Videogiochi > Ib
Ricorda la storia  |      
Autore: MadLucy    24/04/2014    4 recensioni
{Garrib | one-shot | future!fic | what if? | ovvero cosa succederebbe se Garry e Ib mettessero su famiglia ♡}
E finalmente, furibondo, Garry parla.
-Si può sapere come mai nostra figlia disegna occhi sulle piastrelle del bagno?!-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garry, Ib, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Garrib

 Telling a story.




-... e d'un tratto, non sentii più nessun rumore. Mi guardai intorno: anche le persone non c'erano più. Ero sola. Mi chiesi cosa potesse essere successo, e andai in giro per i corridoi alla ricerca di qualcuno, chiamando la mia mamma e il mio papà. Ma erano tutti spariti. Non sapevo proprio che cosa fare... quando delle scritte apparvero sulle pareti, proprio vicino al grande quadro di prima. "Vieni di sotto, ti farò vedere un posto segreto"...-
-Ma è adesso che arriva papà?-
-Non preoccuparti, fra poco arriva anche papà...-







E Garry pensa che no, questa volta lei l'ha combinata troppo grossa, e non può passarla liscia. Attraversa il solaio a passo di carica, scavalcando con una certa agilità una scatola di tempere di latta incustodita sul pavimento, evitando -solo per un soffio- di sbattere con la spalla destra contro una serie di tele, sovrapposte a formare una catasta, decisamente ingombrante e persino un po' vacillante; ormai sa bene che, per orientarsi in casa loro, bisogna tenere gli occhi aperti e il naso all'insù, per cogliere in tempo il sentore di colore fresco e non calpestare accidentalmente qualche opera d'arte messa ad asciugare -in luoghi assolutamente improponibili, sia ben chiaro, come sulla lavatrice o in cima al frigorifero.
E pensare che quando l'ho conosciuta, con quell'aria da precisina, l'ho scambiata per una maniaca dell'ordine, rimugina Garry per l'ennesima volta, sospirando nel rinvenire all'improvviso le chiavi della macchina in una custodia per pennelli, a sua volta in precario equilibrio sull'orlo dell'ultimo scaffale della libreria.
Ma non deve lasciarsi distrarre dalla sua meta: l'arduo itinerario ad ostacoli è terminato. Sua moglie, i lunghi capelli imprigionati morbidamente in una treccia, nel bel mezzo della stanza, dipinge: una chiazza di viola sulla punta del naso, uno schizzo di verde sulla guancia, i polpastrelli delle dita imbrattati, traccia linee sinuose sfiorando la tela con le mani, con l'infinita e sollecita grazia di un'amante. Quando si concentra intensamente, per un istante la lingua umetta il labbro superiore. La fronte è contratta in un'espressione rapita, intenta, meditabonda: in tensione verso il bizzoso ed enigmatico dio che è l'arte. Assorta nell'onere profondo che è la creazione. La luce del sole, quatta intrusa che scivola dalla finestra indisturbata, le bacia la bocca. Il colore verde sulla gota risplende come erba mattutina.
Garry per qualche istante s'arresta, esita, perde il coraggio. Rimane basito, per l'ennesima volta disarmato di fronte al prodigioso miracolo che è sua moglie.
Poi si schiarisce la voce, raccoglie le proprie forze, rinsalda le proprie difese, trincera il proprio cuore in fortificazioni sdegnose, e finalmente parla.
-Si può sapere come mai nostra figlia disegna occhi sulle piastrelle del bagno?!-
Ib non distoglie lo sguardo dal suo lavoro, quasi fosse catturato dal bagliore di un diamante. Non lo fa mai, non lo farebbe mai. Non quando è in preda all'ispirazione. Però l'ha sentito: in cinque anni di matrimonio, finalmente Garry è riuscito ad ottenere almeno questo.
-E perchè si rifiuta di attraversare il corridoio del piano di sopra, con il terrore che il ritratto di mia nonna le afferri il braccio?!- prosegue Garry, implacabile, battagliero, i pugni chiusi e le braccia lungo i fianchi, con il tono più intimidatorio che gli riesce ed un'espressione accusatoria in volto. -E per quale motivo, passando davanti ai manichini dei negozi, comincia a piagnucolare come una matta?!-
Ib sospira, sorniona. -Ha sempre avuto una fantasia vivace.-
Incredibile che abbia persino il coraggio di prenderlo in giro.
-Perchè accidenti le hai raccontato... tutte quelle cose?!- s'indigna Garry. -Avevamo deciso di comune accordo che l'avremmo fatto più avanti. In un altro modo.-
Il mondo di Guertena rimane ancora una sorta di ombra, nella sua vita, come qualcosa di vergognoso ed inconfessabile, di cui è meglio parlare il meno possibile. A lui non piace rievocare quei momenti: al contrario, Ib ne parla spesso con il marito, a volte quasi con rimpianto. È rimasta affascinata in maniera letale e sinistra dal mondo alternativo che un giorno scoprì per caso, visitando una galleria d'arte. E Garry detesta l'idea che, soltanto per il fatto che Ib ne è ammaliata, anche sua figlia debba rimanere insozzata ed ammorbata da tale orrore, nel candore della sua innocenza, che venga privata del diritto dell'ignoranza e dell'ingenuità, del diritto di credere che siano tutte storielle; prova il paterno istinto di proteggerla, di tenerla al sicuro, come se anche dei semplici ricordi potessero ferirla. O forse, in fondo, teme che anche la figlia cada vittima di quel fascino crudele.
-Che lo si debba fare in un altro modo, l'hai deciso tu adesso.- puntualizza la moglie, placidamente. -Secondo me, è giusto così.-
-Tu le hai spifferato la storia più truculenta di tutte le trame horror del mondo!- sbotta lui, spazientito. -Le hai tolto il sonno per i prossimi dieci anni. Hai agito in modo pedagogicamente dannoso.-
E non parla a torto. Quella stessa notte, più o meno alle due, è stato svegliato da una manina rosea e titubante, e da un bisbiglio concitato:
-Papà? Posso dormire qui con te? Ho paura che in camera mia ci siano le bambole blu.-
Sapessi quanta paura ho avuto io, ha pensato Garry, nel torpore confuso del dormiveglia. Non ha aperto gli occhi, nè detto una parola: ha sollevato con una mano le lenzuola, permettendo alla figlia di sgusciarvi a carponi, le ha lasciate ricadere, ha attirato la piccola al proprio petto e ha circondato la sua figurina esile con un braccio, prima di baciarle dolcemente la tempia.
-Perchè la odi tanto, questa storia?- Ed inaspettatamente Ib alza la testa e lo guarda negli occhi, in quel suo modo penetrante e severo ed insostenibile. -Se non avesse avuto luogo, non ci saremmo nemmeno incontrati.-
Garry percepisce il sangue affluirgli con incredibile rapidità alle guance. Sua moglie sa sempre come metterlo con le spalle al muro, in qualsiasi situazione.
-... ciò non toglie che è spaventosa.- insiste.
Ib torna al suo dipinto, con un enigmatico sorriso a fior di labbra. -L'importante è che non sappia che è tutto vero, no?-
Garry s'arrende con uno sbuffo; contro di lei, non può mai sperare di vincere. Allora le siede al fianco, su un grande cuscino rosso dalle nappe dorate, identico a quello sopra il quale la giovane donna s'erge in ginocchio. Adora dipingere in quella posizione così scomoda, lei.
-E sai qual è la cosa peggiore?- prosegue Garry, una gamba piegata e l'altra distesa con noncuranza davanti a sè. -Che, nella versione tendenziosa e parziale che le hai raccontato, io sono un coniglio e tu sei l'eroina che ci garantisce la salvezza.-
Ib inarca le sopracciglia, scettica. -Esattamente, quale particolare sarebbe "tendenzioso e parziale"?-
-Oh, insomma...- protesta il marito, imbronciandosi. -Sì, è vero, mi hai salvato la pelle molte più volte di quanto non sarebbe onorevole ammettere, però anch'io ho avuto i miei momenti di gloria, là via. Anch'io ho fatto la mia parte...- 
-Ah, già. Hai spostato le librerie.- sogghigna la moglie tra sè. Enigmi, indovinelli, moltiplicazioni e robe varie, per quanto ricorda, erano sempre a suo carico.
-Brava, brava, prenditi pure gioco di me!- Garry ride, scuotendo la testa. Poi fa una pausa, pensoso. -Secondo te, come reagirà Mary quando scoprirà che non si tratta di una semplice favola?-
Gli occhi di Ib s'inumidirono di tenerezza, mentre con un ultimo colpo di pennello il suo sentimento si fa colore, prende margini e vita.
-Non ci crederà. Ed è giusto così.-

***


-Benvenuti nella mostra d'arte di Weiss Guertena. I gentili visitatori sono pregati di rispettare il seguente orario...-
La bambina dai lunghi codini viola pallido dondola piano sui talloni, per osservare meglio un quadro, raffigurante una bella donna vestita di rosso. Dopo averle rivolto uno sguardo curioso ed un po' guardingo, prosegue a passo sostenuto verso quello di un mostro abissale: una visione ancora più inquietante, che la spinge a stringersi forte al coniglio di pezza fra le sue braccia. Le pare quasi di sentire la voce di sua madre descrivere, una per una, le opere che lei stessa sta osservando in quel momento. Quante volte la piccola Mary ha voluto farsi raccontare di nuovo la storia del mondo di Guertena? Tante, troppe. Perchè, continuando così, fiorisce in lei il desiderio di viverlo, quel mondo. Con le sopracciglia aggrottate, avanza.
V'è un dipinto così grande, che gli è stata riservata un'intera parete. Mary china lo sguardo sulla targa, per leggere il suo nome.
Fa-bri-ca-ted Wo-r-ld.
A quel punto, ode la voce di suo padre all'orecchio.
-Questo... è meglio di no, Mary. Andiamo avanti, okay? E non lasciare mai la mia mano.-
Mary lo sfiora con i suoi timidi, grandi occhi rossi ed annuisce. Garry risponde al suo sorriso. È giusto così.
Quando ormai l'attenzione della bambina è altrove, egli ammicca, rivolto alla donna del quadro vicino, che ricambia calorosamente con un gesto della mano.












-... era disteso a terra, tutto malridotto. Io mi inginocchiai vicino a lui, che alzò la testa e mi vide.
"A... aspetta... non è che sei... qualcuno della galleria... ?!" mi chiese. Io feci di sì, e allora lui s'illuminò. "Lo sei! Oh, grazie al cielo! C'è qualcuno qui a parte me!" Era tutto contento. E spaventato a morte. "Sembra che siamo finiti in situazioni molto simili, devo dire." Quando gli diedi la rosa, mi sorrise di nuovo. All'inizio ero un po' intimorita: lui, a quel tempo, era molto più grande di me. Però, appena lo vidi sorridere, mi parve di dimenticare tutti i mostri, i pericoli e le stravaganze che mi circondavano.
"Grazie per avermela riportata, credevo di essere spacciato... Ora, innanzitutto, faremmo meglio a trovare un'uscita. Beh, io mi chiamo Garry. E tu chi sei?"-
-E poi vi siete sposati!-
-... quello accadde un po' di tempo più tardi. Ci attendevano ancora una miriade di peripezie, che non avremmo mai potuto immaginare...-


































Note dell'Autrice: Ed ecco che faccio sfornare figli ai protagonisti... il lupo perde il pelo ma non il vizio, non c'è che dire. -.-
Questa piccola frugoletta con gli occhi di Ib e i capelli di Garry (... i capelli di Gaaaaaarry... *-*) mi è spuntata nella mente così, e dovevo scriverci qualcosa. Tutto il contesto, Ib-pittrice eccetera, è risultato abbastanza spontaneo alla mia immaginazione. Che poi, la figlia si chiama Mary... Deve essere andata così: Garry che implorava Ib di NON farlo, ed Ib che ignorava bellamente la sua opinione ^-^. Se poi Mary andrà veramente nel mondo di Guertena, prima o poi, chissà.
Quindi ecco a voi questo grazioso quadretto familiare (quadretto... ahaha... -.-")! Spero che la storia vi sia piaciuta ed attendo ansiosamente le vostre impressioni. Grazie per aver letto!
Lucy

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ib / Vai alla pagina dell'autore: MadLucy