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Autore: Figlia_di_Atena    25/04/2014    2 recensioni
Sette persone diverse i quali cammini si intrecceranno.
Angel, Chloe, Aya, Drake, Felix, Jace e Lim.
Sette semidei. Sette amici. Sette compagni.
Che fra amore e guerra si faranno spazio nel mondo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANGEL

Tirava vento. 
Non uno di quei soliti venti burloni che si divertivano a sferzare il viso e a scompigliare appassionatamente i capelli. 
No. 
Quel giorno un vento più maligno soffiava impetuoso sull'affollata città, dove lei tranquillamente camminava.
Le scarpe da ginnastica nere, ben legate attorno ai piedi e i jeans attillati, leggermente più chiari che si presentavano più strappati sulla gamba sinistra che sulla destra. 
Una cintura borchiata le avvolgeva la vita mentre, un maglietta nera, con un teschio dorato formato da tantissime stelle di diverse dimensioni calzava impeccabile sulla sua figura minuta. 
Il volto minuto appena baciato da un pallore abbastanza esagerato, le labbra sottili, e gli occhi abbastanza grandi con l'iride azzurra come il ghiaccio e le ciglia belle lunghe.
I capelli erano lunghi, lisci, neri come la pece, che arrivavano fino alle spalle.
Sembrerebbe una ragazzina delle medie, ma il suo atteggiamento e il modo di muoversi era tipico dei liceali. 
Le cuffiette ad alto volume pulsavano nelle orecchie su un brano degli Lightning che adorava praticamente. 
Camminava ed ondeggiava la testa a ritmo, sul brano intitolato "Little Big Three" che adorava particolarmente.
E nella sua mente canticchiava le parole per paura di disturbare i passanti alzando la voce. 
Erano le quattro di un pomeriggio particolarmente ventilato, ma mite, che si stava comunque bene all'aria aperta. 
Solitamente lavorava, ma oggi aveva il giorno libero, e non aveva voglia di passare al locale. 
Prese la via di uno stretto vicolo malfamato, lì era solitamente pieno di gente in coma etilico, di persone pronte a drogarsi in ogni istante, e di tizzi loschi e sospetti che andavano avanti tra sigarette e spinelli. 
'In un vicolo di zombie vivo' si ripeteva lei 'Accidenti Angel, come mai la tua famiglia non è ricca?' finiva col chiedersi. 
Bussò alla porta, e dopo due colpi a vide crollare a terra, non erano in condizioni economiche abbastanza prestigiose da permettersi di chiamare qualcuno che la aggiustasse. 
-Angel...- la voce della sorellastra riecheggiò quasi seccata nella sua mente- Sei tornata prima del previsto... come mai? 
-Che c'è?- chiese lei con garbo- Ti dispiace forse? Non ascoltò nemmeno la risposta, gettò la borsa nella poltrona come suo solito e si chiuse in bagno, l'unica stanza ben messa della casa. 
'Porta pazienza Angel' si ripeteva ogni volta che tornava a casa 'Hai promesso alla mamma che avresti trattato bene la tua sorellastra' si sorprese a ripensare a quanto la esasperava 'Già... ma è impossibile'. 
Si sciacquò il viso con dell'acqua gelida e si diresse in cucina dove stava la sorellastra. 
Era più giovane di lei, però era in grado di asfissiarla come se fosse una sorella maggiore, e quello lo detestava. 
Vide il rubinetto aperto, mentre lei scribacchiava su dei fogli. 
Scosse la testa e chiuse fisso il rubinetto in modo che non perdesse. 
-Ma che fai!- sbraitò la sorella- L'acqua la dovevo usare tra poco! 
-L'acqua costa mia cara- sentenziò lei poggiando un polso pieno di bracciali borchiati, di catene, e ciondoli gotici- Vuoi usarla quando ti pare? Trovati un lavoro e pagatela! Con quello che guadagnamo io e mia madre a mal'appena arriviamo a fine mese! 
-Sei noiosa uffa! Lasciami disegnare in pace. 'Stupida' sentenziò lei stizzita. 
Si abbandonò sul divano, chiudendo appena gli occhi, aveva bisogno di riposare un po', non sopportava quella vita, voleva cambiarla, ma non poteva.
Lo sbattere della fuoco la fece schizzare in piedi, era il patrigno che tornava a casa. 
Nulla di che, un uomo rozzo, rude, e per niente educato. 
Avevano un rapporto perfetto: lui non sopportava lei, e Angel non sopportava quell'uomo, vivevano sulla stessa lunghezza d'onda. 
-Che ci fai qui!- urlò l'uomo. 
-Ci vivo razza di idiota ritardato!- sentenziò Angel con rabbia- Oh giusto... sedici anni sono troppo pochi per accorgersi che la donna con cui ci si è sposati ha una figlia. 
-Non usare quel tono con me signorina!- sbraitò con rabbia- O finisci in camera tua! 
Angel si alzò appena, scuotendo le spalle e spostando il peso da una gamba all'altra. -Litighiamo adesso... o litighiamo dopo, in ogni modo finisco nella mia schifo di camera- rispose- Vado vado! Si avviò ad una scala in discesa, che puntava sulla cantina, ovvero la sua "camera" perché non poteva ritenersi tale. 
-Idiota- bisbigliò prima di iniziare a scendere. 
Aprì la porta e una ragnatela la invase completamente. 
Si sbatté i residui e la polvere, stranamente non aveva paura dei ragni, nè dei topi, erano i suoi coinquilini da una vita. 
Ce ne era uno che le stava particolarmente simpatico, era tutto grigiolino, con una chiazza bianca sulla fronte e un orecchio mezzo mangiucchiato. 
-Ciao Neevee- disse lei carezzandolo- Ti sono mancata oggi?- lui squittì appena- Anche io piccolo mio. 
Sorrise appena e lo avvicinò al cuscino buttandosi sul cuscino, mentre lui stava tranquillamente a guardarla. 
'In un cantina vivo' pensò 'La cambierò questa schifo di vita! Ci sarà un posto per me, un posto che possa chiamare casa, un luogo in cui possa essere felice?'. 
Si voltò appena. 
Sorrise vedendo il piccolo Neevee muovere i baffi destra e sinistra rosicchiando una briciola di pane. 
Angel sorrise carezzandogli il ventre spelacchiato e incredibilmente tiepido. 
'Qualunque posto mi va bene' pensò lei con un sorriso in volto 'Basta che tu mi stia vicino piccolo. Stranamente sei il mio unico vero amico qui'.
  
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