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Autore: LaylaParamour    23/04/2014    3 recensioni
Quando ebbi la notizia del suo suicidio, era Maggio. Il mondo mi crollò addosso. Non riuscivo a crederci. Era qualcosa di così lontano dal mio immaginario, non riuscivo a capacitarmi del perchè l'avesse fatto, tuttora non ci riesco....
Genere: Drammatico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams, Jeremy Davis, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"You can take your time, take my time".

Era una delle tante volte che suonavo quella canzone, davanti a tutte quelle persone. Sotto il solito sguardo rassicurante che ogni tanto Jeremy mi mandava.
Sia lui che Taylor sapevano esattamente cosa provavo mentre cantavo quell'ultima frase.
 
You can take my time.
 
Quante volte glielo avevo detto sapevo che non stava bene con se stesso. Gli avevo offerto il mio aiuto molte volte, e lui lo aveva accettato. Ma non è stato abbastanza. Non sono riuscita a tenerlo legato a me, legato alla vita come speravo. 
 
And you'll sleep 'till May,
You'll say that you don't wanna see the sun anymore.
 
Quando ebbi la notizia del suo suicidio, era Maggio. Il mondo mi crollò addosso. Non riuscivo a crederci. Era qualcosa di così lontano dal mio immaginario, non riuscivo a capacitarmi del perchè l'avesse fatto, tuttora non ci riesco.
Aveva semplicemente lasciato un foglio sul letto della propria camera, disse la madre, che recitava poche parole:
"I can't stay just long enough to explain"
Quando decidevo di mettere When It Rains nella setlist dei concerti sapevo a cosa andavo in contro, ma a volte avevo bisogno di ricordarlo, avevo bisogno di trasmettere le mie sensazioni agli altri, di tenere vivo il ricordo anche nelle menti di chi non lo conosceva.
Dopo che cantavo When It Rains mi rimaneva sempre un amaro in bocca che non so spiegare, lo nascondevo bene, ma purtroppo non riuscivo a nasconderlo a me stessa.
Anche quel concerto terminò, io e i ragazzi ci dileguammo dal palco.
Finalmente potevo tornare me stessa, non costretta a nascondere i miei veri sentimenti.
"Ehi Hayls, tutto ok?" Taylor e Jeremy furono subito da me.
Annuii.
"Vuoi che ti accompagnamo?" chiese Jeremy.
"Si" mi uscì quel flebile suono dalla bocca.
Andavo a trovarlo, ogni volta che terminava un concerto in zona.
Volevo stagli vicina il più possibile. Quel possibile che non era bastato per farlo restare. 
O forse mi stavo solo ingannando? Forse ero io che avevo bisogno di lui adesso, non lui di me.
Pioveva, non avevo un cappuccio nè un giubbotto. Ma non importava, era come se la pioggia fosse lui, fosse il suo dolore. Il dolore per cui era solito nascondersi da tutti quelli che lo amavano, da tutto.
Jeremy e Taylor rispettavano quel mio momento in cui avevo bisogno di stare da sola con lui. A volte gli parlavo altre volte, come adesso, guardavo semplicemente quella pietra che riportava il suo nome.
E piangevo.
Piangevo lacrime che si confondevano con la pioggia.
Sapevo che piangere non serviva a nulla, non serviva a riportarlo indietro, ma non sapevo fare altro da quando era morto. Quando c'era lui era tutto diverso, aveva la capacità di farmi sentire forte per affrontare tutto e tutti. Si potevo affrontare tutto, meno che la sua morte. Era lui che mi aiutava, in tutti i momenti, c'era sempre quando i bulli se la prendevano con me, quando litigavo con i miei genitori, quando ero triste per un qualsiasi motivo. Questa è la veritá, non ero io che lo aiutavo, era lui che aiutava me.
Scrivere mi aiutava, e Jeremy e Taylor mi erano sempre accanto. Ma perdere un amico è come perdere una parte di sè. Io l'avevo persa e non c'era la minima possibilità di ritrovarla.
Adesso c'era sempre quella domanda che mi tormentava ogni volta che ero lì.
Why can't you stay just long enough to explain?
Ma non mi era dato sapere la risposta, non era dato a nessuno.
Diedi un bacio a quella lapide così tremendamente fredda e umida, così diversa dal calore di un corpo vivo.
Gli lasciai un bigliettino, il cui inchiostro non ci mise molto a sciogliersi sotto la pioggia.
Mi allontanai con il capo abbassato.
Il bigliettino recitava: "You could take my time"

  
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