karen! Che ve ne pare come idea? Nell'anime hanno stretto un legame particolare, loro due. Ebbene ho voluto cambiare un po' le cose, giusto per renderle più ... adatte.
Però c'è un problema per quanto riguarda i capelli. Come avrete ben notato, non ho citato il colore dei capelli di Kurumi. Dovrei mettere che Kurumi ha i capelli viola? E poi, quando sarà il turno di Komachi, citare i suoi capelli verdi? Sono nella confusione totale, davvero. Ho necessariamente bisogno del vostro aiuto.
Comunque sia.
Mi vedrete aggiornare questa fiction ogni venerdì! O, in casi eccezionali, il sabato pomeriggio!
Spero sia stato di vostro gradimento, a presto!
Ayako
 
  
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