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Autore: lawlietismine    21/04/2014    2 recensioni
Percy Jackson, grande eroe del mondo divino, stava lottando per delle stupidissime uova di cioccolata.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Caccia alle uova!



Ψ

 

“CACCIA ALLE UOVAA!”

Ma quanto potevano essere stupidi in quel posto? Annabeth continuava a chiederselo, seduta all’ombra di un albero con i suoi libri, il suo computer e le pergamene intorno.
Vedeva semidei che correvano ovunque come degli scalmanati, li vedeva mentre si facevano sgambetti pur di arrivare per primi, mentre formulavano dei piani (e che piani!), mentre esultavano gloriosi con il bottino in mano. Travis e Connor Stoll invece, al posto di cercare, prendevano direttamente quelle degli altri senza farsi notare. Vedeva satiri che sgambettavano impazienti per farsi belli davanti alle ninfe, mentre quelle non li degnavano di uno sguardo.

E poi c’era Percy.

Annabeth sapeva bene come fosse fatto il suo ragazzo, a volte poteva essere un vero e proprio bambino iperattivo, ma davvero non riusciva a non scuotere esasperata la testa nel vederlo con quel sorriso ebete sul volto, gli occhi verdi accesi di una strana luce e la sua spada stretta saldamente in mano.

Tutto per delle uova di cioccolata.
Percy Jackson, grande eroe del mondo divino, stava lottando per delle stupidissime uova di cioccolata.  
E la cosa preoccupante era che pareva anche davvero preso, come fosse una questione di vita o di morte, e la figlia di Atena non riusciva davvero a capacitarsi di una cosa del genere.

Non che le dispiacesse vederlo così spensierato e divertito, ma lei era fatta in modo diverso, piuttosto che partecipare a quella caccia insensata per tutto il campo, preferiva lavorare sul suo progetto di ricostruzione dell’Olimpo, così, per non perdere tempo.
Non sapeva neanche spiegarsi come Chirone avesse potuto acconsentire a tutto ciò!

Era raro per loro avere qualche giorno di pace, davvero molto raro, ma in fin dei conti le andava bene così: il giorno prima Percy l’aveva riempita di attenzioni, avevano passato la giornata da soli come poche altre volte era capitato ed erano stati benissimo.

Riusciva a farla sentire la ragazza più speciale dell’universo e solo pensare a lui, riusciva sempre a strapparle uno stupido sorriso.

Scosse la testa, tornando a concentrarsi sui migliaia di fogli che la circondavano. Si sistemò meglio con le gambe incrociate e afferrò la penna a piuma d’oca che aveva poggiato all'orecchio, fece qualche scarabocchio qua e là che solo lei sarebbe riuscita a capire e poi tornò a leggere qualcosa sul desktop del suo computer.

Neanche si spaventò quando una lancia per poco le sfiorò la fronte, scuotendole in una folata i capelli biondo cenere, prima di andare a colpire lo scudo di qualcuno e cadere in un sonoro tonfo: figli di Ares vs figli di Apollo, niente di nuovo.
Alzò solo un attimo lo sguardo per vedere di chi si trattava e notò Clarisse La Rue, adirata come sempre, mentre puntava minacciosa Will Solace, che, per quanto dolce, durante questi eventi si dimostrava davvero predisposto alle sfide.
Aveva trovato un uovo e l’altra aveva sicuramente pensato bene di prenderlo al posto suo.

Annabeth tornò ben presto a dedicarsi al suo lavoro.

Dalla parte opposta, Percy stava correndo come un ossesso in un giro tondo senza capo né coda intorno al pozzo, seguito da Leo Valdez e Grover, mentre un gruppetto di figli di Ermes tentava di portare via loro tutte le uova che avevano raccolto.
Non che avessero paura di loro – forse Grover sì… e anche Leo, magari un po’ anche Percy visti i loro sguardi. Okay, un po' ce l'avevano tutti – ma quando avevano tentato di fermarli, il fuoco di Leo e l’acqua di Jackson, si erano annullati a vicenda in modo alquanto imbarazzante.

Perciò, in attesa di un piano, avevano preferito iniziare a correre.

Qualche altro giro dopo, quello dai capelli neri tutti arruffati decise di prendere in mano la situazione: non poteva perdere quelle uova per niente al mondo.
Si voltò di scatto, superando i suoi due alleati, e andò ad affrontare i tre nemici a testa alta, impugnando con forza la sua amata spada. Quelli furono presi così alla sprovvista che i primi suoi colpi furono vincenti, poco dopo decisero di tentare di derubare qualcun altro: Percy Jackson – figlio di Poseidone – era fuori dalla loro portata.

Papà – pensò con un sospiro di sollievo – ti devo un uovo!

Era pronto per ripartire con la sua ricerca, quando il suo sguardo si posò su qualcosa poco lontano, o meglio, su qualcuno.
Le sue labbra si piegarono istintivamente all’insù e allora riformulò tutti i suoi piani.
“Andate avanti senza di me” informò gli altri due, senza neanche guardarli “devo fare una cosa” e detto ciò, li lasciò soli.

Si portò dietro un po’ del bottino e accelerando il passo – evitando frecce e lame – andò a sedersi accanto alla sua cara figlia d’Atena, troppo concentrata e corrucciata (per chissà cosa) per accorgersi di lui.

“Un regalo per la fanciulla più bella del reame” disse scherzoso e allo stesso tempo serio, allungando verso di lei il cestino con le uova di cioccolata che aveva trovato. Annabeth si riscosse solo in quel momento dai suoi pensieri e lanciò uno sguardo confuso prima a quello, poi a lui.
Osservò le macchie di terra e fuliggine che gli contornavano i vestiti e il volto da bambino allegro, cercando di non alzare gli occhi al cielo (come fosse una mamma esasperata), poi ricambiò il sorriso senza riuscire a trattenersi: come poteva di fronte a lui? Non ne era capace.
Prese ciò che le stava porgendo e lo posò al suo fianco, poi gli fece spazio per farlo mettere seduto più vicino a lei, si portò una ciocca dietro l’orecchio e rimase a guardarlo come se lo stesse studiando, sempre con quel leggero sorriso.

Percy ricambiò quasi come se la stesse sfidando, un ghigno divertito e furbo come se sapesse che tanto avrebbe vinto lui, e infatti fu così, perché neanche un minuto dopo Annabeth rise.
Poggiò le mani sul collo del suo ragazzo ed entrambi si sporsero per lasciarsi un delicato bacio a fior di labbra.

“Che dici…” iniziò lui, osservandola da così vicino con una nuova strana luce negli occhi verdi. “…Andiamo a mangiarci quelle uova da me?”

E Annabeth non se lo fece ripetere due volte.







YEPPA! Buongiorno a tutti e buone feste!
Sono tornata (e vado anche molto di fretta
-_(°-°)_- che palle) per farvi gli auguri.
Niente, ho scritto ora molto velocemente questa cosa, spero vi piaccia! Non potevano mancare nella mia lista Percy e Annabeth in una giornata così :')
Fatemi sapere cosa ne pensate, se ne avete voglia!
Alla prossima

Lawlietismine.
  
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