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Autore: faith15    24/04/2014    1 recensioni
Quante volte abbiamo passato la notte lì, seduti sullo stesso tappeto. Tu a piangere e io persa nel mio piccolo mondo. Dondolandoci, accarezzandoci e cantandoci delle dolci ninna nanne per far addormentare i demoni che inferociti ci divoravano i sogni?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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LETTERE AL MARE

 

 

" Ricordo le lacrime che versasti quando ti dissi che sarei rimasta al tuo fianco, nonostante la fortuna non fosse esattamente dalla nostra parte. Quando ti abbracciai forte, cullando le tue  paure. Quando il bambino fragile che era sprofondato nel profondo della tua anima ha vinto la battaglia per riemergere, più fragile e debole che mai.

Le mie mani, impacciate, si muovevano dolcemente sul tuo capo, chino sul mio seno. Non c'era malizia in quell'abbraccio, solo tanto dolore. Accasciati sul tappeto lasciai che la mia vestaglia diventasse un porto sicuro per tutte le tue paure e la tua disperazione. Ne avevi tante da versare, sembrava non volessero più smettere di uscire.

E' stato lì che ti innamorasti di me, proprio in quel momento facesti entrare per la prima volta l'amore nel tuo cuore. Lo so, è difficile camminare sul bordo del precipizio, prima o poi farai quel maledetto passo che ti farà perdere l'equilibrio e cadere nell'abisso delle emozioni più oscure e terribili. E tu lo facesti quella notte, quando il telefono squillò per l'ennesima volta. Quando saturo delle attenzioni di tutti quei tuoi amanti perversi e vogliosi di assaporare ogni centimetro del tuo corpo ti lascisti andare alla disperazione.

Singhiozzando mi dicesti di non lasciarti solo. Devo ammetterlo, un po' mi lasciasti basita. Non riuscivo ancora a capacitarmi di quanta oscurità si celasse all'interno del tuo cuore. Dentro di te nascondevi l'immensità dell'oceano e io sciocca ho sempre nuotato in  superficie. Con il tempo imparai a capirti. Imparai a tornare da te. Perchè sei sempre stato l'unico in grado di farmi tornare. Sei sempre stato la mia ancora di salvezza. Eri la ragione nella follia, eri la luce dentro il delirio della mia mente.

Iniziammo a fingere insieme, quando calava la notte e il telefono squillava iniziavamo a comportarci come se fossimo in un film di serie B. Di quelli scadendi che davano a tarda notte nella Capitale.
"La base ha bisogno di me" mi dicesti una sera, posando come un super eroe, brandendo il telefono come se fosse uno dei tuoi tridenti. Io ridevo, seduta in cima alle scale. "Non preoccuparti, il tuo FinnHero tornerà per salvare la sua principessa" e poi uscisti.

Non importava quanto forte fosse il tuo sorriso, il mio eroe ritornava sempre a pezzi. Mi ritrovavo sempre a dover raccogliere i cocci di quella mia giovane e bella bambola di porcellana rotta e logora. Macchiata da mille segnidi bramosia. Sporco di passione. Ma non importava, niente importava quando eravamo stretti gli uni nelle braccia dell'altro.

Quante volte abbiamo passato la notte lì, seduti sullo stesso tappeto. Tu a piangere e io persa nel mio piccolo mondo. Dondolandoci, accarezzandoci e cantandoci delle dolci ninna nanne per far addormentare i demoni che inferociti ci divoravano i sogni?

Non facevamo altro che ripeterci che all'alba saremmo stati bene. Che il giorno non avesse niente a che fare con la notte. Che noi non eravamo le stesse persone. E che gli spettri delle nostre azioni passate sarebbero rimaste nell'ombra ad aspettarci. E ha funzionato, per anni. Siamo sopravvissuti.
Ma poi sono arrivati il fuoco e le bombe e tu non eri più con me. Lì ho cessato di esistere.

La notte si è tinta di rosso e la principessa rapita. Il giorno si è unito alla notte e il dolore ha preso il sopravvento. Ero spaventata, non lo nego. Ma sapevo che il mio Finnhero sarebbe ritornato a salvarmi. Sapevo che ti avrei riabbracciato, prima o poi. E così è stato.

Mi hai donato amore, più di quanto ne meritassi.
Mi hai donato vita, quando non credevo di poterla avere.

Mi hai permesso di brillare, come la luna con il sole. Perchè si sa, sei sempre stato tu il sole brillante che al posto di oscurare le stelle ha permesso a me, pazza Luna, di splendere della tua luce.
Ma alla fine il buio ha vinto e la mia stella è stata spenta. Ma non mi hai lasciato sola, sarai sempre al mio fianco. Il mio cuore continuerà a battere per te e per la piccola anima scalciante che cresce forte e sana nel mio ventre.  
Sarò una brava madre, te lo prometto.  Te lo devo.
Il nostro bambino non conoscerà mai il dolore. Lo farò crescere senza aver paura della notte, senza gli incubi di doversi sporcare le mani del sangue di altri innocenti. Lui sarà luce pura e io, ancora una volta, vivrò splendendo con lei.  

Vegliaci da lassù
Ti renderò fiero di aver sacrificato la tua vita per tutti noi. "


Con il sole che mi accarezza la pelle lattea e le mani tremanti arrotolo il pezzo di carta bagnato dalle mie stesse lacrime. Accarezzo un'ultima volta la lettera indirizzata a te, mio giovane dio del mare,  prima di rinchiuderla dentro una bottiglia che ti porterà il mio ennesimo messaggio d'addio. Poso dolcemente le labbra sul vetro freddo e lascio andare il mio dolore cullato dalle onde del mare.
La pace ci è costata cara, ma noi sapremo viverla anche per te.

< Annie! Dove diavolo ti eri cacciata? > La voce di Johanna mi riporta alla realtà < Sono ore che ti cerco > Dice, avvicinandosi.
Mi volto, le parole non servono. Poggia la sua mano sul mio pancione e con l'altra mi asciuga le ultime lacrime che mi bagnano il viso. < Vieni, andiamo a casa! >
La sua mano, gentile e familiare, mi conduce via. Lontano da te. Almeno per oggi.

< Ti amo > Sussurro < A domani! >

E sorridendo ti dò l'arrivederci.
 
   
 
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