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Autore: moira78    20/04/2014    8 recensioni
"Ti dico che questo non ha la faccia da guardia del corpo!".
"E io ti dico che è il migliore sulla piazza!".
"Scusate? Avete ragione entrambe!", s'intromise con un sorriso. Le due si interruppero di colpo per guardarla. "Piacere, sono Kaori Makimura, l'altra... metà di City Hunter".
Una strana coppia è arrivata apposta da Nerima per chiedere la protezione del più famoso sweeper del Giappone: cosa dovranno aspettarsi questa volta Ryo e Kaori?
Crossover City Hunter-Ranma.
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Era da tempo che avevo in mente questo crossover e finalmente sono riuscita a portarlo a termine. Non senza l'insostituibile aiuto del mio beta Kuno senpai, con la sua immensa pazienza, le sue dritte puntuali e la sua scrupolosità nel segnalarmi i refusi; grazie anche a Tiger Eyes, per alcuni suggerimenti davvero preziosi. Buona lettura a tutti!


Incontri e martelli.


"Prossima fermata, stazione di Shinjuku", gracchiò l'altoparlante.

"È la nostra, Ranma".

La ragazza con i capelli rossi grugnì quella che doveva essere una risposta; Akane si dovette accontentare con un sospiro: cosa pretendeva, d'altronde? Con lui in quelle condizioni e le loro famiglie alle terme non avevano molte alternative. Il volantino prometteva prezzi concorrenziali e discrezione: nessuno avrebbe saputo che il grande Ranma Saotome si era rivolto a una guardia del corpo.

Il treno sussultò, fece una brusca frenata e poi ripartì. Si ritrovò addosso al suo fidanzato e arrossì; le forme di Ranma ragazza erano più morbide delle sue e la cosa continuava a non andarle giù. Ma apprezzò le braccia, forti seppur esili, che la sorressero.

"Grazie", sussurrò. Un altro grugnito. Era come se, oltre alla virilità, avesse perso momentaneamente anche l'uso della parola. Ma cosa era saltato in mente a suo padre e agli altri? Lasciarli soli a casa per un romantico week-end mentre loro sguazzavano alle terme! Cosa pensavano che sarebbe accaduto tra loro?! Al solo pensiero le si infiammò di nuovo il viso.

Il treno scelse quel momento per fermarsi del tutto, ancora più bruscamente: perse la presa sulla maniglia e precipitò di peso addosso al suo fidanzato. Ranma emise un 'Dannazione!' strozzato...

Bene, almeno adesso parla!

...e lo sentì tendere tutti i muscoli del corpo nell'intento di trattenere entrambi con la mano sinistra aggrappata al sostegno di ferro. Ci sarebbe riuscito se solo un signore non le fosse rovinato sulla schiena facendoli cadere tutti e tre a terra in un mucchio scomposto.

"Che diamine...!".

"Ma che modo di guidare è questo?!".

"Ti sei fatta male?".

"Il conducente dev'essere ubriaco!".

"Ti sei fatta male?!". La seconda volta, Akane capì che la domanda era rivolta a lei: Ranma la guardava con occhi preoccupati e le tendeva una mano. Scosse la testa con un sorriso.

"No, grazie a te". Il ragazzo incrociò le braccia e voltò la testa altrove, chiaramente in imbarazzo. Avrebbe allargato il proprio sorriso se non avesse sentito qualcuno toccarle senza alcun ritegno il fondoschiena. Si voltò di scatto colpendo il malcapitato e non si stupì di vedere il suo fidanzato atterrare sulla testa del poveretto nello stesso istante. L'uomo, che le era caduto addosso durante la frenata, si massaggiò la guancia con aria colpevole: poteva avere non meno di settant'anni.

"Cosa credevi di fare alla mia fidanzata, eh? Razza di sporcaccione!".

"Io, veramente... cercavo il mio bastone!".

Akane voltò la testa: era lì per terra, ben lontano da dove il vecchietto aveva appena messo la mano. "Eccolo il suo bastone, signore !". Calcò su quell'ultimo appellativo lasciando intendere che non lo considerava tale.

"Ah... eh eh, grazie signorina!".

"Vada da un buon oculista, glielo consiglio!", sbottò prima di guardare il fidanzato con gratitudine. Stava per dirgli qualcosa di carino a proposito di come l'aveva difesa quando, come al solito, Ranma rovinò tutto.

"Già, come può confondere un ammasso di cellulite per un bastone?".

Il sorriso sparì e divenne una smorfia a denti stretti, le sopracciglia si abbassarono sugli occhi che, lo sentiva, emettevano roventi lampi di rabbia. "Cellulite, eh?!". A nulla sarebbero valsi i gesti di difesa e i 'no, Akane, non volevo dire questo!', stavolta l'avrebbe calciato fin sugli anelli di Saturno: per lo meno non avrebbero dovuto più rivolgersi a una guardia del corpo e sarebbe stato felice!

"Sparisci, idiota!". Non arrivò su Saturno ma si spiaccicò direttamente sul tabellone degli orari che annunciava il treno sulla banchina, fate scendere i passeggeri prima di salire sul treno, grazie.

Si spazzolò i jeans e uscì in stazione: finalmente erano arrivati, ora doveva solo trovare la lavagna.

***



Kaori era furiosa: come al solito, quello sfaccendato era tornato all'alba in preda a una sbornia colossale, cantando e ridendo come un invasato; era toccato a lei, naturalmente, raccattarlo dal piano inferiore e trascinarlo quasi a forza nella sua stanza.

Ma non era neanche questa la cosa peggiore, a ben pensarci: il deficiente l'aveva scambiata per una delle sue pollastrelle e aveva cominciato a palparla mentre lei tentava di caricarselo per le scale. Nemmeno la solita martellata aveva calmato i suoi bollenti spiriti; quella testa vuota era riuscito addirittura a baciarla a tradimento, sfruttando l'effetto sorpresa! Era stato un bacio goffo, nulla di più che uno stampo di labbra su labbra, ma l'aveva scombussolata a tal punto che non era più riuscita a prendere sonno per cui, una volta mollata la zavorra ormai ronfante sul letto, era scesa di nuovo al piano inferiore dove aveva cercato di schiarire le idee a suon di caffè. Il risultato era che ora non si sentiva solo nervosa.

Era isterica.

Aveva prima rimuginato su quel contatto fugace, chiedendosi se il beota per caso non si sentisse attratto da lei quando era sotto i fumi dell'alcool, poi era giunta alla conclusione che era talmente ciucco da averla davvero scambiata per una di quelle svampite libertine che frequentavano i night club dove ogni notte si rifugiava. Il che l'aveva resa anche furiosa.

E ora si ritrovava a vagare per Shinjuku come un demone assetato di sangue, intenta a smaltire il caffè e l'arrabbiatura a suon di passi di marcia; le persone la fissavano per qualche secondo a bocca aperta, poi si scostavano per lasciarla passare, fosse mai che cominciasse a emettere fuoco dalle narici e dagli occhi.

Però, forse ci riuscirei anche in queste condizioni!

Alla fine, dopo circa due ore di cammino, la caffeina era quasi esaurita. Quasi . E il suo senso del dovere l'aveva condotta alla lavagna della stazione, dove sperava di trovare un bel caso da gestirsi tutto da sola: carica com'era avrebbe fatto fuori un intero gruppo mafioso o un'orda di assassini.

Quello che vide, però, la scoraggiò alquanto.

C'erano due ragazzine che stavano chiaramente finendo di scrivere una Z sulla lavagna e, sulle prime, fu tentata di girare i tacchi e fare finta di non aver visto nulla. Poi, però, l'immagine di Ryo che trovava l'annuncio e si accingeva a mettere le sue manacce anche addosso a due minorenni (ma Kaori-chaaan! Volevo solo capire quanto sarebbero diventate formose da grandiiii!) le fece pulsare così forte le tempie che temette di avere un aneurisma nel bel mezzo della stazione. Così si nascose in un angolo e seguì la conversazione delle due, tanto concitata che poteva udirla nonostante il passaggio delle altre persone.

"Insomma, Ranma, ti dico che è così che si fa!". Disse la mora, leggermente più alta della sua compagna dai capelli rossi. Indossava una maglietta comoda e dei jeans rosa e non le sembrava di averla mai vista in quella zona della città.

"Quindi stai dicendo che tu scrivi XYZ su questa lavagna e come per magia si materializza questo City Hunter? Non ti pare di leggere troppe favolette, Akane?". La rossa con la treccia aveva un modo di fare decisamente arrogante e mascolino; anche l'abbigliamento, una tunica cinese in tinta coi capelli e un paio di pantaloni neri della stessa fattura, non era prettamente femminile.

Potrei essere io da ragazzina , si ritrovò a riflettere con un leggero sorriso. Non sapeva perché, ma quelle due pasticcione la stavano mettendo di buon umore.

"Razza di idiota, le favolette le leggerai tu! Guarda qua, che c'è scritto?". Quella che si chiamava Akane sbatté sulla faccia dell'amica un foglio di carta e Kaori sussultò: i volantini! Allora la sua geniale strategia di marketing aveva funzionato! Dovevano brillarle gli occhi dalla felicità, perché un passante le rivolse un leggero sorriso, stavolta. Bastava poco per rimetterla in carreggiata, se lo doveva dire, e il suo lavoro quando andava per il verso giusto la inorgogliva. Pensare che quella sottospecie di ameba con i tentacoli al posto delle mani la prendeva in giro quando investiva qualche yen per far stampare quei 'fogli inutili'... al solo pensiero inarcò le sopracciglia e le sfuggì una specie di ringhio. Un altro passante incassò la testa fra le spalle, evidentemente intimidito.

Sto diventando schizofrenica.

"E chi sarebbe questo sgorbio?! Guarda, uno con una faccia così non sarebbe in grado di proteggere neanche il proprio deretano!".

"Ranma!".

La frase della ragazza con la treccia e il tono scandalizzato con cui l'aveva ripresa la mora le scatenarono un attacco d'ilarità tale che dovette piegarsi in due per soffocare le risate, sprizzando lacrime e avvertendo un calore eccessivo diffondersi sulla faccia.

Ok, è ufficiale, sono schizofrenica: un minuto fa ero un lanciafiamme e ora me la sto facendo sotto dalle risate. Altro che rimettermi in carreggiata, avrei bisogno di un bravo strizzacervelli!

L'idea del disegnino di Ryo sul volantino, con le dita sollevate nel simbolo della vittoria, le era sembrata un'ottima calamita per clienti, unita all'espressione accigliata e fiduciosa che aveva dato al suo socio. Se però ripensava alla bocca spalancata e sbavante, con tanto di sguardo lascivo che aveva lo stallone dei suoi stivali quando vedeva una bella donna, allora doveva dare ragione alla ragazza chiamata Ranma.

Si lasciò andare ad un ultimo, strozzato scoppio di risa mal trattenute e si avvicinò alla strana coppia.

"Ti dico che questo non ha la faccia da guardia del corpo!".

"E io ti dico che è il migliore sulla piazza!".

"Scusate? Avete ragione entrambe!", s'intromise con un sorriso. Le due si interruppero di colpo per guardarla. "Piacere, sono Kaori Makimura, l'altra... metà di City Hunter".

***



Alzò gli occhi verso la ragazza alta che aveva parlato e per un attimo provò una punta d'imbarazzo. Aprì la bocca per parlare ma il pugno della sua fidanzata lo mise a tacere mentre ancora stava prendendo fiato.

"Oh, non lo stia a sentire, non sa quello che dice". Carina come sempre, pensò senza riuscire a dirlo, impedito com'era dalle sue nocche implacabili premute sullo zigomo. "Io sono Akane Tendo e... lei è Ranma Saotome". La mano passò sulla sua testa, premendo perché s'inchinasse come una persona educata.

"Insomma, prima mi spiaccichi sul tabellone orario, poi mi prendi a pugni! Vuoi farmi fuori, per caso? E poi, 'lei' a chi?", sbottò solo per beccarsi un altro pugno, stavolta dritto sul naso.

"Insomma, vuoi stare un po' zitto?", gli intimò a denti stretti una furiosa Akane. Se quella Kaori si era accorta della forma maschile che gli aveva rivolto quella pazza manesca, non lo diede a vedere. Anzi, li invitò a seguirla in un luogo più tranquillo dove parlare in santa pace e discutere del loro problema, e bla, bla, bla....

Sbuffò, incrociando le braccia e voltandosi a guardare altrove. Non sopportava quella situazione. Non sopportava che dovessero rivolgersi a City qualcosa per proteggersi da quella sottospecie di mostriciattolo che era il suo maestro. Non sopportava che i loro genitori e le sorelle di Akane avessero scritto 'week-end lungo' su quel dannato biglietto, perché poteva voler dire un'intera settimana, nel loro linguaggio. E, soprattutto, non sopportava essere una ragazza. Decise comunque di seguire le due, che parlavano amabilmente manco fossero amiche da una vita: oh, ma diamoci pure del tu! Siete giovanissime ma non abbiamo poi molti anni di differenza! Nerima?! Che meraviglia, da così lontano ? Sai, solitamente ce la caviamo da soli ma stavolta... Caspita, non ricordavo che Tokyo fosse così piena di gente! Ci sono venuta anni fa con le mie sorelle e...

Tutto il resto della conversazione si ridusse a un borbottio per Ranma, che azionò l'interruttore 'off' nel suo cervello e cominciò a guardarsi intorno inserendo il pilota automatico. La città era grande davvero, con quei grattacieli altissimi e la gente che parlava in quegli infernali cellulari come se da ciò dipendesse la loro vita: nulla a che vedere con il loro quartiere provinciale e tranquillo, dove il massimo della tecnologia erano le diavolerie cinesi che gli propinava di tanto in tanto quella pazza di Shampoo. Si incupì solo al pensiero: era tutta colpa sua e della mummia se ora si trovavano in quella situazione. Se le loro famiglie decerebrate si fossero limitate a mollarli a casa da soli perché 'legassero', sarebbe stato sufficiente starsene nel dojo tutto il giorno, mangiare da Ucchan (scomparendo abilmente agli orari dei pasti, fosse mai che alla fidanzata venisse in mente di cucinare !) e magari dormire addirittura da Hiroshi o Daisuke fino al ritorno degli scellerati e tutto sarebbe andato per il verso giusto. Invece l'amazzone e sua nonna si erano messe in testa di rendergli la vita impossibile e quel maniaco di Happosai aveva colto la palla al balzo: come al solito, un pazzo tirava l'altro e alla fine si era ritrovato alle calcagna una mole di disastri tale che Akane, esasperata, era rientrata a casa il giorno prima con quel volantinaccio tra le mani, sventagliandoglielo sotto il naso come se avesse scoperto l'acqua calda.

Acqua calda, pensò con un sospiro malinconico, se solo avesse potuto...

"Ecco, siamo arrivati. Questo è il Cat's Eye, dove fanno il miglior caffè della città!", cinguettò Kaori Makiqualcosa aprendo la porta che emise un allegro scampanellio. Il brusco ritorno alla realtà lo innervosì e grugnì, invece di inchinarsi, alle presentazioni dei gestori del locale. "Lui è Falcon; oh, state tranquille, è innocuo! E lei è Miki. Anche loro lavorano nel nostro campo".

Ranma fissò per un istante il gigante con gli occhiali scuri e capì perché quel bar fosse deserto: chi mai si sarebbe azzardato a entrare in un luogo dove c'era una specie di oni pelato? E quella donna così bella... come faceva a difendersi da lui? Kami del Cielo, dagli sguardi che gli lanciava mentre parlavano si sarebbe detto che era in confidenza con lui! Molto in confidenza. Che quartiere di pazzi quello Shinjuku!

"Allora, vogliamo sed...".

Quello che accadde dopo fu talmente veloce che Ranma non ebbe neanche il tempo di reagire: d'altronde, fu così assurdo che probabilmente sarebbe rimasto comunque pietrificato. Un tizio con lo spolverino di un azzurrino slavato schizzò da dietro il bancone del bar, lanciandosi a capofitto verso di loro: sì, puntava decisamente lui e Akane; l'incontro dello sguardo col suo volto fu breve, ma sufficiente a fargli capire due cose.

A: il tizio era l'altro City Hunter che compariva in quel buffo disegno del volantino.

B: la sua espressione era mille volte peggio di quella del suo maestro invasato quando veniva a contatto con la biancheria intima femminile.

Prima che potesse reagire, e sì che si era già messo in guardia, la composta ragazza dai capelli corti aveva sfoderato da chissà dove un martellone di dimensioni epiche, che nulla aveva a che vedere con gli aggeggi che ogni tanto usava la sua fidanzata per niente carina, e aveva spiattellato l'uomo sul pavimento del bar con un fragore assordante.

"Razza di maniaco depravato, ora ti attacchi anche alle minorenni?!", ringhiava Kaori, l'espressione gentile stravolta in una specie di ghigno demoniaco.

Wow, siamo ai livelli di Akane quando si arrabbia!

I due strani gestori avevano un'espressione rassegnata. Sospettò che non fosse la prima volta che assistevano a uno spettacolo del genere. La sua attenzione, però, si spostò immediatamente al malcapitato che giaceva immobile nelle macerie del pavimento: doveva essere morto sul colpo, poveretto. E lui che si lamentava per qualche calcio e qualche pugno di Akane!

"Ma, 'Ori-chhhhan, io 'levo sholo 'apire chuanto sharebbero chresciute di sheno e di fhianchi!", biascicò, evidentemente con qualche dente in meno e la mascella compressa sotto all'acciaio del martello.

"Sapevo che l'avresti detto, razza di lascivo senza cervello!", sputò fuori Kaori riponendo l'arma in un angolo oscuro. Afferrò il bavero della giacca del socio e lo disincastrò dal pavimento come fosse uno straccio solo per mostrare loro il suo volto sfigurato e gonfio; Akane fece addirittura un gridolino e un passo indietro. "Questo è Ryo Saeba, e quando non fa il cascamorto con le belle ragazze è il miglior sweeper del mondo", borbottò senza degnare neanche di uno sguardo il fagotto informe che teneva in una sola mano.

"Pia... piacere, il mio nome è Akane Tendo...". La sua fidanzata allungò una mano con esitazione e Ranma assistette a un altro spettacolo incredibile: Ryo Saeba il cascamorto si ricompose in un millisecondo, assumendo un'aria affascinante da uomo di mondo e prese nelle sue la mano di Akane con una delicatezza che non gli avrebbe mai riconosciuto.

"Sono felice di conoscerti, dolcissima Akane, sono certo che fra qualche anno diventerai una donna meravigliosa; ma non c'è problema, io ti aspetterò e passerai la prima mokkori night della tua vita con l'unico uomo che potrà farti feghhhhhhhh!". Non aspettò che l'arma, già estratta nuovamente da Kaori, colpisse Saeba il maniaco: saltò sulla sua testa con tutto il peso caricando anche un bel destro per buona misura.

"Cosa sarebbe questa mokkori -roba che vorresti fare con la mia fidanzata, razza di maniaco che parla come quel decerebrato di Kuno?!". Non aveva mai sentito quell'espressione, ma a naso non gli indicava nulla di buono, specie accoppiata al sostantivo 'notte'. Colse lo sguardo di Akane, evidentemente sconvolta dal fatto che l'avesse chiamata 'la mia fidanzata' in ben due occasioni a distanza di meno di un'ora, e si affrettò a correre ai ripari prima che il suo sguardo diventasse troppo sognante. "Sappi che un maschiaccio del genere, fra qualche anno, potrebbe diventare al massimo un lottatore di sumo!".

La sua reazione fu istantanea, ma non poteva immaginare che avrebbe addirittura tolto il martellone dalle mani di Kaori e l'avrebbe colpito con quello! Caspita, se l'avesse saputo avrebbe taciuto per i mille anni seguenti, dopo aver visto in che stato aveva ridotto l'altro City Hunter...

La botta fu colossale e prima di perdere i sensi colse soltanto una frase, pronunciata proprio da lui con una nota di stupore e smarrimento che poteva ben comprendere: "Cosa sarebbe questa storia che tu sei la sua fidanzata? Siete una coppia gay? Già alla vostra età?!".

***



"Le sorgenti di Jusenkyo? E io che pensavo fossero solo una leggenda!", esclamò Kaori protendendosi verso le due nuove arrivate con gli occhi spalancati. Lei invece non la conosceva, ma ormai la curiosità era tale che Miki smise di fingere di lavare i piatti e chiuse il rubinetto. Dopo la gara di martellate e il litigio tra Ryo e suo marito...

"Ti metto in conto il pavimento, razza di animale!".

"Animale? Che tipo di animale? Miaoooooo!".

"Ugh! Ti faccio pagare anche gli arretrati, maledetto!".

"Ti faccio notare che il martello è di Kaori e che è stata lei a sfondare le tue belle piastrelle!".

"La testa su cui l'ha sbattuto è la tua, pedofilo che non sei altro!".

"Pedofilo io? IO?! Ma se sei stato tu a crescerti Miki quando era ancora in fasce per poi potertela sposare!".

"Non era in fasce!".

"No, ma quasi!".

...era finita, si era adoperata per preparare una borsa del ghiaccio per quella povera ragazza con la treccia che Akane sosteneva essere 'il suo fidanzato in versione femminile'. Uomo o donna che fosse, non era abituato ai martelli di Kaori e rischiava seriamente una commozione cerebrale. Ora i quattro erano riuniti intorno a un tavolo con caffè e bevande e lei stava finalmente per scoprire il mistero legato a Ranma, china con il ghiaccio sulla testa.

"Di che diavolo stiamo parlando?", sbottò Ryo rivolto alla socia.

Kaori si portò un dito alle labbra e guardò in alto nel tentativo evidente di ricordare: "Mhhh, vediamo, se non sbaglio sono delle sorgenti che si trovano in una regione sperduta della Cina e in ognuna di esse è affogato qualcuno millenni fa; oggi, chi vi cada accidentalmente, si trasforma nell'esatta copia di chi vi ha perso la vita", terminò con aria tragica.

Miki guardò di traverso suo marito e lui fece spallucce: mai sentita, ovviamente.

"Proprio così, e mio padre ebbe la brillante idea di andare ad allenarmi laggiù. Inutile dirvi che entrambi ci siamo caduti dentro...". Ranma aveva l'espressione afflitta di chi ricordi un episodio tragico della propria vita. E non aveva tutti i torti, poveretto.

"Quindi anche tuo padre si è trasformato in una bella ragazza, non è così?". Nonostante sapesse che si trattava di una maledizione, e che sia Ranma che suo padre fossero in realtà uomini, quello scemo di Ryo aveva già la bava alla bocca: come biasimare Kaori?

"No, lui si trasforma in un panda!", rispose Ranma infuriato. "E comunque ci trasformiamo solo dopo essere stati bagnati dall'acqua fredda, a contatto con l'acqua calda torniamo normali".

"Ma allora non c'è problema! Scaldo subito dell'acqua", s'intromise, felice di poter aiutare quel poveretto. Dal suo sguardo, però, capì che c'era qualcos'altro.

"Ti ringrazio, Miki, ma non servirebbe, ora. Una nostra... conoscente mi ha stimolato di nuovo il nervo del gatto e l'acqua calda mi è insopportabile. Dovrei recuperare le pillole della Fenice per tornare a tollerarla, ma quella mummia, come al solito, pretende che io sposi Shampoo!".

Rimase con la mano a mezz'aria, quindi ripose la teiera. Attese, in silenzio, le spiegazioni che tutti si aspettavano, com'era evidente dai volti smarriti.

"E dimmi, Ranma, questa Shampoo è una...".

"Vuoi tapparti la bocca, razza di scemo? Possibile che ogni volta che si nomina una donna tu debba chiedere se è bella o meno?". Kaori aveva afferrato l'orecchio del socio e dall'espressione lacrimevole di Ryo capì che doveva fargli molto male.

Vide Akane prendere un sospiro e si dispose ad ascoltare: tra Ranma che con la botta in testa parlava biascicando senza dare molte spiegazioni e Ryo e Kaori che litigavano, l'ultima speranza di capirci qualcosa era in quella ragazza dall'aria assennata.

"Dunque, da dove posso cominciare? Allora, i nostri padri sono amici di vecchia data e tanti anni fa si promisero a vicenda che, per continuare la tradizione di arti marziali indiscriminate, avrebbero fatto sposare i loro figli in modo da poter gestire il dojo della mia famiglia negli anni a venire. Il padre di Ranma tornò con lui e si presentò alla nostra porta per permettergli di scegliere la sua futura sposa. Vedete, ho altre due sorelle".

Se avesse potuto materializzare i pensieri di Ryo in quel momento, sarebbero comparse delle gigantesche luci al neon che lampeggiavano domande come: 'quanti anni hanno?', 'sono carine come te?', oppure addirittura 'quali sono le loro misure e i loro numeri di cellulare?'. Glielo leggeva nello sguardo che si tratteneva solo per timore dell'ennesima martellata della sua socia.

"Kasumi e Nabiki hanno deciso che io fossi la più adatta, anche se devo ancora capirne il motivo". Lanciò un'occhiataccia alla rossa che le fece la linguaccia. In quel momento le parve quasi di vedere la versione dieci anni più giovane di Ryo e Kaori. Beh, con Ryo in vesti maschili, ovviamente. "Ma il problema è che Ranma attira i guai e le persone più strane!".

"Ehi, parla per te, razza di frana! Che mi dici di Kuno e di quell'assurdità di uscire con chi ti avesse sconfitta in combattimento?". Non aveva idea di cosa stesse parlando Ranma, ma subodorò che si trattasse di uno spasimante o qualcosa del genere, l'aveva nominato anche poco prima che la fidanzata lo martellasse. Doveva esserne molto geloso, sotto sotto.

"Puoi evitare di confonderli ancora di più parlando di cose che non c'entrano nulla? E comunque sei tu ad attirare le persone più pazze! Shampoo l'hai conosciuta in Cina e se non l'avessi sconfitta in combattimento, non avrebbe mai preteso che la sposassi!".

"Aspetta, aspetta... questa Shampoo vorrebbe sposarlo solo perché è stata battuta?". Kaori aveva fatto la domanda giusta, cominciava a perdersi anche lei.

"Nel suo villaggio di amazzoni è la legge: siccome sono tutte zitelle, appena trovano un uomo forte se lo sposano per continuare la tradizione", spiegò Ranma senza mezzi termini. "Solo che io non ho mai avuto la minima intenzione di sposare quella pazza!".

"Ah, no? Ma se le stai sempre appiccicato come una cozza allo scoglio?". Il tono piccato di Akane le indicò che anche lei era parecchio gelosa: quella sì che era una coppia affiatata!

"Eh eh eh! Dev'essere parecchio brutta questa Shampoo", rise Kaori tentando di rimettere pace.

"Al contrario", s'intromise Akane facendo rizzare le antenne a Ryo, che si rimise in attento ascolto, "è molto bella ed è anche forte...".

"...ed è lei a stare appiccicata a me, non io a lei! Oltretutto sai benissimo che odio i gatti!".

"Anche tu?", le scappò detto cogliendo un sussulto di Falcon al suo fianco, "e io che pensavo fossi l'unico caso in tutto il Giappone!".

"Ad ogni modo... cosa c'entrano i gatti?", domandò Ryo, facendo finalmente una domanda che non riguardava misure o età.

"Shampoo è caduta a sua volta in una sorgente, ma non della ragazza affogata dove sono finito io, bensì in quella del gatto affogato. E la cosa peggiore è che ha una bisnonna che la appoggia e mi chiama 'futuro marito'. Padroneggia delle tecniche marziali molto antiche, tra cui quella di stimolare un particolare nervo del torace atto a far diventare una persona sensibilissima alle alte temperature, come la lingua di un gatto".

Falcon sussultò di nuovo e sul suo volto si dipinse un'espressione di disgusto che la fece sorridere: "Stai tranquillo, non credo che sarebbero così calmi se questa ragazza li avesse seguiti".

"Stimolare un nervo del genere a chi è caduto nelle sorgenti di Jusenkyo provoca automaticamente il problema di restare bloccati nella forma maledetta. Ed è uno scherzetto che mi ha giocato già in passato, facendomi sudare sette camicie e coinvolgendomi addirittura in una specie di gara per darmi il rimedio, ossia le maledette pillole della Fenice, che ripristinano le condizioni di normalità".

"E come l'altra volta pretende che Ranma sposi sua nipote in cambio delle pillole", concluse Akane tristemente.

"Accidenti, non credevo che esistessero tecniche simili nelle arti marziali!", commentò Kaori.

"Certo, tu conosci solo la forza bruta del martello...". Il commento di Ryo si smorzò allo sguardo fulminante della socia.

A quel punto aveva una domanda anche lei: "Ma, scusate, non basterebbe rubare alla vecchia signora queste pillole? Per quanto non sia bello sottrarre le cose alle persone anziane, in questo caso...".

Ma Akane stava già scuotendo la testa: "Magari fosse così facile. Qui non parliamo di una vecchietta che si diletta con le tecniche marziali, ma di una vera e propria amazzone che padroneggia tecniche vecchie di millenni! Mettersi contro di lei equivale a tentare di abbattere un muro di cemento a mani nude. Neanche Ranma è mai riuscito a sconfiggerla".

"Però sono riuscito a metterla in difficoltà, parole sue!". La fidanzata liquidò l'orgoglio di Ranma con un gesto della mano.

"Non ci sto". La sentenza di Ryo provocò il silenzio, anche se durò solo qualche secondo.

"Come sarebbe a dire che non ci stai?! Ti ricordo che sono cinque mesi che non abbiamo un incarico! CINQUE mesi! Abbiamo battuto ogni record e non solo fra poco mangeremo riso in bianco e cipolla, ma ci staccheranno anche la corrente e il gas se non ci affrettiamo a pagare le bollette!".

"Sempre a pensare ai soldi tu! Quanti credi possano averne due ragazzine che a malapena frequentano il liceo?".

Miki li guardava litigare e non poté trattenere un sorriso: Ranma e Akane tentavano disperatamente di dire qualcosa ma era come se non esistessero. La ragazza con la treccia, inoltre, stava puntualizzando rabbiosa che lei non era 'una ragazzina del liceo', ma le sue parole si persero nelle urla di Kaori.

"Non pensi che prima di dire no dobbiamo per lo meno dar loro il beneficio del dubbio?".

"Io non mi metto contro streghe con pseudo poteri magici per cercare di recuperare una confezione di pillole!".

"VOLETE. PER FAVORE. ASCOLTARCI?". Incredibile: per piccolina che fosse, Ranma in versione femminile si era alzata in piedi e aveva urlato più forte di quei due testoni! Entrambi si bloccarono simultaneamente, Ryo voltando la testa dall'altra parte, chiaramente indignato, e Kaori ridendo imbarazzata.
"I soldi li abbiamo, non è molto ma è quello che siamo riusciti a racimolare in questi ultimi tempi". Vide Kaori contare il mucchietto di banconote stropicciate che la rossa aveva sbattuto sul tavolo. Dall'aria afflitta capì che non era quanto sperava.

"Beh, non è molto ma almeno possiamo pagare le bollette", commentò sconsolata.

Ryo si alzò con le mani in tasca. "Bene, lascio a te il compito di rubare pasticche alla vecchietta".

Kaori lo guardò allibita: "Quindi ti tiri fuori, eh? Bene, poco male. Questo è un caso facile e...".

"Non è Obaba il problema!", gridò esasperato Ranma. "O almeno, non solo lei".

C'era dell'altro? Quei due erano una sorpresa continua: altro che assassini e complotti internazionali, quella coppia era un vero e proprio spas....

L'urlo di Ranma fu acuto e disperato e tutti si tapparono simultaneamente le orecchie. Miki riaprì gli occhi che aveva stretto come inutile forma di difesa dal suono e rimase scioccata: c'era qualcosa abbarbicato al fondoschiena del ragazzo, che emetteva suoni di grande compiacimento.

"Quanto mi sei mancata, Ranma cara!". E parlava pure! Possibile che fosse un essere umano? Vide Akane afferrare la strana forma per la collottola, mentre il fidanzato ripeteva come una nenia che no, non era possibile, quel maledetto li aveva seguiti! La mostrò quindi alla comitiva, stando bene attenta a tenerla lontana da sé.

"Ecco, è lui il problema".
   
 
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