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Autore: Ichigo_chan    19/07/2008    1 recensioni
questa favoletta l'ho scritta ai tempi che andavo alle medie.. esattamente 6 anni fa...è il mio primo scritto e ci tengo molto che voi lo leggiate...la professoressa ci aveva chiesto a noi alunni di inventare una storia su un prodotto tipico della nostra terra, la bellissima Sicilia. e così, con un po' di fantasia ho ideato questa storiella sempre romantica ma con un pizzico di magia! P.S. ..scusate per i troppi nomi ma non ho potuto evitare! li avevo scritti perchè erano i nomi dei miei ex compagni ma ne manca uno =D...il protagonista era un ragazzo che...^////^....vediamo se riuscite a capire chi è la fanciulla! =D...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dolce più famoso della Sicilia

“Nonna! Nonna!” chiamarono in coro Andrea, Celeste e Miriam.

“Si, cosa volete bambini?” rispose nonna Valeria.

“Vuoi un po’ di frutta martorana ?”

“Si grazie!”

Appena finito di mangiare Andrea chiese come mai la frutta martorana c’era solo in Sicilia.

“Beh è una storia lunga, se vuoi te la racconto” disse nonna Valeria.

“Siiiiiii!!!” esclamarono le gemelle Celeste e Miriam

E nonna Valeria iniziò a raccontare:

“C’era una volta, tanto tempo fa, una piccola pasticceria qui in Sicilia. Il pasticcere si chiamava Fabio ed era molto bravo tanto che tutti i bambini, all’uscita di scuola, si recavano in quella piccola pasticceria per assaggiare le sue specialità.

Un giorno egli partì con la sorella Angelica e alcuni bambini che ogni tanto lo aiutavano per l’Arabia, a trovare il suo caro amico Giuseppe.

Anche egli era un pasticcere! Infatti aveva inventato un nuovo dolce e aveva chiamato Fabio per mostrarglielo.

Arrivato li Fabio, Angelica e i bambini che lo aiutavano, che si chiamavano Caterina, Tindaro, Natanaela, Alex e Gianpiero, andarono a trovare Giuseppe.

Egli dopo un’accogliente ospitalità, raccontò e mostrò a Fabio la sua scoperta: mentre cercava l’ispirazione creò, impastando delle mandorle con 3 albumi di uovo e zucchero, una pasta dolce e molto buona.

Ma Giuseppe era molto vecchio e non poteva viaggiare più come una volta, così pregò Fabio di portare la sua creazione in Sicilia e di farla conoscere a tutta la gente.

Così fece e appena arrivato a casa il pasticcere Fabio inizio a lavorarci su.

Purtroppo non ci riusciva bene come Giuseppe, ma non si fermava un attimo e lavorava giorno e notte. Chiuse perfino la pasticceria e non voleva essere aiutato ne dai bambini ne da sua sorella.

Era disperato e voleva che fosse perfetta.

Un giorno, mentre lavorava, venne una ragazza che volle assaggiare la specialità del pasticcere. Aveva saputo del nuovo prodotto e volle assaggiarlo.

Fabio , che non voleva far assaggiare a nessuno il suo prodotto per timore che non fosse buono, non resistette ad offrirglielo e, dopo averlo assaggiato, la ragazza gli sorrise, disse che ra buonissimo e si tramutò in una bellissima fata di un regno dei sogni.

Il pasticcere restò incantato dalla bellezza della fata e se ne innamorò all’istante.

Timidamente le chiese il suo nome, ma ella sorridendo scomparve.

Fabio chiamo quella pasta, Pasta Reale, meglio nota da noi come pasta di mandorle, perché sperava che la sua amata non fosse frutto dei suoi pensieri ma che fosse reale per poi sposarla.

La Pasta Reale diventò famosissima in tutta la Sicilia ed era la preferita di tutti i bambini.

Inoltre i cinque piccoli amici del pasticcere sparsero la voce anche ad amici lontani e così tantissimi bambini ogni giorno accorrevano per mangiare un pezzo di quella pasta a dir poco favolosa!

C’erano la piccola lavandaia Marilena, la diligente Roberta, la contadinella Alexandra, il pescatore Mirco, la fiammiferaia Melin, la figlia del fruttivendolo Lucrezia e anche la figlia del comandante dei carabinieri, Paola che si dava sempre tante arie.

Ma nonostante la visita giornaliera dei bambini, Fabio era triste.

Sperava ogni giorno e ogni notte che la fata tornasse da lui. Ma niente, ogni notte e ogni giorno aspettava invano.

Allora ricominciò a impastare per creare nuovi dolci in modo che ella, sentendo ancor parlare della sua fama, tornasse a trovarlo.

Ma un giorno, mentre Fabio era via per delle commissioni, dei ladri si intrufolarono nella pasticceria e distrussero tutto, anche la preziosa Pasta Reale che Fabio aveva accuratamente conservato per il ritorno della fata.

Quando Fabio scoprì il disastro cadde in depressione e chiuse per sempre la pasticceria.

Aveva perso tutta la sua creatività, la sua passione per quel lavoro, la speranza di poter rivedere la sua amata e si sentì inutile.

Una notte, mentre dormiva, ebbe un incubo.

Sognò la sua amata, ma era in pericolo in un luogo sconosciuto. Accanto c’erano due figure nere che a mala pena si distinguevano e tenevano qualcosa. Successivamente apparve un’altra scena: era della frutta. Ma non frutta semplice! Sembrava fatta di pasta. Infine un'altra scena: la sua fata che gli parlava, che gridava aiuto e che gli diceva di salvarla con un dolce.

Si svegliò in un bagno di sudore, accese la luce e scese nella pasticceria e si mise subito al lavoro.

Purtroppo non aveva più idee e non sapeva da che parte iniziare. Poi ripensò alla sua amata e alla Pasta Reale e decise di creare qualcosa che avesse come materia prima quella pasta che aveva segnato la vita della fata e del pasticcere.

Impastò tutta la notte, poi creò delle forme simili a della frutta, li fece cuocere e infine li dipinse con gli appositi coloranti per dolci. Erano identici a quelli del sogno, bellissimi e dolcissimi !

Fabio diede il nome a quella meraviglia e la chiamò “frutta martorana”.

Improvvisamente si ritrovò in una dimensione diversa. Era davanti ad una ghigliottina e li, pronta per l’esecuzione, c’era la fata svenuta. La corda era tenuta dai 2 perfidi stregoni Benito e Mirko, nemici dell’amore, della gioia e della bontà.

Senza pensarci due volte Fabio lanciò il dolce agli stregoni che mangiandolo distrussero la propria anima perfida. Ma lasciarono andare la corda e la lama della ghigliottina scendeva giù velocissima!

Allora Fabio si buttò per proteggere la sua amata, riuscì a tenere la corda, liberò la sua amata e la baciò. Improvvisamente si ritrovarono di nuovo nella pasticceria, la fata perse i poteri e divenne la ragazza che il pasticcere conobbe quella prima volta. Si svegliò e sorrise. Il cuore di Fabio si riempì di gioia e chiese di sposarlo. E la ragazza accettò.

Le nozze vennero celebrate qualche giorno dopo e tutti insieme festeggiarono con la frutta martorana e la Pasta Reale.

Si come il sogno di Fabio divenuto realtà e della sua amata, della quale, ancora, non si sa il nome.”

 

“Nonna è una storia bellissima!” esclamarono i tre piccoli.

“Gia”- rispose nonna Valeria – “e ora bambini che conoscete questa storia, amate questo dolce che è il più famoso della nostra terra!”.

  
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