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Autore: padme83    23/04/2014    8 recensioni
Raccolta di storie dedicate esclusivamente a Rumplestiltskin e Belle.
{21 capitoli autoconclusivi + una mini-long di 4 = 22 storie in 25 capitoli: una stagione di OUAT completamente dedicata ai Rumbelle}
Cap. 25: "E' un attimo. Un'impercettibile distrazione – una risata che affiora appena sulle labbra – un piede in fallo, e l'urto con il pavimento che però non avviene.
Apri gli occhi, e sei fra le sue braccia.
Ti stringe con la delicatezza di una piuma e la forza dell'acciaio.
E ti guarda come se volesse rubarti l'anima."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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#75 – Tale (Storia)



 

Non riesco neanche ad immaginare di finire una giornata
senza addormentarmi con una bella storia in mano.
(Kate Morton Una Lontana Follia)

 

 


 

Parte I

 

 

Belle

 

 

 

Anche quella mattina, come accadeva ormai da qualche mese, Belle si svegliò di buon'ora e abbandonò, suo malgrado, l'avvolgente tepore del letto non appena i pallidi raggi di un timido sole invernale fecero capolino attraverso le coltri che velavano d'ombra la sua camera, situata nell'ala orientale del Castello Oscuro. Doveva ammettere però che, da quando Rumplestiltskin le aveva accordato – in un repentino quanto spiazzante slancio di generosità – il privilegio di dormire in una stanza vera, invece che nella cella umida, spoglia e oltraggiosamente scomoda dei sotterranei, la sua buona propensione ad alzarsi a quell'orario infausto si era notevolmente ridimensionata. In tutta sincerità, si sarebbe assai volentieri beata della morbidezza dei guanciali e del calore delle coperte del suo meraviglioso baldacchino – esisteva forse giaciglio più appropriato per una principessa? – ancora per un bel po' di tempo.
Inoltre, moriva dalla voglia di continuare la lettura del libro che tanto l'aveva intrigata la sera prima; la sua trama avvincente e ricca di colpi di scena l'aveva tenuta incollata alle pagine fino a tardi, comportamento questo decisamente poco consono ad una governante chiamata a cominciare i suoi doveri mentre il resto del mondo ancora giaceva felice tra le braccia di Morfeo. Ed infatti, l'ennesimo sbadiglio che si ritrovò a soffocare nel cuscino non fece altro che confermare quanto Belle fosse solita perdere completamente il senso della realtà nei momenti in cui sprofondava con tutta se stessa dentro a quegli universi immaginari di carta e inchiostro che amava in modo così appassionato.
Tuttavia, fu l'idea della pioggia di rimproveri a cui sarebbe stata sottoposta nella – sciagurata – eventualità in cui fosse arrivata in ritardo a servire la colazione a infonderle la forza di volontà necessaria per abbandonare l'idea di infilarsi nuovamente fra le lenzuola; si decise così a dare inizio, attraverso rituali mattutini che l'accompagnavano da una vita, ad un'altra dura, ma con tutta probabilità interessante, giornata al Castello Oscuro.
Per prima cosa si affrettò a scostare del tutto le tende e ad aprire le grandi finestre che si affacciavano sul giardino, riempiendosi i polmoni con il profumo cristallino e gelido che accompagnava l'alba.
Belle non avrebbe mai creduto che un paesaggio montano – quale si poteva ammirare da ogni angolo di quell'immenso maniero incastonato fra le più alte vette dei Denti del Drago* – potesse piacerle così tanto. Guglie, picchi, strapiombi, acrocori e anfratti rocciosi non facevano altro che colmare l'orizzonte fino a portare l'occhio a smarrirsi in un regno incantato che raramente era disposto a tingersi di un altro colore che non fosse il bianco. Il candore immacolato dal quale era circondata non mancava mai di strappare un sorriso alla giovane principessa, e la portava a pensare che, nonostante tutto, mai prima di allora aveva potuto ammirare qualcosa di tanto bello.
Sarà meglio che lui non lo venga a sapere.
Con un ultimo sospiro – non avrebbe saputo dire se di frustrazione o di semplice rassegnazione – richiuse le imposte, e, sistematasi di tutto punto, uscì dalla stanza per correre a preparare il tè.




Quando entrò nel salone principale, il padrone era già comodamente seduto al tavolo, e la attendeva impaziente. Il ghigno demoniaco e vagamente folle con cui la accolse avrebbe fatto stramazzare al suolo una legione di mercenari assetati di sangue, ma Belle non ne rimase per nulla turbata.
– Buongiorno, dearie. Sei mattiniera come al solito, vedo. –
– Buongiorno, Rumplestiltskin. Mi sembra che oggi siate di buon umore. –
Se in tutto questo tempo non sono ancora morta di crepacuore davanti al vostro modo di augurare il buongiorno al mondo, Signore, è poco probabile che possa capitare ora, quindi risparmiatevi la fatica.
– In effetti lo sono, dearie. Oggi mi allontanerò qualche ora per stipulare un contratto, e già ne pregusto gli enormi vantaggi. Quindi ora sbrigati a servire la colazione, devo partire al più presto. –
– Si, Signore. –
I gesti raffinatissimi con i quali servì il tè e l'impeccabile riverenza che rivolse a Rumplestiltskin – poco prima di vederlo sparire oltre al portone d'ingresso in una nuvola di fumo viola – le sarebbero certamente valsi le lodi del più intransigente fra i Maestri Cerimonieri del Re suo padre, tanto che persino l'Oscuro aveva ormai rinunciato da tempo a cercare a forza qualche difetto nella grazia che trapelava da ogni suo minimo movimento. Belle ringraziò mentalmente la schiera di istitutrici e precettori che le avevano a suon di castighi inculcato come avere un portamento dignitoso e regale in ogni situazione; nell'elenco dei tanti difetti per i quali lo stregone la rimproverava continuamente – non ultima, l'impudenza e la pressoché totale assenza di timore reverenziale nei suoi confronti – , certamente non vi rientrava la goffaggine.
Solo una volta quel dispettoso di un folletto mi ha colta in fallo – bambini scuoiati, si può essere più ingenui? –, ma mi è bastata quell'unica occasione per prendergli le misure per bene, e da allora non gli è più capitato di riuscire a prendermi alla sprovvista!
Lo sguardo le cadde sul bordo scheggiato di una tazzina di porcellana dal delicato motivo blu, la diretta vittima dell'incidente che tanto ancora la pizzicava nell'orgoglio. Era diventata l'unica tazzina dalla quale il padrone accettasse di bere il suo tè. Il cuore accellerò d'improvviso i battiti, ma Belle cercò con ostinazione di ignorarlo.




Rimasta sola ad occuparsi degli infiniti cumuli di polvere che infestavano anche il più remoto anfratto del castello, Belle non lasciò trascorrere molto tempo prima di decidere che, data la provvidenziale assenza del folletto, non sarebbe poi cascato il mondo se avesse deciso di occupare in altri modi quelle poche ore di libertà che le erano state concesse. Finì in fretta di spolverare la cristalliera posta in un angolo del salone, contenente gli oggetti più preziosi della collezione dell'Oscuro, poiché, dopotutto, se quest'ultimo si fosse malauguratamente accorto che nemmeno quella era stata pulita a dovere, una bella lavata di testa non le sarebbe certo stata in alcun modo risparmiata.
Così, dopo aver riposto anche l'ultimo prezioso cimelio nell'apposito scaffale, e pulitasi meticolosamente le mani in uno strofinaccio, la fanciulla uscì dal salone per raggiungere di corsa la stanza che sopra ogni altra amava, e nella quale si rifugiava non appena le veniva accordato – doveva ammetterlo, non così raramente come all'inizio aveva pensato – un po' di tempo da dedicare a se stessa: la biblioteca.
L'incredibile storia di come fosse venuta in possesso – perché di questo si trattava, di un vero e proprio regalo che Rumplestiltskin aveva deciso di farle – di quel tesoro ai suoi occhi incommensurabile non mancava di lasciarla confusa ogni volta che ci tornava sopra con il pensiero – vale dire dalle dieci alle venti volte al giorno, almeno. Il ricordo dell'avventura vissuta nella Foresta di Sherwood ritornò ancora ad inondarle la mente, lasciandole, come ogni volta, un sapore dolce e penetrante sul palato. E, come ogni volta, non poté trattenere il sorriso di pura gioia che sentiva affiorarle sulle labbra.
Quella era stata la prima volta che aveva intravisto Rumplestiltskin dietro alla maschera dell'Oscuro.
Era abbastanza sincera con se stessa da ammettere quanto la scoperta di questa piccola – ma fondamentale – crepa nella corazza impenetrabile con la quale lo stregone si era da tempo immemore rivestito l'avesse incredibilmente emozionata. E quanto ancora continuasse a farlo.
Tutt'altra questione era però trovare il coraggio di soffermarsi anche sul perché di queste sensazioni inaspettate e allo stesso tempo terribilmente esaltanti. Del resto, il lieve tremore che le tingeva le guance di porpora ogni qualvolta incrociava lo sguardo penetrante del suo padrone le lasciava il corpo permeato di un tale intimo, avvolgente calore, che la fanciulla aveva timore di provare a dare un nome ai sentimenti che sentiva nascere dentro di sé, quasi che circoscriverli in una sola e delimitata categoria ne smisuisse irrimediabilmente l'intensità, precludendole così la possibilità di continuare a goderne.
Oppure, forse, era fin troppo consapevole che chiamare quegli stessi sentimenti con l'unico nome che ne fosse davvero degno, li avrebbe inevitabilmente caricati di una forza talmente dirompente da non poter essere più fermata, una volta lasciata libera di esprimersi.
E Belle, per quanto dotata di un animo senza alcun dubbio impavido, non era per niente sicura di essere già pronta a confrontarsi con questa verità che, in cuor suo, cominciava a considerare ineluttabile, e a reggere l'urto con il quale essa l'avrebbe presto comunque travolta.
Attenta, Belle.
A scherzare con il fuoco si finisce inevitabilmente per scottarsi, e Rumplestiltskin può essere qualcosa di ancora più pericoloso di un incendio.
No.
Non per me. Mai con me.
Smettila, Belle!
Immersa nei suoi pensieri, e completamente dimentica di sé, non si accorse di aver inavvertitamente imboccato la rampa di scale sbagliata (questo palazzo è un vero labirinto: sembra quasi che le scale abbiano una vita tutta loro, e decidano in piena autonomia di cambiare posizione da un momento all'altro!**), e presto si ritrovò a osservare, in preda ad una sottile agitazione, le pareti scrostate di un corridoio che era sicurissima di non aver mai percorso prima di allora, e che terminava davanti ad una grande porta finemente intagliata, ma che aveva allo stesso tempo l'aria di non essere mai stata aperta per anni – se non addirittura per secoli.
A onor del vero, bisogna riconoscere a Belle il merito di aver almeno tentato di resistere al morso pungente della curiosità. Tuttavia, nonostante gli sforzi, contro una mente brillante e alla continua ricerca di novità e avventure – qual era, appunto, quella della giovane principessa – sarebbe stato pressochè impossibile per chiunque avere la meglio.
Giunta quindi a passi svelti alla fine del corridoio, afferrò la pesante maniglia di bronzo a forma di testa di leone – che la fissava dall'alto in basso con espressione truce, quasi volesse dissuaderla dai suoi propositi – e cominciò a spingere. Con suo grande stupore, si accorse che la porta non era chiusa a chiave.
Questo significa che, teoricamente, non mi è proibito entrarci.
Quando gli occhi si abituarono alla fitta penombra che l'avvolse non appena varcata la soglia, Belle rimase per qualche istante interdetta, non riuscendo a decidersi se credere o meno allo spettacolo che le si stava presentando innanzi.
Corse in un lampo a scostare le tende che – mi sarei stupita del contrario! – tenevano lontana la luce anche da quella stanza, la quale, una volta inondata dai raggi del sole, le si rivelò ancora più grande e magnifica di quanto le fosse sembrata alla prima occhiata.
Una sala d'armi.
Doveva essere appartenuta ai precedenti proprietari del castello – sinceramente, non credeva che Rumplestiltskin avesse mai avuto bisogno dell'aiuto di simili strumenti, essendo, secondo una delle tante modeste definizioni con cui gli piaceva essere identificato, la “creatura più potente dell'universo”; essi, al contrario, sembravano aver posseduto un'autentica passione per l'arte della guerra, a giudicare dalla ricca collezione di spade, picche, alabarde, archi, frecce, balestre e asce che lì vi avevano accumulato.
Procedendo con cautela nella sua esplorazione, Belle non riuscì a contenere l'entusiasmo davanti agli elaborati fregi che impreziosivano le lame delle spade, allo scintillio delle pietre preziose che ne arricchivano le else e i foderi, alla squisita fattezza delle punte delle lance e all'elegante snellezza curvilinea degli archi; mano a mano che lo sguardo le cadeva su nuove meraviglie, la mente galoppava sempre più lontana, fino a raggiungere la corte di suo padre, ad Avonlea, ed una stanza molto simile a quella, racchiusa fra i chiostri ombrosi e le alte mura di cinta del Palazzo Reale, che costituiva motivo di grande orgoglio e di irresistibile vanto per Re Maurice.
A Belle sembrò quasi di essere scaraventata con forza indietro nel tempo, in un periodo della vita in cui la sua unica preoccupazione era costituita dal terminare in fretta i compiti per poter trascorrere il resto della giornata a giocare e a leggere, e di Oscuri Signori e di tetri accordi non aveva ancora mai sentito parlare, se non nei racconti bisbigliati di nascosto dalle vecchie cameriere quando pensavano che lei non le stesse ascoltando.

 

 

 


* Catena montuosa delle Quattro Terre, teatro degli eventi narrati nella saga di Shannara, by Terry Brooks
** "Alle scale piace cambiare!" (J.K.Rowling – Harry Potter e la Pietra Filosofale)

 

 

Nota:

... ed eccomi qui! Non ve lo aspettavate vero?!? Prima di cominciare a lanciarmi i pomodori, lasciate che vi spieghi: il capitolo che avete finito di leggere altro non è che la prima parte di una mini-mini-mini long ambientata interamente nella FTL che ho in cantiere da un po' di tempo, ma che è talmente breve e piccinapicciò (non avrà più di tre capitoli) che non valeva la pena caricarla separatamente da questa raccolta. Da qui il titolo 'Tale', perché, appunto, di una storiella si tratta, niente di più (si lo so che come spiegazione è davvero tirata per i capelli, ma, cercate di capirmi, sono una Rumbeller in piena crisi di nervi, dovete comportarvi con me come con un qualunque altro pazzo, ovvero assecondandomi in ogni mio delirio :P).
Spero di avervi un po' incuriosito, ulteriori delucidazioni arriveranno in seguito. :)
Passiamo ora ai ringraziamenti di rito: ringrazio tantissimissimo Stria93, Euridice100, PoisonRain, claraoswald, S05lj, Rosaspina 7 e seasonsoflove per l'affetto incredibile che mi hanno dimostrato dopo il semi-sclero della scorsa settimana: se sono di nuovo qui, lo devo soprattutto a loro e alle loro bellissime recensioni. Grazie come sempre anche a always_rick_jane, Araba Stark, Beabizz, Euridice100, ctdg, claraoswald, fantasy93, PoisonRain, Queen Elizabeth rumbelle2998, Stria93, martaxx, S05lj, gionem, Rosaspina7, LadyViolet91, licet, moon s melody, SilverKiria, seasonsoflove, yumiko06, a crazycotton, Anya85 e aliena per aver aggiunto la raccolta fra le preferite\seguite. Spero di non deludervi.
Mi ostino a ringraziare ancora tutti i lettori silenziosi, nella speranza di convincerli prima o poi a dirmi cosa pensano effettivamente di tutto questo.
Commento alla puntata 3x18 di OUAT: Rose McGowan è veramente una gnocca da paura: superba la giovane Cora in questo episodio.
Povera Zelena, costretta anche lei alla friendzone (prima o poi tutti ci passano): il tanto sbandierato bacio (perché è stata una chiara operazione di depistaggio, per distrarre l'attenzione dei fan da quello che era veramente il colpo di scena della puntata, ovvero il bacio OutlawQueen) tra lei e Gold non è stato veramente niente di che, è durato pochissimo e quei furboni degli autori devono aver diffuso pure delle immagini che sono state probabilmente poi tagliate, altrimenti non si spiega come la scena possa davvero essere stata così breve. Inoltre, si vedeva lontano un miglio a cosa stava pensando veramente Rumple (stava chiaramente elencando tra se e se tutte e 10 le piaghe d'Egitto data l'espressione disgustata con cui si è avvicinato a Zelena) – fantastico Robert Carlyle, che riesce ad avere la faccia di uno che sta per vomitare anche mentre bacia una gnocca da paura alta 1 metro e 80 – e, alla fine, ho personalmente adorato il momento in cui le ha sbattuto chiaramente in quella sua faccia verde che lui in realtà ha tutta l'intenzione di farla fuori senza pietà, per onorare la memoria di suo figlio. Bravo il nostro Dark One, così si fa. La faccia disperata della Wicked dopo che ha capito che Rumple la stava allegramente trollando è stata davvero uno spettacolo meraviglioso: quasi quasi mi faceva pena (no, non è vero :P).
Belle fondamentale, ma la sua presenza, tanto per cambiare, non arriva a superare i 50 secondi. Quando le renderanno finalmente giustizia? Sto cominciando a scocciarmi; anzi no, mi SONO GIA' ampiamente scocciata. Comunque, stiamo un po' a vedere come va a finire.
Se tutto va bene (e se non mi faccio mangiare dal nervoso prima), ci si rilegge mercoledì 7 maggio :)
Bacioni <3

padme

 

   
 
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