Sorrise, ma era un sorriso dal retrogusto amaro. Un sorriso velato di tristezza. 
Lui era bellissimo quel giorno, lo doveva ammettere.
Il vestito candido, i capelli chiari che gli accarezzavano il viso, morbidi e quell’aria così pura e felice lo facevano somigliare ancora di più ad un angelo.
Era di fronte alla sua futura sposa, emozionato per il grande passo che stava per compiere. Le sue fossette brillavano di gioia, avrebbero potuto illuminare un intera stanza. 
Faceva male vederlo con lei, ma soprattutto faceva male non essere lei. Faceva male non essere la causa dei suoi sorrisi, faceva male guardare il paradiso da lontano senza poterci entrare. 
-Se c’è qualcuno che ha delle valide ragioni per impedire questo matrimonio, parli ora o taccia per sempre-
A quel punto avrebbe voluto alzarsi in piedi e urlare tutto il suo amore per lui, ma il suo stupido orgoglio glielo impedì. 
Incrociò lo sguardo dello sposo e sorrise, mentre tutto crollava per lei, e per lui un nuovo mondo si creava, e lei in quel mondo non c'era.
-Allora vi dichiaro marito e moglie- Grisam baciò la sua sposa e gli amici e i familiari si fecero scappare un applauso insieme ad un fiume di lacrime. La cosa che ferì, di più la ragazza fu lo sguardo pieno di amore che Grisam riservava per la sua sposa. 
Subito dopo Grisam prese in braccio Vaniglia, come nei più melensi dei film, e insieme uscirono dall’edificio, diretti verso la loro nuova vita.
Pervinca, sorrise amaramente, di nuovo; aveva paura del silenzio assordante dopo Grisam. 
C'era un tempo in cui credeva, e combatteva per amore. Ma ora è tutto finito.
Il suo sogno stava volando via davanti ai suoi occhi, ma lei non mosse un dito per fermarlo.
Perché lei era quella priva di emozioni, quella senza cuore, la sociopatica. 
E ora il suo cuore era definitivamente irreparabile.