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Autore: Lele_Rin_00    27/04/2014    3 recensioni
Ada Wong finisce di uccidere gli zombie quando vede una casa abbandonata: decide di entrare.
Lì farà una visita inaspettata ma passionale...
Spero che vi piaccia! Grazie a chi leggerà!
PS: è la mia prima storia! Siate misericordiosi!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ada Wong, Leon Scott Kennedy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finisco di uccidere gli ultimi zombie che mi hanno seguita, 10 proiettili sprecati e 3 erbe usate per curare la gamba ferita; sono stanca, stressata, voglio tornare a casa, voglio un momento di riposo, non ne posso più della mia vita da spia, voglio una vita come le altre. Ma poi realizzai: questo non è il mio destino. I miei pensieri svaniscono quando vedo una casa abbandonata immersa nel buio e poco illuminata dalla luce della luna, decido di entrare: voglio riposare un po'. Quando apro la porta cigolante mi colpisce l'inquietante ingresso della casa: tutto rovinato, probabilmente la famiglia che ci viveva era stata colpita dal virus. Non ci penso due volte che preparo la mia balestra con pronta una freccia per controllare se ci sia qualche zombie; cominciai dalla cucina e un odore sprezzante mi passa sotto il naso: cibo avariato, nessuno zombie. Entro nel bagno, nemmeno lì nessuno. Vado al piano di sopra, più buio di quanto pensassi; cammino lentamente quando sento una porta aprirsi e vedo una pistola: la squadra di Chris mi ha trovata? Ma poi intravidi qualcuno di familiare, lo riconosco: occhi verde-blu, capelli biondi scuro. -Leon? Cosa... cosa ci fai qui?- chiedo. -Potrei chiederti la stessa cosa- mi risponde freddamente. -Ho trovato questa casa e ho deciso di fare una pausa- risponde lui, sempre con freddezza. -Dov'è Helena?- chiedo. -Ci siamo separati, lei è dall'altra parte della città- risponde, guardandosi intorno. -Capisco-. Per un attimo distogliamo gli sguardi, poi il nostro silenzio fu interrotto dalla suoneria del mio cellulare: è Simmons. -La tua squadra?- mi chiede Leon. -E' Simmons, sarà il caso che tu ti nasconda, non sarà felice di vederti- gli rispondo decisa. -Immagino, vado nella stanza accanto- dice lui. Osservo fino alla fine la porta che si chiude alle spalle di Leon; infine prendo il telefono e rispondo. -Agente Wong ce ne ha messo di tempo per rispondermi- dice Simmons. -Lo so, c'erano zombie ovunque- mento. -Come pensavo, dove si trova?- chiede. -In una casa abbandonata- rispondo. -Ho una missione per lei: voglio che uccida l'agente Kennedy! E' un ordine mia cara, quel Leon ci sarà solo di fastidio; se lo uccidessimo nulla più ci...- a stento Simmons si zittisce. Mi volto verso la porta dove si era chiuso Leon, capisco subito che stava ascoltando la nostra conversazione, così aggiungo ---Non credo di essere sola, deduco che ci siano zombie: lascia che ti chiami più tardi- dico sicura. -Va bene- e la conversazione finisce lì. Metto il telefono in tasca, mi volto verso la porta, arrabbiata, la apro e urlo a Leon -Sei stupido? Cosa cavolo ti passa per la testa? Se Simmons ti- - ma lui mi chiuse la bocca con la mano -E quindi?- dice arrabbiato più di me -Non mi devi uccidere? Non esegui gli ordini?- dice, sempre più irato. Mi sento triste, stavo per piangere ma non volevo, non davanti a lui, perché lui è serissimo, non piange all'idea di morire. -Io... io...- le uniche parole che riesco a dire, quando provo a togliere la sua mano dalla mia bocca. -Tu cosa? Hai paura di cosa? Di uccidere una persona a cui sei affezionata o hai solo paura di non eseguire gli ordini?- chiede arrabbiato più che mai. -Non ho paura di eseguire gli ordini, ho solo paura per te anche se non sembra, io... anche se non riusciamo a stare insieme non ho mai smesso di amarti, ti giuro non so cosa fare!!-. Comincio a piangere, mi metto in ginocchio disperata. Leon mi fissa, sicuramente non mi ha mai vista piangere, per lui forse è una sorpresa ma nonostante ciò, continua ad avere un'espressione fredda. Poi però mi accorgo che devo terminare la chiamata con Simmons, ma prima di comporre il suo numero una mano afferra la mia, stupefatta mi volto e vedo Leon che con l'altra mano mi accarezza delicatamente il viso fino a che non avvicina le sue morbide labbra sulle mie: è bellissimo, da moltissimi anni non sentivo quella sensazione di felicità, non mi importa nulla del lavoro, né della telefonata di Simmons, sono concentrata in quel bacio, morbido e appassionato. -Leon, perché?- chiedo quando mi lascia andare. -Perché mi sono fermato?- chiede stupefatto. -Perché mi baci quando io... ti ho sempre fatto soffrire?- chiedo, piangendo di nuovo -PERCHE' TI STO COSI' A CUORE?!- urlo. Lui mi risponde dandomi un altro bacio appassionato -Perché amare qualcuno vuol dire anche amarla per ogni sua difficoltà, per ogni suo difetto... Anche se tu mi fai soffrire, io ti ho sempre amata, aiutata e ti sono sempre stato vicino; amare qualcuno, tanto, vuol dire vivere per quella persona, al di fuori di ogni sofferenza e momenti brutti passati. Io ti ho sempre amata perché, dopotutto, è questo ciò di cui tu hai bisogno-. Lo vedo, per la prima volta nella mia vita, piangere.
  
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