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Autore: Ari Youngstairs    22/04/2014    12 recensioni
Magnus Bane, il Supremo Stregone di Brooklyn, ha salvato la vita ad Alec Lightwood, giovane Nephilim diciottenne, che per la prima volta in vita sue trasgredì le regole a cui era tanto legato. E questo solo e unicamente per andarlo a ringraziare. O forse no? C'era qualcosa di più che un semplice “Grazie”.
Forse era l'occasione giusta per togliersi dalla testa gli occhi dorati del Parabatai.
Forse era l'occasione giusta per innamorarsi davvero.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: è la prima ff rating arancione che scrivo, abbiate pietà di me e buona lettura. Spero.

Ambientato tra CoB e CoA 


Quando quella sera Alec fuggì dall'istituto, dicendo che sarebbe andato a caccia, si sentiva come un criminale: si aggirava furtivo per le strade che portavano a Brooklyn, sperando che nessuno notasse la sua evidente tensione. 

Si sentiva come qualcuno che veniva tentato dal diavolo e accettava l'offerta, senza pensare alle conseguenze. Eppure era qualcosa che lo faceva sentire incredibilmente vivo, con l'adrenalina a ribollirgli nelle vene.

Arrivò davanti ad un alto palazzo di mattoni e premette un campanello bianco con su scritto “Bane”.

Ancora una volta sentì quella strana sensazione di fare qualcosa di tremendamente sbagliato, ma allo stesso tempo aveva un che di...eccitante. Trasgredire le regole per lui era una novità, dato che la sua intera vita si era fondata sul farle rispettare ai fratelli. 

Il portone scattò da solo, e risvegliandosi dai suoi pensieri lo spinse per aprirlo completamente.

L'appartamento gli sembrava più piccolo dall'ultima volta che lo aveva visto, forse per via dell'assenza dei numerosi Nascosti che ballavano a ritmi insostenibili sotto le luci stroboscopiche.

Anche l'arredamento non era uguale a come lo ricordava, forse per il colore delle pareti che era passato da arancio acceso a blu scuro, oppure per via del divano modernissimo color crema sostituito da uno più grande in stile vittoriano.

Un po' in imbarazzo, fece qualche passo avanti, titubante.

«Magnus...» chiamò incerto «Sono Alexander Lightwood...quello della festa» quello della festa? A quel party ci saranno stati almeno un centinaio di Nascosti, come faceva a ricordarsi di un semplice Nephilim?

«Alexander» lo Stregone apparì di colpo a pochi passi da lui «Pensavo che non ti avrei più rivisto»

Il Cacciatore fece un salto indietro, spaventato, e guardò l'abbigliamento dell'eccentrico Figlio di Lilith: i capelli neri domati in una cresta bassa da del gel glitterato, gli occhi felini contornati da un eye-liner luccicante. Per completare tutto una giacca di jeans tempestata di borchie e un paio di pantaloni, anch'essi di jeans, decorati con strass luccicanti. 

Di una cosa il Cacciatore era certo: a Magnus piaceva molto farsi notare. 

«Alexander, ci sei ancora o è caduta la linea?» lo chiamò quest'ultimo per richiamare la sua attenzione.

Alec si maledisse per quella figuraccia, ma tentò di rimediare:

«Alec. Chiamami Alec. Sono venuto qui per...» si bloccò. Non era sicuro del perchè fosse lì.«...ringraziarti. Mi hai salvato la vita.»

Arrossì e immediatamente abbassò il volto, più imbarazzato di prima. 

Non era stata una buona idea, eppure l'aveva fatto. Quel posto lo attraeva come una calamita, così come il proprietario, luminoso come una stella. Letteralmente.

Inoltre, la sera della festa, per la prima volta in vita sua si era sentito speciale, e tutto grazie ad un apprezzamento di Magnus. Lo Stregone aveva dato a lui il suo numero di cellulare, non a Jace. A lui aveva rivolto occhiatine maliziose, non a Isabelle. Per la prima volta a qualcuno era interessata la sua tenue bellezza, messa sempre in secondo piano da quella vivida e bruciante dei fratelli.

Magnus mosse qualche passo verso di lui e gli prese le mani, rese ruvide e callose dai duri allenamenti da Nephilim.

«Figurati» un angolo della bocca gli si sollevò «Mi piaci Alexander, molto» 

Il diretto interessato, per tutta risposta, divenne di un colore indefinibile, tra il rosso fuoco e il viola. Non era abituato a rivelazioni del genere nei suoi confronti.

«Soprattutto quando arrossisci, sei adorabile. Anche se ti imbarazzi, suppongo che non sia la prima volta che qualcuno ti dice cose simili» 

Alec alzò lo sguardo e prese un po' di coraggio. 

«In realtà...» deglutì lentamente «È la prima volta che qualcuno mi fa dei complimenti...di solito li fanno a Jace e a Isabelle»

 Sul volto di Magnus si dipinse un'espressione di disappunto, misto a stupore. 

«Mi stai dicendo che non sei mai uscito con nessuno? Né con un uomo né con una donna?»

"Non riesco neppure ad ammettere a me stesso che sono gay, figurati a mostrarlo" avrebbe voluto rispondere Alec, ma lo tenne per sé.

«No, non ho mai neanche avuto un appuntamento...» si sentì l'essere più patetico del mondo in confronto allo Stregone, che chissà quanti amanti aveva avuto nella vita.

«Ma come, un bel ragazzo come te? Ciò dimostra come quelli della tua generazione siano stupidi» scrutò il Cacciatore dalla testa ai piedi, prima di avvicinarsi ancora di più a lui, con un sorriso talmente malizioso che ad Alec venne un brivido. Eppure non era un brivido di paura, né di freddo. Era una sensazione nuova e sconosciuta, che lo spaventava a morte e allo stesso tempo gli piaceva da impazzire. 

Magnus gli prese le mani e, molto lentamente, lo trascinò verso il salotto. Aveva paura che se fosse andato troppo in fretta, quel Nephilim si sarebbe spaventato e se ne sarebbe andato a gambe levate. 

Per essere uno Shadowhunter, un Lightwood per di più, era di una fragilità e di un'innocenza unica, che non aveva mai visto in nessuno.

Ad ognuno i suoi amanti finora, dal primo all'ultimo, interessava qualcosa che andasse oltre la sua persona: erano interessati ai suoi poteri, o ai suoi beni, non a lui. 

Invece Alec non voleva nulla da lui, solo un po' d'amore. Qualcosa gli diceva che non ne riceveva molto, ma a questo avrebbe rimediato lui.

Lo Stregone cinse i fianchi del Cacciatore con le mani, attirandolo a sé con delicatezza. 

«Mi piaci molto, forse troppo.» Sussurrò al suo orecchio, facendolo arrossire nuovamente. «Dimmi Alexander...»

«Alec» lo corresse lui, con la voce smorzata.

«Alec, scusa» sorrise tra sé sé, mentre il diretto interessato abbandonava la testa sulla sua spalla. «Posso baciarti?»

Il Nephilim sussultò e alzando il viso dall'incavo del suo collo guardò Magnus negli occhi: degli occhi felini, magnetici.

«Ecco...ma...io non...» la verità era che lui il suo primo bacio non se lo era neppure sognato, e se lo aveva fatto, se lo era immaginato con Jace. 

«Andiamo, non ti mordo mica» i loro nasi erano tanto vicini da sfiorarsi «Per ora» distese le labbra in un sorriso che Alec trovò dolcissimo, velato di una maliziosità che non guastava, anzi, lo rendeva più irresistibile che mai.

Gli gettò le braccia al collo e si avvicinò, prima di bloccarsi, proprio quando c'erano solo pochissimi millimetri a separare le loro labbra: bastava un piccolo movimento e si sarebbero baciati.

Cosa avrebbe pensato la sua famiglia? Izzy sapeva già della sua omosessualità, ma Jace? Come avrebbe reagito alla scoperta? E i suoi genitori?

Il pensiero gli fece talmente male da farlo sussultare, cosa che non sfuggì allo Stregone.

«Alec» lo ammonì, scostandogli una ciocca corvina dal viso etereo «So a cosa stai pensando. È la tua famiglia, ti vogliono bene e ti accetteranno per ciò che sei, vedrai. E poi non c'è nulla di male.»

«Mia sorella già lo sa» mormorò il Cacciatore «Non so come potrebbero reagire Jace e i miei genitori...a mio padre non sono mai andato molto bene, e se lo venisse  a scoprire...» deglutì il malloppo di lacrime che gli si stava formando in cima alla gola, ma una piccola lacrima sfuggì agli occhi color cielo. 

«No...Alec...» Magnus gli prese il volto tra le mani e asciugò quella piccola lacrima traditrice «Ti va se affrontiamo questa cosa, insieme?» 

Percepì che l'ultima parola pronunciata dallo Stregone significava molto più di quel che poteva sembrare: forse desiderava davvero poter stare con lui, e forse il sentimento era reciproco. 

Alec non rispose. Il respiro di Magnus gli solleticava il viso, facendolo rabbrividire. Si sentiva attratto da quel ragazzo, nonostante i suoi modi incredibilmente eccentrici. Sapeva che stando con Magnus di sicuro si sarebbe fatto notare, dato che brillava come una Stregaluce al buio e sembrava una di quelle pop-star un po' sballate.

"È così diverso da Jace...forse è per questo che mi piace" pensò prima che Magnus afferrasse il ragazzo per i fianchi e lo spingesse contro di sé.

«Va bene» fece il sorriso più spontaneo della sua vita «Io...grazie. Ma sei sicuro che per te non sia una scocciatura? Non vorrei che...» 

Il figlio di Lilith lo zittì scuotendo la testa.

«Se fossi una scocciatura, posso assicurarti che ti avrei già cacciato via di casa»

«Vuoi che rimanga?» chiese sorridente il Cacciatore, avvicinandosi.

«Non hai idea di quanto lo voglia, Alexander» rispose stringendolo più forte.

«Ti ho detto che preferisco quando mi chiamano Al...» non terminò la frase, poiché Magnus lo abbracciò, e con dolcezza posò le sue labbra morbide su quelle del Cacciatore.

Non era una cosa da lui ricambiare il bacio, poco ma sicuro. Eppure Magnus su di lui aveva uno strano effetto, come una droga, e più ne assaggiava più ne voleva. 

Magnus intrecciò le dita ai suoi capelli corvini, mordendogli il labbro inferiore e baciandolo più a fondo. Alec non aveva mai baciato nessuno fino ad ora, eppure il bacio con quel Nascosto si era rivelato il momento più eccitante -e strano- della sua vita.

Per la prima volta il Cacciatore prese coraggio con qualcuno che non conosceva bene: voleva mostrargli che non era così debole come pensava. Alec cominciò a muovere le labbra con più passione, stando attento a strafare, o sarebbe stata la fine. Non era così difficile infondo, bastava lasciarsi guidare dall'istinto. 

Fu proprio questo a suggerirgli di circondare il collo dello stregone con le braccia e stringerlo di più a sé, tentando qualche movimento audace con i fianchi. Non era molto sicuro del risultato, ma dalla reazione che stava ricevendo forse non aveva combinato un disastro.

«Ci sai fare, Cacciatore!» Mugugnò lo Stregone prima di spingerlo contro la parete blu cobalto, senza staccargli le labbra di dosso.

Alec odiava sentirsi bloccato da qualcosa che non fosse se stesso, ma in quel momento, stretto tra il muro e Magnus, sentiva l'adrenalina attraversare ogni fibra del suo corpo ed era contento come non mai: era sé stesso, finalmente, e non doveva fingere di esser qualcun'altro.

Il figlio di Lilith lo prese da sotto le ginocchia e lo sollevò, facendo in modo che gli si avvinghiasse completamente addosso, con le sue gambe muscolose a circondargli i fianchi.

Entrambi si staccarono un solo istante per riprender fiato, prima che Magnus cominciasse a baciargli lentamente il collo, stuzzicando alcuni segni di vecchie rune sbiadite.

Alec sentiva le mani del Nascosto risalire lentamente dalle ginocchia fino alle cosce, dove strinsero leggermente la presa, abbastanza però da farlo sussultare.

Inutile dire come il Cacciatore tentasse ti trattenere i propri sospiri di piacere, ormai senza ritegno, che non accennavano a bloccarsi. 

Magnus sembrò apprezzare il piccolo gemito emesso da Alec, quando lui baciò fugacemente un punto piuttosto sensibile, poco sotto il pomo d'Adamo.

Doveva ammettere che quel Nephilim gli piaceva da impazzire, e non si sentiva così vivo da secoli, nonostante i numerosi amanti che aveva avuto. Sentirlo fremere tra le braccia era un balsamo che lo incitava ad andare avanti.

Fece un movimento sensuale con i fianchi, facendo premere il proprio bacino contro quello del Cacciatore, che emise un verso di piacere sussultando lievemente.

Però sentiva che Alec non era ancora pronto per fare qualcosa di serio. Non che fosse troppo giovane o debole, ma era troppo inesperto e...innocente, troppo innocente per esser sciupato così presto.

Allentò pian piano la presa e fece in modo che Alec rimettesse di nuovo i piedi a terra. Quest'ultimo lo guardò mortificato.

«Magnus...ho...ho fatto un casino vero?»

«Affatto» gli passò  con dolcezza una mano sulla guancia arrossata «Ma credo che dovremmo aspettare un po', ancora»

«Si...credo di sì.» Arrossì «Possiamo rivederci?» chiese imbarazzato più che mai.

«Domani sera vieni a cenare da me, alle otto. Va bene?» 

Alec riflette un po', prima di rivolgergli un sorriso splendente.

«Si, certo! Devo andare, si staranno preoccupando» diede un bacio sulla guancia a Magnus e uscì di corsa, con il cuore che esplodeva di felicità.

Lo Stregone sorrise tra sé: non ricordava che innamorarsi fosse così bello.














Angolo Autrice


Ok, buon pomeriggio! Probabilmente era buono prima che leggeste questo schifo. Sappiate che è colpa della mia Parabatai, che mi ha obbligata a scriverla e a pubblicarla. All'inizio era solo un esperimento, ma alla fine l'ho pubblicata. Date la colpa a MyLove Is On MyBookshelf, è lei l'artefice di questa pubblicazione. È la prima ff arancione che scrivo, abbiate pietà di me. 
Detto questo, scusate se fa pena...mi piacerebbe ricevere qualche consiglio...per migliorare. Se foste così gentili da lasciare una recensione piccina picciò, ve ne sarei davvero grata. Sto morendo di paura, decisamente. Grazie mille, e scusate se vi ho rovinato la giornata con questa...cosa. Comunque, per chi ne avesse voglia, qui c'è il link della mia raccolta su questo fandom: Parabatai - Closer Than Brothers . Grazie mille ancora.






 
   
 
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