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Autore: Elrien    27/04/2014    2 recensioni
Emma è un'animatrice non troppo entusiasta del suo lavoro. ma non sa che presto tutta la sua vita sarà sconvolta. entrerà infatti a far parte della CIA ma non ne conosce il motivo.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1 Oh no. Non di nuovo. Maledetto traffico di New York! Sono un’altra volta in ritardo per il lavoro, o meglio, impiego assolutamente temporaneo che consiste nell’intrattenere ragazzini con la bocca che puzza ancora di latte. In effetti perdere questo “lavoro” non mi darebbe poi un gran dispiacere. Ma devo stringere i denti in attesa che almeno una delle agenzie a cui ho inviato il mio curriculum mi richiami, e poi si tratta comunque di un impiego. Certo, dopo una laurea in giurisprudenza mi sarei aspettata tutto tranne che questo, ma so che altri sono in condizioni peggiori. Scacciando via le mie preoccupazioni alzo il volume della musica e con “Single Ladies” nelle orecchie cerco di evitare spostando lo scooter le macchine e di superare la colonna enorme di autovetture. Mezz’ora dopo riesco a raggiungere l’indirizzo che i genitori del festeggiato mi avevano consegnato. In quel momento il mio cuore perde un battito. No. Non può essere. Un edificio enorme completamente dedicato al “divertimento del bambino”, almeno così dice lo striscione all’entrata. In pochi secondi i miei incubi di bambina mi riassalgono. In più, come farò a controllare trentatre bambini scatenati in un posto così grande? Mi faccio coraggio e procedo. Superato un lunghissimo e altrettanto inquietante corridoio con alle pareti numerose foto di feste precedenti (tutte hanno in comune una cosa: l’ animatore con la faccia sbattuta e disperata che si vede a malapena sullo sfondo. Giusto in una un animatore di circa trent’anni è bello sorridente. Probabilmente perché era finita la festa o lo avevano pagato di più.), raggiungo una sorta di reception a cui fa distrattamente la guardia una ragazza con la faccia disperata ma allo stesso tempo rassegnata. Mastica svogliatamente una gomma e quando mi vede arrivare alza gli occhi verso di me e vedendo il mio cartellino con su scritto “Emma-Animatrice”, mi lancia uno sguardo compassionevole e mi dice con un sussurro: -è di là- ma in realtà sembrava più che volesse dire:-sento il tuo dolore, sorella, ma tieni duro, un giorno finiremo nella terra promessa e là avremo la nostra ricompensa-. Le sorrido e avanzo impavida. Due porte automatiche si aprono davanti a me e vengo travolta da un’insieme di grida. Cerco di fare il punto della situazione: un bambino gira in tondo con un secchiello in testa, un altro sta gustando col naso quella che sembra essere un’ottima crostata alla nutella e una bambina picchia con la barbie un piccolo innocente con apparecchio e occhiali che subisce inerme. Vengo raggiunta dalla mamma del festeggiato che, leggermente spettinata e con un bambino piccolissimo in braccio (penso sia il secondo figlio), mi dice: -saresti dovuta essere qua quaranta minuti fa! Per cosa ti pago allora? Per essere assente?- -lo so mi dispiace signora, ho avuto dei problemi con il traffico venendo- -okay, okay, ora però io devo andare- e dicendo questo mi ammolla il figlio -come scusi? Ma io non posso guardare anche lui, e poi avevamo detto che sarebbe stata presente anche lei!- -certo, certo-dice-ma adesso è molto importante che vada a comprare il…parmigiano. Fa bene alle ossa e lo abbiamo finito- prima che potessi controbattere schizza via. Ripensandoci, non ci sono supermercati nel raggio di 60 km. Furba, la madre. Sospiro e guardo il bambino che sembra incredibilmente dolce e sorrido. -ma devi essere proprio un mattacchione tu eh?- dico al bambino scherzando. Lui in tutta risposta si leva dalla bocca il ciuccio con fare autoritario e dice: -ghl ghl bla- bhè, molto loquace per la sua età. Decido che è ora di fare il mio lavoro e mi avvicino a un gruppetto di bambini seduti e con le facce deluse. -allora bambini, vi volete divertire un po’?- un coro di “siiiiii” emozionati mi travolge e penso “ora viene la parte che amo sinceramente del mio lavoro”. In effetti far divertire in bambini mi piace molto, poi in particolar modo se mi danno retta. Tiro fuori un lettore CD e le casse e alzo il volume al massimo. Richiamo l’attenzione di tutti i bambini e li invito a formare delle file, uno dietro l’altro. Premo “Play” e l’enorme sala è riempita da “bomba”. Ballare è la cosa che m piace di più, dopo la legge. Ma amo in particolar modo i balli di gruppo, mi fanno sentire in contatto con le persone. Mentre balliamo tutti insieme rido e mi diverto, molti bambini sono un po’ scoordinati e spesso vanno a sbattere l’uno contro l’altro. Dopo un’ora e mezzo di balli (in cui abbiamo ripetuto 5 volte la Macarena e ben 7 volte Mueve la colita) e quaranta minuti di pignatta (sono fortunata ad avere ancora tutti i denti!) decido di far andare i bambini a giocare sui gonfiabili. Intanto con il bambino in braccio comincio a sentire un po’ di stanchezza. Guardo il neonato che improvvisamente fa una faccia contrita e prima che possa capire ciò che sta succedendo mi vomita sulla maglietta con più violenza di quanta me ne sarei aspettata. La giornata trascorre, a volte più velocemente, a volte più lentamente. Ma adesso, finalmente, alle 20.15 sto per tornare a casa. Non vedo l’ora. Avverto una strana sensazione però, mentre metto il casco. Come se fossi osservata.
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ciao a tutti! spero vi sia piaciuto questo primo capitolo. mi serviva per introdurre il personaggio. per favore commentate e fatemi sapere come potrei migliorare! grazie grazie grazie!
  
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