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Autore: herflowers    22/04/2014    6 recensioni
"«Esploreremo Parigi, insieme. Vivremo il centro del nostro amore eterno senza mai perderci.» Perché tu, sorridendomi e stringendomi la mano, mi convincesti dicendomi queste parole."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Noi e Parigi.




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Caro Amore,
Forse leggerai questa lettera, sempre se non sarò ancora quella codarda che sono e che mi rinfaccio di essere da tutta una vita. Forse riuscirò a trovare la forza e mettere da parte quella vergogna che provo ancora tuttora nei tuoi confronti, nonostante tutte le avventure vissute insieme, da farti leggere, più che sentire, quello che realmente ho provato stando con te, in questa città che ha scritto l’inizio nella nostra storia, quella che ha aiutato le nostre strade a rimanere unite.
Questa Parigi dei nostri sogni che abbiamo raggiunto qualche anno fa, insieme, decidendo di far diventare realtà la nostra pazzia. Decidendo di far diventare il nostro amore, indimenticabile e completamente nostro, concentrato su di noi e sui nostri sentimenti. Perché è quello che mi ha aiutato a fare. Ho dimenticato il mio passato e quello che poteva essere il mio futuro nella nostra vecchia cittadina, piccola e così familiare, per un futuro in una Città sconosciuta e tutta da scoprire. Guardando quei biglietti aerei ci siamo detti che il nostro sarebbe stato un futuro straordinario, pieno di novità e di luoghi da esplorare.
«Esploreremo Parigi, insieme. Vivremo il centro del nostro amore eterno senza mai perderci.» Perché tu, sorridendomi e stringendomi la mano, mi convincesti dicendomi queste parole. Io, strabiliata dal tuo carattere tanto carismatico e dalla tua anima sognatrice e libera, sorrisi. Rimasi del tutto senza parole da dirti, perché – dentro di me – mi ripetevo solamente quanti ti amassi davvero. All’interno della mia anima, c’erano soltanto i miei sentimenti che lottavano per prendere il sopravvento sulla ragione, sulla lucidità del mio essere. Riuscivo solamente a stringere più forte la tua mano, sorridendoti, e ripetere nella mia testa, convincendomi volta dopo volta, io ti amo.
Io ti amo.
Io ti amo.
Ricordi di come partimmo solamente con un piccolo bagaglio a mano che conteneva solamente il necessario? Quella valigia dei sogni, conteneva il tuo maglioncino di cachemir grigio preferito, quello che profumava di lino e betulla, e la mia macchina fotografica. Quella macchina fotografica che, ormai di vecchia data, è stata la nostra più cara compagna di avventure. Ripenso spesso ai vecchi scatti fatti prima della partenza. L’amore che provavamo in quel posto veniva coperto dal grigio dell’ambiente che, impertinente, spesso era anche dentro di noi. Invece, da quando ci affacciamo tutte le mattine alla finestra e respiriamo a pieni polmoni l’aria parigina, quell’aria di vita vera, quel grigiore non c’è più. Con noi, ormai, ci sono i colori della vita che ci accompagnano. Quei colori tanto belli che danno un senso al mondo donandogli sfumature diverse, donandogli un’anima propria, un’anima che parla continuamente. Ricordi di come, appena sbarcati dall’aereo, non ci colpì il saluto accogliente delle hostess sorridenti in divisa, ma di come ci sentimmo accolti da quell’insegna gialla, illuminata, sospesa sopra le nostre teste che, annunciando l’arrivo a Parigi, sentimmo nostra. Quell’insegna che ci diede il vero benvenuto in quel paradiso.
Gli scatti iniziali della routine parigina furono sensazionali, ma non quanto quelli che ricordano la nostra integrazione in essa. I pomeriggi di sole, nel tempo libero, li passiamo spesso passeggiando per quelle strade costeggiate da alberi in fiore, affollate da persone che vivono la giornata, bambini che sentono sulle spalle il solo peso di sentirsi liberi come la loro età vuole, adulti che camminano a braccetto con i genitori, ormai anziani, ricordando amorevolmente le premure date e ricevute, ricordando i bei momenti vissuti in felicità, l’amore che la famiglia li aveva fatti diventare le persone che erano, persone migliori.
Quelle strade che avevano permesso al nostro amore di diventare parte di loro, che avevano accettato di diventare parte del nostro vivere. Non mi stancherò mai di guardare l’alba nascere, affacciata alla finestra della nostra camera da letto, non mi dimenticherò mai l’euforia che provai il primo giorno della nostra nuova esistenza. Quel giorno, con gli occhi pieni di amore e il cuore pieno di felicità, andammo su quel prato verde che tanto amo tutt’ora, tu sdraiato con le mani sotto la nuca e io con la testa sopra il tuo petto, ti leggevo i pezzi che più mi piacevano del mio libro preferito. Quel libro che mi regalasti quando ancora non ci eravamo resi conto del bene che provavamo l’una per l’altra. Ricordi quel messaggio che mi scrissi in inverno, quattro anni fa? Mi dissi che a capodanno, sulla strada di ritorno della festa, ti annoiasti e decidesti di tornartene a casa e che, forse, avresti voluto leggere qualcosa.
Io, totalmente incredula, ti domandai «Perché, tu leggi?»
E tu, probabilmente con il sorriso, mi scrivesti «Se ti dico di si, mi prendi in giro?». Non dimenticherò mai come mi sentii dopo.
Era raro trovare un ragazzo a cui piacesse leggere romanzi, a cui piaceva aprire la mente e lasciar entrare le vicende scritte su carta dentro la propria testa. Era raro trovare un ragazzo a cui piacesse sognare riga dopo riga. Probabilmente ti sarai dimenticato di quel giorno che, ritornata da lezione d’arte, con il mio vestito bianco macchiato di creta, con il sole che splendeva in cielo, richiamai la tua attenzione lanciando caramelle colorate sul vetro della finestra. Non appena ti affacciasti, ricordo che ti misi a ridere di gusto vedendomene prendere una dal sacchetto tra le mie mani e mettermela in bocca, cominciando ad urlare di scendere e seguirmi e di affidarti a me.
Con i gomiti appoggiati al legno bianco della finestra, cominciasti a ripetermi che ero pazza, che nessuno avrebbe speso soldi per comprare caramelle da lanciare alla finestra di qualcuno, al posto dei sassolini, alla finestra della persona amata, in tipico stile Romeo e Giulietta dei tempi moderni invece di mangiarle. Ma nonostante tutto, scendesti e ti affidasti a me, al mio amore.
Ricordi il viaggio in treno? Quel treno che, fiero e veloce, ci portò al mare. Ricordo di come volevo sentire il vento tra i capelli, di come volevo respirare l’odore di salsedine, spinto dal vento fresco estivo che, solo e impaurito, si trascinava dietro qualche nuvola grigia. Quel pomeriggio fu il più romantico della mia vita perché, proprio su quella spiaggia, non solo mi dicesti, imbarazzato e allo stesso tempo sincero, di provare dell’amore come non ti era mai capitato prima di allora verso qualcuno, nei miei confronti, ma lo scrivesti su quella spiaggia in modo che potesse leggerlo chiunque. Lo scrivesti fregandotene dei bambini che, correndo, rimarginavano la sabbia sotto i loro piedi perché tu, riprendendo il bastone in mano, ricalcavi la scritta per poi guardami negli occhi e sorridermi. E io, innamorata pazza di te, guardavo quegli occhi grigi nei quali mi vedevo riflessa.
Ripetevi spesso di avere occhi solamente per me, infatti non provavo nessun tipo di gelosia nei tuoi confronti proprio perché sapevo che non mi avresti mai ferita. Sulla spiaggia, abbracciati stretti, mi dissi che, proprio come io ritenevo raro un ragazzo innamorato di scritte poetiche e narratrici su fogli rilegati di inestimabile valore, una ragazza che preferiva il mare, il sole, il vento a una giornata di shopping era più che rara. Era unica, ero unica. Tutte quelle sensazioni, quelle parole e tutti quei sentimenti provati erano amplificati da quella città. Questa città, questa Parigi che, non solo per noi, è sinonimo di Amore libero, Amore puro e vero. Parigi rendeva ogni cosa vera e unica, come noi. Parigi aveva il potere di far sembrare il tutto una favola perenne sia con il freddo sia con il caldo, sia con il vento e la pioggia sia con il sole alto e splendente nel cielo. Le nostre ideologie, i nostri sogni, le nostre paure erano racchiuse all’interno di quella terra spensierata ormai. E io, ancora oggi, voglio essere unica, voglio poter vivere nella mia favola preferita ogni giorno insieme a te. Perché, dopotutto, rispecchiamo a pieno Parigi. Perché, ora e per sempre, siamo Noi e Parigi. Solo questo, il nostro piccolo e grande amore che vivremo solo andando avanti, sostenendoci e amandoci.


 
 
   
 
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