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Autore: check_for_double_meanings    24/04/2014    5 recensioni
*Dedicata alla mia migliore amica, in compenso alla sua storia mancata*
Dopo una bella sbronza Rei si trova nel letto qualcuno..
"Doveva trovare una scusa per giustificare il suo comportamento deplorevole, per giustificare il non sapeva bene nemmeno lui cosa fosse successo ma di sicuro qualcosa per cui scusarsi per mancata lucidità mentale."
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per la mia migliore amica. Scusa ancora per la tua storia, spero che questo compensi. Ti voglio bene caprotta

Il titolo è lo stesso di una canzone degli Imagine Dragons che adoro, e siccome l'ho ascoltata più e più volte durante la realizzazione del testo, mi è venuto naturale darlo come titolo anche alla fic. Buona lettura :)


Rei aprì gli occhi lentamente.
Era estremamente rilassato e le poche immagini sfocate che coglieva intorno a sé erano familiari e rassicuranti. Pur senza occhiali riconosceva distintamente le sagome dei mobili della sua stanza, illuminati timidamente dai pochi raggi di sole che a quell’ora del mattino iniziavano ad entrare dalle finestre.
Era buffo. Non era ancora estate inoltrata eppure non indossava la maglia del pigiama.
La serenità che provava venne presto a scontrarsi con un lieve giramento di testa. Si massaggiò un momento le tempie e provò a fare mente locale.
Non ricordava molto della sera precedente, aveva qualche spezzone di una festa, ma era tutto molto confuso.
La sveglia sul comodino iniziò a trillare, come sempre, alle sei e trenta, e quel fastidioso rumore fece affiorare i nervi di Rei, che grugnì e con un pugno spense quel tormento assillante. Al suo scatto sentì un mugolio soffocato, sicuramente non suo, e qualcosa che somigliava spaventosamente ad un’altra persona nel suo letto, sopra di lui, muoversi.
Sgranò gli occhi. Cercò disperatamente di riportare alla memoria quanto più poteva della notte precedente.
Ricordò di aver dato una festa sotto continue pressioni di Nagisa - quale novità – durante la quale avevano bevuto tutti un po’ troppo, forse, lui compreso.
Non avevano fatto particolari danni per quanto ricordasse, nessuno aveva sfondato nessun muro, nessuno aveva intasato nessun water di vomito e nessuno era finito a letto con nessuno.. a parte lui evidentemente.
Come era stato possibile!? Non era quel genere di ragazzo, quello che beve troppo, e nell’incoscienza della sbronza si porta a letto la prima ragazza che ci sta. Lui aveva solo una persona in mente, in effetti, e non era nemmeno una ragazza, in realtà, e nemmeno con il desiderio del suo cuore avrebbe osato fare certe cose.
Il solo pensiero di averlo potuto ‘tradire’ in questo senso lo stava già iniziando a divorare, quindi allungò di nuovo il braccio verso il comodino per prendere gli occhiali e riuscire a vedere chi era la causa dell’improvvisa corrosione del proprio stomaco. Ma quando si infilò gli occhiali la corrosione si trasformò immediatamente in splendide farfalle svolazzanti.
Finalmente riuscì a spiegarsi la serenità che provava. Almeno non aveva tradito nessuno.
Una massa di capelli biondo miele gli si stagliava di fronte, ed emanava un intenso profumo di frutta.
I deboli raggi solari colpivano il letto e si posavano delicatamente sui capelli biondi facendoli risplendere di una sfumatura, pensò Rei, bellissima.
Due piccole braccia incrociate sostenevano la testa cui appartenevano i capelli e una piccola mano stringeva debolmente una coroncina di fiori hawaiani uguale alla collana che gli cingeva il collo.
Giusto. Festa hawaiana per festeggiare le vacanze estive. Niente genitori. Ovvio.
Portò delicatamente una mano tra i morbidi capelli biondi e lentamente iniziò ad accarezzarli, mentre sul suo viso si dipingeva un’espressione di infinità felicità, seppur con minimo timore. Aveva sdraiato sopra di sé l’oggetto dei più profondi e sinceri desideri del suo cuore.
Il suo viso era pacifico, la bocca semi aperta da cui uscivano respiri profondi e lenti, come il battito cardiaco.
Rei era in cima al mondo.
Preso da uno slancio di dolcezza, contrasse gli addominali per alzarsi quel tanto che bastava per lasciare un bacio tra gli splendidi capelli dorati, non potendo evitare di tenere sempre le labbra tese in un sorriso. Però probabilmente avrebbe dovuto evitare l’impulso e rimanere fermo, perché il suo movimento stava risvegliando la piccola creatura addormentata su di sé. In quel momento realizzò cosa significava effettivamente tutto ciò.
Non ricordava praticamente niente della notte precedente, non osava immaginare cosa fosse successo tra loro due.
Cosa doveva dire? Cosa aveva fatto a quel ragazzo? Era stato violento nei suoi confronti? Doveva trovare una scusa per giustificare il suo comportamento deplorevole, per giustificare il non sapeva bene nemmeno lui cosa fosse successo ma di sicuro qualcosa per cui scusarsi per mancata lucidità mentale.
Lui era mezzo nudo, reduce di una bella sbronza, e aveva un ragazzo, anch’esso seminudo, addosso, qualcosa doveva pur essere successo, accidenti. Iniziò ad assumere una gradazione rossastra, accentuata dall’alcol che aveva ingerito la notte precedente, e non gli piaceva per niente.
Ma prima che potesse formulare una qualsiasi frase -“Oh.. Rei-chan”- miagolò il biondino con un gran sorriso smorzato dal sonno.
Quando ritrasse la mano dai suoi capelli, lui la cercò con le movenze di un gatto, ghignando appena -“Non smettere, mi piace.”-
-“N-Na-Nagisa-kun! Ti ho svegliato? Mi spiace! Per ieri notte.. devo essere stato trop-”- fu interrotto da un breve bacio di Nagisa, che lo fece rilassare ed avvampare al tempo stesso. Cosa aveva appena fatto!? Perché diamine Nagisa lo aveva baciato? I suoi timori più grandi si stavano realizzando.
Inizialmente Nagisa si strinse maggiormente al suo corpo, sfregandogli la guancia su un pettorale, e rispondendo alla tensione di Rei con un -“Dai Rei-chan, non fare il rigido, ieri notte eri tu a volermi toccare. Sai dove mi piace, non far finta di non ricordarti.” - che riuscì solo a immobilizzarlo ancora di più.
Nagisa non desistette subito dal suo intento, ma quando dopo diverse provocazioni non otteneva ancora alcun risultato, una probabilità terrificante iniziò a farsi strada nei suoi pensieri. Quindi si ritirò prontamente dal suo petto, e la sua espressione passò da interdetta a spaventata nel giro di una frazione di secondo.
- “Rei-chan? Perché mi guardi così? Ti prego non dirmi che non ricordi.” - i suoi occhi si erano rattristati con la stessa rapidità con cui le sue guance erano arrossate.
Rei era abbastanza sconvolto per riuscire a formulare una frase di senso compiuto. Nagisa si alzò di scatto, cercando di uscire dalle coperte, inciampandoci e finendo di nuovo su un Rei ancora disorientato e tesissimo ma per un attimo un minimo sorridente. Riuscì a mettersi a sedere, e si sistemò tra le gambe di Rei.
Percependo il suo panico e il respiro affannato, si sentì in dovere di spiegare la situazione.
- “Non preoccuparti Rei-chan, non abbiamo fatto niente.” - lo vide trarre un sospiro di sollievo. -”Siamo venuti a letto più o meno..”- alzò lo sguardo per leggere l’orario sulla sveglia e si sporse aggrappandosi alle gambe di Rei -“..due ore e mezzo fa.” - spostò di nuovo lo sguardo sul suo viso, e vide che era rivolto alle sue mani, dunque le tolse da dov’erano e se le strinse in grembo, giocherellando con la coroncina di fiori.
Guardò distrattamente in giro per la stanza, poi nuovamente le mani, e tenne lo sguardo basso su di esse.
Esitò qualche istante prima di riprendere a parlare, con un mezzo sorriso imbarazzato. -“Scusami se ti ho fatto spaventare, non è successo niente.”- un sorriso amaro comparve sulle sue labbra.
-“Devi aver alzato un po’ troppo il gomito ieri sera, Rei-chan. Mi hai preso da parte e mi hai detto che avevi qualcosa di importantissimo da dirmi e..”- la sua voce era impercettibilmente spezzata -“ beh, in realtà hai parlato poco. Mi hai solo detto di essere innamorato di me, che lo eri da tanto tempo e hai fatto un discorso incomprensibile sulla bellezza e sui miei capelli e poi hai detto che volevi stare come me per sempre e poi ti sei avvicinato e hai iniziato a baciarmi e.. “- riprese un attimo fiato -“.. e alla fine della serata ti sei messo questa coroncina di fiori perché hai detto che eri il mio principe e mi hai preso in braccio e mi hai portato qui e mi hai abbracciato e mi hai ricoperto di baci e mi hai coccolato e..”. - ridacchiò amareggiato -“Ma ti assicuro che non siamo andati più in là, tranquillo.”-
Alzò lo sguardo e vide che il volto di Rei stava ritornando ad un colorito umano e stava tornando a respirare normalmente. -“Certo che dovevi essere proprio ubriaco.”- capitolò dopo qualche istante di riflessioni, abbozzando un sorriso.
Si sentiva gli occhi inumidirsi e il respiro spezzarsi. Sapeva che la scorsa sera non era lucido, certo, si era messo una stupida coroncina di fiori, era completamente uscito di testa, ma sperava che almeno un minimo fosse stato sincero. Ci aveva sperato tanto, era completamente pazzo di lui ed era stato così felice quando Rei gli aveva detto che lo amava che il suo cuore aveva saltato un paio di battiti, poi aveva accelerato pericolosamente il battito, si era sentito in cima al mondo.
Ma non importava più, aveva parlato ed agito solo sotto l’effetto dell’alcol, non provava niente per lui, il suo bel castello di cristallo si era infranto. Si strofinò gli occhi, si girò e fece per alzarsi, ma una stretta al braccio lo costrinse a fermarsi e voltarsi, rivelando il suo viso rigato da una singola, sottile lacrima.
Rei si sciolse di fronte a quella sorpresa. Vedere Nagisa piangere era qualcosa di estremamente raro, ma in senso negativo, quasi pericoloso, come un cartello luminoso che recitava ‘Hei bello, l’hai fatta grossa, vergognati di te stesso’, ed essere la causa di ciò lo faceva sentire un verme. Non si ricordava granché, ma era davvero innamorato di Nagisa, avrebbe davvero voluto tenerlo stretto a sé per sempre e riempirlo di baci. Non voleva farlo piangere, voleva renderlo felice, era ingiusto da parte sua comportarsi così.
Decise di fare la cosa più semplice eppure così difficile per lui in quel momento. Allungò una mano, asciugò delicatamente la lacrima di Nagisa, e gli sorrise nel modo più rassicurante che riuscì. Si alzò nuovamente per dargli un bacio, cosciente, fino ad un certo punto, e sincero.
Nagisa, inizialmente confuso, comprese cosa stava accadendo.
Preso dall’eccitazione si rigirò a gattoni tra le sue gambe, e, cercando freneticamente di avvicinarsi sempre più a Rei, per sbaglio fece finire pesantemente un ginocchio dove di norma un ginocchio non dovrebbe finire. Rei con una smorfia sofferente sul volto, curvando la schiena, si tappò la bocca per non cacciare un urlo. Nagisa riflesse la smorfia sofferente, timoroso di aver rovinato tutto. Dopo qualche momento di sofferenza Rei si riprese, e Nagisa cercò di scusarsi prima di sentirsi urlare contro
-“Scusami tanto Rei-chan! Ti ho fatto male? Non volevo, è stato un incidente! Ti prego scusami scusami scusami scus-” - e come sperava fu messo a tacere da un bacio si Rei.
Quindi era vero? Era davvero ricambiato? Il suo cuore poteva finalmente liberarsi dal peso dell’incertezza? Quel bacio tanto intenso da togliere il fiato era sincero?
Quando riuscirono a staccarsi Rei tornò a sdraiarsi con un sospiro liberatorio, trascinandosi addosso Nagisa, che felice come un bambino a Natale, lasciò un bacio sul petto di Rei e ci si accoccolò sopra, avvolto dalle sue braccia. Stretti nell’abbraccio reciproco, nella consapevolezza di amore reciproco, si riaddormentarono felici
Ed entrambi finalmente erano in cima al mondo.
  
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