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Autore: telesette    28/04/2014    0 recensioni
[Fiocchi di cotone per Jeanie]
Il giorno dopo, parlandone tra di loro, i tre ragazzi discutevano tristemente sulla questione.
Nessuno in paese poteva permettersi di contestare apertamente le convinzioni fanatico/religiose del Reverendo Mallory e, dal momento che la stampa locale lo dipingeva benignamente come un "Tutore dell'Ordine della Chiesa", dalla capitale non avrebbero mosso un dito per sollevarlo dal suo incarico di sacerdote.
Malgrado la debolezza, dovuta più che altro allo svenimento improvviso, secondo il padre di Jeanie l'anziana signora Cobb sarebbe guarita in fretta.
Tuttavia il problema più grave era un altro: finché il Reverendo Mallory presiedeva la chiesa locale, i negri di Lawrenceville non avrebbero avuto più un posto dove raccogliersi insieme per pregare...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Malgrado l'indifferenza e i segni di intolleranza sempre più forti in paese, Jeanie e i suoi amici si diedero molto da fare, per rimettere in piedi quel tugùrio.
Con l'aiuto di Joe e di un gruppo di raccoglitori di cotone, già meno di una settimana dopo, il terreno incolto nei pressi della vecchia cappella era stato liberato dalle erbacce. Avvezzo com'era nello svolgere lavori manuali, a Joe bastò una mezza giornata, per stabilire correttamente l'entità del lavoro e il tipo di materiali necessari alla ricostruzione.
Il proprietario dell'emporio di Lawrenceville, sentendosi tuttora in debito verso Jeanie e la sua famiglia per la generosità che gli avevano mostrato in passato, si offrì di fornire legno e arnesi vari ad un prezzo estremamente ragionevole. Sua figlia Paula infatti, si era detta disposta a rinunciare a tutte le sue cose, pur di aiutare la sua amica Jeanie... E dunque i genitori, commossi dall'altruismo della loro figliola, decisero di comune accordo di regalare gran parte dell'occorrente per il progetto della chiesa di Angel Word.

- Mi raccomando, figliolo, stringi bene quelle funi - raccomandò Joe al piccolo Bill, nel mentre che diedero il via al lavoro vero e proprio.
- Non preoccuparti, papà - rispose Bill entusiasta. - Ho capito come devo fare, stai tranquillo!

Joe sorrise, guardando suo figlio con occhi pieni di soddisfazione.
Al momento, si trattava di assicurare lo scheletro della struttura, in modo da impedire che l'edificio potesse venire giù come un castello di carte. Una volta predisposto il cantiere, stando bene attenti ad isolare il legno ancora buono da quello ormai da buttare, avrebbero potuto richiudere il buco nel tetto e sostituire le assi marce delle pareti con quelle nuove e solide.
Per quindici lunghi giorni, impiegando tutto il tempo della giornata che non dovevano lavorare nei campi, praticamente tutti i neri di Lawrenceville si adoperarono per condividere il sogno della piccola Jeanie.
Alcuni di loro, in passato, avevano lavorato per stendere le rotaie e i binari della ferrovia. L'esperienza aveva insegnato loro molto, sul modo corretto di segare ed inchiodare le assi uniformemente, pur non essendo falegnami di professione.
Meno di un mese dopo, infatti, la chiesa cominciava già a riprendere la sua forma di un tempo.
Il buco nel tetto era stato quasi completamente richiuso.
Le pareti necessitavano solo di essere ridipinte e verniciate di fresco.
E tutti avevano sottoscritto una forte colletta, per mettere insieme i soldi atti a comprare una nuova campana.
Il lavoro procedeva così speditamente che, malgrado l'entità delle spese da coprire, nessuno intendeva perdersi d'animo. Bastava vedere con quanto impegno e determinazione, nonostante fosse ancora poco più che una bambina, la stessa Jeanie si impegnava assai seriamente, per essere d'aiuto a quegli uomini alti e robusti con le mani rese callose ed indurite dall'età e dal pesante lavoro manuale.
Il suo entusiasmo era come un raggio di sole, nel cuore e nell'animo di tutti.
Bastava vederla sorridere, per tergersi via il sudore dalla fronte assieme alla stanchezza e proseguire di buona lena.
Solo Stephen continuava ad essere preoccupato, malgrado si fosse ripromesso di nascondere le proprie ansie con Jeanie e gli altri.

- Padre Wormood ha inoltrato richiesta alla capitale, in modo che i suoi superiori accettino di riconsacrare Angel Word - pensò. - Ma ancora non ha ricevuto risposta e, secondo lui, questo non è affatto un buon segno... Ho come un brutto presentimento!

Purtroppo il "presentimento" di Stephen era più che fondato.
In quegli anni, la comunità protestante degli Stati Uniti si stava avviando verso un fortissimo squilìbrio, a causa delle teorie spesso discordanti e delirànti sulla lettura ed interpretazione dei Testi Sacri e, in particolar modo, per via del fanatismo religioso che andava condizionando sempre più il cuore della società americana (*).
Alla sede centrale dell'arcidiòcesi infatti, assieme alle richieste ed esortazioni da parte del buon parroco Wormood, erano pervenute anche le inoppugnàbili ragioni di Padre Mallory, riguardo alla decisione di estromettere i "negri immondi e peccaminosi" dal più sacro luogo di culto riservato a Dio.
Nulla di strano dunque che, mettendo a confronto le due versioni sul medesimo fatto, le autorità ecclesiàstiche della Pennsylvania fossero più propense nel dare ascolto a Mallory piuttosto che a Wormood.
Per circa un mese, si erano detti incerti sulla decisione da prendere, anche per non dare adito ad uno scandalo che avrebbe senza dubbio messo in cattiva luce il protestantesimo. Approvando con eccessiva leggerezza la riconsacrazione della vecchia chiesa di Angel Word, infatti, vi era il rischio che Mallory provocasse uno scìsma e forse anche una rivolta teologico/popolare con conseguenze che non osavano neanche immaginare.
E mentre venivano prese le relative decisioni in merito, chilometri e chilometri più lontano, i lavori per la ricostruzione della cappella proseguivano ininterrotti.
Mancavano pochi giorni alla realizzazione di quel sogno senonché, in risposta alle continue ed incessanti richieste del povero Wormood, il telegramma che giunse a Lawrenceville avrebbe ben presto disilluso le felici speranze di Jeanie e degli altri.
Una volta ricevuta la notizia, per non costringere il marito a lasciare l'ambulatorio, Diana si disse in dovere di comunicarla a Jeanie personalmente.
Stephen intuì, dallo sguardo della giovane donna, che doveva essere successo qualcosa di grave.

- Jeanie - mormorò Diana, tremando tristemente per il peso di ciò che aveva da dirle.
- Che cosa c'è, Diana... E' successo qualcosa in ambulatorio?

Diana scosse debolmente il capo.

- Non si tratta di questo - spiegò. - Padre Wormood è venuto ad informarci delle ultime novità: è arrivata la risposta dai suoi superiori, circa la mozione per riconsacrare la cappella di Angel Word...

Gli occhi di Jeanie si illuminarono per un istante ma, prima ancora che Diana proseguisse il discorso, anche lei si rese conto di ciò che Stephen e gli altri avevano intuito dall'espressione sconsolata ed infelice sul volto della donna.

- Mi dispiace - singhiozzò Diana, buttando le braccia attorno alle spalle di Jeanie. - Purtroppo non c'è stato niente da fare... Angel Word non verrà riconsacrata, il consiglio è stato irremovibile!

Jeanie sbarrò gli occhi.
Anche Stephen e Bill, sebbene reagendo in maniera più composta, erano chiaramente sconvolti ed amareggiati.
Non appena la notizia giunse alle orecchie di Joe e degli altri, gettandoli nel più profondo sconforto, i martelli smisero di suonare tutti assieme lasciando il posto ad un silenzio come di funerale.

- Non può essere, no...

La povera Jeanie rifiutava di crederlo.
Tutto il loro lavoro.
I loro sogni...
Era stato tutto inutile, prima ancora di cominciare, e non era possibile fare più niente ormai.
Incapace di accettare la realtà, Jeanie si scostò dalle braccia di Diana e prese a correre disperatamente nel bosco.

- Jeanie - urlò Stephen, lanciandosi subito alle sue calcagna. - Jeanie, per favore, aspetta!

Quando finalmente l'ebbe raggiunta, la trovò che era inciampata all'ombra di un grande albero e delle sue radici. Non avendo la forza di rialzarsi in piedi, la poverina si era a malapena messa in ginocchio, appoggiandosi al tronco nodoso come unico sostegno per il suo fragile corpo scosso dal pianto.

- Jeanie - fece Stephen in poco più che un sussurro.

Dal momento che gli occhi della fanciulla erano nascosti dai capelli, l'unica cosa che Stephen riuscì a vedere fu il sottile rivolo luccicante lungo la guancia di lei.
Vederla piangere, era una doppia sofferenza.
Tutti erano tristi, al pensiero di aver lavorato tanto duramente per nulla, ma soprattutto erano addolorati dal fatto di essere del tutto impotenti di fronte ai soprusi che Padre Mallory poteva continuare a compiere indisturbato.
Con quella risposta negativa, in un attimo erano andate distrutte anche le ultime speranze.

- Perché - mormorò Jeanie. - Perché, al mondo, debbono esistere così tante ingiustizie e crudelta? Perché le persone innocenti devono soffrire così, senza alcuna colpa... Perché ?!?

Stephen tacque.
Non era facile rispondere, dato che neanche lui lo sapeva, ma il bisogno di confortare Jeanie era più forte in quel momento.

- Non posso rispondere alla tua domanda, Jeanie - disse. - Credimi, farei qualunque cosa, per non vedere soffrire né te né altri; purtroppo la giustizia di Nostro Signore non vive in tutti, non so dirti perché; è una realtà che sfugge alla nostra capacità di comprensione, forse perché una vera risposta... non esiste!
- Oh, Stephen... Stephen!

Correndogli incontro, con le ultime forze rimastele in corpo, Jeanie affondò il volto in lacrime sul petto dell'amico e compagno.
Stephen non poté fare altro che abbracciarla, maledicendo altresì la propria impotenza per ogni lacrima da lei versata, e di conseguenza le lacrime presero a sgorgare anche dai suoi occhi.

 

( continua )

(*) = il fatto è storico:
A partire dal 1865, circa trent'anni dopo il periodo in cui è ambientata questa fanfiction, uomini come Padre Mallory avrebbero preso parte al movimento presieduto dall'ex-generale della cavalleria confederata Nathan Bedford Forrest, il primo Gran Maestro a capo del famigerato Ku Klux Klan.
Idolatràndo agli estremi le varie forme di: razzismo, antisemitismo, anticattolicesimo, e via discorrendo... costoro avrebbero definito sé stessi come movimento armato, indipendente dall'umana condizione, chiamato a compiere la cosiddetta "purificazione del mondo" da ogni razza, culto o religione da ritenersi "inferiore"... ovviamente, secondo quella visione distorta e delirante.
In seguito, gran parte delle teorie e dei concetti relativi alla loro setta di origine, sarebbero stati ripresi anche dal movimento tedesco nazionalsocialista e da Adolf Hitler; trovando dunque fortissima applicazione in Europa e sopravvivendo in piccola parte, tramite gli ultimi gruppi estremisti che esistono ancora oggi.

   
 
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