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Autore: yua    20/07/2008    2 recensioni
Chiudendo gli occhi li potevo quasi vedere quegli eroi senza macchia, potevo immaginarmeli mentre combattevano mostri o attraversavano le fiamme per raggiungere la loro amata, rapita dal solito essere crudele. In ogni battaglia, in ogni combattimento, quegli eroi non provavano mai paura, su di loro non scendeva mai l’ombra del dubbio, mai un solo tentennamento li costringeva a fermarsi per riflettere.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rabi/Lavi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...e vissero tutti felici e contenti...

“e vissero tutti felici e contenti… per sempre”.

Che crudeltà. Esistono forse menzogne più grandi di questa? E pensare che è il lieto fine di tutte le storie che si leggono ai bambini… finiscono tutte così. Eppure penso che anche quei bambini che ascoltano la mamma con i loro occhioni spalancati capiscano che si tratta di un “contentino”, un modo per troncare una storia senza aggiungervi la reale amarezza che distingue quelle vere, di storie.

Eppure, “per sempre” non esiste, perché di eterno a questo mondo non c’è nulla, né il corpo, né i sentimenti, né le emozioni che caratterizzano il genere umano sono eterne. Non è il mondo, non è la speranza, nulla è eterno, nulla dura per sempre. E allora cosa? Cosa induce quelle madri ad ingannare i loro figli così crudelmente? E “tutti felici” è impossibile, perché la gioia di uno comporta sempre il dolore di un altro.

Da piccolo piaceva anche a me ascoltare le fiabe che le madri di altri bambini raccontavano ai loro figli. Le ascoltavo quasi sempre di nascosto, accucciato dietro un angolo o dietro una siepe, per non farmi vedere. Ascoltavo quei racconti, narrati con la voce soave di donne adulte, interrotte di tanto in tanto da quelle infantili dei figli che facevano domande, e quasi mi sembrava di poter vedere i sorrisi che affioravano sui volti delle signore mentre rispondevano di continuare ad ascoltare.

Chiudendo gli occhi li potevo quasi vedere quegli eroi senza macchia, potevo immaginarmeli mentre combattevano mostri o attraversavano le fiamme per raggiungere la loro amata, rapita dal solito essere crudele. In ogni battaglia, in ogni combattimento, quegli eroi non provavano mai paura, su di loro non scendeva mai l’ombra del dubbio, mai un solo tentennamento li costringeva a fermarsi per riflettere.

Però, che bella utopia.

Come sarebbe bello se fosse sempre così, se veramente si potesse seguire una strada senza indugi, senza mai voltarsi indietro, se il cuore fosse così forte da sopportare i dolori più tremendi senza mai chiedersi se, in fin dei conti, ne valga la pena.

Adesso conosco una guerra molto simile a quelle descritte in quei racconti, e adesso che la combatto sono forse simile a quegli eroi? Anche a me è stato ordinato di attraversare il fuoco e il ghiaccio, anche io sto affrontando nemici spaventosi dai poteri terribili, vorrei proteggere i miei compagni, i membri di quella che è diventata la mia famiglia, eppure li vedo cadere, uno dopo l’altro, e non sono capace di intervenire.

Vedo il dolore attanagliare i loro cuori, i loro corpi, sento la mia pelle ricoprirsi di ferite, vedo il sangue disperdersi. Che ironia, anche se agiamo proprio come gli eroi più coraggiosi, portando avanti una guerra spaventosa, anche se combattiamo con tutte le nostre forze, anche se mettiamo in gioco la nostra vita, la nostra felicità per il “bene” , per noi non c’è possibilità di quel lieto fine che meriteremmo. Nessuno saprà mai della nostra esistenza, nessuno ricorderà i nomi di noi martiri, caduti per cercare di salvare quel poco a cui ci è stato permesso di attaccarci: saremo solo altri corpi, altre immagini di un mondo in decadenza che si aggrappa alla speranza di eterna felicità raccontata nelle fiabe.

Forse non sarò degno del mio compito, forse non sarò in grado di salvare la donna che amo, anzi, forse moriremo prima che avrò il coraggio di dirle ciò che provo, ma in realtà non mi importa. “Bookman non deve amare” mi è stato detto.

Dicono che per me l’amore non sarebbe che un ostacolo, l’ennesimo falla in quella che sarebbe dovuta essere un’armatura impenetrabile. Freddo, distaccato,lontano da tutto, dovrei vivere come un perenne spettatore della storia senza avere mai una parte in essa, neppure in quella di una singola persona. Con questo pensiero affiora sempre un sorriso sulle mie labbra, un sorriso di amara consapevolezza, dovuto alla certezza che per me l’ “e vissero per sempre felici e contenti” non potrà mai esistere, io non ho diritto ad un lieto fine, neppure se fossi vissuto in un mondo di pace e prosperità lontano dal dolore e dalla morte. Ma l’ho sempre saputo, in fondo; questo è il mio destino. La mia storia non è mai stata colma di speranza, non ho mai ceduto a quella crudele illusione, eppure nel vedere i capelli lucenti di lei, o il suo sorriso luminoso, o le sue mani che distrattamente hanno sfiorato le mie con tocco innocente, quella vana speranza di gioia si è fatta strada nel mio cuore. Non per me, sarebbe stato troppo, ma almeno per lei, almeno per lei avrei tanto desiderato vederlo, un bel finale, proprio come quello delle storie infantili. Non sono come Allen, lui sì che è un vero eroe, lui sì che combatte solo perché è giusto… forse mi piacerebbe assomigliargli, essere così determinato solo per la missinone.

Perché ora sento tutta questa stupida ed inutile amarezza?non ho forse saputo da sempre che la vita è così ingiusta? Non ho forse sempre saputo che tutto ciò che la natura mi avrebbe donato me lo avrebbe strappato con forza brutale? Gli amici, la casa, l’amore… non avrei dovuto provare nulla, avrei dovuto seguire gli insegnamenti del mio maestro, avrei dovuto… quegli occhi scuri, quel sorriso gentile, quelle mani sottili, quel leggero rossore sulle gote, quei lunghi capelli di seta… anche se la perderò, aver vissuto anche solo per conoscerla mi è stato sufficiente.

Alla fine di questa, di favola, o forse, di leggenda, non ci sarà più nessuno, non un eroe, non un sogno, solo morte. Non ci sarà gioia, non ci sarà felicità, solo il silenzio dell’oblio. Forse sarà questo il lieto fine degli eroi dell’Ordine Oscuro?

  
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