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Autore: TheScarecrow    24/04/2014    2 recensioni
Seguito non indispensabile di "Ti chiamerò Sam (se suoni bene)"
--- Tratto dal testo --- 
Sei spoglio davanti ai miei occhi, ti vedo dentro.
Ti vedo l’anima.
Sei così bello che sembri puro.
Sembri ma non lo sei.
E ora che vuoi fare?
Ti guardo con un sopracciglio alzato e scuoto la testa. 
Le parole ti sono morte in gola, è perché ti faccio soggezione? 
Genere: Erotico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
- Questa storia fa parte della serie 'Ero attratto da lui per tutte le ragioni sbagliate. '
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Disclaimer: I personaggi quì descritti non mi appartengono, è tutto frutto della mia fantasia e non scrivo a scopo di lucro.
 
Leggimi, leggimi!
Questa oneshot è quello che secondo me, è accaduto dopo l'incontro di Frank e Gerard, al locale. Il tutto fa parte della precedente onashot che ho pubblicato tempo fa (Ti chiamerò Sam (se suoni bene)) che è a differenza di questa storia, basata su una canzone. 
Se volete sapere il mio punto di vista del seguito di questo incontro, leggete la storia quì sotto, se no boh, viaggiate d'immaginazione vostra.
Ci tengo a precisare che ho messo Incompiuta proprio perchè la fine non si capisce bene, Frank potrebbe perdonare Gerard e tornare assieme, sempre che quest'ultimo lo voglia, oppure Gee potrebbe scappare da lui con il senso di colpa ecc. ecc. Non sapevo nemmeno io come farla finire anche se mi dispiace averli fatti soffrire, soprattutto Frankie :'3
Gee è un personaggio un po' ambiguo, ha alti e bassi, sembra bipolare. Diciamo che è anche interessante cercare di capirlo e nemmeno Frank scherza, eh.

Ora vi lascio alla lettura, sempre che ci sia qualche anima in giro.

P.S. Con "occhi da tossico" intendo dire che sono rossi come quelli di una persona che si droga, è solamente una metafora. 
P.P.S. Non ho assolutamente nulla contro Jamia, mi dispiace averla insultata quì e nella oneshot precedente ma era necessario.

 
 

 



È una questione di DNA (se sei stronzo) 




Sento la tua mano stringermi il braccio.
So che sei tu, riconoscerei il tuo profumo fra mille.
Non mi volto.
Sto ancora sorridendo come un sadico, non mi controllo più.
Tu mi chiami e stringi la presa.
Perfino il mio nome sussurrato in quel modo, fa ribrezzo.
Ma cosa provo per te?
È tutto odio oppure un briciolo di quell’immenso amore che provavo per te, c’è ancora?
Mi volto.
Oh che bellezza i tuoi occhi da tossico. Li amo ancora di più.
Ti guardo male. Non mi devi toccare in questo modo, stasera comando io.
Sembri capirlo e mi lasci il braccio.
Me lo dici senza esitazioni: ti faccio paura.
Scoppio a ridere e ricomincio a camminare.
Se mi vuoi, seguimi.

E mi segui.
Sei come un fottuto cagnolino, chi è lo stronzo tra i due?
Dove sono tutta la tua caparbietà e il tuo coraggio che hai dimostrato, mollandomi in mezzo alla strada?
Fai schifo.
Sto ancora ridendo quando mi chiedi se quella canzone, era per te.
- Secondo te?
Non ti guardo ma so che hai sorriso.
Mi dici di sì.
Dici bene.
Lo dicevo io, che non eri stupido.
Mi complimento con te in modo sarcastico e tu sospiri.
- Dai, fermati.
Mi fermo.
Sembri triste, che succede?
Cerchi di attaccare bottone. Ci provi a chiedermi scusa, tanti ma non ci riesci.
Chissà perché non ce la fai. Io una risposta ce l’avrei.. Tu e il tuo orgoglio non siete andati tanto lontano, avete fatto strada ma poi siete finiti in un fosso, proprio qui davanti a me.  In mezzo alla strada.
Anzi, a dir la verità, adesso ti vedo solo. Dov’è la tua dolce metà?
Sei spoglio davanti ai miei occhi, ti vedo dentro.
Ti vedo l’anima.
Sei così bello che sembri puro.
Sembri ma non lo sei.
E ora che vuoi fare?
Ti guardo con un sopracciglio alzato e scuoto la testa. 
Le parole ti sono morte in gola, è perché ti faccio soggezione? 
Buon a sapersi.
- Vieni con me?
Annuisci.
Oramai non sai più cosa fare, vero?

Casa tua è come la ricordavo… troppi ricordi.
Non ti sei fatto problemi a seguirmi, però ti sei sorpreso quando ci siamo trovati davanti alla tua abitazione, non è vero?
Non bado molto al luogo in cui mi trovo, più che altro al soggetto che ho davanti.
Ci vuole davvero poco per farti capire le mie intenzioni.
Non parli, non più almeno.
Ma non hai paura, sei sorpreso.
I tuoi occhi brillano.
Oh Frank, potessi vederti adesso… quanto sei bello.
Proprio non sei cambiato, ricordavo bene allora. 
Prima eri tu quello cattivo, ora sono io. Com’è successo questo?
Mi ripetevi sempre che ero un ragazzo dolce e di buon animo… ora mi hai contagiato. 
Ne vai fiero?
È troppo tardi per tirarti indietro, oramai ci sei dentro.
Dentro al tuo letto, tra le coperte che ormai si stropicciano sotto il nostro peso.
Ti salgo sopra.
Una volta eri tu a farlo, ricordi?
La tua maglia è già sul pavimenti, le mia la tolgo ora.
Sei muto, non hai il coraggio di parlare… oh piccolo, potessi vederti.
I gemiti ti muoiono in gola non appena ti mordo il capezzolo, proprio sotto al nome “Jamia” inciso sulla tua pelle.
Lo tiro più del dovuto, ci prendo gusto a farti del male.
Non hai mai fatto un tatuaggio per me… o forse sono queste due colombe che hai sul ventre? 
O il cuore spezzato sulla mano, mah.
Comprendi ciò che ho passato io?
Mi alzo dal tuo corpo solo per togliermi il resto degli indumenti che ancora ho addosso e tu mi guardi con gli occhi pieni di voglia. Aspetti.
Non credere che te la dia vinta così, non sei cambiato per niente: ti aspetti sempre troppo dagli altri. Soprattutto da me.
- Spogliati.
Oh, la tua espressione titubante.
Non ci credo, ci sei rimasto male!
Sorrido.
Sto riuscendo nel mio intento.
Faccio schifo per quanto sono stronzo, lo so.
Grazie per avermi insegnato queste piccole perle di saggezza, Frank, davvero.
Nemmeno ti preparo, entro dentro di te con un colpo secco.
Urli.
È dolore o piacere?
O forse entrambi, ti ha sempre affascinato il sadomaso, eh.

Ti aggrappi alle mie spalle.
Ti affidi a me.
Ti affidi allo stronzo di turno e fai mal-- bene.
Preparati baby, ti restituirò ogni singola emozione che mi hai fatto provare in questi ultimi tempi.
Dolore.
Il dolore di quando ti divertivi troppo con il mio culo e non te ne pentivi, nemmeno mi chiedevi come stavo.
Vergogna.
La vergogna di scoprirmi in quel modo davanti a te, di farmi vedere indifeso e ferito da te.
Non te n’è mai fregato nulla, eppure ti amavo.
Una volta non eri così, all’inizio della nostra relazione non eri così dannatamente stronzo e senza scrupoli.
Delusione.
La delusione di te. 
Ti pensavo diverso, eppure ti sei rivelato essere una persona orrenda.
Non mi hai mai chiesto scusa, era sempre colpa mia… io che subivo e stavo sempre zitto.
Ora mi rifaccio, alla faccia tua e della tua mucca da latte.
A proposito, com’è che l’hai lasciata al locale? Perché non è con te, adesso?
Però, forse un po’ stronzo lo sei ancora… anzi, adesso è diverso, sei pentito.
Oh piccolo, non dirmi che ti dispiace avermi lasciato. 
Scoppio a ridere. Mi fai sempre sentire così bene!
Abbandono.
Ricordi quando mi hai lasciato per andare con lei? Ecco, in quel momento mi sono sentito perso. 
Ero solo, tu non c’eri più e… e io mi incolpavo di tutto. 
Che stupido che sono stato.
Ora stai fermo qui, baby. Ti faccio vedere io chi fa soffrire chi.

Non guardarmi con quegli occhioni lucidi, non ho bisogno delle tue lacrime per sentirmi soddisfatto.
Mi basta averti qui con me.
Ora che sono dentro di te, mi diverto.
Ti fanno male le mie spinte?
Lo provi quel dolore che ho provato io?
Fammi un cenno.
Dio se è bella la tua voce. Ansimi il mio nome.
Mi sei mancato, Frankie.
E io, io ti sono mancato?
Mi vuoi così o mi preferivi quand’ero l’innocente Gerard?
- Parla, cazzo!
Urlo.
Non immagini nemmeno quanta rabbia ho dentro, devo esternarla in qualche modo.
Altre spinte ci fanno ululare contemporaneamente.
Oh, come mi era mancato tutto questo.
Tu sei sempre lo stesso, il tuo corpo è proprio come lo ricordavo.
Liscio, morbido, tatuato, dannatamente attraente e… sudato.
Ti bacio e succhio il collo e tu lo inclini mentre la mia lingua passa a rassegna ogni cm quadrato di pelle.
E sei così caldo!
O forse sono io che sento sempre più caldo a starti così addosso, così dentro.
E sono così comodo, mi sento a mio agio.
Mi sta piacendo e troppo, Dio come sono stupido.
Mi obbligo a morderti la guancia, prima di vederti boccheggiare al vuoto.
- Gee- Gerard! 
Vuoto che poi si cola e sento caldo all’altezza dell’ombelico.
Non dirmi che…
Abbasso lo sguardo e vedo la mia pancia sporca di bianco.
Ah piccolo, sei venuto così in fretta… ti ero mancato, allora.
Come stai?
Che sensazione si prova ad essere scopati senza pietà e senza sentimento?
Stai male?
Ti lecco le lacrime che hanno iniziato a scenderti lungo le guance e con un paio di ultime spinte, vengo dentro di te.
- Cosa provi?
Te lo chiedo perché sì, sono stronzo.
Tu piangi ancora di più e ti copri il viso con le mani.
Che significano queste lacrime? Voglio capire.
Esco dal tuo corpo e mi corico accanto a te, senza toccarti realmente.
Sono sfinito, non ci sto nemmeno con la testa.
Ho bevuto troppo… 
Improvvisamente mi vien da ridere.
E guai a chi mi ferma.
Mi volto verso di te e vedo solo la tua schiena scossa dai singhiozzi.
Oh. Hai capito come stanno realmente le cose, allora.
Mi avvicino e ti bacio la pelle ancora sudata, all’altezza delle scapole. 
Tu con uno scatto ti raggomitoli su te stesso e mi fai quasi tenerezza.
- Vattene.
Wow, come sei cattivo!
Rido e mi alzo dal letto. Mi vesto in fretta però prima di andarmene, mi avvicino al tuo corpo e ti guardo dall’alto.
Sembri ancora più piccolo di quello che sei, perfino ogni minima traccia del tuo orgoglio del cazzo, se n’è andata.
- Allora, come ti senti?
Ancora silenzio.
Mi avvicino maggiormente e ti copro con il lenzuolo sporco e stropicciato. 
Volevo farti provare dolore, non voglio andare a casa con una vita sulla coscienza quindi meglio coprirti, si sa mai che prendi troppo freddo e poi ci rimani secco.
Senza offesa, eh. Però ho sempre saputo dei tuoi problemi di salute.
Io ho sempre tenuto conto di tutto ciò che ti riguardava, tu te ne sei sbattuto il cazzo di me, invece.
Soprattutto negli ultimi mesi, quando facevi un po’ il tira e molla tra me e quella zoccola della tua fidanz- ma state ancora insieme dopo questo?
Ti accarezzo i capelli, te li bacio e poi me ne vado da quella camera.
Me ne vado anche da casa tua, ma prima di chiudermi definitivamente la porta alle spalle, la tua voce mi raggiunge.
- Sei un fottuto stronzo, Gerard! Ti odio! 
Mi fermo ancora con la mano sulla maniglia e sorrido anche se tu non mi piuoi vedere.
- L’importante è che te ne sia reso conto.
Dico, stando a sentire i tuoi singiozzi. 
Assomigliano così tanto ai miei…
- Io do ciò che ricevo, Frank. Ricordatelo bene--la prossima volta.

Sempre che ci sia una prossima volta.
Non so perché, ma forse un po’ ci spero.
Non appena chiuso la tua porta di casa, mi ritrovo ancora a ridere. Questa volta, senza un apparente motivo.
Credo di sentirmi male.
Cammino lungo il corridoio e non faccio in tempo a raggiungere le scale che mi lascio cadere lungo il muro, con la schiena dritta.
Rido.
E mi vien da piangere.
Non so esattamente il perché di questo, però avere i sentimenti di una persona sulla propria coscienza, è peggio che avere la sua vita in generale, sulla coscienza.
Ora sono io lo stronzo, ho voluto farlo eppure non è nella mia natura, esserlo.
E adesso sto male.
Piango perché mi manca.
Perché mi sento di merda per averlo trattato male.
Perché ho capito di non essere immune ai sentimenti che provo, perché non riesco ad essere insensibile come è stato lui quella vota che mi ha mollato definitivamente dopo tutti quei mesi e anni a prendermi in giro, con una scusa del cazzo.

Mi spieghi come fai ad essere così fottutamente stronzo anche da vittima?
Mi stai facendo sentire in colpa.
Tu ce l’hai nel DNA questa caratteristica, io no. Ci ho provato ma sono pessimo anche nel fare il cattivo.
Sono stato la vittima troppe volte, perché provo rimorso, adesso?
Forse mi sto pentendo di quello che ho fatto… ma ora è tardi.
Non posso rimediare.
Non posso tornare indietro.
Proprio come tu non hai potuto riavere il mio cuore indietro e non lo avrai mai. Non ammetterò mai di amarti ancora, se aprirai quella porta vedrai le mie lacrime ma non sentirai mai ciò che veramente vorrei dirti.
Mi dispiace ma desso la parte dello stronzo la interpreto io e anche se non ne vado fiero, tengo la testa alta. E sorrido.
E mi viene ancora da piangere mentre rido. Sono così ubriaco che mi faccio schifo da solo.
Un rumore mi fa alzare lo sguardo da terra. 
Una porta si apre.
Ho la vista appannata ma riesco ancora a scorgere una figura pochi metri lontana da me. 
La tua figura.
E mi guardi, lo so.
- Frank… 
Sospiro e mi passo una mano sul viso in modo da asciugarmelo alla bell’e meglio. 
- Perché mi stai uccidendo in questo modo? 
- Perché sono stronzo.
O mi leggi nella mente o lo sai da te che è la verità.
Eppure riesco ancora a sorridere in qualche modo, forse mi esce solamente una smorfia ma non te ne curi.
- Siamo in due… ora per favore, rientra in casa.
Ma tu rimani fermo.
E io non posso far altro che odiarti ancora di più per il dolore interno che mi stai facendo provare in questo preciso istante.
Te l’ho detto, sei sempre stato tu lo stronzo naturale.




 
  
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