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Autore: Jane The Angel    17/07/2008    5 recensioni
"–Devo avvertirvi però, non è un progetto che riguarda tutti. Solo i migliori del mio corso saranno ammessi.-" tutto nasce da una nuova idea della Darbus, che porterà a sviluppi inaspettati per molti... Ho messo "Un po' tutti" come personaggi perchè non c'è "Sorpresa"... voi prendetelo per buono così^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo diciottesimo

   -Taylor? Chi era quel tizio?- domandò Gabriella mentre lei, Chad e Taylor andavano verso le loro camere, qualche passo indietro rispetto agli altri.
   -Chi?- domandò la ragazza fingendo di non capire. In realtà non aveva pensato ad altro tutta la sera, da quando Erik se n’era andato.
   -Quello vestito da Morte Rossa.-
   -Oh… non ne ho idea, era mascherato.-
   -Non lo conoscevi? Ti ha vista e ti ha invitato a ballare, così, di punto in bianco?- domandò Gabriella con occhi brillanti. Taylor annuì –Che cosa romantica! E non ti ha detto chi è?-
   -No, non mi ha detto nulla. Niente di niente, ok?- sbottò Taylor –Buona notte.- concluse, ed entrò nella sua stanza lasciando i due amici fuori dalla porta, sbalorditi.
   -Ma cos’ha?- domandò Chad fissando la porta dietro alla quale era sparita l’amica.
   -Non ne ho idea. Ma è meglio tenerla sotto controllo… sembra così strana negli ultimi giorni, non ti pare?-
   -In effetti…-
   -Credo sia molto stressata… pensa che qualche giorno fa mi ha detto di aver visto il Fantasma dell’Opera!- rivelò Gabriella –Io… l’ho presa un po’ in giro, ma ora mi rendo conto che forse credeva davvero di averlo visto… io… non so più che pensare, davvero. È così strana.-
   -La terremo d’occhio.- sospirò Chad –Spero solo che non sia nulla di cui preoccuparci.-

*-*
   Passarono quattro giorni senza che nulla di importante accadesse. Ormai erano all’ultima settimana del loro soggiorno a Parigi, e ogni giorno Taylor si faceva più strana, più silenziosa.
   I suoi amici, preoccupati per lei, la tenevano sotto controllo, ma non sembrava accadere nulla al di fuori del normale.
   Infatti, poiché non potevano seguirla fino nella sua stanza senza che lei lo sapesse, non avevano idea che ogni sera la ragazza, inginocchiata davanti allo specchio, lo fissava per ore, sperando di veder comparire il volto mascherato di Erik.
   Era l’ultimo lunedì che avrebbero trascorso a Parigi e la Darbus, approfittando di un momento di paura dei ragazzi, manifestò l’idea di andare, il giorno seguente, a visitare il cimitero.
   -Guardate, guardate che meraviglia!- esclamò mostrando loro delle foto che rappresentavano statue e cripte estremamente lavorate.
   Una foto in particolare colpì Taylor. Sul tetto della cappella di una famiglia svettava una statua di marmo nero rappresentante un angelo intento a suonare il violino.
   L’Angelo della Musica.
   Non riuscì a togliersi dalla mente quell’immagine per tutto il pomeriggio e per tutta la sera. Quando andò a dormire, la statua era ancora impressa nella sua mente, ma aveva assunto le fattezze di Erik.
   La tentazione fu troppo forte. Sapeva che era un’idea sciocca, una follia, ma non potè resistere.
   Si alzò dal letto e prese il depliant del cimitero che aveva trovato nell’androne del Teatro. Decise in un istante: poggiò il depliant sul letto e uscì dalla stanza.
   In quel momento Erik aprì lo specchio, guardando preoccupato la porta da cui l’aveva vista uscire. Guardò l’orologio sul comodino di Taylor: era quasi mezzanotte. Andare in giro per Parigi da sola, a quell’ora, poteva essere pericoloso.
   Lanciò una rapida occhiata al depliant che la ragazza aveva lasciato sul letto, poi uscì, furtivo come un ladro.
   Chad si svegliò e guardò l’orologio. Sbuffando per la mancanza di sonno, decise di andare fare un giro per il Teatro, così uscì dalla sua stanza. Arrivò a metà del corridoio e gli parve di vedere qualcosa di strano: un’ombra nera, come… un mantello?
   Era all’altezza della stanza di Taylor. Sapeva che probabilmente era una stupidaggine, ma decise comunque di andare a controllare.
   Quando raggiunse la porta, la vide semi-aperta e si accigliò.
   Bussò leggermente, ma non ottenne risposta, così aprì –Taylor?- chiamò a bassa voce, ma bastò un’occhiata per capire che l’amica non era nella stanza. Crucciato, entrò e si guardò attorno.
   Un depliant dall’aria familiare poggiato sul letto attirò il suo sguardo: il cimitero.
   Il suo primo pensiero fu che Taylor non poteva essere stata così sciocca. La conosceva come una persona intelligente, dalle idee chiare, con la testa sulle spalle. Responsabile. Non poteva aver fatto una tale idiozia.
   Tuttavia subito gli tornò in mente la Taylor che aveva conosciuto nell’ultima settimana: distratta, confusa, trasognata. La persona che sarebbe potuta uscire in piena notte per andare in un cimitero, chissà per che motivo.
   Non poteva lasciarla sola, ma nemmeno poteva avvertire la Darbus: Taylor sarebbe finita nei guai. Corse fuori e, come già due persone avevano fatto prima di lui, quella notte, fermò un taxi e disse all’autista di portarlo al cimitero.

*-*
   Taylor superò l’imponente cancello in ferro battuto e si trovò nel cimitero.
   Chiunque avrebbe pensato che il luogo aveva un’aria macabra, inquietante. Per lei il vialetto di ghiaia circondato da lapidi sul quale stava camminando, le cappelle sormontate da statue che sorgevano in lontananza e gli angeli che la fissavano con i loro freddi occhi di pietra si rivelarono affascinanti, intriganti. Il fascino del luogo si mescolò alla sua malinconia, e Taylor iniziò a cantare, dapprima a bassa voce, poi acquistando più sicurezza e più volume.

-La notte è un brivido
Nei sogni miei
Follia recondita
Che invoca me…-

   Non era lì per caso, lo sentiva. Vedendo quella fotografia sul depliant aveva sentito una specie di richiamo, l’eco di una voce… era lì che doveva essere.

-Eri il solo mio compagno
Luce sui miei passi…
Eri tu padre e amico
E poi mi lasciasti…-

   Con lui accanto si era sentita sicura. La sua presenza le aveva dato la forza di cantare, la voce di Erik aveva risvegliato la sua, l’aveva fatta vibrare di un sentimento nuovo, che prima le era sconosciuto.

-Come ti vorrei qui accanto a me
Per narrarti i sogni miei
Sembra pazzia ma fuggo via
Per ritrovarti qui…-

   Prima di conoscere Erik, prima di provare ciò che sentiva per lui, avrebbe detto che mai avrebbe fatto una tale pazzia come quella che aveva compiuto adesso. Era lì e sentiva che era la cosa giusta, anche se sapeva che era una pazzia, uscire da sola la notte, correre in un cimitero sperando di incontrare l’uomo che… che l’aveva fatta sentire come nessun altro aveva fatto prima…

-Sento ancora la tua voce qui
Illusione che vorrei…
Ti penserò e come non so
Più nessun dubbio avrò…-
   
   La presenza di Erik, il solo pensiero della sua vicinanza la facevano sentire tranquilla. Era come se la sua strada fosse già tracciata, come se non avesse più bisogno di fare alcuna scelta. Doveva solo seguire il sentiero che era davanti a lei, come in quel momento stava seguendo quello del cimitero.
   Davanti a sé, in lontananza, comparve la cappella della foto. L’angelo nero, immobile, dava l’impressione di suonare davvero il violino che teneva in mano. E a Taylor parve che realmente una musica si disperdesse nell’aria, una lieve melodia proveniente da chissà dove.

-Marmi neri, statue grigie
Fredde sotto il cielo
Vedo che sei nell’inverno
Il tuo amico è il gelo…-

   Quelle statue, all’apparenza fredda pietra, sembravano pulsare di vita. Proprio come Erik, chiuso nella sua solitudine, aveva negli occhi il fuoco della vita, della passione…

-Soffocherei nei pianti miei
Per non soffrire più…-

   Lacrime calde sfuggirono agli occhi di Taylor, ma non si curò di asciugarle, sperando che avrebbero portato via un po’ del dolore che sentiva nel cuore.

-Come ti vorrei qui accanto a me
Non saprò scordarti mai…
Tutto finì? Dimmi di si…
Dì che mi aiuterai…-

   Arrivò davanti alla statua dell’angelo nero e si sedette sugli scalini della cappella, gli occhi rivolti a quell’Angelo della musica. La melodia che aveva udito prima crebbe di volume, la avvolse come una nebbia. Non riuscì più a pensare a nulla, se non al desiderio di avere Erik lì con lei, al suo fianco.

-Mai più tristi ricordi dentro me
Cercherò di scordarti anche se
Sembri qui con me…-

   Si accucciò sulla scalinata dov’era seduta e le palpebre si fecero pesanti. Un lieve calore la avvolse e le parve di vedere il volto della statua trasformarsi in quello di Erik, gli occhi di pietra nera trasfigurarsi in quelli di lui, verdi, brillanti e colmi di sentimento.
   Chiuse gli occhi e si assopì.

_______________Nota di Herm90
Eccume! La canzone è "Ti vorrei qui accanto a me" del Fantasma dell'Opera...
Grazie: Titty90 (grande sister w Gerard! Eh che ci vuoi fare, trovo Uncino molto sexy!), armony_93 (non sono stata velocissima ma è un chap lungo, mi perdoni?^^), heiling fur himmer (anche tu affascinata dai vampiri?^^ si sta diffondendo questa malsana passione^^), scricciolo91 (addirittura due recensioni?^^ vediamo se hai capito cosa farà Chad ora^^)
scusate per i ringraziamenti lampo ma sono di fretta
VVTB!
  
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