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Autore: Letz    22/04/2014    2 recensioni
Il primo pensiero coerente non appena apri gli occhi è “questa non è la mia stanza”.
Il secondo è un decisamente poco signorile “cazzo”.
Insomma, a diciannove anni nessuno ti punta il dito addosso se per una notte fai baldoria e finisci nel letto di uno sconosciuto. Giusto? Non significa che sei una puttana al di là di ogni possibile redenzione, come padre Leroux amava gridare dal pulpito.
Eponinex....suprise! ispirata dalle note di "Walk of shame" di Pink
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Eponine
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Catcher, e al lato oscuro del fandom.
 
 
 
 
Please, God, don't let anybody see me
Please, God, I'll do anything you ask me
I promise no more walks of shame
 
 
 
 
Il primo pensiero coerente non appena apri gli occhi è “questa non è la mia stanza”.
Il secondo è un decisamente poco signorile “cazzo”.
Insomma, a diciannove anni nessuno ti punta il dito addosso se per una notte fai baldoria e finisci nel letto di uno sconosciuto. Giusto? Non significa che sei una puttana al di là di ogni possibile redenzione, come padre Leroux amava gridare dal pulpito.
Ora tutte le tue abilità di ladruncola ti devono venire in aiuto se vuoi sgattaiolare fuori da questa casa senza che il padrone se ne accorga. Prima regola quando resti a dormire da uno sconosciuto: volatilizzarsi prima che il suddetto sconosciuto si svegli. Seconda regola: non lasciare niente di tuo a casa sua. E soprattutto, la terza e fondamentale regola: niente bigliettini sul cuscino o post-it sul frigo pieni di falsissimi “Scusa, ma il lavoro chiamava. Bella serata comunque. Questo è il mio numero, rifacciamolo qualche volta”. In particolare la storia del numero. Non si sa mai quale sociopatico stalker omicida puoi aver rimorchiato la sera prima. Soprattutto se lo hai rimorchiato dopo cinque shot di tequila.
Conti piano i passi che separano il letto dalla porta, due, tre, quattro…e sei fuori finalmente, nel corridoio. Dio, quanto ti fanno male i piedi, stupidi tacchi alti. L’uomo è andato sulla luna ma non riesce nemmeno a impedire ai tacchi di torturare milioni di donne ogni giorno. L’ONU dovrebbe occuparsi anche di queste cose.
Dio, quanto puzzi di alcool. E i vestiti stropicciati e macchiati – non vuoi sapere di cosa, tu davvero non lo vuoi sapere – della sera prima non aiutano di certo. Almeno i capelli sono a posto, hai avuto il buon senso di tenerli legati e non sparsi in giro come fai di solito. Già la gente ti guarderà sulla metro – difficile non fissare una ragazza chiaramente alle prese con un dopo sbornia di proporzioni epiche con tacchi a spillo, vestiti stropicciati e capelli-da-letto che prende la metro alle otto del mattino- perché la gente giudica, e nemmeno si ricorda delle porcate che ha fatto da giovane. Ipocriti del cazzo. Ti piacerebbe ringhiare a tutti un bel “chi di voi non lo ha mai fatto?” ma poi finirebbe per litigare con qualche bigotto come all’ultima protesta organizzata da Enjolras – era pura autodifesa, il porco mi stava toccando il culo.
È un rolex d’oro quello? Capisco, sei a casa tua e non pensi a nascondere gli oggetti di valore ma lasciare una cosina così graziosa sul mobile mi pare da ingenui. Puff, sparito nella tua tasca. Nessuno a questo mondo può permettersi di fare beneficienza.
In qualche modo raggiungi la porta ma ti tocca restare sul pianerottolo come una scema, in attesa del dannato ascensore. In nessun mondo sei disposta a farti sette piani di scale con i tacchi. Preferisci rischiare la vergogna di farti beccare in queste condizioni fuori dall’appartamento di…come ha detto di chiamarsi? Il campanello non aiuta molto, non c’è nessun nome – R farebbe qualche pessima battuta sul fatto che ti sei scopata l’uomo invisibile – ma in fondo non ti importa molto. Certo che dovevi essere davvero ubriaca per non ricordarti nulla – o quasi nulla – della notte prima.
Ma quanto ci mette il fottuto ascensore? Non hai tutta la mattinata. E nonostante tutti i tuoi discorsi da femminista sul tuo sacrosanto diritto di scoparti tutti gli sconosciuti che vuoi ti sentiresti morire se qualcuno ti trovasse in questo stato sul pianerottolo. Ti prego Dio, ti prego, non lo farò più, diventerò una donna nuova se tu fai arrivare l’ascensore. Cazzo, muoviti, stupido coso di metallo. Ti prego Signore, farò qualsiasi cosa, la colpa è stata di R che mi ha fatto bere. Io non potevo dire di no ad una amico, lo sai che è depresso per la storia di Enjolras. Il patto è che io divento una brava ragazza, una di quelle che arrivano vergini al matrimonio – ops, troppo tardi per quello – e tu fai arrivare il fottuto ascensore, ok? E magari fai anche mettere insieme quei due idioti del mio migliore amico e di Apollo.
Schiacci tutti i bottoni ma non succede nulla. Non sarà rotto vero? Dio, i patti non funzionano così. Tu devi fare qualcosa, se no mi toccherà continuare con la mia vita di perdizione. E poi stanno arrivando tutti questi flash della notte scorsa.
Oh mio Dio. Ti prego ti prego ti prego dimmi che non ho rimorchiato un quarantenne. Piacente, sexy, e con una certa inclinazione alla dominazione. E non dirmi che mentre mi scopava l’ho chiamato paparino. Ripetutamente.
Ora si che vuoi morire, e questo ascensore non arriverà mai abbastanza in fretta. E forse le tue preghiere sono state esaudite, e lassù da qualche parte esiste davvero un Dio a cui frega qualcosa di una ragazza disadattata come te. Ma appena varchi le porta dell’ascensore senti una mano che ti afferra decisa il braccio e ti tira di nuovo verso il pianerottolo.
E quando incroci due occhi azzurri e freddi come il ghiaccio – che fanno paio perfetto con la voce che gronda disprezzo “credo che tu abbia qualcosa che mi appartiene” – ti rendi conto che lassù non c’è proprio nessun Dio. Perché lo sconosciuto che ti sei scopata ieri sera è un ispettore. E tu sei completamente fottuta.
 
 

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Questo sclero, scritto in una ventina di minuti, mi è venuto ascoltando la canzone Walk of shame di Pink (adoro tutto l’album The truth about love) e ho pensato fosse perfetta per una one-shottina senza troppe pretese.
Spero che sia chiaro chi sono i due protagonisti della storia, è la prima volta che scrivo una Japonine (grazie a Catcher per avermi insegnato il “termine tecnico” per questa coppia) e spero che il risultato non sia del tutto deludente.
Grazie a chi leggerà/commenterà.
 
Lots of love,
~Letz 
  
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