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Autore: fede95    23/04/2014    2 recensioni
In una notte molto, o poco, può succedere.
"Lydia Martin e Jackson Whittemore.
I due ragazzi più popolari, i due ragazzi più belli, i due ragazzi più invidiati e più desiderati.
Era questo che tutti pensavano, ed era così naturalmente.
Loro non si sarebbero mai circondati dai perdenti, loro due erano i migliori, e solo i migliori potevano frequentali, solo quelli che lo meritavano."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackson Whittemore, Lydia Martin
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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One night to say "I love you".


Era ormai da un paio d'ore che la pioggia continuava a scendere incessantemente su Beacon Hills, e non solo quella; lampi, tuoni e film facevano da sfondo a quello che sembrava un perfetto scenario per un film horror.
La cittadina tranquilla sembrava essere diventata improvvisamente una città fantasma tanto era forte il silenzio che la circondava.
La notte era calata così velocemente come fanno le tende delle finestre quando il sole è troppo accecante, come anche l'oscurità.
In una notte come quella era consigliabile rimanere sotto le calde lenzuola del letto di casa, ma non tutti erano di quell'idea. 
Qualcuno aveva trovato il coraggio di uscire e mettere piede fuori di casa in quel tempo da lupi-
Una macchina sfrecciava tre le strade di Beacon Hills, e all'interno dell'abitacolo una ragazza guidava prestando attenzione alla strada che stava percorrendo.
Era una bella ragazza; aveva lunghi capelli biondo/ramati - biondo fragola avrebbe risposto sicuramente lei vantandosi che il colore dei suoi capelli richiamava il colore del suo frutto preferito - che le incorniciavano un viso da bambolina da cui spuntavano due occhioni verdi come la speranza.
Neanche il pallore della sua pelle o le occhiaie che trasmettevano la stanchezza sul suo viso potevano abbattere quella bellezza da molti definiti eterea. 
Guidava sicura di sé, con quella sicurezza che l'aveva sempre caratterizzata e ciò avveniva poiché aveva una meta ben precisa da raggiungere.
Quando la macchina si spense fu davanti ad una bella casa immersa nella più profonda oscurità. La ragazza corse fuori dalla macchina sentendo la pioggia cadere sul suo viso bagnandola tutta e facendo attaccare i vestiti alla sua pelle.
Avrebbe dovuto prendere un ombrello prima di lasciare casa, ma aveva così tanta fretta che prendere l'ombrello sarebbe stato l'ultimo dei suoi pensieri, ecco perché non lo aveva fatto. Non le era proprio passato di mente. 
Tirò fuori la chiave, quella chiave che per aveva un valore così profondo che nessuno avrebbe potuto capire, la infilò nella serratura arrugginita della porta e la girò entrando in quella casa con passo tremante.
Lei tremante? Nessuno avrebbe potuto credere che Lydia Martin era capace di sentirsi insicura, ma in quel momento era ciò che più si sentiva di essere.
Insicura.
Il buio l'avvolse mentre gli unici suoni che poteva sentire erano il ticchettio dei suoi tacchi contro il pavimento sotto di sè, il suo respiro affannoso e il battito del cuore drasticamente accelerato. 
Si tolse velocemente la lunga giacca nera rivelando il suo abbigliamento, umido dalla pioggia, che consisteva in una gonna a balze nera abbinata con una camicetta stretta in vita da una cintura di pelle. 
Non avrebbe mai perso il suo stile, la moda era una di quelle cose che caratterizzavano maggiormente la sua vita. 
Si sfilò anche i suoi tacchi sapendo perfettamente che altrimenti avrebbe fatto fin troppo rumore, il padrone di casa stava sicuramente dormendo in quel momento, dopotutto erano le 3 del mattino e lei non aveva intenzione di svegliare nessuno, la sua doveva essere una sorpresa.
Un sorriso involontario prese forma sulle sue labbra carnose, sul suo bel viso mentre pensava alle urla che sarebbero arrivate da un momento ad un altro. 
Ma che poteva farci? 
Era stato lui a dirle che poteva venire quando voleva, no? Altrimenti perché darle la chiave di casa sua?
Lei stava solo seguendo ciò che lui le aveva detto di fare.
Un fulmine, all'esterno, spezzò quei suoi pensieri facendole sussultare sul posto illuminando l'ingresso in cui si trovava. 
Si strinse le braccia intorno al petto donandosi un po' di calore, non era amante di quel tempo lugubre.
- "Ci mancava solo il temporale.."
Borbottò, la ragazza con un sussurro scuotendo la testa infastidita da quella situazione anche se era stata lei stessa a cercarla.
Cercando di far meno rumore possibile salì le scale fino al piano superiore tenendo le scarpe per il laccetto tra le dita e raggiungendo una stanza ben precisa che conosceva fin troppo bene. 
Ormai conosceva quella casa come le sue tasche, non c'era angolo che non conoscesse, dopotutto era più il tempo che trascorreva lì che a casa sua, non che le dispiacesse.
Si affacciò nella stanza adocchiando subito la figura di un ragazzo addormentato che giaceva sul grande letto matrimoniale studiandone il profilo, i capelli sparsi sul cuscino, e la bocca semi aperta. 
Se lei era una bella ragazza, lui non era da meno. 
La stanza era completamente al buio, ma anche se avesse chiuso gli occhi avrebbe ricordato perfettamente i lineamenti del ragazzo, così semplici e puri da farlo sembrare un dio greco. 
Dai capelli castani, morbidi sotto il proprio tocco, agli occhi azzurri, che brillavano di una luce proprio, chiusi sicuramente nell'intento di dormire, al fisico perfetto, che avrebbe sempre combaciato perfettamente con il proprio.
"Quando dorme non sembra proprio il ragazzo che tutti pensano di conoscere."
Si ritrovò a pensare divertita da quella situazione.
Se c'era un termine per descrivere il ragazzo era sicuramente l'aggettivo stronzo. Oh, be, anche menefreghista naturalmente, e indisciplinato.
Jackson Whittemore non era un ragazzo dolce, non lo era mai stato e mai lo sarebbe stato.
In quel momento, però, lo sembrava.
A scuola tutti conoscevano la sua reputazione, come sapevano anche della reputazione della ragazza.
Lydia Martin e Jackson Whittemore.
I due ragazzi più popolari, i due ragazzi più belli, i due ragazzi più invidiati e più desiderati.
Era questo che tutti pensavano, ed era così naturalmente.
Loro non si sarebbero mai circondati dai perdenti, loro due erano i migliori, e solo i migliori potevano frequentali, solo quelli che lo meritavano.
Ma la popolarità non era tutto, e loro lo sapevano.
Dietro quel velo superficiale che la gente sembrava notare in loro, c'era molto di più, ma nessuno ne era consapevole tranne che loro due.
Jackson conosceva Lydia meglio di chiunque altro e Lydia conosceva Jackson più di sé stessa.
Scosse la testa premendo le mani sulle lenzuola del letto, e dandosi una spinta ci salì sopra sentendolo flettersi sotto il suo peso. Gattonò fino ad arrivare a pochi passi dal ragazzo che aveva iniziato a mugugnare infastidito sentendo che qualcosa non aera più come prima. 
Quando il ragazzo spalancò gli occhi, occhi di un azzurro celeste che avrebbero fatto invidia a chiunque, il suo sguardo incontrò sorpreso quella della ragazza che lo guardava in quel momento divertita.
- "Lydia...?"
Sussurrò frastornato, sicuramente non stava capendo niente, e non capiva perché lei si trovava lì in quel momento. 
Probabilmente, pensò, si trattava solamente di un sogno.
- "Ciao, dormiglione."
Sussurrò a sua volta la ragazza accennando un breve sorriso e portando le mani ad accarezzare il profilo dolce del ragazzo che stava diventando un uomo.
Era arrivata così di soppiatto, con le chiavi che Jackson stesso le aveva dato in una delle tanti notti in cui era rimasta a dormire insieme a lui. Stretta tra le sue braccia si era resa conto che quello era il posto in cui avrebbe sempre voluto essere, che quello era il posto che avrebbe chiamato casa.
Lui le aveva detto che non era, naturalmente, un anello, ma era un inizio. E da quel momento quella chiave era diventata qualcosa di molto più importante per lei.
Aveva sempre nascosto i suoi sentimenti, e avrebbe continuato a farlo. Lei, Lydia, era considerata la Regina di Ghiaccio, una ragazza così fredda che sembrava irraggiungibile a chiunque. Dopotutto era meglio così, aveva imparato che i deboli avrebbero sempre perso, era la legge della natura, solo i forti potevano vincere e continuare a vivere.
Lei era forte, lei avrebbe sempre vinto. Con il tempo, si era resa conto che mostrare i proprio sentimenti non faceva altro che renderti debole, poteva essere un punto a tuo sfavore, così aveva imparato a controllarli e a nasconderli, e così aveva imparato ad essere ciò che era. Lo stesso valeva per Jackson. Erano due facce della stessa medaglia loro due, così diversi, ma anche così simili.
Il ragazzo le rivolse un'occhiata perplesse non dicendo nulla, e aspettando che fosse lei a parlare.
- "Non riuscivo a dormire, e mi sentivo così sola in casa."
Disse evasiva stringendosi le spalle. Sicuramente non avrebbe detto che voleva stare con lui, non sarebbe stato da lei.
Jackson alzò gli occhi al cielo borbottando quanto le donne sapessero essere noiose molte volte.
Lei non ci face caso, e scalciando le coperte si infilò sotto di esse accanto al ragazzo.
Si mise su un fianco mentre il suo sguardo si fermava su Jackson che aveva nuovamente chiuso gli occhi con la chiara intenzione di ignorarla a continuare a dormire. Questo suo atteggiamento la infastidiva, ma dopotutto non avrebbe potuto farci niente. Era da lui, era da Jackson.
Quando un fulmine spezzò il silenzio pesante che si era andato a creare lei si premette contro il ragazzo afferrandogli saldamento la mano che teneva distesa su un fianco.
- "Da quando hai paura di un semplice temporale, Lydia?"
Chiese il ragazzo con una puntata di acidità. Stava iniziando a capire che quella notte non sarebbe riuscito a dormire per niente a causa della ragazza che si stava stringendo a lui in quel momento.
Lydia, nel frattempo, lasciò perdere il tono che il ragazzo aveva usato sospirando, doveva avere pazienza.
- "Non ho paura."
Si affrettò a mettere in chiaro la ragazza. Non voleva che lui pensasse che fosse una di quelle ragazzine che aveva paura di tutto, lei assolutamente non lo era.
Nascondeva la vera se stessa sotto una strato di indifferenza che l'avrebbe aiutata a sopravvivere in un mondo come quello Lei, però, non era come lei altre, lei era molto di più. E per quello non intendeva solo la sua bellezza, lei non era solo bella, ma era anche intelligente. Sua madre si era sempre vantata, fin da quando era bambina, di quella cosa.
Non sola la sua bambina era bellissima, ma aveva anche un'intelligenza fuori dal comune. Aveva sempre detto chiaramente che la sua bambina era perfetta, e ogni volta che poteva la metteva in mostra come un oggetto rarissimo.
Anche per questo, alla fine, aveva deciso di nascondere la sua intelligenza. Le bastava essere bella, le bastava essere sempre perfetta in ogni situazione.
- "Ho capito."
Aggrottò le sopracciglia alzando lo sguardo su Jackson, e nell'oscurità interrotta solo dal temporale vide brillare con un sorriso malizioso sul volto del ragazzo. E prima che potesse ribattere la sua bocca era già bloccata da quella di Jackson, labbra contro labbra. Si rilassò rispondendo al bacio, e aprendo le labbra lasciò che quel bacio si trasformasse in qualcosa di molto di più, lasciò che la lingua del ragazzo raggiungesse la sua iniziando a giocarci insieme in una danza piena di passione e desiderio. Lo sentiva, sentiva il desiderio che Jackson provava per lei, ed era lo stesso che lei provava per lui.
Si strinse maggiormente al ragazzo avvertendo i loro corpi combaciare perfettamente come due pezzi dello stesso puzzle. Le mani salirono fino ai capelli del ragazzo tirandoglieli leggermente mentre, invece, le mani del ragazzo vagavano frenetiche sul corpo della ragazza. Le scappò un sospiro quando il ragazzo, per lasciarli respirare, si allontanò da lei non perdendo il sorriso malizioso. Se avesse potuto lei avrebbe voluto continuare a baciarlo in eterno, avrebbe fatto continuare quella magica danza che le loro lingue avevano preso a fare per sempre. Sentire quelle labbra sulle proprie, sentire quella mani sul proprio corpo, credeva fosse la sensazione più bella del mondo. Era il desiderio quello che sentiva fin dentro le ossa, un desiderio che aveva paura si potesse spegnere, l'idea che un giorno Jackson non sarebbe più stato lì per lei.
- "Ho capito qual'era il tuo intento."
Aggiunse il ragazzo con il fiato corto. In effetti non ci era andato tanto lontano, lo voleva sentire vicino, lo voleva sentire vicino a sè, più di quanto già a lo era.
Confusa guardò il ragazzo alzarsi e aprire il grande armadio tirandone fuori una maglietta.
- "Mettila."
Disse lui lanciandole la maglietta. Non era una richiesta la sua, ma un ordine. Alzò le spalle e scendendo dal letto si sfilò la camicia e la gonna infilandosi velocemente la maglietta che Jackson le aveva dato che le arrivava un po' sopra la ginocchia inspirandone il profumo, il suo profumo.
Quando si girò trovò Jackson a guardarla intensamente.
- "Hai guardato."
Non era una domanda, sapeva che era così. Lui era rimasto a guardarla mentre si cambiava, e non c'era neanche accusa o risentimento nella sua voce. L'aveva detto come se fosse stata la cosa più normale del mondo.
- "Non c'è niente che io non abbia visto ormai."
Disse solamente il ragazzo lanciandole un'occhiata divertita prima di stendersi nuovamente nel letto.
Ah, gli uomini.
Chi li capiva era veramente bravo.
Scosse la testa prima di scostare nuovamente le coperta stendendosi anche lei sul letto accanto al ragazzo.
Avvicinandosi di più a lui appoggiò la testa sopra il suo petto, e lui non la allontanò, anzi, si chinò su di lui lasciandole un bacio casto prima sulle labbra, e poi su una guancia.
- "Qualche volta sai essere anche dolce, strano."
Ridacchiò Lydia senza riuscire a non commentare quei gesti così rari, ma che naturalmente a lei non dispiacevano per niente.
- "Solo con te. E sai che non ti devi abituare, Lydia. Io non sono dolce."
C'era serietà nella voce di Jackson, e lei annuì soltanto.
Sapeva che le aveva detto la verità, Jackson poteva essere tutto, ma non era per niente dolce, almeno lo era in rare occasioni, e come aveva detto solo con lei. Questo, sinceramente, la faceva sentire speciale.
Era stato il tempo a rendere Jackson in quel modo, il tempo e anche il dolore.
Viveva senza genitori, morti in un incidente, non era sicuramente mai stato facile per il ragazzo. E anche se non l'avrebbe mai ammesso, lei sapeva che molte volte lui aveva sentito la mancanza di quelle figure guida che avrebbero dovuto essere i suoi genitori.
- "La chiave mi è stata molto utile."
Disse per cambiare discorso. Non era tempo per intraprendere discorsi del genere, discorsi che sapeva li avrebbe fatti soltanto litigare, e lei non voleva per niente, voleva soltanto godersi quei momenti, rari, di tranquillità, non chiedeva tanto dopotutto.
- "Ne sono contento."
La voce di Jackson le giunse lontana in poco più che un sussurro sconnesso.
Sorrise pensando che si stesse sicuramente addormentando.
E quando il silenzio li avvolse, silenzio spezzato solamente da respiro regolare del ragazzo, seppe che aveva avuto ragione.
Sistemò meglio la testa sopra al petto del ragazzo mentre lui, nel sonno, avvolse le braccia intorno al suo collo stringendola a sè tanto quasi da farle male.
Il respiro le si spezzò mentre un'altra sensazione si fece spazio dentro di lei, una sensazione a cui non avrebbe mai saputo dare nome, ma che non le dispiaceva per niente.
- "Ti amo.."
Chinandosi sul ragazzo per lasciargli un bacio sulle labbra non potè fare a meno di far uscire quel sussurro dalle sue labbra, era stato più forte di lei.
Era raro per loro esprimere quello che provavano l'uno per l'altra che andasse oltre al rapporto fisico, eppure in quel momento con lui addormentato aveva sentito la necessità di pronunciare quella parole. Le doveva dire, almeno una volta le doveva dire.
Chiuse gli occhi pensando a quanto lei dovesse essere sciocca in quel momento. Il mattino dopo sarebbe tornato normale, l'indifferenza sarebbe tornata stabile, ma lei non voleva pensarci.
Strinse la maglietta del ragazzo prima di rilassarsi e cadere, cadere tra le braccia di Morfeo in un sonno beato dove gli incubi non si sarebbero mai intrufolati.

Angolo Scrittrice.
Buongiorno a tutti, e ben ritrovati. Si, sono di nuovo qui a rompere, ma questa volta ho cambiato settore (?).
Era da un po' che pensavo di scrivere qualcosa su loro due, su Jackson e Lydia.
Dovete sapere che io provo un amore sconsiderato verso di loro, e non sapete quanto io sia ancora in lutto per l'assenza di Jackson. Io lo amavo, e lo amo ancora tutt'ora.
Non posso, non riesco, a vedere nessuno oltre a Jackson accanto a Lydia, non ci riesco proprio.
Questa piccola storiella è ambientata prima dell'inizio di Teen Wolf, quando quindi non sanno ancora nulla, e ad esempio Allison non è ancora arrivata a Beacon Hills.
Spero di non essermi scostata troppo dai veri caratteri di Jackson e Lydia, parlo parlo di loro mi lascio prendere sempre un po' la mano, sono i miei amori. fjdkddfjdfjdf.
Bom, ok, vi lascio in pace, e vi lascio alla lettura.
Spero che mi darete qualche giudizio, anche critica, va bene tutto.
Grazie mille. <3
   
 
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