Non è che fosse
una città pericolosa o qualcosa del genere, si trattava di una
località turistica relativamente famosa e decisamente
tranquilla.
No, non era stata costruita sopra un antico cimitero
indiano o in una zona in cui anni prima venivano fatti rituali
orgiastici o qualcosa di simile. Quel terreno era stato comprato
molti anni prima da un ricco manager industriale, tale Alfred
Stevenson, che aveva deciso di investire su una zona così bella e
piacevole dove passare le proprie vacanze.
Ecco, se c'è qualcosa
di davvero inquietante legata a quel luogo, è che dopo neanche un
mese che era stato acquistato il terreno, il signor Stevenson era
stato trovato morto, caduto dall'attico in cima al grattacielo di New
York in cui viveva, si pensava che si era suicidato, per qualche
motivo ancora sconosciuto.
Bene, per quanto possa sembrare un modo
di pensare superstizioso e a tratti complottista, gli eventi che
andrò a narrare che hanno influenzato la vita della località
chiamata Splendid Bay sono iniziati proprio dopo la morte di Aldred
Stevenson, quando il grande impero economico della Stevenson Corp.
cominciò a vacillare.
Il nostro uomo,
colui che molti pensano la causa di tutto ciò che è accaduto da
quel momento in poi, si chiama James Parker, un uomo sulla
cinquantina, agente di polizia del NYPD, ma il suo lavoro in fondo
non ci interessa più di tanto, visto che a quel tempo era in ferie e
aveva deciso di trascorrerle in vacanza a Splendid Bay, che
cominciava a diventare più economica.
La vita in quel paradiso
marittimo era abbastanza semplice, avendo preso il pacchetto
“All-Inclusive” le sue giornate consistevano in un continuo
andare dalla sauna alla sala mensa, alla piscina, alla stanza dei
massaggi. Ed è proprio lì che la sua disavventura ebbe inizio.
Si
trovava lì, su quel lettino comodo e rilassante, mentre un
massaggiatore professionista lo ungeva di oli profumati con le sue
mani esperte, stendendo i muscoli, i nervi e perfino i pensieri che
affollavano la mente di James. Saranno strati gli strani effluvi con
cui la stanza veniva tenuta profumata, sarà stato il rilassamento a
cui era sottoposto durante il massaggio, l'uomo alla fine si assopì,
catturato da quell'energia positiva. Era una cosa normale, di per sé,
capitava spesso ed era un buon segno, ma quella volta fu diverso,
perché il sonno dell'agente Parker fu tutt'altro che rilassato.
Si
svegliò improvvisamente, colpito da ansie e preoccupazioni durante
il sonno, ma ad accoglierlo non trovò più il massaggiatore e i
buoni odori che fino a quel momento lo avevano accompagnato, bensì
una strana stanza, lugubre e maleodorante. Si alzò dal lettino su
cui si trovava e coprì le nudità che erano state richieste per il
massaggio con l'asciugamano che aveva messo addosso. Si guardò
intorno confuso, non riusciva a capire dove si trovava. Udiva strani
rumori, provenienti da quella misteriosa struttura e cominciava ad
avere sempre più paura.
Una robusta porta gli impediva di uscire
da quello stanzino, tanto simile alla stanza dei massaggi, ma allo
stesso tempo così diverso. Cerco di forzarla, ma era pesante e
chiusa a chiave, l'unico collegamento con l'esterno erano delle
sbarre che permettevano alla stanza di prendere aria. Si affacciò da
esse, per guardare cosa si trovava fuori di lì, ma l'unica cosa che
trovò furono altre porte identiche a quella poste ai lati di un
lunghissimo corridoio. Quel posto aveva tutta l'aria di essere una
prigione.
Spaventato da ciò che stava accadendo cominciò a
bussare sulla porta con forza e chiamare aiuto, sperando che qualcuno
l'avrebbe sentito e si sarebbe accorto che era finito lì a causa di
qualche strano incidente e l'avrebbe liberato. Tutto ciò che riuscì
ad udire, però, fu un agghiacciante ruggito. Si ritrasse dalla porta
e si rintanò in un angolo. Era disarmato, nudo, solo, non riusciva a
capire cosa stava succedendo e come fosse finito lì. Era abituato a
situazioni di estrema tensione, ma quella volta si lasciò prendere
dal panico e scoppiò a piangere.
Non sapeva quanto
tempo era passato da quando si era svegliato lì. Forse anche un'ora,
ormai.
Finite le lacrime e stanco delle emozioni provate, si
sollevò pesantemente da terra e tornò nel lettino, angosciato e
demoralizzato, ormai conscio che ciò che lo attendeva, a giudicare
dai ruggiti e dalle urla che venivano dall'esterno di quella stanza,
era probabilmente la morte.
Nonostante questi terribili pensieri,
il sonno lo colse, accompagnandolo nella più pericolosa dormita
della sua vita.
Si svegliò su un lettino, unto d'olio e con odori
piacevoli e rilassanti tutt'intorno a lui. Il massaggiatore si stava
lavando le mani e vedendolo svegliarsi fece un commento divertito,
aspettandosi una reazione allegra. Ma guardando il volto dell'agente
Parker, sguardo fisso, silenzioso, sconcertato da chissà cosa, quasi
cominciò a spaventarsi. Gli si avvicinò, gli chiese se andava tutto
bene, James annuì, ma restò in silenzio, e in silenzio lasciò il
centro di massaggi, diretto verso la sua stanza.
Non riusciva a
spiegarsi cosa gli fosse successo. Come mai aveva fatto un sogno come
quello? No, non era un sogno, non poteva esserlo, era troppo reale,
ma allora il massaggiatore non poteva non averlo visto sparire o
qualcosa del genere? Che fossero stati quei fumi? Magari erano
droga.
Chiamò la centrale e chiese di fare un sopralluogo per
analizzare le sostanze usate in quel luogo, per vederci chiaro su
quella faccenda. Era notte fonda, ma non riuscì a chiudere occhio,
aveva troppi pensieri in testa e aveva il terrore di addormentarsi,
ormai.
La mattina seguente il villaggio era ghermito di
poliziotti, tutti indaffarati ad esaminare, prendere campioni di
sostanze e portarle alla polizia scientifica per un'analisi. Quando
Splendid Bay si rese conto che a sporgere denuncia era stato James
Parker, le sue vacanze potevano già dirsi concluse. Da quel momento
in poi, la sua permanenza in quel villaggio turistico era diventata
un inferno. Nei giorni a seguire, i piatti che gli furono serviti
erano evidentemente stati lavati male, nessuno venne più a fargli le
pulizie in camera e altre situazioni spiacevoli si verificarono in
altre circostanze.
A tutto ciò, va aggiunto che il povero
poliziotto non era più capace di addormentarsi, tanta era la paura
di ciò che lo avrebbe potuto aspettare.
Era successo una volta
sola, ma per qualche motivo il terrore di svegliarsi nuovamente in
quella cella lo distruggeva ogni giorno, rendendo quasi sciocchezze
tutte le cose che Splendid Bay gli faceva per vendetta della
denuncia.
Dopo un paio di giorni, ormai non riusciva più a tenere
gli occhi aperti, era arrivato al punto in cui era necessario
buttarsi l'acqua in faccia per rimanere sveglio, o addirittura
spremere del liquido di limone sui bulbi oculari. Ma nonostante
questo, un giorno, durante una rilassante sauna, il nostro sciagurato
uomo cadde addormentato.
E al suo risveglio,
era ancora lì, nella cella.
Si alzò più in fretta che poté dal
lettino, spaventato a morte. Stavolta qualcosa era diverso, lo
sentiva nell'aria. Guardandosi attentamente intorno, si rese conto
che la porta della cella era stata aperta. Lentamente si avvicinò
terrorizzato ad essa e la aprì lentamente. Una corrente gelida
pervase la stanza, portando il corpo nudo dell'agente Parker a
rabbrividire.
Fuori dalla cella non c'erano più le altre celle,
il corridoio in cui si trovava aveva le pareti piene e sembrava
proseguire fino all'infinito. Muovendo qualche passo incerto in quel
misterioso luogo, si rese ben presto conto che si trattava solo di
un'illusione dovuta all'oscurità in cui tutto era immerso, in verità
dopo pochi metri il corridoio si interrompeva in un solido muro di
pietra muschiata che obbligava chiunque arrivasse lì a scegliere una
delle due vie laterali.
James prese la via di destra e dopo
qualche altro metro percorso, si trovò al centro di un incrocio, in
cui proseguì a sinistra. Arrivato al terzo bivio, ormai capì che si
trovava nel bel mezzo di un labirinto e decise che era meglio tornare
indietro, sperando di trovare nella cella qualcosa con cui costruire
un percorso, come Teseo aveva fatto a Creta, ma quando fece
inversione e tornò sui propri passi, l'incrocio era sparito,
lasciando il posto ad un banale bivio.
Confuso dalla situazione,
James provò a invertire nuovamente la marcia, tornando nel
precedente bivio, ma per quanto continuasse ad andare avanti, la
strada rimase perfettamente dritta fino all'arrivo in un incrocio.
Dovunque si trovasse, quel posto non era normale.
Proseguì per
quelli che gli sembrarono giorni,era stanco, assetato e affamato. Non
era possibile ancora credere che si trattasse di un sogno, senza
contare che per quanto si sforzasse, dormire sembrava diventato
impossibile. Nonostante tutto, però, era fiducioso di trovare presto
una via d'uscita, ormai il buio non lo spaventava più e si stava
abituando all'umidità del luogo.
Almeno finché non sentì quel
ruggito.
C'era qualcosa lì dentro, e a giudicare dall'assenza di
altre persone, doveva essere molto più affamata di lui. Cominciò ad
accelerare il passo, spaventato dai rumori che udiva, ruggiti,
ringhi, artigli che grattano la pietra. Qualsiasi cosa lo stesse
cercando, era enorme. Corse per almeno un'ora, prima di appoggiarsi
al muro, stanco e assetato, senza più energie a sufficienza per
compiere uno sforzo simile, rassegnato al suo destino, ma proprio
quando tutto sembrava perduto, si accorse che in lontananza poteva
intravvedere una scalinata che portava verso una fioca luce. Forse la
sua perseveranza l'aveva ripagato, portandolo all'uscita.
Si alzò
a fatica e riprese a camminare, entrò nell'unica stanza che trovò
nelle vicinanze, in cui si trovava una leva che, a detta delle
istruzioni, avrebbe aperto la porta che dava verso la salvezza. Senza
neanche pensarci, senza porsi domande o riflettere sui vari dettagli
che gli stavano sfuggendo, abbassò la leva e sentì un grosso masso
spostarsi e vide la luce del giorno illuminare il labirinto.
Ma
poi vide anche un'ombra, una figura misteriosa che chiuse la porta
della stanza e si ricordò che non era solo, che qualcuno aveva
dovuto aprire la sua cella e capì che forse quel qualcuno lo stava
usando. Ma quando sentì nuovamente quel ringhio, capì che ormai
quella misteriosa figura era giunta al suo scopo. Voltandosi verso il
buio della stanza, vide un mostro dall'aspetto tale che anche se
provassi a descriverlo la vostra mente si rifiuterebbe di
figurarlo.
Una lacrima solcò il viso di Parker, poi gli occhi si
chiusero.
Nel rapporto della
polizia fu riportato quanto segue:
“Le indagini antidroga sulla
località turistica Splendid Bay, non hanno portato alcun risultato.
Le sostanze usate sono risultate totalmente naturali e con proprietà
addirittura medicinali. Nonostante ciò, durante la nostra permanenza
è stato trovato un uomo morto, l'autopsia rivela che sia accaduto
per cause naturali, sembra che non dormisse da giorni.
Il decesso
è scollegato dalle indagini sulla droga.
La vittima è James
Parker, 53 anni”.