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Autore: sweetmaggy    19/04/2014    1 recensioni
Tratto dal Cap. 1
C'era una volta... É cosi che cominciano tutte le storie a lieto fine... Tutte ma non la mia, non so nemmeno se avrà mai una fine.
Solita routine .. Un padre calciatore perennemente assente, una madre che mi ha abbandonata quando avevo 11 anni per un altro uomo e lui, Daniel, mio fratello. Daniel é la mia vita nonostante sia più grande di me di tre anni, lui 21 e io 18, siamo sempre insieme.. Vite diverse.. Lui studente presso la facoltà di medicina, io studentessa in uno stupido college italiano in un piccolo paese dell'America Settentrionale ma nonostante ciò uniti da qualcosa in più che un semplice legame di sangue.
Ecco la storia di Evelyn Farrell, storie di dolori e sorprese, amori e bugie, riuscirà ad uscire vincitrice da questo oscuro periodo? Riuscirà a non innamorarsi mantenendo intatta quella corazza di ferro che tanto la protegge? Ci sarà un lieto fine?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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C'era una volta... É cosi che cominciano tutte le storie a lieto fine... Tutte ma non la mia, non so nemmeno se avrà mai una fine.
Solita routine .. Un padre calciatore perennemente assente, una madre che mi ha abbandonata quando avevo 11 anni per un altro uomo e lui, Daniel, mio fratello. Daniel é la mia vita nonostante sia più grande di me di tre anni, lui 21 e io 18, siamo sempre insieme.. Vite diverse.. Lui studente presso la facoltà di medicina, io studentessa in uno stupido college italiano in un piccolo paese dell'America Settentrionale ma nonostante ciò uniti da qualcosa in più che un semplice legame di sangue.
Ecco la storia di Evelyn Farrell, storie di dolori e sorprese, amori e bugie, riuscirà ad uscire vincitrice da questo oscuro periodo? Riuscirà a non innamorarsi mantenendo intatta quella corazza di ferro che tanto la protegge? Ci sarà un lieto fine?


<< Eve muoviti che fai tardi a scuola! >> sentii urlare dal piano di sotto, era mio padre, già sveglio da circa un’ora eppure erano appena le sette,

<< Arrivo! >> portai le braccia all’aria e poi strofinai gli occhi sbattendo lentamente le palpebre per rendermi conto chi ero, dove fossi e perché ero lì. Preso coscienza di tutto ciò, mi alzai di scatto correndo in bagno, nel giro di dieci minuti ero pronta, indossai un jeans ed un semplice maglioncino celeste, dopo tutto, nonostante fosse arrivata la primavera, l’aria era ancora alquanto fredda. Sciolsi i miei lunghi capelli castano chiaro facendoli ricadere delicatamente sulle spalle, stesi un velo di trucco sul mio viso pallido evidenziando gli occhi di un verde  vivo che faceva invidia anche al più verde degli alberi.
Scesi velocemente le scale trovandomi Daniel davanti 
 << Hei fratellino buongiorno! >> sorrisi e gli diedi un leggero bacio sulla guancia che lui ricambiò con un abbraccio affettuoso ,
<< Mi raccomando abbassa lo sguardo  e non dar confidenza a nessuno altrimenti vengo io e uccido chiunque osi toccarti con un solo dito! >>  lo diceva ogni giorno, con un tono ironico che tendeva al serio,  voleva proteggermi e ci riusciva quasi sempre.
<< Non provare a venire fuori scuola che le oche ti salterebbero addosso in un batter d’occhio! Sai che  le odio e le ucciderei con un sol colpo! >> esclamai sorridendo, lui mi fece l’occhiolino e con quel sorriso  dolce che si ritrovava salì al piano superiore mentre io proseguivo verso la cucina, in effetti era proprio un bel ragazzo, moro ed occhi azzurri, perfetto per tutte ma proprietà di nessuno, 
<< E’ proprio uguale alla mamma... >> sussurrai abbassando lo sguardo per poi trovarmi di fronte mio padre, anche lui giovane (38 anni) e bello …tant’è che ogni sera in casa aveva una donna diversa…  e io lo odiavo, si lo odiavo con tutto il mio cuore…soprattutto in questo periodo,
<< Signorina così facciamo tardi! >> disse portando una mano sul fianco mentre mi squadrava da capo a piedi,
<< Io sono perfettamente in orario forse sei tu che sei in ritardo e pretendi che io mi adatti a te, vado con l’autobus non ho bisogno che tu mi accompagni... >> esclamai decisa affrontandolo con lo sguardo, tutto inutile non cedeva,
<< Non accetto questi comportamenti, stai superando il limite ultimamente! >> alzò il tono della voce, voleva dire qualcosa ma poi sentimmo il rumore di un clacson e si fermò << è arrivato l’autista forza! >> 
Sbuffai sonoramente e lo seguii, durante tutto il tragitto non dissi una parola né tantomeno ascoltavo le sue raccomandazioni, ero ad un quinto anno non al primo. Finalmente arrivammo a destinazione, scesi velocemente dall’auto  chiudendo lo sportello alle spalle, nonostante la marea di gente riuscii ad intravedere le mie amiche, Amy , Sarah e Michelle, le raggiunsi con passo veloce e dopo esserci salutate decidemmo di entrare, un ritardo sarebbe significato un rimprovero lungo dieci minuti, 

<< Noi abbiamo inglese alla prima ora, ci vediamo dopo Eve! E mi raccomando attenta agli sconosciuti >> esclamò Sarah ridendo subito dopo, eh sì purtroppo io ero l’unica in solitudine, in una classe che odiavo da capo a piede, sorrisi ed annuii proseguendo per la mia strada, camminavo avendo gli occhi fissi sul mio cellulare in cerca di qualche novità, d’un tratto sbattetti contro qualcosa, o meglio  contro qualcuno,
<< Oh scusa  non vole... >> le parole mi rimasero in bocca tanto rimasi delusa << Alex! >> sospirai cercando di superarlo, lui era il classico bello e bullo della scuola, proprio con me doveva prendersela oggi?  Giocava col fuoco. << Fammi passare! O faccio tardi. >>
<< Cos’è signorina Farell , al posto del latte stamattina hai bevuto dell’acido? >> prese in mano il mio cellulare e cominciò a giocherellarci << Come sempre d’altronde >> disse con aria divertita mentre lo raggiungevano i suoi amici,
<< Fai poco lo spiritoso Alex e dammi il cellulare, oggi non è giornata! >> esclamai stringendo i pugni, ero pronta a sferrarglielo un bel destro su quel bel faccino che si ritrovava, << Cos’è ieri  non ti sei divertito abbastanza? Ti sei fatto rubare i soldi dalle ochette che ti porti in casa ogni sera, astuto direi >> feci una finta risata << Sei proprio ridicolo! Tu ed i tuoi amici! >> abitando di fronte casa sua conoscevo tutto ciò che accadeva in quella piccola villetta, ebbene si, delle ragazze si sono preso gioco di lui e gli hanno portato via gran parte del denaro dileguandosi poco dopo.
<< Come ...diamine... >> balbettò lui mentre i suoi amici ridevano sotto i baffi, c’ero riuscita l’avevo messo in ridicolo davanti a tutti, presi di scatto il mio cellulare e corsi via,
<< Ciao Ciao Alex! >> gli feci l’occhiolino ed entrai velocemente in classe, presi posto e cominciai a pensare cosa avrei dovuto affrontare dopo le quattro ore di lezione: un Alex nero che me l’avrebbe fatta pagare a tutti i costi, un  padre furioso che mi avrebbe di sicuro messo in punizione e un pomeriggio da schifo a causa dei mille compiti da fare, bene…ero messa proprio bene!  Mi toccava.
Le ore trascorsero velocemente, quasi volarono, uscii di fretta e furia dall’aula e mi diressi verso il mio armadietto, posai i libri e lo chiusi sbattendolo nervosamente, avevo paura della reazione di mio padre, delle volte esagerava e diveniva alquanto violento, dopo tutto io non ero una santa, la sera prima avevo inviato un messaggio alla sua fidanzata porgendole le migliori offese di questo mondo, c’ero andata giù pesante ma non ne potevo più di quella situazione, ma  lui evidentemente non ne era ancora al corrente, era troppo calmo, più del solito…in questo caso, la calma prima della tempesta.
Uscii con le tre ragazze dal cancello principale,  ci fermammo ad aspettare il pullman e proprio nell’attimo in cui arrivò, Alex mi si parò davanti, 
<< Te la farò pagare ragazzina, stai in guardia... >> sussurrò per poi scomparire tra la folla, alzai le spalle e mi girai verso la mia compagna,
<< Cosa vuole da te? >> disse Amy guardandomi seria,
<< Nulla, nulla l’ho solo messo diligentemente a figura davanti i suoi compagni, niente di più >> sorrisi e salii occupando il sedile più avanti di tutti. Dieci  minuti circa  ed arrivai a casa, era la prima fermata, << Scendo ragazze a domani! >> esclamai senza accorgermi che Sarah e Michelle non erano sul veicolo, << Ragazze? Eve sono solo io >> scoppiò a ridere per poi prendermi per un polso << Cos’hai? >> disse seria << Sei distratta, cos’hai combinato? >>
  La guardai incredula, come faceva a capire che avevo combinato qualcosa di non troppo favorevole alla mia vita?
 << Hm .. >> cominciai a scendere gli scalini per poi atterrare sull’asfalto liberandomi dalla sua presa << Chiamami dopo le undici ti racconterò tutto, non prima, ho un discorso in sospeso con mio padre.. >> abbassai lo sguardo dopo quelle parole e salii sul marciapiede, mentre vedevo il bus partire…sbuffai e ed entrai nel cancello della mia villetta,
  << Diamine Eve, hai fatto un guaio adesso affronti le conseguenze…forza…non perdere la calma ... >>  sussurrai mentre cercavo le chiavi nello zaino, ma qualcuno mi precedette, << Cos’avrai combinato di così tanto grave? >> era Daniel che con fare divertito aprì la porta facendomi entrare,
<<  Oh Daniel.. >> abbassai nuovamente lo sguardo ed entrai << Non volevo farlo realmente, cioè sì, ma ora capisco cosa mi toccherà subire... >>
<< Dai esagerata cosa puoi mai aver fatto, ucciso qualcuno per caso? >> posò le chiavi sul mobile accanto all’ingresso e prese il mio viso tra le sue mani << Dai parla.. >>
<< Ho inviato un messaggio alla fidanzata di papà… le ho detto le cose peggiori del mondo.. e ora credo che lo lascerà… non voglio altre donne in questa casa .. >> cercai di respingere le lacrime che premevano per uscire,
 C-CHE?! >> urlò per poi fermarsi, sapeva che rimproverarmi non sarebbe servito a nulla << Oh ..H-hm …andrà tutto bene Eve, risolveremo la situazione ..ok? >> mi guardò con comprensione ed io annuii senza proferir parola,
<< Mangiamo dai ... >> sussurrò andando in cucina. Trascorremmo un intero pomeriggio insieme, lui studiava qualcosa che riguardava la cardiologia, insomma roba da medici, mentre io studiavo filosofia… adoravo quella materia ma non capivo come delle persone comuni potessero creare quelle teorie così strampalate.. proprio non me lo sapevo spiegare. Le ore volarono, ed era già sera… si quella sera, ero stesa sul divano con Daniel accanto a me, quando sentimmo il rumore della portiera di un’auto.. mi alzai di scatto.. 
 << E’ lui.. >>
  Daniel annuì.. << Eve non è un mostro, capirà …tranquilla... >>.

AUTRICE:
salve *-* questo é il primo capitolo della mia prima storia, spero vi piaccia.. Accetto critiche e consigli nella speranza di ricevere qualche recensione *^* Perdonate se la struttura della narrazione non é perfetta ma sono dal cellulare >.< 
Comunque a breve aggiungerò anche le foto dei personaggi :P
Al prossimo capitolo! Un bacione :*
  
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