Nota importante: I caratteri in grassetto sono le parole di Kurt, quelli in corsivo invece sono di Blaine. Si parlano attraverso il pensiero. I motivi e le cause vengono spiegate nel primo paragrafo.
Ci
incontriamo a metà strada
Se due persone sono destinate ad incontrarsi, allora ci sono buone probabilità che si incontrino. Ci sono, è vero, possibilità che ciò non avvenga mai per molteplici motivi e, anche se avviene pochissime volte, è doloroso lo stesso a dirlo. Ci sono anche dei casi, rarissimi, in cui è proprio il Destino a metterci mano, stravolgendo completamente ogni regola della fisica e dell’ordine universale.
A Kurt Hummel, residente a New York, e a Blaine Anderson, residente a Los Angeles, è successo esattamente questo: il Destino decise di aiutarli a trovarsi, facendo scontrare i loro mondi.
Il loro primo dialogo è avvenuto di punto in bianco; e non parlavano. Pensavano.
*
Mi senti?
Ti sento.
Hai una voce
molto
bella.
Sei frutto
della mia
immaginazione?
Non credo.
Al momento
vivo ed esisto.
Grazie
tante, genio.
In quale altro modo potresti rispondermi se sei nella mia testa?
Veramente
sei tu ad
essere nella mia testa e ti pregherei di moderare il tono, rischi di
fare una
pessima prima impressione.
Senti
“voce strana
frutto, forse, della patetica conseguenza di essere ancora
single”, spegniti,
devo andare a lavoro e l’ultima cosa che voglio è
fare la parte del mentecatto
con metà della popolazione newyorkese.
Un’ultima
cosa e ti
“spengo” io per gli stessi motivi:
perché quella assurda e aggiungo divertente
definizione iniziale?
Niente, solo
che mi
piacerebbe conoscere davvero un ragazzo con una voce come la tua.
Mi hai
appena
conosciuto, invece.
Forse
neanche esisti.
Facciamo
finta di
esistere tutti e due, l’uno per l’altro. Io mi
chiamo Blaine.
Io mi chiamo Kurt.
*
Tornarono a “parlarsi”durante la pausa lavoro (Kurt lavorava in un pub e Blaine teneva lezioni di musica ai bambini), a pranzo, a cena e la notte prima di coricarsi. Sempre la stessa tonalità di voce nelle loro teste, frasi nate di punto in bianco. Fu dopo quella prima giornata che iniziarono a sospettare che forse quella chiacchierata era vera e non nata dal loro senso di solitudine; ma per sicurezza misero in mezzo accertamenti obbligatori per evitare timori di insanità mentale, tipo profili facebook e twitter, qualche commento di apprezzamento sotto le foto del profilo, qualche breve chiacchierata normale in chat per poi rendersi conto che preferivano quel contatto diretto/indiretto. Come continuavano a ripetersi reciprocamente, trovavano molto bella l’uno la voce dell’altro.
*
Non credo di
aver mai
avuto un’amicizia così particolare.
Non sei un
tipo molto
socievole, vero?
E tu non sei
uno che
riesce a conservare una parvenza di educazione, è vero?
Touché.
Comunque,
concordo con te. Anzi, non credo sia mai esistita un’amicizia
simile. Quanti
possono dire di aver socializzato telepaticamente con persone che
vivono
dall’altra parte dello stato?
Più
o meno, tre
quarti di residenti negli ospedali psichiatrici.
Alla luce di
quanto ci
è successo, sto seriamente rivalutando i pazzi.
Chissà se anche a loro è
capitato quello che sta succedendo a noi?
Ti prego,
possiamo
evitare questo argomento?!
Qualche
trascorso in
famiglia?
No,
“Mister
Delicatezza”; brutta esperienza con il film
“Shining”.
Ma no, dai!
“Shining”
è un capolavoro della cinematografia universale. Non puoi
lavorare nel mondo
dello spettacolo se non lo riconosci.
E tu non
puoi essere
umano se non ti fai venire la strizza vedendolo.
Ma devi
farti venire
la strizza, è quello il bello. Senti, tu adesso esci, vai a
noleggiarlo, io
faccio lo stesso, e stasera lo guardiamo insieme.
Scordatelo,
ho di
meglio da fare!
Tipo cosa?
Interrogarti sui grandi quesiti dell’universo? Su, non fare
il coniglio! Se poi
avrai paura, potrai nasconderti dietro la mia spalla.
Nascondermi
dietro la
tua spalla?
Usa un
po’ di
immaginazione.
*
Scommetto
che tu sei
uno di quelli che quando mangiano il pop corn, lo lanciano in aria e lo
prendono al volo con la bocca.
Stai
cercando di
evitare di guardare il film.
E tu stai
cercando di
evitare di mostrarti incapace di fare una cosa semplicissima.
Mi stai
sfidando?
Ci sei
arrivato.
Benissimo. Vedremo chi la spunterà.
Al primo tentativo, Blaine fece finire il pop corn dietro il divano sul quale era seduto, al secondo tentativo in un occhio, al terzo sembrò riuscirci, ma il pop corn gli rimbalzò sul labbro inferiore e, nell’inutile tentativo di non lasciarselo sfuggire, lo mandò dall’altra parte della stanza, e al quarto gli si infilò nella canottiera e si arrese, capendo che non valeva la pena sprecare in quel modo una sicura fonte di cibo da serata da film. Nelle orecchie gli risuonava la risata di Kurt.
Ok, forse
non sono
completamente in forma stasera.
Eri
buffissimo!
Quando?
Mentre
cercavi di
afferrare i pop corn al volo.
Ma cosa ne
sai se non
puoi vedermi?
Credo di
averti visto
per un attimo.
…
…
Dai, continuiamo a vedere il film. Non ti mollerò fino a quando non termineranno anche i titoli di coda.
*
Dove sei?
Nel posto
che più
odio al mondo: la metropolitana durante l’ora di punta. Tu,
invece?
Sono in
spiaggia. Mi
godo un po’ di relax.
Quanto ti
invidio! In
tutta la mia vita sono andato pochissime volte al mare.
Se non sei
mai stato
su questa spiaggia, secondo me, non sei mai andato al mare.
É
bella?
Non immagini
neanche
quanto.
Descrivimela.
É
grandissima; senza
ombrelloni, sedie a sdraio, asciugamani e bagnanti sembra un pezzo di
deserto,
ma le case e gli edifici che si vedono da lontano non mi fanno sentire
sperduto. La sabbia è calda, pulita e senza imperfezioni ed
è ruvida e morbida
sotto i piedi, me la sento scivolare piacevolmente sotto le dita, ad
ogni passo
ci affondo dentro fino a quando non vengo fermato da quello strato
più duro. In
sottofondo c’è il suono continuo delle onde che si
infrangono sulla battigia,
lo sfrigolio della spuma, il verso di qualche gabbiano che, forse, sta
tornando
a casa e vuole avvisare la sua famiglia. L’aria salmastra mi
apre i polmoni. Il
sole sta tramontando e sta scomparendo nel mare, sembra ci si stia
sciogliendo
dentro, che stia diventando una lunga striscia di fuoco
sull’acqua. Tra un po’
inizierà a fare freddo, ma si sta ancora bene.
Non so cosa
darei per
vederlo.
Vorrei che
tu fossi
qui.
*
Ci sei?
Per te
sempre.
Smettila di
fare lo
svenevole. Sai dove sono?
No, dove?
Central
Park. Alla
fontana dell’Angelo. Vuoi che ti descriva quello che vedo,
come hai fatto tu
con me?
Sì,
ti prego! Ho
assoluto bisogno di un po’ di distrazione o rischio di
impazzire in quest’aula.
È
il posto che
preferisco in assoluto qui a New York. Anche se sei circondato da tante
persone, l’unica cosa che senti è il rumore
dell’acqua della fontana e, quando
chiudono le tubature, il vento tra gli alberi. Dovresti vederlo in
autunno,
però: le foglie assumono delle sfumature di colori che vanno
dal marrone
all’arancione, potrei dirti il color Terra di Siena ma
sarebbe troppo
esagerato, credo. Quando cadono rendono il lago sottostante un enorme
tappeto
autunnale. La statua dell’Angelo della fontana svetta su
tutto qui intorno, ha
le ali spiegate come se volesse spiccare il volo da un momento
all’altro ma il
fatto che sia fatto di bronzo glielo impedisce e rimane bloccato al suo
piedistallo. Non sono bravo a raccontare come te, scusa.
No, no.
Resterei ad
ascoltarti per ore.
…
…
Devo rientrare.
*
Dormi?
No, stanotte
non ho
molto sonno.
Ti va di
parlare un
po’?
Ti
è successo
qualcosa?
No, no,
avevo solo
voglia di sentirti. Ci siamo parlati poco in questi ultimi giorni.
Ho avuto un
po’ di
impegni, tra gli esami alla NYADA e il lavoro, sai.
Adesso
riesco a
vederti.
Suona
veramente
inquietante.
Veramente.
Sei girato
su un fianco, rivolto verso di me, un braccio sotto il cuscino e con
l’altro ti
copri la pancia, mi guardi in maniera sconvolta, sicuramente
perché non ti
aspettavi che riuscissi a vederti.
A dire la
verità sono
sconvolto perché credo di vederti di nuovo anch’io.
Come mi vedi?
Anche tu sei
girato
verso di me. Ma tu hai gli occhi lucidi. Stai piangendo?
Sì, perché non mi sento più solo.
*
Non bisogna adagiarsi troppo sulla strada facile che il Destino ti ha tracciato, perché tutto può cambiare. Le voci possono affievolirsi e le immagini sbiadirsi e il desiderio di trovarsi cresce, cresce fino a rendere insopportabile quel poco che hai.
*
Blaine,
finiamola
qui.
Cosa vuoi
dire?
Tutto
questo… questa…
cosa che c’è tra noi. È assurda. Non
doveva nemmeno iniziare.
Ma che ti
prende?
Perché dici questo?
Sono stanco,
Blaine.
Hai in mente di portare avanti questa
“comunicazione” all’infinito? No, io sto
iniziando a stufarmi, non è una cosa sana, né
normale, e poi a cosa ci può
portare? A nulla. Stiamo fermi qui, a parlare senza che nulla cambi.
Abbiamo
deciso insieme
di lasciare le cose così come stanno, che era preferibile
parlare così
piuttosto che rimanere in contatto tramite il computer. Riusciamo anche
a
vederci in alcuni momenti. Cos’è cambiato adesso?
È
cambiato tutto. Sta
cambiando tutto. E preferisco dare un taglio definitivo in questo
stesso
momento perché…
Perché?
Perché
non ti ho mai
incontrato di persona, eppure… mi sto innamorando di te.
Kurt, e questo sarebbe un male? Questo renderebbe tutto più difficile? È la cosa più facile del mondo. Kurt le uniche difficoltà sono quelle che ci creiamo noi e non sono mai irrisolvibili. Incontriamoci, vediamoci di persona, così non dovremo avere paura di nulla. Non è difficile, Kurt, dobbiamo solo incontrarci. Possiamo farlo, nessuno ce lo impedisce. Kurt. Kurt, mi senti? Kurt! Ti prego, Kurt non lasciare che questa nostra connessione si interrompa, non adesso. Non è un caso se riusciamo a parlarci così. Ci siamo trovati, Kurt. Kurt rispondimi. Kurt… anch’io mi sto innamorando di te.
*
Il Destino aveva concesso il suo aiuto a Kurt e a Blaine; il resto spettava a loro.
Quella fu l’ultima conversazione che ebbero, dopo di che non riuscirono più a parlarsi, non capirono per quale motivo ma questo diede loro la spinta necessaria per fare ciò che avrebbero dovuto fare già all’inizio: trovarsi e incontrarsi.
Si lasciarono un identico messaggio che però nessuno dei due ebbe il tempo di leggere, vista la fretta con la quale partirono. “Sto venendo da te”. Kurt prese un aereo per Los Angeles; lo stesso giorno, Blaine prese un aereo per New York.
Per alcuni minuti furono vicini a centinaia di metri da terra, in cielo, più vicini di quanto non fossero mai stati, salvo poi ritrovarsi di nuovo in due diverse parti del paese. Non si gioca mai in maniera semplice col Destino.
Quando toccarono il suolo, la loro situazione non era cambiata. E ancora non riuscivano a sentirsi, almeno per dirsi “Sono qui”. Andarono in tutti i luoghi in cui pensavano di trovarsi, luogo di studio, posto di lavoro, ma nulla.
Alla fine, scelsero di tentare con i loro luoghi preferiti, non tanto animati dalla speranza di trovarsi quanto almeno di vedere quei posti assaporati dalle parole reciproche.
Sulla spiaggia, Kurt si tolse le scarpe e i calzini e la giacca e lasciò tutto sulla sabbia che si sollevava al vento, cosa che mai aveva fatto, e si fermò sulla battigia, l’acqua che gli scorreva fino alle caviglie, il sole al tramonto che gli scaldava il viso.
Nel centro di Central Park, dove si trovava la fontana dell’Angelo, Blaine si accorse che era arrivato l’autunno. Le foglie cadevano nel laghetto come una pioggia marrone, rossa, gialla e arancione (“Terra di Siena” avrebbe detto Kurt) e davanti a quello spettacolo, imponente e aggraziato, l’Angelo lo fissava dall’alto, una mano protesa verso di lui, con alcuni colombi che riposavano sulle sue ali immote.
Nessuno di quei due ragazzi aveva mai visto niente di più bello; solo… mancava la persona con la quale condividere quello spettacolo.
Blaine Kurt
Quell’ultimo richiamo pieno di amore incrinò la sottile barriera che ancora li separava e si sentirono. E si videro.
“Ci incontriamo a metà strada”
Lasciandosi alle spalle lo spettacolo del tramonto sul mare e dell’autunno di Central Park, si vennero incontro, assaporando ogni passo, prendendosi dei brevi momenti per riconoscere quei piccoli dettagli impressi nella memoria. Alla fine non riuscirono più a trattenere l’eccitazione e corsero, fermandosi a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Non aveva più importanza che tutto fosse surreale e incredibile, perché il sentimento che adesso sapevano di provare era surreale e incredibile.
Quando le loro labbra di unirono, la barriera si dissolse, erano su una spiaggia di Los Angeles ed erano al Central Park di New York. Ed erano insieme.
Le voci nella testa potevano lasciare il posto alle voci delle loro labbra e dei loro cuori.
Fine
Nota
dell’autore
Salve a tutti, eccomi di ritorno. In questi ultimi mesi (anzi, in quest’ultimo anno) mi sto facendo pregare per portare a termine qualcosa, ma lo studio, il lavoro e mille altri impegni mi tengono parecchio occupato. Dipendesse da me, passerei il resto della giornata solo a scrivere. Un’altra OS aspetta ancora di essere conclusa, vi basti sapere questo.
Questa OS è stata in scritta in cinque giorni, per cui perdonate l’eccessiva brevità e velocità di alcune situazioni, ma mi è venuta l’ispirazione subito dopo aver visto alcuni gif set Klaine ispirati al videoclip di “Already Home” che, penso, avrete già visto e soprattuto ascoltato tutti.
Come avrete capito leggendola, mi sono allontanato parecchio da quello che era il testo della canzone e il significato del videoclip, ma l’idea che mi venne non riguardava due persone che hanno una relazione a distanza ma proprio due persone che, con un piccolo aiuto del Destino (o Karma o Dio o qualunque cosa sia), si trovano col pensiero, si conoscono e si innamorano “senza nemmeno essersi visti, semplicemente conoscendosi attraverso le parole e vedendosi in maniera sporadica attraverso brevi flash.
Lo so, non ha molto senso ma, se ci pensate bene, l’amore non deve avere per forza un senso.
Se avete avuto dei dubbi o per qualcosa o anche per farmi sapere cosa ne pensate, spero di leggere una qualche vostra recensione.
In conclusione, vorrei ringraziare Zurry per avermi mostrato le gif set incriminate e per avermi suggerito di tirane fuori qualcosa e che mi ha betato questa OS e, soprattutto, mi ha dato preziose indicazioni affinché la storia acquistasse più senso. Grazie mille Zurry <3
Mi sento in dovere di dedicare questa OS alle splendide persone con le quali posso ancora sclerare tranquillamente per Glee in generale e per la Klaine in particolare: Claris, Zurry, Ely Medialuna e tante altre e un pensiero a tutte le persone che seguono i miei scleri e le mie deliranti farneticazioni sulla mia pagina facebook.
Se mi volete, mi trovate sulla mia pagina: https://www.facebook.com/pages/Lusio-EFP/162610203857483?fref=nf
E sul mio profilo Ask: http://ask.fm/LusioEFP
Un abbraccio generale J Speriamo di rivederci prestissimo.
Lusio