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Autore: Raya_Cap_Fee    25/04/2014    4 recensioni
• Sequel di "Alla fine non hai scelta"• Dopo la morte di Turno per mano di Dubhe, Cormia si ritrova da sola nelle mura della Gilda. La sua vita è cambiata, è stata nuovamente stravolta da un ciclone. Sa di aspettare un figlio e sa di non poterlo partorire senza che nessuno se ne accorga. La Gilda è stata la sua casa per tredici anni ma ormai, per lei, non rappresenta più nulla. Inseguita da un sogno ricorrente in cui il suo compagno le grida di uccidere qualcuno, la nostra protagonista affronterà nuove prove, farà nuovi e vecchi incontri e infine affronterà la sfida più grande: essere madre.
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Ebbene sì, eccomi qui che ho deciso di torturarvi con un sequel ahahahaah. Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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YOU LEFT ME IN THE DARK


 
CAPITOLO TREDICI: Take a breath

Cormia schivò il calcio con un balzo all’indietro e dalle sue labbra sfuggì una risata divertita. Era felice di riuscire a muoversi nuovamente come le pareva.

“Andiamo, Erowyn…” provocò il soldato, a pochi passi da lei, sulla spiaggia deserta.

“La fai facile tu. Io non sono stato addestrato mica in quel covo di pazzi” rispose l’altro, irritato per il fatto di non riuscire nemmeno a sfiorarla.
Era trascorso quasi un mese dalla nascita di Ghilly e la ragazza aveva insistito nel riprendere l’attività fisica abbandonata negli ultimi mesi. Non che il riposo avesse in qualche modo compromesso le sue doti.

Cormia sorrise di nuovo e invitò Erowyn a farsi di nuovo avanti. Aveva deciso di partire, ma al soldato non l’aveva ancora detto.

Il soldato scattò in avanti per atterrarla e Cormia fece per scostarsi poi, si accorse della finta. Alzò le braccia sopra la testa, per ripararsi dalla pioggia di sabbia gettata da Erowyn, ma non riuscì a evitare che le finisse negli occhi “Questo non val…” fece per dire ma si interruppe, sentendosi scaraventare a terra. Fortuna che la sabbia era piuttosto morbida.

Socchiuse gli occhi ma la sabbia negli occhi bruciava. Avvertiva il peso di Erowyn sopra di sé e le mani erano bloccate sopra la testa.
“Questo è un colpo basso, Erowyn” mormorò “Da te non me lo  sarei aspettato” continuò Cormia strizzando gli occhi per tornare a vedere. Il volto del soldato era a poca distanza nel suo, un sorriso soddisfatto.

“Non è un reato giocare sporco, sai? Dovresti saperlo” rispose lui, guardandola.

La ragazza accennò un sorriso e per un momento lasciò che lo sguardo scrutasse nei dettagli il volto di Erowyn. Lui sembrò a disagio nell’improvviso silenzio e la presa sulle sue mani si allentò.

“Oh, credimi. Lo so” sussurrò lei. Fece sgusciare via le mani dalla presa di Erowyn e con un colpo di reni riuscì a ribaltare la situazione. Con i palmi delle mani teneva il soldato premuto contro la sabbia, calda a causa del sole.

Cormia sorrise di nuovo e si chinò appena sul soldato “Visto?” inarcò un sottile sopracciglio. Erowyn schiuse le labbra e accennò un leggero sorriso.

“Vedo” rispose. Gli occhi scuri di Erowyn cercarono i suoi e Cormia sentì, inspiegabilmente, il cuore batterle più forte. D’un tratto si rese conto del modo in cui si era accovacciata su Erowyn e il primo istinto fu quello di arrossire.

Si mosse, per alzarsi, quando avvertì qualcosa contro il fianco. Chinò lo sguardo e si ritrovò a trattenere il fiato. Erowyn le premeva sul fianco il coltello che lei teneva solitamente all’interno dello stivale.
Si voltò nuovamente a guardare Erowyn, sorpresa, e lo trovò a sorridere.

“Oggi giochi proprio sporco, eh?” gli chiese e lui ridacchiò sommessamente abbassando l’arma. Cormia si rimise in piedi e si scrollò dagli abiti la sabbia. Quella roba era incredibilmente fastidiosa.
Alzò gli occhi grigi su Erowyn quando quello le porse il pugnale dalla parte del manico.

“Per oggi ho vinto” disse divertito. Cormia chinò appena lo sguardo e prese l’arma, riponendola al proprio posto.
“Per oggi hai giocato sporco più di me. Domani non sarà così facile sorprendermi, sappilo”. Fece per avviarsi su per il sentiero, per raggiungere la casa del soldato quando, la voce di quest’ultimo la bloccò.

“Cormia?”

“Sì?”
Vide il soldato indugiare con lo sguardo sul suo volto poi scosse la testa “Niente. Torniamo a casa” aggiunse sbrigativo.
 


Quando entrarono nell’abitazione, Ilona li accolse con un’occhiata severa “E’ quasi il tramonto” disse.
Cormia guardò la donna e poi chinò lo sguardo sul fagotto che teneva tra le braccia. Si avvicinò a Ilona e guardò Ghilly. Era sveglio e gli occhi azzurri si fissarono immediatamente nei suoi “Scusa il ritardo, Ilona” disse con calma. La donna le lasciò prendere in braccio suo figlio “Va bene, va bene…ma fate più presto con questi allenamenti” borbottò Ilona afferrando un tascapane sul tavolo.

“Dove vai?” chiese Erowyn in direzione della madre.

“Stanotte avrò da fare al villaggio. C’è una ragazza da assistere. Credi di farcela da sola, Cormia?”

La ragazza sollevò lo sguardo da Ghilly. Sarebbe stata la prima volta da sola con il bambino “Io…” sentii crescere l’ansia “…credo di sì. Quanto starai via?”

“Tutta la notte” rispose Ilona avvicinandosi di nuovo a Ghilly, allungò un dito e gli sfiorò la fronte “Se c’è qualche problema manda Erowyn a chiamarmi” mormorò, guardandola.

Cormia sapeva benissimo che la teneva ancora dentro casa solo ed esclusivamente perché adorava Ghilly. Annuì e dopo aver salutato Erowyn, Ilona uscì.

“Mi occupo io della cena, tu siediti pure” disse Erowyn. Cormia andò a sedersi sulla sedia davanti al fuoco e cominciò a cullare Ghilly così come le aveva insegnato Ilona.

Il bambino mosse una mano paffuta nella sua direzione e Cormia sentì il cuore pieno di un sentimento nuovo. In realtà lo sentiva da quando era nato e l’aveva poi visto, il giorno successivo. La pelle rosea, le labbra quasi sempre atteggiate in una smorfia imbronciata, i capelli biondi e gli occhi…gli occhi di Turno.

Si era sentita felice dopo mesi di tristezza e difficoltà, nello stringere al seno Ghilly. Ogni volta si sentiva sempre meglio. Ghilly era il suo toccasana, il lasciapassare per una vita nuova.
Abbassò la testa in modo che il bambino potesse toccarla e, quando le dita piccolissime le strinsero la punta del naso, ridacchiò “Il mio piccolo grande uomo” sussurrò piano chinandosi di più per poter ispirare il profumo di Ghilly; un misto di calore, latte  e sonno. Non sapeva come altro definirlo.

 
Erowyn osservò Cormia seduta davanti al camino con il piccolo Ghilly in braccio ed emise un flebile sorriso. Si era conto ormai che per Cormia provava qualcosa. Qualcosa che aveva tentato di reprimere ma che con la nascita del bambino sembrava quasi essersi rafforzato. Vederla così tranquilla, così rapita da Ghilly, lo rendeva felice oltre ogni previsione.

Socchiuse gli occhi e continuò a tritare le erbe con cui riempire il pesce di quella mattina cercando di non pensare al modo in cui, in spiaggia, Cormia gli era stata a un nulla dal volto.

Più spesso si era ritrovato ad essere invidioso di Turno che l’aveva amata, sfiorata, che aveva avuto su di sé quelle mani e quelle labbra.

“Hai bisogno di una mano?”

La voce così vicina lo fece sobbalzare e per poco il coltello non gli scivolò dalle mani. Incrociò lo sguardo tranquillo di Cormia e sospirò per riprendere il controllo “No…non preoccuparti” rispose alzando lo sguardo. Ghilly era adagiato nella culla.

“Si è addormentato” sussurrò la ragazza poggiandosi con le mani al tavolo “Potrei stare a guardarlo per ore, quando dorme” aggiunse. Erowyn si volse a guardarla“E’ così tranquillo. Vorrei dormire anch’io come lui” continuò Cormia voltandosi appena nella sua direzione “Devo andare via, Erowyn”.

Il soldato smise di tagliare. Sapeva che presto avrebbe udito quelle parole “No”

“E invece sì. Non è sicuro rimanere qui per altro tempo”

Erowyn arricciò le labbra e si voltò con il corpo verso Cormia “Verrete con me a Makrat. Troverem…troverai un posto dove vivere tranquilla con Ghilly”. Cormia stirò le labbra in un sorriso triste “La Gilda non si fermerà. Mi troverà ovunque. Dovrò spostarmi spesso e capire…”

“Portandoti dietro un bambino? Ti rendi conto, Cormia?” disse, appena alterato.

Lei lo fissò dura, piegando le labbra in una linea dritta “Me ne rendo conto, Erowyn. Non c’è altra scelta”. Il soldato contrasse la mascella ed espirò forte dalle narici.

“Io ti sono davvero grata per quello che hai fatto per me ma…”

Lui la interruppe alzando appena una mano “Non provare a scaricarmi così, Cormia. Tante grazie e addio non mi bastano”.

Incrociò gli occhi grigi della ragazza, sembravano essere più scuri “Erowyn…”

Il ragazzo deglutì e si ritrovò costretto a respingere il magone che aveva in gola. Si sentì, patetico.

Sentì un lieve sospiro e una mano di Cormia gli strinse delicatamente un avambraccio “Tre giorni” gli disse “Devi vedermi soltanto per tre giorni. Poi ti dimenticherai di me”.

Erowyn scosse la testa “Non posso”

“Sì che puoi”

“No che non posso, Cormia” ribattè tra i denti “Verrò con voi”.

“Non puoi. Hai i tuoi doveri da assolvere. Lo so che ti hanno richiamato a Makrat tra due settimane”.

“Non ti sfugge mai nulla eh?”

Cormia non rispose al riguardo “Non ho fame, credo che andrò a dormire” disse semplicemente. Fece per allontanarsi, lasciando la presa sul suo avambraccio ma lui la trattenne, tirandola a sé con l’altra mano. Non pensò nemmeno a quello che stava osando fare, sapeva solo di non riuscire più trattenersi.

Poggiò quasi rabbiosamente la labbra su quelle di Cormia e serrò la presa intorno alla sua vita per impedirle di sgusciare via. Avvertì chiaramente il respiro di Cormia mozzarsi per la sorpresa.

Erowyn tenne gli occhi aperti e così come lei. Allontanò appena le labbra dalla bocca di Cormia “Non ho intenzione di scusarmi per questo” mormorò con voce roca. La ragazza lo fissò, gli occhi sgranati, ma lui non le diede il tempo di fare o dire nulla che tornò a baciarla.


 
Angolo Autrice
*ghigna malefica per il punto in cui ha interrotto il capitolo* muahahahah xD Lo so, lo so. Odiatemi pure. Nel prossimo capitolo succederanno molte cose ed entreremo nel vivo (almeno spero). Un bacione a voi che continuate a seguire e recensire questa storia.
E, per il nome del bambino, non avete di idea di quante volte l’abbia cambiato…alla fine l’ho chiamato così. Spero vi piaccia.
Alla prossima!
Raya_Cap_Fee

 
   
 
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