Il sogno del Predatore

Io e Scarlett sapevamo come muoverci in una situazione del genere. Chissà quanto tempo era passato, chi mai poteva tenere il conto dei giorni durante un’apocalisse di zombie? Ma tutto sommato, ormai ci eravamo abituate: il segreto era starsene per i fatti propri e in silenzio. Anche il posto che ci eravamo trovate non era male: un caseificio in campagna, lontano dalle grandi città e dalle enormi orde di erranti. Il cibo non mancava, insomma, era un buon nascondiglio per il momento. Ce ne stavamo tranquille sulle nostre sedie a sdraio, chiacchierando del più e del meno e dicendo assurdità, come per esempio il fatto che gli zombie in realtà vogliano solo avere un abbraccio e stare in compagnia, ecco perché ci seguono, mica per mangiarci. D’altra parte, era solo grazie a queste stupidate che potevamo sdrammatizzare, alleggerendo la tensione.

 
Forse era per una risata di troppo o troppo alta, ma qualcosa li attira verso di noi. Ci alzammo immediatamente e ci allontanammo, ma io mi scordai il telefono sulla sedia: due zombie lo presero e iniziarono a lanciarlo in giro. Non potevo lasciar perdere il mio cellulare! Era l’unica cosa che mi rimaneva del “vecchio mondo”! Cercai di riprendermelo, sfruttando i momenti in cui il telefono cadeva a terra e gli erranti erano lenti per recuperarlo. Dopo vari tentativi (cercando di non avvicinarmi troppo) ce la feci, ma non appena alzai lo sguardo, vidi uno dei due zombie proprio sopra di me: istintivamente, cercai di parlargli, gesticolando e usando un tono di voce molto alto, come se questo potesse servire a qualcosa. Incredibilmente, riuscì a convincerlo a lasciarmi il cellulare e per di più, lo sentì discutere con il suo “compare” nella mia stessa lingua, senza incespicarsi. Non avrei mai creduto che gli erranti sapessero articolare parole!
 
Inaspettatamente, passammo molto tempo insieme a loro e diventammo amici. I due si chiamavano Chris e Anthony. Si aggiunse persino un’altra componente al nostro gruppo di cui non ricordo bene il nome, ma ciò che mi colpì fu quanto sembrasse viva nonostante si presentò come zombie. Si fece sera e stavamo tutti per rincasare, quando percepimmo una presenza attorno a noi: in lontananza, tra l’oscurità, si intravedeva qualcosa … qualcosa che si rivelò essere una faccia. Non servì molto tempo per fare 2 più 2 e capire che si trattava del cosiddetto “Predatore”. Terrorizzati, fuggimmo più velocemente che potemmo, nonostante sapessimo benissimo quanto poteva essere veloce lui. Dopo poco, quell’idiota della Nuova Componente iniziò a spintonarmi urlando al Mostro di prendere me. Come mi arrabbiai! Accellerai e corsi così tanto, ma così tanto, che … non so. In realtà tutto si fece più scuro e ricordo solo che quando mi risvegliai, bhè, non avrei voluto farlo. Aprì gli occhi e vidi davanti a me un cadavere sventrato. C’era così tanto sangue…
 
Dietro quel corpo, Chris e Anthony, sporchi e intenti a mangiare. A sinistra, Scarlett, piangente ma pulita. Probabilmente si rifiutava di mangiare; in quell’istante capii che lei sarebbe stata la prossima vittima. Poi mi girai a destra. Una figura nera e tenebrosa si delineò davanti ai miei occhi: un uomo, un ghigno sulla faccia, su quella faccia sporca di sangue, un uomo che portava il nome di Sebastian.
Mi guardò intensamente, mentre cantava una melodia macabra per invogliare tutti a unirsi a quel terribile banchetto.
Mi guardava intensamente, si stava avvicinando, stava per dirmi qualcosa.
Ma finì tutto lì.
 
Mi svegliai di colpo dall’incubo, agitata e inquietata - non so se più dal brutto sogno o dal realizzare che effettivamente è stato il mio cervello a partorire quelle cose. Guardai l’ora. Le 3:13 di notte. Sbuffai e mi girai dall’altro lato.
Non riuscivo proprio a prendere sonno. La causa? Ciò che sarebbe successo oggi. Ci ho pensato tutta la notte, ma, davvero, non me ne capacito: sono una cantante, ballerina e attrice famosa in tutto il mondo, è mai possibile essere così nervosa solo per incontrare il cast del nuovo film “Captain America 3”? Ok, ammetto che è sempre stato il mio sogno lavorare per la Marvel e finalmente ci sono dentro. Ma andiamo, è gente normale, gente di spettacolo come me. Forse tutta l’adrenalina che avevo in corpo derivava dalla voglia di iniziare – e di non fare figuracce, cosa che mi riesce molto bene!
Ma ora, caro diario, ti devo lasciare, oggi è il giorno fatidico! E come se non bastasse, devo correre di qua e di là e fare tremila cose! Tipico. Prima alle prove della coreografia per il tour di concerti che partirà l’anno prossimo, poi al bar per l’aperitivo con il cast, in modo da iniziare a conoscersi un po’.  
A parte tutto, non riesco a smettere di pensare a quel sogno. Era inquietante, sì, ma allo stesso tempo, aveva qualcosa di affascinante … non saprei dire cosa.






Buondì! u.u
Lo so, è un capitolo un po' strano, ma capitemi, io questo sogno l'ho fatto veramente e mi sentivo in dovere di renderlo pubblico xD Perciò l'ho usato come incipit per una storia che mi frullava in testa da quando ho visto "Captain America: The Winter Soldier".
Spero vi sia piaciuta :3

P.S. In questo parte ho fatto parlare la protagonista come se scrivesse sul suo diario personale, ma penso che nelle prossime parti narrerò tutto in un altro modo, non so, deciderò!