Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Alchimista    20/04/2014    6 recensioni
L'aria fresca di quella notte carezza il suo viso con una gentilezza a cui ormai lui non crede più. La vita gli ha dato troppo dolore in così pochi giorni perché ora possa riscattarsi con la pace che pure, oramai, ha portato. Si sente cresciuto, come se avesse appena smesso di sognare e quella fosse la realtà.
Death-character. Che Dio mi perdoni.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il freddo di quaggiù.

 

 

È un diritto anche morire

se chi ci ama più non c'è.

 

L'aria fresca di quella notte carezza il suo viso con una gentilezza a cui ormai lui non crede più. La vita gli ha dato troppo dolore in così pochi giorni perché ora possa riscattarsi con la pace che pure, oramai, ha portato. Si sente cresciuto, come se avesse appena smesso di sognare e quella fosse la realtà.

E non ci crede. Non crede più nelle parole della gente, nelle promesse degli uomini di Dio e neanche nel destino o nella Provvidenza. Non c'è mai stato un piano e non ne vede una bozza per il futuro.

Che futuro gli resta poi? Che senso ha adesso Verona? Come avrebbe sopportato gli sguardi di pena che già gli rivolge la gente e con che forza avrebbe allontanato la pietà di quegli occhi, nascondendosi nella strade deserte, vagando senza meta?

Solo. È solo come mai prima d'ora, neanche quando da piccolo aveva cominciato a chiedersi dove fossero i suoi genitori. Solo, senza più l'affetto di una famiglia, il sorriso di un cugino che aveva più a cuore di un fratello; senza più le canzoni di un amico a cui avrebbe donato tutto se stesso.

La morte, crudele e veloce, li ha portati via con sé, l'uno dopo l'altro.

«Ma forse ne hai dimenticato uno...».

Un passo avanti, uno in più ed una nuova folata di vento, più severa, che avvisa dell'imminenza del pericolo. Oh, non c'era mai stato nulla che volesse fare con maggiore consapevolezza. Mormora una lenta litania, una nenia che alle volte è stata sulle loro labbra nei tramonti d’estate e si sente felice per un momento al pensiero di quello che l’attende.

Mercuzio, Mercuzio aveva detto che avrebbe atteso Romeo sull'altra riva. Che stessero aspettando anche lui? Lo avrebbero atteso prima di andare, di nuovo insieme, come sono sempre stati e non sarebbe stato cortese farli attendere, né giusto. Perché tutti possono scegliere di andar via e lui invece resta ancora ancorato al dubbio? Perché non riesce a lasciarsi andare, lì, sul campanile di quella chiesa, al di sopra di tutti?

Un nuovo passo, uno degli ultimi, ora sul bordo della bifora di pietra grezza. La città placida è sotto i suoi occhi, dormiente e serena, pacata da quel sangue e dal giuramento che mai altro ne sarebbe stato versato. Che cosa importa a Benvolio? Che muoiano anche tutti, ora che a lui hanno strappato dal petto il cuore e gli affetti, ora che il solo gesto d’amore che gli avrebbero dedicato i suoi congiunti sarebbe stato uno sguardo carico di tacita domanda.

Perché lui è ancora vivo? Se lo chiede, se lo chiedono tutti, lo legge in ogni istante che continua a vivere, in ogni nuovo respiro che lascia il suo petto. E più che altrove, lo legge negli occhi di Madonna Montecchi, quegli occhi tristi e severi, che mai più vedranno la luce della gioia.

«Mai più».

Per lui sarebbe stato sopravvivere. Sopravvivere alle domande, agli sguardi, a quel buco che la loro dipartita aveva lasciato nel suo petto. Sopravvivere alla vita. E chi avrebbe rallegrato la brutta stagione, chi alleviato la calura d’agosto e festeggiato la primavera? Sarebbe stato un eterno inverno dove un tempo c’era il suo cuore. E lui era troppo fragile per sopportarlo.

Aveva creduto che avrebbe avuto paura, ma ora né giramenti di capo né senso di vuoto lo spaventano. No, anzi, sono fedeli segnali di quello che sta facendo, annunciatori di una pace che cerca disperatamente.

Ed è semplice. Non ci sono domande, non ci sono spiegazioni da darsi. Sembra la giusta conseguenza, la tessera di un grosso mosaico che torna al proprio posto e fa star bene il bell’artista.

Benvolio allarga le braccia, il vento si infila sotto la camicia bianca, lo fa rabbrividire – è una bella sensazione, l’ultima. Chiude gli occhi, prende un bel respiro. Ha un ultimo pensiero, quasi una trepidazione perché presto tornerà con Romeo e Mercuzio, poi semplicemente si lascia andare.

Durante la caduta non ha pensieri: dura troppo poco e poi è semplicemente il nero della morte e della pace. Sulle labbra restano poche parole, pensate e non dette.

I re del mondo ora hanno una nuova reggia. Sarà la più bella di tutte e saranno di nuovo insieme.

 

 

 

 

 

__________________

 

Non chiedetemi perché abbia scritto questa mini-mini-shot il giorno di Pasqua, quando il cioccolato e i dolci dovrebbero rendermi più dolce e invece vi propino angst della peggior specie. E’ colpa, almeno in parte, della canzone che fa da intro alla scena e che mi causa sempre troppe emozioni. La ascoltavo e d’improvviso m’è comparsa l’immagine del povero Benvolio sul campanile della Chiesa. Il resto l’avete letto, in pratica. Ora, quei pochi di voi che hanno letto mi staranno mandando al diavolo e me lo merito… ma non sono riuscita a resistere ad una scena del genere.

Questo musical mi ha cambiata e ancora non sono riuscita a liberarmi di tutte le esagerate emozioni che mi causa (pubblicare questa shot mi sta facendo venire un nodo allo stomaco neanche fosse la mia prima pubblicazione in assoluto), quindi… boh, spero solo che vi sia “piaciuta” e magari che lasciate una traccia del vostro passaggio, anche solo per mandarmi al diavolo.

(SPOILER: sto scribacchiando una long dall’angst un po’ meno… definitivo sempre per questo fandom che pubblicherò a breve. Dunque stay tuned ^^).

 

Io mi dileguo prima che qualcuno auguri peste alla mia famiglia XD

Baci, Alch.

   
 
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