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Autore: foschi    25/04/2014    1 recensioni
Il biondo spense la sigaretta sospirando amaramente. Aveva perso il conto. Non sapeva da quanti giorni fosse là, in quelle foreste, su quelle montagne a combattere per la salvezza del suo Paese. Per la salvezza della sua Patria. Quella patria che lo aveva generato e che lo aveva visto crescere. Quella stessa patria che ora era dilaniata da quelle assurde lotte. Quella Patria che vedeva i suoi figli lottare tra loro e che versava lacrime di sangue..
Sbuffò irritato. Non servivano i pensieri in momenti come quelli. Non servivano quelle riflessioni filosofiche. No, la sua Patria lo stava chiamando per essere difesa. Lo stava chiamando per porre fine a quelle atrocità...
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gianni, Oliver
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Italia, mi amor...

 

 

 

Saaalve! :D

Lo so che mi sto facendo vedere troppo spesso, ma oggi ho un motivo particolare per farlo.

Dunque, sapete tutti che oggi è l'anniversario della Liberazione d'Italia dal regime nazi-fascista. E' per ricordare quegli avvenimenti che ho deciso di scrivere questa fanfic. Ho deciso di scriverla perché non vadano nel dimentcatoio. Ho deciso di scriverla perché è la nostra storia..!

Ok, la smetto di fare la poetessa! xD

Non so cosa ne uscirà fuori perché non ho mai scritto niente di storico ma spero vi piaccia.

Ringrazio di cuore Paradise_PhantomHenya e AmalaClaudia!^^

Buona lettura! ;D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La notte si dissolveva in quel mare di luce perlata che l'alba portava con sè. La notte si dissolveva portando via con sè quella tranquillità apparente che regnava sui soldati. Sui partigiani..

Presto, molto presto, ci sarebbe stata un'altra battaglia. Ci sarebbero stati altre grida di guerra, altri colpi di cannone, di fucile...

 

Il biondo spense la sigaretta sospirando amaramente. Aveva perso il conto. Non sapeva da quanti giorni fosse là, in quelle foreste, su quelle montagne a combattere per la salvezza del suo Paese. Per la salvezza della sua Patria. Quella patria che lo aveva generato e che lo aveva visto crescere. Quella stessa patria che ora era dilaniata da quelle assurde lotte. Quella Patria che vedeva i suoi figli lottare tra loro e che versava lacrime di sangue..

Premette più forte la sigaretta per terra. Possibile che la mente umana fosse in grado di provocare quelle tremende tragedie? Possibile che l'uomo provasse gusto nel farsi del male l'un l'altro..?

Sbuffò irritato. Non servivano i pensieri in momenti come quelli. Non servivano quelle riflessioni filosofiche. No, la sua Patria lo stava chiamando per essere difesa. Lo stava chiamando per porre fine a quelle atrocità...

 

- Già sveglio, Gianni? -

I suoi occhi cerulei si persero in quelli marroni dell'amico. Di un partigiano come lui..

- E chi ha dormito, Giorgio? La nostra terra ha bisogno di noi, non possiamo dormire -

Gorgio sorrise. Era stato il primo ad accoglierlo calorosamente in quel gruppo. In un gruppo che non lo aveva visto di buon occhio, dato che la sua famiglia, la famiglia Tornatore era una ferma sostenitrice del Fascismo..

- Hai ragione. Pronto per questa battaglia? -

- Sono sempre pronto -

Si calò il cappello in testa. Era andato contro la sua famiglia ed era considerato il ribelle di casa. Suo padre l'aveva di sicuro diseredato. Ma non gli importava. Non gli importava niente se non sua madre, l'Italia...

 

 

 

- Tornatore, una lettera per te -

Gianni volse lo sguardo verso il capo-gruppo. Il combattimento quel giorno era stato cruento. Molti compagni avevano perso la vita in quello scontro. Solo quando tutto sembrava perduto aveva ordinato la ritirata. Ma era troppo tardi e lui ora poteva vedere le lacrime pronte ad uscire dagli occhi del capo-gruppo. Non aveva perso solo uomini, ma soprattutto compagni d'armi, se non fratelli...

- Grazie -

 

Aprì deciso la lettera. Era del suo migliore amico Olivier.

Un sorriso triste si dipinse sul suo volto. Olivier non era solo il suo migliore amico ma era il suo amore. Era il suo ragazzo. Il ragazzo da cui la guerra lo aveva separato. Il ragazzo che non sentiva da troppo tempo..

Come era scoppiato a piangere quando aveva sentito che Hitler aveva invaso la Francia! Temeva che lui non ce l'avesse fatta. Che fosse morto con le truppe francesi..


Lesse avidamente quelle poche righe che gli aveva scritto. Erano parole d'amore le sue. Parole d'amore e di dolore.

Ma erano anche parole di speranza. Erano parole di speranza per la loro storia e per la sua Terra.

Un sorriso a trentadue denti si dipinse sul suo volto. La speranza si riaccese nel suo cuore.

Le truppe inglesi ed americane sarebbero giunte in soccorso della sua terra! Forse, non era stata così sbagliata la scelta del sovrano di dare un clamoroso volta gabbana ad Hitler! Non era stato così sbagliato desituire Mussolini, anche se ora dovevano fare i conti con le truppe tedesche che occupavano il Nord del suo paese..

- Gianni? Tutto bene? -

- Sì, Giorgio. Tutto bene -

Posò a terra il piatto in cui aveva consumato il suo pranzo frugale.

"Italia, madre mia, lotterò per liberarti, costi quel costi.

Olivier, amore mio, presto ci rivedremo..."

 

 

 

 

 

 

 

25 Aprile 1945

 

Il francese si guardava attorno nervoso. Lo sbarco nel Sud Italia era riuscito. Gli Alleati avevano liberato l'Italia Sud dai fascisti ed ora quel territorio era sotto la loro giurisdizione.

La cosa più difficile sarebbe stata liberare il Nord Italia, ma c'era già chi li aveva anticipati. C'era già chi lottava per la libertà. E Gianni, il suo Gianni, era tra questi.

Sperava solo di trovarlo ancora vivo..

 

- Tutto bene, Olivier? -

La voce di Andrew attirò la sua attenzione. Era suo amico e suo compagno d'armi. Anche lui voleva salvare l'Italia ed il suo amico Gianni. Anche lui voleva porre fine a tutta quella sofferenza, a tutto quello spargimento di sangue...

- Sì, stavo solo cercando Gianni.. -

L'inglese sorrise - Credo dovrai aspettare un po'. Lui è a Nord, sulle montagne... -

 

 

 

 

- Ragazzi! Ragazzi! -

Federica, la donna che aveva scelto di prendere parte a quella guerra, la loro fonte di informazioni, attirò la loro attenzione.

- Cosa succede, Federica? -

Il loro capo-gruppo, Corrado, fece sedere la donna ansimante. Le offrì un bicchiere d'acqua

- Gli alleati..le truppe alleate sono qui! Hanno liberato il Sud Italia ed ora sono arrivate qui!-

Gli uomini si guardarono sorpresi l'un l'altro prima di esplodere in esuberanti grida di gioia. Un sorriso si dipinse sul volto costantemente corrucciato del loro capo.

L'Italia poteva iniziare a gioire. Sarebbe stata liberata del tutto..!

 

- Non è una bella notizia, Gianni? -

- Sì, Giorgio lo è.. -

- Così potrai vedere anche il tuo ragazzo, vero? -

Il partigiano gli diede una gomitata. Il biondo sgranò gli occhi.

- Come fai sapere di Olivier? - 
- Eheh... Uh, mi sembra che qualcuno ti stia aspettando -

- Ma che stai..? -

Il suo sguardo seguì quello dell'amico. Gli occhi si sgranarono e lo stesso fece la sua bocca.

I suoi occhi cerulei si specchiarono in quelli viola del ragazzo che lo stava fissando

- Olivier?! -

- Gianni! -

 

 

 

- Quando sei arrivato? -

Il francese si accoccolò tra le braccia dell'Italiano. Come gli era mancato! Non gli sembrava vero di essere steso in quella foresta, nudo fra le sue braccia.

- Oggi. Anche se erano anni che aspettavo di vederti -

- Anche io, Olivier -

Le sue labbra catturarono nuovamente quelle del compagno. La sua lingua la accarezzava dolcemente. Erano anni che aveva voglia di lui ed ora non avrebbe permesso che glielo portassero via nuovamente...

 

 

 

Ma il destino dei partigiani non era quello di poter rimanere con la persona che amavano.

Si era ricongiunto ad Olivier, certo, ma la sua Patria aveva ancora bisogno di lui. Invocava ancora il suo aiuto..

E fu in quella terribile battaglia che tutto ebbe fine. I suoi sogni di liberazione furono troncati da quel proiettile che lo aveva colpito al cuore.

Si era distratto per proteggere Olivier ferito ed era rimasto ucciso da quell'uomo come lui solo con un'uniforme diversa.

Lui, un patigiano, era rimasto ucciso da un fascista in quella battaglia che era stata l'ultima per lui.

- Gianni, svegliati, Gianni! -

Inutili erano le preghiere di Olivier. Il suo sangue si era mischiato a quello dei compagni morti prima di lui. Si era unito alla sua terra, alla sua Patria, a sua madre.

Era morto da partigiano. Era morto per quel Paese che lo aveva chiamato in suo aiuto. Per i suoi compagni e per il suo amore. Era morto quella Libertà a cui l'Italia anelava.

 

Le lacrime di Olivier bagnavano il suo volto bianco e freddo. Perché il destino era stato così crudele da farli ricongiungere e poi separarli definitivamente?

- Mi dispiace, Olivier. Gianni non parlava molto di te ma quando lo faceva, gli brillavano gli occhi. Ti amava molto -

Il francese sorrise tristemete - Lo so. Lo amo molto pure io. Ed ora sono sicuro che lui sia felice per aver lottato per la salvezza della sua terra. -

Sì, Gianni era morto e la sua Patria era libera...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice

 

 

Mi rendo conto di non essere in grado di descrivere decentemente questi avvenimenti in quanto molto complessi. Mi rendo conto di averli ridotti all'osso e forse banalizzati un po', ma questa stria mi è piaciuta.

Volevo rendere un omaggio alla nostra terra molte volte calpestata dalla violenza e dalla crudeltà.

Volevo che attraverso questa storia non venissero cancellati avvenimenti che hanno fatto la nostra storia e che ho solo accennato.

Volevo esprimere quali fossero i sentimenti dei partigiani, eroi della Liberazione: il dolore per la morte dei compagni, gli affetti che vengono a mancare, la tensione e paura dei combattimenti, il desiderio di Libertà.

Grazie a coloro che leggeranno questa storia.

Bacioni, 
Olivier_Rei=)

   
 
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