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Autore: 90kesya    27/04/2014    0 recensioni
La piccola sognatrice Yoo Mi è avvolta nella nuova, magica atmosfera della grande Seul… vivrà cullata dall’amore dei suoi genitori, e ben presto conoscerà nuovi fantastici luoghi e persone…
Divoratrice di libri di fiabe... sogna anche lei di poter incontrare il principe azzurro, di poter conoscere l'amore. Ma sarà, davvero, come nelle favole?
Salve mi chiamo Anna, ed è la mia prima storia che scrivo, una storia nata da un sogno rifatto più volte. Dopo tanti mesi ho deciso di mettere tutto nero su bianco e finalmente di condividerla con voi!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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È mattina: lo sento dal suono della sveglia che rompe il silenzio nella mia stanza e dal buon profumo proveniente dalla cucina, che mi stimola l’appetito. Guardo meglio l’orario, e mi rendo conto che è giunta l’ora di alzarmi. Entro in cucina, do un bacio tenero sulla guancia a mia madre per augurarle il buongiorno e mi siedo per assaporare la colazione, affinché possa caricarmi di energie.
Faccio una doccia veloce, stando attenta a non bagnarmi i capelli, e mi affretto ad indossare la divisa.
“Mamma io sono pronta, vado” le dico avvicinandomi alla porta,
“Fighting!” esclama con entusiasmo, e mostrando il suo meraviglioso sorriso.

Metto le cuffie al cellulare, e durante il tragitto in autobus, ascolto un po’ di buona musica. La musica è una mia ulteriore passione; quando l’ascolto tutte le preoccupazioni svaniscono; quando canto, scarico ansia e tensione. Eh si, il canto… la mia prof.  mi diceva sempre che avevo una forte estensione vocale, mi raccomandava di frequentare il corso specifico nel mio vecchio liceo, ma sapevo che sarebbe stato inutile;  ero troppo timida per cantare davanti ad un pubblico. L’unico luogo dove riuscivo a farlo liberamente era a casa, e tutt’al più quando ero sola. Pertanto mi limitavo ad ascoltarla.

Volgo lo sguardo verso il vetro del bus.. arrivata alla meta!
High Central School, è il nome dell’istituto scritto in caratteri oro di fianco al cancello principale. Il cortile è gremito di studenti: molti si salutano contenti di rivedersi dopo la lunga pausa estiva, altri si affrettano ad entrare.
Cominciava il mio secondo anno di liceo.

La campanella ci avvisava dell’inizio delle lezioni, ed io mi trovavo in segreteria aspettando che uno dei professori mi accompagnasse in aula. Un professore non troppo giovane mi accompagnò verso l’aula 2.4
“Buongiorno ragazzi” esordì il docente “spero che le vacanze siano andate bene e che siate pronti per affrontare il nuovo anno scolastico con dedizione e impegno.”
“Prima di iniziare, volevo presentarvi una nuova studentessa che da oggi frequenterà questa classe” rivolse il suo sguardo a me, e mi esortò ad entrare.

Feci il mio ingresso nella classe: a grandi linee c’era un egual numero di donne e maschi, insomma una classe mista. Tutta l’attenzione era su di me.
“Buongiorno a tutti. Mi chiamo Song Yoo Mi, e mi sono traferita da poco a Seul. Vengo da Busan. Piacere di conoscervi” terminai facendo un breve inchino.
Diedi uno sguardo veloce ai visi dei miei compagni cercando di capire, dai loro occhi, l’impressione che avevo dato: sorrisi, sguardi curiosi, sguardi disinteressati, infine un gruppetto di ragazze mi guardava con aria di superiorità. Una ragazza, però, attirò la mia attenzione, gesticolando con fare lesto; subito intuii che il posto a fianco a lei era libero. Dalla sua targhetta riuscii a leggere il suo nome: Park Sun Ha.

Le prime ore passarono velocemente. Alla fine della lezione il professore mi chiamò:
“Song Yoo Mi, nell’ora dell’intervallo ti invierò uno studente più grande che ti farà fare un giro dell’istituto, quindi non allontanarti dalla classe”,
Risposi semplicemente con un inchino in segno di assenso. Intanto, continuai a conversare tranquillamente con la mia compagna di banco. Ha uno sguardo dolce ed è molto simpatica.
“Yoo Mi” fece una pausa e riprese “ posso chiamarti solo con il nome o ti infastidisce?”
“Assolutamente non mi da fastidio Sun Ha” le risposi sorridendo e chiamandola, a mia volta, per nome. Aveva uno sguardo quasi commosso, sembrava felice di aver trovato una nuova amica. Non esitò a chiedermi il numero di cellulare e la e mail. Risposi a tutte le altre domande, e feci conoscenza con la maggior parte dei ragazzi che si erano avvicinati incuriositi.
Eravamo nel pieno della conversazione, quando fummo interrotti dall’entrata di un ragazzo, bello, talmente bello da guadagnarsi l’attenzione di tutte le ragazze presenti. Un metro e ottanta all’incirca, un fisico asciutto e  capelli corti e spettinati, viso carismatico così come la sua voce, che garbatamente chiamava il mio nome.
Capii che era il sumbae che mi avrebbe fatto da guida. Mi alzai dal mio posto, e raggiunsi la cattedra. Feci un inchino. Da vicino era ancora più alto. Uscimmo dalla classe, e dalle facce verdi di invidia del gruppetto che poco prima mi aveva guardata con superiorità, dedussi che era uno dei ragazzi più belli e ambiti della scuola.
 
  
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