Knock
Immagine leggermente distorta e mossa,
Nei colori e nelle forme, della mia sagoma
E tutto blu...
Ho fatto a pezzi la mia solitudine.
Sono circondato da parti di me, vedo,
Appesi alle pareti di questa stanza,
Brandelli figurati delle mie stesse braccia,
Gambe e il costato e il resto del corpo.
Mi guardo attorno, mi guardo dentro:
Vivo nella cella frigorifera di un macellaio.
Occhi castani, abbastanza scuri, grandi e spalancati.
Occhi verdi e marroni e sfumature arancioni e venature.
Occhi di ghiaccio e ci annego dentro e piccole macchioline verso il centro.
Occhi azzurri puri e striature bianche: vedo le nuvole.
Occhi come il caramello e brillano al sole: campi di grano.
Il valore del tuo respiro.
Ascolto con attenzione il tuo dormire infantile,
Studio ogni impercettibile imperfezione e cambiamento,
E ogni respiro è leggermente diverso.
Non riesco a immaginare altro:
Il reale scorrere dell'aria nel tuo corpo.
Vedo il sangue, mucose, e tutto l'apparato. E poi
La riconciliazione delle tue ciglia,
Il vellutato muoversi del mondo sulle le tue guance,
Il collo sottile. Le mani sotto la testa.
Vedo le vite degli altri scorrere:
Netti argini, percorsi e anse,
E decisioni, obiettivi, limiti.
Fisso con occhio esanime il delta del Nilo:
E' come guardarmi allo specchio.
Tramonto d'estate. Stelle. Mare di notte.
Sorriso e guardarsi negli occhi. Abbracciarsi forte.
Prato verde e il sole sulla pelle.
Piedi freddi sotto le coperte.
Mani nelle mani, piove: correre. Corrono
Pensieri:
Non ti fanno dormire,
Appostati alle porte del sonno.
Knock. Nocche di piombo.
Non ti fanno dormire
E hanno tutti ragione
E hanno tutti la soluzione
E la soluzione non arriva mai
E la fine non arriva mai
E tu non arrivi mai.
Knock.
Knock.
Knock.
Ø