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Autore: grace_law_smith    26/04/2014    4 recensioni
(ElevenxClara)
Le loro strade stavano per separarsi, i loro sguardi sul punto di perdersi, i loro cuori non battere più. Una strada senza inizio né fine, ignota a chiunque non l’abbia mai percorsa. Infinita e allo stesso tempo limitata, luminosa e scusa, deserta e abitata. Quella sarebbe stata la loro ultima volta, il loro ultimo tocco, l’ultimo sguardo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(not) last face that face saw
Le loro strade stavano per separarsi, i loro sguardi sul punto di perdersi, i loro cuori non battere più. Una strada senza inizio né fine, ignota a chiunque non l’abbia mai percorsa. Infinita e allo stesso tempo limitata, luminosa e scusa, deserta e abitata. Quella sarebbe stata la loro ultima volta, il loro ultimo tocco, l’ultimo sguardo.
*
Il Dottore fissava con il vuoto negli occhi la sua Clara, proprio di fronte a lui. Le parole della ragazza rimbombavano senza senso nella testa del Signore del Tempo, ignorandole. Nonostante facesse di tutto per non ascoltarla, non poteva fare a meno di sentire le lacrime di Clara bagnarle il viso, i continui singhiozzi della ragazza. Quelle erano lame che gli trafiggevano il cuore, pietre scagliate che lo colpivano.
-Dottore! Non può essere! Non puoi!- Clara lo supplicava piangendo e, stringendosi al suo petto, come una bimba impaurita. –Tu credi che tutto questo sia giusto, vero? Credi che sacrificarti per delle persone che non ti meritano, solo perché è la cosa giusta? Non sempre devi agire in questo modo.
Tra una lacrime e l’altra, Clara teneva stretto il Dottore e lo abbracciava, come se fosse un pupazzo della sua, così tanto lontana, camera da letto. Profumava di legno antico, vecchio, legno resistente, proprio come lo era il Dottore. Se n’era andato da molto, molto tempo ormai, ma Clara, la sua ragazza impossibile, continuava a stringerlo tra le sue fragili braccia, nella speranza di poter rivedere di nuovo i suoi piccoli e vispi occhi verdi, sorriderle ancora.
Invece non accadde nulla. Nell’immenso deserto che li circondava, l’unico suono che si propagava così lontano da raggiungere l’altra parte del pianeta, era il lamento di Clara. Il Dottore, privo di vita e tra le sue braccia, aveva segnato dentro il cuore della ragazza un solco ormai impossibile da riempire nuovamente. Le lacrime di Clara scorrevano lungo il suo viso contratto dal dolore. Il dolore di averlo perso per sempre, dopo tutto il tempo passato insieme. Aveva giurato che quello sarebbe stato l’uomo della sua vita. Con le sottili mani raggiunse il viso del corpo esanime e, chiudendo gli occhi, gli accarezzò gli zigomi scarni sino a giungere la bocca. Lei vide passare davanti a sé tutte le volte in cui, nel TARDIS, il Dottore l’aveva guardata, come fosse sul punto di dirle qualcosa di veramente importante o addirittura di baciarla, cosa che non avrebbe mai fatto. Ma lei non ci rimaneva male, lo accettava perché così facendo lo conosceva meglio, in ogni sua sfaccettatura, in ogni suo mistero. E lo osservava, da lontano, quando lui rimaneva in silenzio, assorto dai suoi tristi pensieri. E lei voleva tanto andare da lui e dirgli che tutto sarebbe andato bene, che tutto si sarebbe aggiustato. Lui avrebbe apprezzato e avrebbe fatto finta di esserci cascato, così che Clara si mettesse il cuore in pace. Ricordò ogni singolo accenno di sorriso che lui le aveva rivolto, tanto tempo fa, e anche ogni singolo battito dei suoi due cuori quando qualcosa gli ricordava casa. E ricordò che amava tutto questo e che per tutta la sua vita aveva aspettato questo momento, il momento di fuggire e vedere cose nuove. E il Dottore era stato in grado di regalarle tanti momenti così e lei non lo aveva mai ringraziato, e lui adesso era morto.
-Ovunque tu sia adesso, Dottore, corri. Corri, sapientone, e ricordati di me.- disse infine Clara. Lo guardò triste un’ultima, orribile volta. Dopodiché chiuse gli occhi, facendo cadere altre grosse lacrime e lo baciò. Baciò quel corpo ormai senza speranza tra le sue braccia e ne sentì il calore che si stava dissipando nell’aria, intorno.
E poi, rassegnata, aprì il TARDIS e entrò, lasciandolo alle sue spalle. Di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere trasformando il semplice dolore in pazzia, in follia. E lui invece era lì, che le aveva appena fatto scoppiare il cuore dal dolore e dalla paura, vivo. E le disse: -Regola numero 1: il Dottore mente. 


Hello, guys! Sono tornata con una OS su Doctor Who, spero vi piaccia!
Grace. 
  
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