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Autore: misci jackson    19/04/2014    2 recensioni
'Non pensavo che l' avrei mai detto ma io... Io non posso scrivere una poesia su di te'.
'Ma sei una scrittrice... È quello che sai fare meglio.. Perchè non puoi?'
'Perchè trovo che dei tratti di inchiostro su un pezzo di carta non possano racchiudere qualcosa di talmente meraviglioso e lucente come te'.
E per la prima volta nella mia vita le dolci ispirazioni e poesie che si rincorrevano nella mia testa si mescolarono con la
realtà. Un bacio, uno vero. Ed era frustrante sapere che non avrei mai saputo descriverlo per quello che veramente era stato, nemmeno con tutte le mie doti di poetessa schizzata.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Seungri, T.O.P., Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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SHALLY POV. Bruno Pistacchio, qualche giorno fa la mia ricerca su Facebook si era parecchio ristretta, e avevo trovato il suo profilo. E dando un' occhiata ai post di sei mesi o più, ero riuscita a capire dove abitava, avevo trovato il suo indirizzo. A quel punto, Google Maps. E adesso ero lì, davanti a quella villetta color sole, a motore spento. Presi un respiro profondo. Era così tranquillo lì, mi piaceva. Qualche passante passeggiava serenamente, il viale alberato era una zona ombreggiata con qualche macchia sconnessa di sole. Sfilai le chiavi dal cruscotto, le gettai nella borsa e poi aprii lo sportello. Scesi dall' abitacolo e mi guardai intorno. Niente male come posto. Mi avvicinai al portone e lessi le scritte sull' unico campanello: "Santamaria-Pistacchio". Il suo cognome c' era, insieme ad un altro. Viveva con sua cugina? Suonai. Dopo pochi secondi mi venne ad aprire una donna, sui quaranta. "Salve, mi chiamo Shally, sono un' amica di Bruno.. Bruno Pistacchio abita qui, vero?". La donna fece un lungo sospiro. Doveva essere stata molto bella in passato, ma adesso sembrava spenta. Le rughe sul suo viso erano evidenti e profonde. "Oh, mi dispiace, mio nipote non è qui. Se vuoi davvero incontrarlo controlla gli orari di visita dell' ospedale di Prato. Per adesso è lì..". "Che cosa? Ma..". Sembrò volermi dire altro, ma poi si fermò. "Sono spiacente", sorrise, prima di chiudere la porta. Com' era possibile? Eppure la ragazza mora mi aveva chiaramente detto che il tipo era tornato a casa! Volevo andare in fondo a quella storia, ormai ero lì, mi ero presa tutto il giorno per ricercare quel ragazzino e adesso non l' avrei certo lasciato stare! Imboccai di nuovo l' autostrada e in una mezz' ora arrivai a Prato, dove cercai indicazioni per l' ospedale. Ma che diamine ci stava a fare in ospedale?! Beh, era un pazzo, magari con qualche acrobazia delle sue si era spaccato qualche osso. Comunque adesso l' avrei scoperto. L' ospedale era un edificio gigantesco con un enorme parcheggio, trovai posto in fretta ed entrai. Appena feci due passi lì dentro avvertii il sapore dell' aria sterile e l' odore di disinfettante ovunque, era grande, abbastanza luminoso, regnava un' atmosfera smorta. Mi diressi al bancone. "Salve, cercavo Bruno Pistacchio. Sono una sua amica. E' possibile visitarlo in queseto momento?". La donna iniziò a sfogliare una lista di nomi. "Terzo piano, stanza cinquantuno. Sono le quattro, quindi si, le visite sono permesse fino alle sei. Non più di tre persone per letto, chiaro?". "Stia tranquilla, sono solo io". Presi l' ascensore e salii al terzo piano, a quel punto mi feci indicare da un' infermiera la stanza cinquantuno. "Sei la sua ragazza?", mi domandò, accompagnandomi. "Io? No, no, solo un' amica...". Fece un mezzo sorriso: "ti fa pena quel povero diavolo?". Rimasi interdetta, quando mi lasciò davanti alla porta. E se non mi avesse riconosciuta' era passato del tempo... E io non ero quasi nessuno per lui... Cercai di scacciare quei pensieri, era lui quello pazzo di me. Appoggiai una mano sudata sulla maniglia e la spinsi, entrai per poi richiudere dietro di me. Mi ritrovai in una stanzetta bianca, con una finestra in fondo, e due letti. Uno solo era occupato. E quali non furono la mia sorpresa e il mio orrore. "Shally?". Era davvero lui...? Un ragazzino magro e pallido come la morte era disteso su quel letto. Aveva la testa rasata, e non solo: degli enormi tatuaggi spiccavano sulla sua pelle, frecce scure gli percorrevano il corpo e una si andava ad arrampicare sul cranio per finire sulla fronte. Un colpo di genio mi attraversò la mente. "Sei Aang! Ti sei tatuato come lui! Avatar!". Non seppi trattenermi, ma mi sentii immediatamente stupida. "Già. Trovata ganziale, non credi?". Ommioddio, era lui. Riconoscevo i suoi occhi taglienti, brillavano ancora. I tratti del suo viso, le sue labbra, il suo sguardo, erano le uniche cose riconoscibili. "B-bruno..". Non poteva essere.. Non era mica malato di...? Oh cristo. "Sì, hahah, proprio io". La sua risata. Non riuscivo a connettere, lo guardavo immobile come una capra guarda il suo nuovo recinto, e non riuscivo a fare niente. "Beh, sei venuta a cercarmi e mi hai trovato, eh? Dillo, che sono un fico". "Sei... sei un fico". "Ti ho fatta seccaaaa! Sono un playboy hahah...". Mi avvicinai piano piano e mi sedetti sul bordo del letto. Indossava i pantaloni di un pigiama e nient' altro. Ossrevai il petto, le braccia, il collo. Provai una sensazione indescrivibile, come se nel mio cuore ci fosse stata una bufera. Mi sentivo in colpa, per tante cose. Mi sentivo realizzata, perchè l' avevo trovato. E mi sentivo dannatamente triste, scioccata, sbigottita, incredula. Non capivo, anche se era chiaro. "Beh, che guardi? Sì, sono un pò smilzo, ma sempre uno gnocco stratosferico", mi fece l' occhiolino. Deglutii: "come fai ad avere voglia di scherzare? Sei... "Sì, ma è tutto a posto", sorrise. Una lacrima mi scivolò su una guancia. "No, che fai?!", sgranò gli occhi. Nascosi il viso tra le mani: "scusa", singhiozzai, "ma mi è impossibile non farlo! Io credevo che tu ti fossi rotto un braccio, o una gamba, o che ti fossi ustionato con un petardo, mai avrei pensato questo!". "Mmmm...". "Mmmm cosa?!". Sentii la sua mano caldissima sul mio ginocchio: "mmm.. potresti darmi un bacio per sentirti meglio". "Oh stupido! Stupido! Cretino! Imbecille! Demente! Deficiente! Pazzo furioso!". Lo afferrai per le spalle e lo baciai. Sì, esatto. E ragazzi, cristo se era serio mentre mi baciava. Serio, silenzioso, caldo e passionale. Le parole, le risate, ogni cosa, si spense tutto, si sentivano solo i nostri respiri. Era strano, ma bellissimo. Da quanto tempo mi aspettava? perchè non ero venuta a cercarlo prima? Mi scioglievo su quel corpo bollente. Nessuno mi aveva mai baciata così. Si muoveva con energia ma lentamente, in modo da farmi assaporare ogni secondo. Ad occhi chiusi, me lo immaginavo come prima. Mi immaginavo di baciare in quel modo il Bruno sano e pieno di forze che avevo conosciuto, distesa sulla spiaggia, dopo una partita a pallavolo. Per me era ancora lui. Il battito del suo cuore si univa al mio, eravamo così vicini per la prima volta. Uscii da quella clinica con gli occhi annebbiati, ubriaca di emozioni, e totalmente sconnessa da tutto il resto del mondo.
  
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