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Autore: The Pursuit of Happyness    19/04/2014    0 recensioni
Lui e lei. Due angeli. Uno prepotente e l'altro che aspetta e entra nella tua vita in punta di piedi. Entrambi con la voglia di aiutare le persone, ma attraverso metodi opposti. Tutti e due bisognosi di aiuto. E va tutto bene, ma quando si incontreranno cosa potrà succedere?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Sorrideva solo con la bocca, ma lei era capace a sorridere anche con gli occhi. Si, lei aveva sempre gli occhi che le brillavano quando sorrideva, quel piccolo oceano rotondo in torno alla pupilla diventava brillante. Le fossette ai lati delle labbra sembravano trattenere la soave risata, le labbra rosa e morbide formavano una curva magnifica. Era uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto. Ma ora non c'era più. Era seria. Non sorrideva con gli occhi, ma solo con la bocca. Stava da sola, con le mani in tasca e la testa china. Parlava poco e ascoltava tanta musica. Sempre con quelle cuffiette nelle orecchie. Non guardava mai nessuno negli occhi. Non era lei. Era triste, tanto triste. Ma lei era troppo bella per essere triste, per stare da sola. Lei avrebbe potuto conquistare il mondo, lei sapeva mettere chiunque a suo agio, lei sapeva ascoltare e aiutare. Lei ricuciva i polsi a tutti ma i suoi li copriva. Pensava ai problemi degli altri per non pensare ai suoi. Ma ora stava muta, impassibile, con lo sguardo perso nel vuoto, spento, le labbra rigide. Ora che qualcuno ci sarebbe dovuto essere per aiutare lei, si era ritrovata sola. ***** Lui invece era uno di quei ragazzi che quando ti guardano ti fanno arrossire; puoi essere timido o estroverso, ma il suo sguardo non riesci a reggerlo per più di un minuto. Lui non ti osserva, lui ti esplora; lui non ti guarda gli oggi ma ti guarda dentro agli occhi; lui ti spoglia l'anima, ti legge i palmi della mano. Lui è come lei, ma lo fa con prepotenza, aiuta le persone anche quando non lo chiedono. Non tollera di vedere le persone tristi, deve aiutarle, ti incalza fino a che non vomiti un fiume di parole e lo investi con l'onda dei tuoi problemi, così lui è felice e ci si tuffa in quest'onda fino a che non torna la calma, lui placa le acque in tempesta. È spavaldo, anche troppo, e solo raramente fa trasparire quella pallida insicurezza che odia. Indossa la maschera dei forti come se non ne avesse di problemi, lui, ma in realtà ne ha eccome, solo che se li risolve da solo o, almeno, ci prova. Rompe i muri che le persone si costruiscono, li annienta e spazza via le macerie. È un angelo, armato di palle demolitrici, ma pur sempre un angelo. ***** Stavano camminando entrambi per la propria strada, tranquilli e con la testa fra le nuvole. Erano sotto la pioggia rigorosamente senza ombrello, eppure camminavano lenti come se fosse bel tempo. Stavano persino leggermente col volto verso l'alto e provavano una strana gioia nel sentire le morbide gocce d'acqua accarezzargli le guance e correre giù per il collo fino a cadere nella scollatura della maglietta. Era una pioggia primaverile, di quelle che sprigionano quel meraviglioso odore di asfalto calda bagnata e che dissetano i piccoli e fragili fiori che tentano di sbocciare, fra una folata di smog e un vandalo che imbratta la corteccia che come una colonna regge i rami di quei germogli. Sguardo alto da un lato fiero e dall'altro vuoto, passo felpato e dall'altra parte sicuro, mani in tasca e zaini leggeri sulle spalle. Un disequilibrio perfetto fino a quando avvenne l'impatto e sbam, due sguardi che si incollano e due braccia che si tirano per combattere quel contraccolpo che li avrebbe fatti finire per terra, quasi a colmare un vuoto che li avrebbe inghiottiti. - Scusami- disse lui, con gli occhi già curiosi su quella ragazza, e lei indifferente -Di niente, tranquillo-. Stava già per riprendere a camminare ma l'angelo aveva trovato una nuova vittima della sua smisurata esigenza di salvare le persone, doveva trovare un pretesto per tenerla li- Tutto bene? Intendo per il colpo, insomma, ti sei fatta male?-, balbettava insolitamente e lei altrettanto insolitamente aveva voglia di parlare- Tutto ok, te?- e involontariamente allungarono le mani quasi per ritrovare l'equilibrio di poco prima. Risero, - Tutto apposto- e accompagnò la frase con un'inclinazione della testa e un sorriso smagliante. Per un attimo, un attimo eternamente lungo, sembrò che il mondo si fosse fermato a guardarli; pioggia, vento, caldo e freddo cos'erano in confronto a quel piccolo big bang tra due galassie tanto simili quando diverse? Insomma, il moto di rotazione tanto caro a Galileo sembrava si fosse fermato per loro due. - Sei nuova di qui? Non ti avevo mai vista prima..- disse la cosa più stupida che gli fosse venuta in mente pur di guadagnare tempo - Ci abito da quando sono nata, probabilmente non mi hai ma notata.. -Impossibile- disse tutto d'un fiato - sarebbe un po' come non vedere una rosa in mezzo a un campo di margherite.. Aveva la faccia di una cerbiatta abbagliata dai fari di una macchina, eppure lui ci si sarebbe addormentato tra le fossette delle sue guance per poi nuotare nel mare dei suoi occhi. Intanto le mani erano ritornate nelle tasche delle felpe e ora fissavano entrambi il marciapiede, nonostante non fosse questa gran opera d'arte. L'opera d'arte vera e propria erano loro due. Erano in evidente imbarazzo, eppure non muovevano un passo che li portasse ad allontanarsi, stavano li a spostare la ghiaietta con la punta delle scarpe e a guardarsi di nascosto. - Ehm, senti magari potrei farti compagnia mentre aspetti l'autobus se ti va... - Mi.. mi farebbe molto piacere. Ma come fai a sapere che stavo andando a prendere la corriera? - Bho, sesto senso E in effetti non sapeva con quale certezza era riuscito a farle quella proposta, però l'esito era stato positivo e quindi nulla d'altro aveva importanza
   
 
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